domenica 30 ottobre 2022

Giudizio, discriminazione e distacco... – “Per orientarti nell’infinito, distinguer devi e poscia unire” (Goethe)


Ogni religione è stata “creata” per confondere, mentre per fare chiarezza occorre distinguere, rinunciando a posizioni precostituite di pensiero: “Solve et coagula” – “Per orientarti nell’infinito, distinguer devi e poscia unire” (Goethe). Ma attenzione un conto è il giudizio ed un altro la discriminazione…


Non rifiuto l’esistenza di una “Coscienza”  onnipervadente che, essendo la sola presenza reale, comprende in sé ogni aspetto del manifesto e dell’immanifesto.

Il dio, meglio definito “arconte”, delle religioni monoteiste è semplice assunzione e proiezione mentale, come lo è d’altronde ogni descrizione personale dell’Uno. Poiché l’Uno non può asserire l’Uno.

La “religione” in se stessa non sarebbe colpevole ma lo sono tutti i sacerdoti, papi, rabbini e mullah che hanno utilizzato il moto naturale del “ritorno” al Sé! Essi hanno compiuto il più grande inganno ed imbroglio, verso se stessi ed il loro prossimo, essi hanno in verità svolto la funzione ingannatrice “dell’invidioso maligno…” ,separando ciò che è inseparabile per poi pretendere di volerlo”ri-unire” attraverso il perseguimento di un dettame religioso ed una “salvezza” riservata ai “credenti”.

In verità non v’è alcun obbligo a restare impantanati in un “credo” (il momento che ne abbiamo capito le conseguenze). Solo colui che insiste nel voler credere è compartecipe e succube di quel credo.

Eppure, non è il credere un semplice pensiero, una opinione? Quindi perché restare avvinghiati ad un qualcosa che è mera illusione, un simbolo duale della separazione?

E non è detto persino nel vangelo, “beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli”? Ed in questo caso non è forse lo “spirito” della caparbietà e dell’illusione di credersi separati che impedisce l’accesso a quel regno?

Personalmente non entro nel merito del discorso sulla veridicità delle religioni. Dal punto di vista della laicità di pensiero il credere è una libera scelta personale, quindi: “de gustibus non est disputandum!”

Ma vorrei aprire una fessura discriminativa. Il credere è statico, l’esperimentare è dinamico. Il credere è il risultato della memoria e dell’accettazione cieca, l’esperimentare è il risultato di una azione e di una discriminazione selettiva.

L’unica verità incontrovertibile è quella corroborata dalla propria esperienza… ma a meno che non si abbia una rivelazione diretta interiore affermare di credere in una religione è un esercizio mentale di volontà ed è privo di ogni sostanzialità. Cosa diversa nel caso di esperienza diretta o “realizzazione”. Ma siccome la “realizzazione” avviene nel Sé, possiamo tranquillamente affermare che questa “verità intrinseca” è l’unica reale verità, tutto il resto essendo semplice proiezione mentale.

Abbandoniamo, dunque, la vanità e l’arroganza separativa e compiamo senza paura il “ritorno a casa”, nel riconoscersi in ciò che è…

Paolo D’Arpini




sabato 29 ottobre 2022

VITA scrive a Giorgia Meloni...



Al Neoincaricato Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni

A quasi due anni di distanza dalla famigerata deliberazione dello stato di emergenza partorita dal Governo Conte a Gennaio del 2020  ed alla luce  delle recenti scoperte, confessioni, sentenze che hanno tutte sconfessato le scelte liberticide dei precedenti governi Conte e Draghi, il popolo italiano, ancora gravato dagli effetti devastanti di tali normative emergenziali, chiede al nuovo parlamento eletto dal popolo ed al Suo Governo, una netta presa di posizione che consenta una vera e propria pacificazione nazionale/moratoria che permetta il ritorno alla Vita e restituisca agli italiani la certezza del Diritto.

Per quanto concerne  le novità emerse in quest’ultimo periodo facciamo riferimento al dato fattuale e certificato,  in relazione  alle dichiarazioni del manager della Pfizer, Janine Small, che dinanzi l’Europarlamento ha dichiarato  che “ nessuna sperimentazione vaccinale è stata mai svolta sull’ efficacia dei vaccini per la  prevenzione del Covid “, smentendo così tre anni di ossessiva obbligatorietà vaccinale normativa, avente per oggetto  proprio  “la prevenzione del contagio”.

Tale ammissione conferma i numerosi atti di sindacato ispettivo (più di 300) depositati a partire dal febbraio 2020 (A.C.4-026013) fino al luglio 2022 (A.C.4-12459) dalla  On. Sara Cunial nonché la documentazione messa a disposizione dall’ Avv. Renate Holzeisen in sede di audizione in Commissione Affari Costituzionali il 18 gennaio 2022.

In particolare si tratta della documentazione ufficiale proveniente dall’Ema e dai produttori stessi dalla quale risultava chiaramente che dal momento che il vaccino non preveniva il contagio, l’imposizione di un obbligo attraverso il Green pass era fondata su un falso.

Inoltre il 14 ottobre 2022 la Procura dell’Unione Europea (EPPO) ha pubblicato sul sito ufficiale l’apertura di una indagine sugli ingenti acquisti dei cosiddetti „vaccini“-Covid-19 da parte della Commissione europea per difetto di trasparenza e conflitti di interesse della sua presidente, Ursula Von der Leyen.

