mercoledì 31 gennaio 2024

Alla NATO le bombe atomiche non bastano mai... in arrivo altri ordigni pronti all'uso!

 


L'intelligence  russa sta indagando sulle informazioni relative alla possibilità che gli Stati Uniti schierino altre armi nucleari in Gran Bretagna, in aggiunta alle 225  già possedute dalle Forze Armate inglesi.  Oltre queste in Europa sono presenti 290 bombe nucleari detenute dalla Francia, più quelle sotto controllo della NATO (ovvero USA) di cui: 20 in Belgio, 20 in Olanda, 20 in Germania, 90 in Italia e 50 in Turchia (dati da appurare).  Poi c'è un numero imprecisato  di ordigni nucleari controllati da Israele, alleato storico degli USA. Questo il potenziale  distruttivo presente  in Europa  che se venisse utilizzato  causerebbe non solo la distruzione del  vecchio continente  ma di  buona parte dell'umanità. E ciò senza considerare il possibile utilizzo  di altre  migliaia  di bombe che potrebbero essere sganciate direttamente dagli USA, da altre potenze nucleari e dalla Russia stessa per ritorsione.  Se ciò avvenisse potremmo addirittura dire addio al pianeta Terra. 

 "Abbiamo sentito parlare, ovviamente, di questi rapporti sulla dislocazione di nuovi quantitativi di bombe nordamericane da installare in Inghilterra. Stiamo studiando la fonte di queste notizie e la loro affidabilità", ha detto  il Ministro degli Esteri russo Serghey Lavrov, durante il suo briefing, rispondendo a una domanda dei giornalisti che chiedevano se la Russia avesse informazioni sui piani degli Stati Uniti per consegnare nuove armi nucleari alla Gran Bretagna.

Lavrov ha sottolineato che "dal momento in cui la NATO  ha dichiarato che la Russia è  la principale minaccia, un nemico dell'Occidente, consideriamo tutte le armi nucleari degli Stati membri della NATO - Stati Uniti, Gran Bretagna,  Francia, ecc. - come un unico arsenale nucleare diretto contro la Federazione Russa".

"Nelle nostre analisi  procediamo da questo assunto... E di conseguenza costruiamo i nostri piani per garantire la sicurezza affidabile della Federazione Russa. La configurazione dell'arsenale occidentale può cambiare ma l'essenza non cambia. E, vi assicuro, questo è pienamente preso in considerazione nella nostra pianificazione", ha assicurato Lavrov.

Materiale  proveniente da varie fonti (tra cui jnb_news)    rielaborato da Paolo D'Arpini 








Articolo collegato - Bombe atomiche e basi americane in Italia: https://www.thebongiovannifamily.it/analisi-denunce/3389-ci-sono-90-bombe-atomiche.html

martedì 30 gennaio 2024

Ultimo tentativo per fermare l'autonomia differenziata...



Il 23 e il 24 gennaio 2024  il Senato ha prima approvato il Ddl Calderoli sull’autonomia differenziata e successivamente ha bocciato la proposta di legge di iniziativa popolare (Lip), promossa e sostenuta dal Coordinamento per la democrazia costituzionale, che intende modificare parti del Titolo V della Costituzione introdotte nel 2001 dal centrosinistra di allora. 


Le forze di governo sono ricorse ad evidenti forzature del regolamento e della logica politica-istituzionale dato che l’articolo 74 del regolamento del Senato prevede che le proposte di legge di iniziativa popolare debbano essere discusse entro tempi certi. Questi sono stati ampiamente superati e si è realizzato un ulteriore strappo al buon senso e alla logica politica. Infatti la Lip, essendo di rango costituzionale, avrebbe dovuto precedere la discussione e la votazione del Ddl Calderoli, legge ordinaria, mentre è successo il contrario.


Comunque è stato importante portare la Lip alla discussione in Parlamento. Perché la raccolta delle 106mila firme – il doppio del necessario - ha permesso di aprire una discussione nel paese; perché il Parlamento ne è stato pienamente investito; soprattutto perché il voto finale a favore della Lip ha visto unite le opposizioni dall’Alleanza Sinistra-Verdi a Italia Viva, ai 5Stelle e il Pd.


Ora la lotta deve continuare alla Camera, ove le opposizioni potranno rendere tutt’altro che indolore il passaggio del Ddl Calderoli.


