La società dell'ordine gerarchico autoritario è strutturalmente, ovvero per sua propria natura, patogena, poiché induce, o cerca di indurre, nell'individuo comportamenti non dal medesimo scelti e prodotti, bensì pretesi da altri, con l'inevitabile risultato di numerosi possibili, e di fatto frequenti, conflitti psichici del soggetto dal contrasto tra propri pensiero, percezioni ed elaborazioni personali da un lato, e pretese a lui estranee dall'altro.
Nelle relazioni sane vi è simmetria data da mutualità di informazioni, elaborazioni e decisioni, le quali ultime assieme alle azioni conseguenti risultano perciò quanto meno compatibili una con l'altra.
Diversamente, quanto più un ambiente sociale qualsivoglia è autoritario tanto più esso innesca la dinamica psichicamente patogena anzidetta sui suoi membri.
La salute psichica viene invece favorita da ogni forma di autonomia individuale e libera scelta entro l'ambito della rete di relazioni sociali, laddove il termine "libera" va inteso come "da vincoli limitanti non necessari".
Quale sia la dinamica prevalente nell'ambito di un gruppo dipende, naturalmente, dalle scelte di impostazione di ognuno dei suoi membri: non esiste ordinamento sociale di sorta senza la sufficiente quota di adesione, per consenso esplicito o tacito, giacché la sola imposizione da sola non basta a formare un ordine.
E' compito specifico di ognuno e ciascuno, quindi, contribuire alla formazione di una società autoritaria patogena, oppure libera e sana, giorno dopo giorno, in ogni circostanza e occasione della vita.
E' impossibile ottenere un cambiamento sociale positivo degno di nota senza questa partecipazione.
Vincenzo Zamboni
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