Per quanto concerne le numerosissime  novità giurisprudenziali citiamo , quale ultima tra le decine , la sentenza in appello del Tribunale di Frosinone  n. 842/2022 pubblicata il 6.10.22 .

Ecco, sinteticamente, quanto afferma il Giudice di appello:

“…I DPCM, che hanno comportato una grave lesione di alcune libertà fondamentali garantite dalla nostra Carta Costituzionale, sono stati emessi a fronte della delibera del Consiglio dei Ministri del 31.1.2020, dichiarativa dello stato di emergenza sanitaria quale atto parimenti non avente forza di legge. La suddetta delibera del Consiglio dei Ministri a sua volta è stata emessa in forza del Decreto Legislativo 2 gennaio 2018 n.1 ed in particolare dell’art.7, co.1 lett.C, e dell’art. 24 co.1 e dichiarava per soli sei mesi lo stato di emergenza nazionale in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili. Ebbene tale delibera che si configura come provvedimento non avente forza di legge, come è dato desumere anche dall’art.3 L.201/94, a parere del giudicante è stata emanata al di fuori dei casi previsti dalla legge… nella stessa Carta Costituzionale non è riscontrabile alcuna disposizione che conferisca poteri speciali al Governo, di tale sorta, salvo che venga deliberato dalla Camere lo stato di guerra… nel qual caso le Camere conferiscono al Governo i poteri speciali… non è rinvenibile alcuna forza di legge che attribuisca al Consiglio di Ministri il potere di chiarare lo stato di emergenza per il rischio sanitario. Una volta ravvisata la illegittimità della Delibera del Consiglio dei Ministri del 31.1.2020 e conseguenti proroghe debbono necessariamente reputarsi illegittimi tutti i successivi provvedimenti emessi per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid…IN CASI DEL GENERE TRATTANDOSI DI ATTI AMMINISTRATIVI (DPCM) E NON LEGISLATIVI, UNA VOLTA ACCERTATA LA ILLEGITTIMITA’ PER CONSTRATO CON GLI ARTT. 13 E SS. DELLA COSTITUZIONE OLTRE CHE DI ALTRE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE, IL GIUDICE DEVE PROCEDERE ALLA LORO DISAPPLICAZIONE.”.

Nonostante le grandissime sofferenze subite, i gravissimi soprusi, le violenze sia fisiche che psicologiche patite (i suicidi tra minori sono raddoppiati negli ultimi due anni), il popolo italiano ha mantenuto la propria protesta nell’ambito della legalità, della democrazia e della compostezza e mentre pochi si arricchivano a dismisura,  acquistando con il denaro pubblico milioni di mascherine illegali o mai pervenute e decine di milioni di vaccini inefficaci e dannosi, molti cittadini si sono impoveriti o sono stati ricattati dalle stesse istituzioni che dovrebbero garantirne la salute.

Chiediamo pertanto l’immediata promulgazione di un Decreto Legge che preveda:

  1. annullamento di tutte le sanzioni amministrative emanate in riferimento ai vaccini ed al green pass e super green pass
  2. annullamento di tutte le sospensioni/licenziamenti avvenuti e riferibili al Covid con immediato reintegro dei lavoratori sospesi o licenziati e valutazione risarcimento immediato
  3. annullamento/revoca di tutti gli obblighi emergenziali emessi in questi tre anni
  4. l’immediata messa in stato di accusa dei Governi che dal 2020 hanno gestito la cosiddetta emergenza Covid ed in particolare che si definisca la responsabilità personale del ministro Speranza, dei dirigenti di ISS ed Aifa e di tutti i parlamentari che hanno votato favorevolmente i provvedimenti relativi.
  5. una seria indagine sulla trasparenza nelle procedure di acquisto dei cosiddetti vaccini anti Covid e sui conflitti di interesse dei vari organi istituzionali promossa dal Governo in ogni sede (nazionale, europea ed internazionale), nonché sulla sicurezza degli stessi e ritiro immediato di tutti i sieri sperimentali
  6. sospensione immediata per almeno mesi sei, di qualsivoglia distacco dalle pubbliche utenze per imprese, cittadini e famiglie morose, in difficoltà economiche e/o ripristino di quelle già staccate
  7. moratoria delle cartelle esattoriali con saldo e stralcio al 20%

VITA con i cittadini italiani         





venerdì 28 ottobre 2022

"Selvaticità" - Ecologia della parola, ovvero: decolonizzare il linguaggio...

© Survival

“Perché spesso pensiamo alla ‘wilderness’ come a una natura vergine e selvaggia priva della presenza umana, quando in realtà si tratta quasi sempre di terre abitate, plasmate e gestite dagli esseri umani nel corso di millenni?”. La “Guida per decolonizzare il linguaggio nella conservazione” pubblicata a ottobre dall’organizzazione Survival International ci interroga. Da oltre cinquant’anni a fianco dei popoli indigeni, Survival sostiene che chiunque abbia davvero a cuore il Pianeta deve smettere di sostenere qualsiasi forma di “conservazione” che ferisca, alieni e distrugga i popoli indigeni, i migliori alleati dell’ambiente. Un’altra domanda, nient’affatto retorica: vi siete mai chiesti “perché in Europa le persone possono vivere nei parchi nazionali mentre in Africa non possono farlo?”.