Mauro Beschi -  (Coordinamento per la democrazia costituzionale – Cdc)






P.S. Dobbiamo sostenere le ragioni che ci hanno portato in tutti questi anni a contrastare l’Autonomia differenziata per cui invitiamo a firmare e far girare la petizione cui si accede a questo link:  https://chng.it/f5xTrg6rTN

giovedì 25 gennaio 2024

Necessità di un dialogo con gli Houthi... tenendo presente che la "democrazia" (in stile occidentale) non è un obbligo...



Gli Houthi  hanno lanciato diversi attacchi contro le navi mercantili e militari che transitano nel Mar Rosso, essenzialmente quelle dirette ad Israele. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna (con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Paesi Bassi) hanno risposto con attacchi aerei contro le postazioni degli Houthi in Yemen.

Anche l’UE è coinvolta nella crisi del Mar Rosso  perché ha interessi strategici e politici nella regione. L’Unione Europea, su "consiglio" USA, ha deciso di aderire alla missione militare congiunta per proteggere le navi mercantili dagli attacchi degli Houthi e per contribuire alla "stabilizzazione" dello Yemen. 

L’Italia ha schierato due navi militari, la Francia e la Germania hanno espresso il loro sostegno e altri Paesi potrebbero partecipare alla missione.

Un'Europa indipendente  avrebbe tutto l'interesse a sostenere la Via della Seta ed  a trovare  un accordo con la Cina che può fare da ponte tra Arabia e Iran rendendo più stabile la regione.  Questa strada è alternativa alla missione navale congiunta, chiamata Aspides, che prevede il dispiegamento di navi militari per scortare le navi mercantili e contrastare gli attacchi degli Houthi. 

Ora la missione ha ricevuto il via libera politico dall’Unione Europea (il 22 gennaio u.s.)  e dovrebbe iniziare il 19 febbraio 2024.  Si tratta di un atto di sudditanza alla scelta compiuta dagli USA legata all'esigenza da parte della superpotenza di mantenere la supremazia dei mari ed il controllo del Medio ed Estremo Oriente.

Gli USA, con i suoi alleati,  stanno conducendo operazioni militari nel Mar Rosso per colpire le postazioni degli Houthi che "minacciano" le navi mercantili nordamericane ed israeliane. Gli USA hanno  formato una coalizione per la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso, a cui partecipano anche il Regno Unito, l’Italia e altri Paesi. Gli USA potrebbero anche valutare un attacco alle basi degli Houthi in Yemen, ma ciò comporterebbe il rischio di un allargamento del conflitto nella regione.

L’obiettivo proclamato di Aspides (ma in realtà allontanato) è anche di sostenere gli sforzi diplomatici per una soluzione pacifica della crisi yemenita.

Il punto metodologico che va colto è il seguente. In generale, il fatto che l’«Occidente» si trovi a confrontarsi con regimi dichiarati "non democratici" (secondo il metro occidnetale) non deve costituire un motivo per non cercare di aprire un dialogo in funzione di trattative che permettano di comporre i conflitti e stabilire rapporti di cooperazione tanto sul piano economico che su quello culturale e di solidarietà nell’affrontare le sfide globali.

D’altra parte, una transizione di questi regimi verso delle forme di governance "democratica" (sempre secondo il giudizio occidentale)  non può essere imposta dall’esterno (e tanto meno con delle guerre!)...

Stralcio di un comunicato di Disarmisti Esigenti


Alessandro Orsini: "
In questo video, spiego che l'Italia è entrata in guerra nel Mar Rosso contro gli Houhti. Spiego anche che è la prima volta che l'Italia entra nel conflitto israelo-palestinese al fianco degli israeliani contro i palestinesi. Infine, demistico le narrazioni dei media dominanti in Italia ricorrendo alla conoscenza sociologica..." - L’Italia entra in guerra nel Mar Rosso contro gli Houthi - YouTube

mercoledì 24 gennaio 2024

Né carne, né carne coltivata… Per la salute psicofisica serve una dieta “satvica”



Cominciamo col chiederci “Cos’è la carne coltivata?”. Conosciuta anche con la definizione di “carne a base cellulare”, rappresenta una innovazione nell’industria alimentare di produzione della carne. Si tratta di carne che è molecolarmente identica a quella degli animali (che comunemente la gente consuma): manzo, maiale, ecc. Questa carne viene prodotta a partire da cellule staminali, che vengono coltivate in laboratorio, dove si differenziano e si moltiplicano.

A tutti gli effetti, dal punto di vista organico, trattasi di carne. Con la variante che non necessita l’allevamento di animali e la loro successiva macellazione, in quanto le cellule vengono “coltivate” in laboratorio. Insomma trattasi di una “invenzione” scientifica, apparentemente etica, che comunque non elimina il consumo di carne, anzi lo incoraggia…

Faccio qui presente che il non mangiar carne non ha solo una motivazione etica od ecologica ma è un primo passo per la purificazione della mente. Infatti astenersi dal consumo di carne è conduttivo al riequilibrio psicofisico.