È un’altra delle domande a cui dà risposta la guida, pubblicata e presentata a meno di un mese dall’avvio della Cop27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022 in programma a Sharm El Sheikh, in Egitto, dal 6 al 18 novembre: secondo l’organizzazione, infatti, è necessario chiarire alcuni malintesi molto comuni quando si parla di cambiamenti climatici e di conservazione della biodiversità, con l’obiettivo ultimo di “smontare le narrative dominanti che rinforzano stereotipi razzisti alla base della violazione dei diritti umani dei popoli indigeni”.

Il punto di vista è quello dei popoli indigeni, 476 milioni di persone in 90 Paesi diversi, secondo le Nazioni Unite. Tra loro, circa 150 milioni vivono in società tribali. Spiega Survival, infatti, che l’evidenza scientifica dimostra che i popoli indigeni comprendono e gestiscono i loro ambienti meglio di chiunque altro: l’80% della biodiversità della Terra si trova nei loro territori. Per proteggere la biodiversità, quindi, il modo migliore è quello di rispettare i diritti territoriali dei popoli indigeni, i migliori conservazionisti.

“Ancora oggi, esattamente come in epoca coloniale, il modello dominante di conservazione è quello della ‘Conservazione fortezza’, che prevede la creazione di aree protette militarizzate, in terre indigene, accessibili solo ai ricchi”, spiega Fiore Longo, responsabile della campagna di Survival per decolonizzare la conservazione.
Per rafforzare questa lettura è utile una narrazione che vuole le terre indigene “vergini”, “intatte” e “selvagge”, ovvero “wilderness”. Questo, però, non è vero: “Gli ambienti naturali più famosi al mondo come lo Yellowstone, l’Amazzonia e il Serengeti sono le terre ancestrali di milioni di indigeni che per millenni li hanno plasmati, alimentati e protetti, e ne sono stati dipendenti”, spiega la guida. “L’idea stessa di ‘wilderness’, nel senso di una natura intatta, non intaccata dagli esseri umani, è un mito coloniale: le terre furono ritratte come vuote in modo da potersene appropriare”, sottolinea ancora Survival.

Un altro concetto controverso, accanto a quello della wilderness, è la sovrappopolazione, che sarebbe causa diretta di un aumento delle emissioni. Il riferimento, in particolare, è all’incremento demografico in Africa e in Asia. “La vera causa della perdita di biodiversità, dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici non è il numero crescente di persone nel Sud globale ma lo sfruttamento delle risorse per profitto e il sovra-consumo crescenti trainati dal Nord. Le narrative sul ‘siamo in troppi’ possono avere conseguenze drammatiche: in diversi Paesi, Stati Uniti inclusi, donne sia nere sia indigene sono state specificamente prese di mira per essere sottoposte a sterilizzazione forzata contro la loro volontà e persino senza esserne consapevoli”. Secondo Survival, in Asia e Africa, il Wwf avrebbe gestito programmi di controllo delle nascite, sterilizzazione compresa, attraverso i progetti “Population, Health and Environment” sponsorizzati da Johnson & Johnson e Usaid. Ricerche come quella dell’economista francese Lucas Chancel, dedicate a emissioni e disuguaglianze, dimostrano che sono invece le emissioni dei ricchi -nel Nord come nel Sud del mondo- ad aver fatto esplodere la crisi climatica.

Dopo aver definito alcuni concetti base, come appunto quello di “Conservazione fortezza” (“Perché si basa sulla violenza e sull’esclusione dei popoli indigeni e locali dalle loro terre”), la guida passa ad affrontare i termini da decostruire, cioè coppie di termini che sono razzializzate, ovvero presentate con connotazioni relativamente positive o neutre per persone bianche e le loro attività, oppure negative o peggiorative se riferite ai popoli indigeni e ai neri. Un esempio? I primi “cacciano”, i secondi fanno “bracconaggio” (anche se per loro si tratta di una forma di sopravvivenza). Un altro: viaggiatori e nomadi. “Nell’Africa orientale, la parola ‘viaggiatori’ è utilizzata in senso positivo per descrivere persone -abitualmente turisti bianchi- con la libertà e il diritto di andare ovunque vogliano. ‘Nomade’, al contrario, è quasi sempre usato in senso dispregiativo da governi che vogliono mettere fine e addirittura criminalizzare gli stili di vita dei popoli pastori e cacciatori-raccoglitori”. Infine ci sono parole controverse. Una è direttamente legata al tema dei cambiamenti climatici, l’idea di compensazione e dei crediti di carbonio.
“Alla base dei progetti di ‘compensazione’ (‘carbon offsetting’) c’è l’idea che aziende e governi responsabili di una certa quantità di emissioni di anidride carbonica possano finanziare altrove dei progetti che possano, in teoria, ‘catturare’ un ammontare equivalente di carbonio o impedirne il rilascio”, spiega la guida. La modalità di compensazione di carbonio sono due ed entrambe -secondo Survival- sono inefficaci e pericolose per i popoli indigeni, deviando risorse e sottraendole ai reali sforzi per diminuire le emissioni da combustibili fossili.

Secondo Survival sono pericolosi (e impregnati di cultura coloniale) progetti come i REDD+, ovvero per la Riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado
della foresta nei Paesi in via di sviluppo, che limitando la deforestazione generano crediti di carbonio che aziende e governi possono acquistare per compensare le loro emissioni. Sono progetti in relazione ai quali i popoli indigeni hanno ripetutamente espresso preoccupazione. Un altro modo per “catturare” quantità significative di carbonio sarebbe quello di piantare alberi. Ma quando questi vanno a sostituire gli ecosistemi preesistenti, come le praterie, finiscono “col devastare i mezzi di sostentamento dei popoli indigeni e locali, che per la propria sopravvivenza dipendono dalle risorse naturali del territorio”.

Conclude Fiore Longo: “Tendiamo a dare per scontato che queste parole e immagini corrispondano alla realtà, come se fossero neutre, oggettive o ‘scientifiche’. Ma non lo sono. Ci auguriamo che la nostra nuova guida permetta alle persone di fermarsi a pensare alle parole e ai concetti che usiamo quando scriviamo o parliamo di questioni ambientali. La violenza e il furto di terra subiti da milioni di indigeni e da altre popolazioni locali nel nome della conservazione derivano in gran parte da questi assunti”. La guida, che è rivolta a giornalisti, divulgatori e attivisti, rappresenta senz’altro uno strumento di facile consultazione per tutti.

 Luca Martinelli



(*) Link all’articolo originale: https://altreconomia.it/una-guida-per-decolonizzare-il-linguaggio-nella-conservazione

Fonte secondaria: La bottega del Barbieri

mercoledì 26 ottobre 2022

Zelensky: "Liberare la Crimea dai Russi"...

 


"Liberare la Crimea dai Russi" ha detto il capataz zelensky, ma non tutti i presenti lo hanno giubilato...

Una cosa è "sostenere l'Ukraina", altro è pretendere di cacciare i russi dalla Crimea, casa loro. E questo lo sanno pure i nordamerikani, perlomeno i meno ingenui: prima lo dimettono (il comico) e meglio è per tutti, gli alti piani ci stanno pensando, mentre Biden parla con l'amico invisibile. Ma il problema più grosso è che la Nato ha oramai il pilota automatico che forse nemmeno il Pentagono più controlla. Di sicuro a Washington qualcuno ha fretta, in vista del ribaltone del mid term.

 Curioso che "A sostegno dell'Ukraina" Rainews abbia mancato di citare l'Italia...

 Altra perla il definire "occidentale" il Giappone. Un ossimoro come "la comunità internazionale" fatta da un settimo dell'umanità, mentre il resto non conta e la Russia è isolata nel BRICS, tre quarti del resto. Ma si sa: la plebe deve essere coltivata nella dissonanza cognitiva, altrimenti come obbedirebbe ai comandi del badrone?

Strano la mancanza a Zagabria degli inglesi, probabilmente dovuta alla crisi di governo.
  
Che la Francia si adegui al giochino mi sembra dubitabile: ha solo da rimetterci, e tradizione francese è fare i propri interessi - vedi Libia. Così come la Germania, non a caso assente, cui non piacciono interferenze estere, figurarsi polacche, nel suo giardino di casa.

 Inquietante la presenza di Pelosi, già notata da Jin Ping a Taiwan. Questi stanno puntando a 'normalizzare' la Serbia, che ha appena varato un ottimo - per la Serbia ma pure per noi che la guerra non la vogliamo - nuovo governo, perfettamente non-allineato (altro che Meloni): nessun appoggio alla guerra. Un cattivo esempio e un grosso intralcio per la Nato, assieme all'Ungheria e alla Turchia pur suoi membri.

Faccio notare che ieri in "visita" nei Balcani c'era pure Ursula von der Leyen, ovvero la UE.

Per chi ancora non lo ha capito, se la Nato attacca la Crimea volano i missili nucleari.

  La 101° aviotrasportata USA è in Romania, a due passi da Odessa. La 101° Non è un corpo di difesa.
  
UE, USA e NATO: il governo mondiale dei Migliori. Siamo nei guai...

 Jure Eler



martedì 25 ottobre 2022

La Palestina martoriata... si ribella



Il 24 ottobre 2022 altri  sei palestinesi assassinati.

A Nablus ed  a Ramallah  continua il lavoro quotidiano di Israele: missili, droni, omicidi mirati... a Nablus è stato imposto il coprifuoco totale dall'11 ottobre, ma dappertutto nella Cisgiordania si susseguono  punizioni collettive, separazione dei lavoratori dai posti di lavoro, soffocamento sociale, educativo ed economico.


Un crescendo della segregazione etnica (o di perfezionamento apartheid sul campo?) da imporre con la forza delle armi a tutti i palestinesi della Cisgiordania.

Qualcuno ferma questo dilagante inferno applicato da Israele alla Palestina?


Non lo fa l’Unione Europea, non lo fanno, certo, gli Stati Uniti o la Gran Bretagna.

Dobbiamo farlo noi, per quanto isolati, per quanto boicottati, per quanto censurati.

Ma dobbiamo farlo!


Giorgio Stern




Notizia di agenzia Ansa:   https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/10/25/cisgiordania-sei-palestinesi-uccisi-nella-notte-in-scontri-con-lesercito_46449554-3ab1-407a-bbb8-2b3e01386a96.html



Sciopero in Cisgiordania e funerali a Nablus


Integrazione:  "...strikes in WB and Gaza. There is one kind of unification that is in the hands of the people that of feeling, understanding and acting in concert.


I see hard times ahead for the state of occupation, whoever wins the farcical democratic elections.

Having denied for years political democratic unification of the Palestinians, it is inducing the powerful unification of souls on the ground through its violence and escalating occupation,  and because of the other side of the medal, the internal  one, the take over of the violence of settlers, sons, scum and militia of the policy of occupation, a militia that was armed and now starts to escape from control.

Paola Manduca 



domenica 23 ottobre 2022

"I diritti di Madre Natura" di Nicola Nardella - Recensione




"I diritti di Madre Natura", di Nicola Nardella,  è il racconto di una presa di coscienza. Una inesorabile presa di consapevolezza relativa all’importanza dei temi ambientali. La crisi dei rifiuti, l’intreccio tra la mala politica e le ecomafie, i grandi interessi economici in gioco, la regione Campania divenuta discarica a cielo aperto. Tutto ciò è il prodotto di un modello dissennato di sviluppo. La produzione di beni e merci necessita di immense discariche ambientali.

Ciò non è un fatto isolato, ma ovunque stanno pian piano emergendo i segni di una nuova era: l’antropocene. Il libro è la storia di questi fatti, ma è anche la riflessione sulla possibilità di uscire da questa crisi. La proposta che ne viene fuori è inaudita: riconoscere soggettività giuridica alla Natura.

Altrove nel mondo, le battaglie ambientaliste hanno condotto a questo approdo. La meravigliosa Costituzione dell’Ecuador ne è un esempio. I sistemi giuridici possono essere armonizzati a nuovi principi che abbiano la loro fonte primaria nell’Universo, inteso come spazio in cui si manifestano le forme del vivente.


* Nicola Nardella è nato a Napoli dove vive. È un avvocato penalista, ma anche un attivista sensibile ai temi dell’ecologia. Da sempre ha coltivato il suo amore per l’ambiente attraverso lo studio dei sistemi normativi a difesa della Natura.

https://www.facebook.com/NicolaNardellaPresidente/

sabato 22 ottobre 2022

Obiezione di coscienza alla vaccinazione coatta... - Il parere di Paolo D'Arpini


Diritti legittimi dell'uomo

Il 21.10.2022, ho ricevuto una lettera raccomandata dal Ministero della Salute: “Comunicazione di avvio del procedimento sanzionatorio” relativa alla mia inosservanza dell'obbligo vaccinale sancito dalla legge del governo Draghi, n. 76/2021, con intimazione di rispondere entro 10 giorni per comunicare le motivazioni della mia astensione. 

Al che ho scritto in risposta quanto segue: “Io sottoscritto Paolo D'Arpini, nato a Roma il 23 giugno del 1944, residente in Treia (Mc), nel pieno possesso delle sue facoltà, intende affermare la sua volontà di manifestare l'Obiezione di Coscienza nei confronti dell'obbligo della vaccinazione contro il virus SARS.COV-2 per motivazioni che riguardano il Naturalismo, l'Ecologia e la Spiritualità, che sono alla base del sistema di vita del sottoscritto medesimo e della sua consapevolezza di vita.

1) Il Naturalismo: l'alimentazione, lo stile di vita, il vivere in un certo ambiente devono essere il più vicino possibile ad uno stato naturale (per es. alimentazione frugivora, in armonia con la Natura, evitando il più possibile sostanze inquinanti che possono ledere la salute psicofisica, ecc.). Nel vaccino ci sono prodotti genetici (ogm) che in Italia sono vietati per quanto riguarda la coltivazione, perché potrebbero comportare alterazioni nell'ecosistema. L'inoculazione di un tale vaccino va contro questa considerazione.

2) Etica ed Ecologia: la sperimentazione dei vaccini è ancora in corso e non dà garanzie d'innocuità, ed anzi le segnalazioni di reazioni avverse di vario tipo sono numerose.

3) La Spiritualità: il sistema immunitario è l'apparato che l'uomo ha naturalmente per andare incontro alle situazioni della vita ed è collegato anche alla memoria psichica e fisica dell'uomo, che è alla base della coscienza umana. Questa memoria è quella che da all'uomo la consapevolezza di sé e l'immettere in questo sistema dei "suggerimenti esterni", non naturali, può risultarne un indebolimento di questo sistema di risposta.

Si richiede quindi l'ammissibilità di queste considerazioni,  che sono alla base dell'impossibilità da parte del sottoscritto di accettare tale immissione forzata e indebita nel proprio organismo,  in forma di Obiezione di Coscienza. 

In Fede, Paolo D'Arpini - 22 ottobre 2022





giovedì 20 ottobre 2022

LIbia. Co' 'sta pioggia e co' 'sto vento chi è che bussa al mio convento?



La Libia, fino all’aggressione USA-NATO, tramite mercenariato islamista e bombardamenti atlantici, della primavera 2011, è stata nostro vicino e partner privilegiato, essenzialmente nel nostro interesse grazie all’approvvigionamento di idrocarburi e ai reciproci investimenti. In compenso, da classici badogliani, con il regime Berlusconi abbiamo poi partecipato all’aggressione, iniziata dalla Francia e poi risolta in totale distruzione da USA e NATO, dandoci la classica martellata sui santissimi, proprio come nostra abitudine nell’ambito dell’euro-atlantismo, ribadita in occasione dell’Ucraina e delle sanzioni alla Russia.

Con il regimetto installato, nelle sue varie formulazioni, dall’Occidente militarizzato a Tripoli, si è fatto in modo che, non potendo essere garantito, grazie alla renitenza sociale del popolo libico, il controllo totale del paese, la Libia finisse nel classico caos endemico, soluzione B dell’imperialismo.


Il regime fantoccio di Tripoli, che controlla appena la parte nord, mediterranea, della Tripolitania è, sì, riconosciuto dall’ONU, ormai dependance dell’Impero, e, di conseguenza dalla “comunità internazionale” (leggi NATO), ma è illegittimo. L’ultimo parlamento eletto, che ha espresso il proprio governo, è stato cacciato da Tripoli dalle milizie islamiste di matrice Fratelli Musulmani, e si è dovuto insediare a Tobruk, in Cirenaica. Da lì controlla i tre quarti del paese: Cirenaica, Fezzan al Sud e il centro della Tripolitania.

 

Elezioni, previste per Natale sono saltate, grazie alle turbolenze scatenate dalle milizie islamiste e sollecitate dalla prospettiva certa che la vittoria sarebbe arrisa ai cirenaici, tanto più che tra i loro candidati figurava anche il popolarissimo figlio di Gheddafi Saif. Anche le successive esplorazioni diplomatiche si sono infrante contro il blocco turco-islamista (sostenuto dai Fratelli Musulmani del Qatar). Poco tempo dopo la caduta di Gheddafi e della fine dell’unità e libertà di questo popolo, già prospero e autodeterminato, il presidente turco Erdogan ha esteso il suo controllo geopolitico e militare su Tripoli, vi ha installato sue forze ufficiali e parte delle milizie ISIS coltivate in Siria e, da allora, sabota ogni tentativo di normalizzazione e riunificazione.

Da qui la scelta di Tobruk-Bengasi, il cui esercito è comandato da Haftar e che gode del sostegno dell’Egitto e di buoni rapporti con la Russia, di ricorrere all’ultima misura a disposizione. La liberazione delle parti della Tripolitania soggette al regime neocoloniale del “premier” fantoccio Dbeida. Vantando questo, con la Turchia, il pieno appoggio di un potente membro della NATO, una soluzione positiva non pare in vista.

Fulvio Grimaldi - https://fulviogrimaldi.blogspot.com/





sabato 15 ottobre 2022

Rimetti a noi i nostri debiti...


 

La preghiera per eccellenza – quella che Gesù stesso ci ha dettato («pregate così») – contiene un passo che il nostro tempo s’ingegna a ogni costo di contraddire e che sarà bene pertanto ricordare, proprio oggi che tutto sembra ridursi all’unica feroce legge a due facce: credito/debito. Dimitte nobis debita nostra… «rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori». L’originale greco è ancora più perentorio: aphes emin ta opheilemata emon, «lascia andare, rimuovi da noi i nostri debiti». 

Riflettendo nel 1941, in piena guerra mondiale, su queste parole, un grande giurista italiano, Francesco Carnelutti, osservava che, se è una verità del mondo fisico che non si può cancellare ciò che è avvenuto, lo stesso non può dirsi per il mondo morale, che si definisce appunto attraverso la possibilità di rimettere e perdonare.

Occorre innanzitutto sfatare il pregiudizio che in questione nel debito sia una legge genuinamente economica. Anche prescindendo dal problema di che cosa s’intenda quando si parla di una «legge» economica, una sommaria inchiesta genealogica mostra che l’origine del concetto di debito non è economica, ma giuridica e religiosa – due dimensioni che quanto più si retrocede verso la preistoria tanto più tendono a confondersi.

Giorgio Agamben


Fonte: Sinistra in rete

venerdì 14 ottobre 2022

Terrorismi definiti “esportazione della democrazia”



Sistematica è l’inversione dei fatti e di come vengono qualificati. Qui lo stereotipo dell’aggressore russo e dell’aggredito ucraino imperversa come imperativo categorico, e l’intera successione storica degli avvenimenti e delle relative responsabilità viene ridotta all’unico episodio conclusivo: l’invasione russa.

Identica mistificazione dell’universo politico-mediatico euro-statunitense (nobile eccezione il solito, vilificato Orban) impiegato sulla Siria dove la sedicente opposizione democratica (Al Qaida e ISIS) è definita vittima, il governo legittimo, sostenuto dalla popolazione, che si difende dall’aggressione pianificata e condotta da USA e Nato, e la Russia che, dopo tre anni di massacri USA, va in suo soccorso, sono gli aggressori.

Un rovesciamento della realtà nel suo contrario che viene spurgato da tutte le operazioni inerenti alla globalizzazione e al Grande Reset, dalla pandemia Covid alle deportazioni di popolazioni, dal cambiamento climatico al sociocidio da carenza di energia.

Così in Ucraina si sorvola in perfetta malafede su un colpo di Stato contro un governo democraticamente eletto, allestito da Washington utilizzando il solito mercenariato, questa volta il curato, armato ed esaltato corpo delle SA e SS ucraine. Si accantona il successivo vero e proprio genocidio esercitato contro popolazioni etnicamente russe che resistevano al regime nazista. La Russia, entrata in Ucraina per proteggere la sopravvivenza di alcuni milioni di russi, diventa l’invasore. E la “comunità internazionale” (la mera Nato) è il mondo intero, come la notte è il giorno e Biden è un prestante giovanotto di elevata qualità morale e intellettuale.

 Fulvio Grimaldi



Video collegato:   https://www.youtube.com/watch?v=mhvFSu9FDyI

giovedì 13 ottobre 2022

Guerra e pandemia stessa strategia...

 


Tutto fa brodo, tutto fa guerra... 

Nella tragedia che sta sfiorando un definitivo destino nucleare alla NOI NON CI SAREMO non manca il lato farsesco: il PD la CGIL e il resto della sinistra comica chiama il loro gregge in piazza "contro la guerra", dopo averla sostenuta come sistema di potere atlantico capitalista imperialista perlomeno dal 1999 con il bombardamento di Belgrado. Vorrebbero ora farci bere l'ulteriore fandonia che il problema sia il fascismo di Meloni che loro stessi hanno costruito. E non il loro, fascismo. Questi falsari chiamano a manifestare all'ambasciata russa, come nel 2011 davanti all'ambasciata libica. Aspettiamoci di vedere le bandiere di Rifondazione accanto a quelle ukraine e agli emblemi di Azov. 

(J.E.)


 

 Meloni ha l'ordine portare l'Italia in guerra
 Il Controcanto del 12 Ottobre 2022 - VisioneTV


SABATO 15 OTTOBRE  2022 TUTTI NELLE PIAZZE - A ROMA A MILANO A TRIESTE

CONTRO LA GUERRA - CONTRO LA NATO - CONTRO LA UE

PER LA COSTRUZIONE DI UNA ITALIA SOVRANA DEMOCRATICA POPOLARE

mercoledì 12 ottobre 2022

Le Petromonarchie del Golfo stanno definitivamente abbandonando USA e Occidente?



Il sangue arabo sparso per anni dagli Stati Uniti non é stato versato nell’indifferenza generale dei correligionari:  il presidente degli Emirati e sceicco del più ricco tra i potentati del golfo, Mohammed Ben Zayhane el Nahan, signore di Abu Dahbi, è sbarcato a San Pietroburgo dove ha incontrato Vladimir Putin. Va ostentatamente ad aggiungersi a Turchia e Arabia Saudita per mediare e fermare lo scontro.

La prima pugnalata Biden l’aveva ricevuta dal Crownprince saudita (e da poche settimane primo ministro) Mohammed Ben Salman, ma dopo che Biden aveva annunziato di averlo designato «pariah» del pianeta e dopo che lui se ne era vendicato rifiutandosi di rispondergli al telefono e concedendogli un aumento di produzione petrolifera di appena centomila barili, era scontato.

Meno scontato che abbia - subito dopo- concordato con Putin e con l’OPEC una riduzione di due milioni di barili al giorno ( che vanifica i centomila concessi agli USA) che raddrizza il bilancio russo vulnerato dalla riduzione dell’export di gas e che si sia portato appresso anche i sette emirati del golfo che non avrebbero potuto fare altrimenti. Tra questi, anche il Katar recentemente insignito del titolo di alleato preferenziale degli Stati Uniti…

Gli Emirati, assieme all’India e agli asiatici maggiori, avevano già rifiutato di condannare l’invasione russa e di aderire alle sanzioni, rifiutate anche dai turchi. ora si schierano ostentatamente dalla parte dei «non allineati» offrendosi come mediatori di pace, ignorando con sovrana alterigia le smorfie di disappunto degli americani.

Al primo segno di sanzioni o congelamento di beni da parte americana, tutti i più liquidi sceicchi del pianeta abbandonerebbero gli USA e Londra trasformando wall street e la City in tubercolosari per indigenti.

All’idea incautamente lanciata dalla Casa Bianca di incardinare un procedimento antitrust contro l’OPEC si sono messi a ridere anche i venditori di hot dog di Manhattan.

Mentre gli USA bombardavano Mossul o Kerbala, e dichiaravano in TV che i diritti umani non erano rispettati dagli arabi, (come se le vita non fosse un diritto fondamentale, ma lo fosse la sodomia) i russi hanno moltiplicato persino i contatti turistici ( nel 21 il 6% dei turisti degli emirati erano russi), fornivano armi più a buon mercato, più facili di utilizzare e manutenere, consulenti per la sicurezza non eterodiretti, solidarietà a livello di cartello petrolifero e assistenza nello sviluppo del nucleare civile che é la fida iniziale al monopolio nucleare israeliano.

Ad ogni tentativo USA-NATO di stringimento degli spazi politici o economici della Russia, assistiamo al ridursi degli spazi dell'egemonia diplomatica americana e all’ingrossarsi del numero dei paesi « non allineati« che alle Nazioni Unite hanno raggiunto quota sessantasei. Più sette.

Gli asiatici si dimostrano sempre più coesi e decisi a non far sconfiggere la Russia e gli Stati Uniti sempre meno uniti, meno influenti e meno rispettati.
Credo proprio che questo sarà l’inverno del loro scontento.

Antonio De Martini



martedì 11 ottobre 2022

Iran. La rivoluzione e la questione del velo...



Le proteste in corso in Iran di fronte all’obbligo per le donne di indossare il velo che copre tutti i capelli (“hijab”) impone un breve excursus storico sul significato ed i contenuti della rivoluzione iraniana del 1979.

La rivoluzione nacque dall’insorgere di un coacervo di forze politiche contro il regime dittatoriale dell’ultimo scià, Mohammad Reza Pahlavi, rappresentante di ristretti gruppi privilegiati e completamente asservito agli interessi dell’imperialismo USA. Vi parteciparono, non solo il numeroso popolo di fede musulmana guidato dai preti della corrente sciita (“ayatollah”) maggioritaria in Iran, ma anche i comunisti e rappresentanti di partiti laici di opposizione democratica e di sinistra. Dopo il ritorno dell’imam Khomeiny, massima autorità religiosa sciita, esiliato dallo scià già dal 1963, comunisti e partiti laici furono rapidamente emarginati e fu imposto un rigido moralismo bigotto di tipo islamico più tradizionale. Fu imposto l’obbligo del velo, solo temporaneamente revocato dopo una grande manifestazione femminista dell’8 marzo 1979.

Ora, da un lato, bisogna certamente apprezzare lo spirito rivoluzionario del nuovo regime, che aveva cacciato il regime corrotto dello scià, difeso dalla famigerata polizia segreta (SAVAK) autrice decine di migliaia di uccisioni e torture di oppositori. Il nuovo governo lanciò un programma di nazionalizzazioni e riforme sociali egualitarie, sottraendo le risorse economiche più essenziali al controllo di ristretti gruppi di potere ed all’onnipresente e potente imperialismo USA. Anche l’istruzione di massa e lo sviluppo tecnologico ebbero un grande incremento. Basti pensare allo sviluppo anche delle tecnologie nucleari ed al fatto che nelle università vi fu un massiccio ingresso di studenti, di cui ben il 60% sono attualmente donne, molte della quali sono entrate anche nel mondo del lavoro (situazione ben diversa, ad esempio, di quella del regime reazionario dell’Arabia Saudita dove le donne sono completamente discriminate di diritto e di fatto).

Dall’altro lato, non si può non sottolineare il pesante clima moralistico di tipo religioso-bigotto imposto dal nuovo governo che prevedeva l’imposizione del velo alle donne (solo temporaneamente revocato nel 1979) e pene severe per l’omosessualità, l’adulterio e lo stupro (vero o presunto), che potevano arrivare fino alla pena di morte. Questo clima è sorto anche come reazione al clima di modernizzazione superficiale e forzata imposta dai precedenti scià. Nel 1936 il padre dell’ultimo scià aveva vietato il velo, ad imitazione delle riforme laiche di Ataturk in Turchia, ma era stato costretto poi a riammetterlo come libera opzione in seguito alle proteste popolari. Infatti la maggioranza della popolazione era ancora contadina e tradizionalista, mentre lo stile di vita laico di tipo occidentale era diffuso solo presso la borghesia e le classi privilegiate.

Attualmente, però, proprio l’impetuoso ingresso di giovani nelle scuole e nelle università favorito dal regime rivoluzionario, il contemporaneo ingresso massiccio delle donne nel mondo dell’istruzione e del lavoro, e il fatto che il progresso economico – dovuto anche all’azione del nuovo governo rivoluzionario - ha portato la maggior parte della popolazione a lasciare le campagne e vivere in città, fa esplodere le contraddizioni. Appare del tutto anacronistico il documento “hijab e castità” edito recentemente dal “Consiglio supremo per la rivoluzione culturale” e ripreso dall’ “Agenzia per la promozione della virtù”, in cui si promuovono misure più rigide di controllo del modo di vestire, anche con telecamere, multe, arresti, e “percorsi di rieducazione” per le donne che non indossano il velo o non lo indossano correttamente. Le manifestazioni seguite alla morte di una giovane curda arrestata – Mahsa Amini – sono state attribuite dal governo all’azione provocatoria di agenti statunitensi e sionisti. Se però è molto probabile che in queste manifestazioni ci sia lo zampino delle forze esterne che vorrebbero destabilizzare l’Iran – destabilizzazione già tentata con le sanzioni imposte nel 2018, per riportarlo sotto il controllo imperialista occidentale - , e pur considerando che gran parte delle notizie relative agli stati cosiddetti “canaglia” sono completamente manipolate dalla stampa occidentale, d’altra parte sembra che gli ayatollah più conservatori facciano di tutto per dare armi agli avversari insistendo sull’obbligatorietà di assurde e stupide usanze religiose di stampo medioevale.

Si rischia di buttare al macero anche quanto di buono fatto finora dal regime rivoluzionario in termini di progresso economico e sociale e di indipendenza dall’imperialismo occidentale, con il pericolo che le nuove generazioni che non hanno conosciuto la rivoluzione, guardino all’Occidente come il regno della libertà (ignorandone i truci aspetti imperialisti e colonialisti). Forse non sarebbe male ricordare l’esistenza di governi antimperialisti ed indipendentisti (come ad esempio la Cina, il Venezuela, Cuba, la Corea Popolare, la Siria, ecc.) che sono contemporaneamente regimi assolutamente laici che – pur presentando ognuno alcuni difetti - non pongono alcuna imposizione alle donne, favorendone anzi la completa emancipazione. Chi scrive, come laico ed ateo convinto, auspica che anche il popolo iraniano trovi la strada giusta per mantenere la propria indipendenza ed i progressi fatti negli ultimi 40 anni, e contemporaneamente anche il pieno dispiegarsi delle libertà individuali, specie per le donne.

Vincenzo Brandi