L’alimentazione definita “satvica”, corrispondente alla dieta vegetariana, è quella più vicina all’alimentazione naturale dell’uomo. L’uomo è nato frugivoro, la sua conformazione anatomica è simile a quella degli altri animali frugivori, che si nutrono essenzialmente di semi, proteine vegetali, verdure, frutta, tuberi, latte materno, integrando il tutto – di tanto in tanto – con qualche altro prodotto di origine animale, come ad esempio il latte di altri mammiferi, piccole quantità di miele, uova e simili. Ovviamente, nella dieta “satvica” la carne non è compresa, poiché essendo un composto organico contenente tossine, è considerato un alimento “tamasico” (oscurante) per la mente (indipendentemente dal modo di produzione).

Inoltre la dieta “satvica” va considerata in senso “bioregionale”, ovvero consumando i frutti stagionali che crescono nel territorio in cui si vive secondo i cicli naturali.

Paolo D’Arpini 

L’autore con la sua compagna Caterina Regazzi

Per ulteriori informazioni consiglio la lettura del libro “Alimentazione bioregionale” (Edizioni Nisroch): https://www.edizioninisroch.it/prodotto/alimentazione-bioregionale-di-paolo-darpini/

martedì 23 gennaio 2024

USA. "2024: L’anno delle illusioni svanite"



L’ex consigliere di Trump e colonnello dell’esercito, Douglas Macgregor,  ha previsto per il 2024 una sconfitta catastrofica per Kiev e Washington e un collasso finanziario negli Stati Uniti.


“Il conflitto militare in Ucraina si conclude con una sconfitta catastrofica per l’Ucraina e gli Stati Uniti. La guerra in Medio Oriente è appena iniziata e non finirà finché lo Stato di Israele deciderà di smettere di combattere  contro i palestinesi. Washington si trova ad affrontare un mondo che non conosce né comprende.

Il recente "Piano per la Vittoria dell'Ucraina" dei repubblicani è un esempio di grave malinteso. Le truppe russe avanzeranno verso il Dnepr e oltre. L’Ucraina non  è in grado di  fermare l’offensiva.

Nonostante ciò, Washington continua a insistere per spostare le forze NATO ai confini della Russia, creando nuove basi nel nord della Svezia e in Finlandia e, di fatto, ripetendo l’errore che ha portato al conflitto militare in Ucraina.

Inoltre, a circa 1.600 miglia dal confine ucraino, la guerra di Israele contro Hamas è diventata una campagna per liberare Israele dalla popolazione araba. Questo sviluppo porta Israele e gli Stati Uniti a confrontarsi con il mondo islamico e, forse, con Russia, Cina e Sud del mondo.

Gli eventi in Ucraina e Israele sono un sintomo della nuova distribuzione del potere creata dalle potenze emergenti. Si tratta di un ritiro decisivo del potere politico, militare ed economico degli Stati Uniti. Washington sta guidando il popolo americano lungo un percorso pericoloso verso una guerra più ampia e un collasso finanziario nel 2024.

La Marina nordamericana dispone di circa 3.500 missili Tomahawk, così pochi che, in caso di una grande guerra, la flotta finirebbe i missili prima di esaurire i lanciatori. Lo sciocco tentativo di Washington di distruggere la Russia sacrificando le vite degli ucraini ha portato a una vittoria strategica per Mosca e ha messo in luce la debolezza dell’America al mondo."



domenica 21 gennaio 2024

Serbia. Situazione difficile...

 


Lavrov: "La situazione in Serbia è difficile, ma sotto controllo, anche se hanno cercato di prendere il potere illegalmente."  Così, il ministro degli Esteri russo ha sintetizzato la situazione, sottolineando che l'Occidente è evidentemente innervosito dal fatto che il popolo serbo sostiene il presidente A. Vučić, e che Mosca è sempre pronta ad aiutare il popolo amico serbo.

©E’ evidente che l'Occidente non era pronto ad accettare i risultati delle elezioni in Serbia e il sostegno che la stragrande maggioranza del popolo di quel paese ha dato al presidente Vučić, ha dichiarato a "RIA Novosti" il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov.

Per questo motivo è stato tentato di "organizzare una Maidan serba” e la presa illegale del potere, ma la Serbia ha ricordato gli eventi in Ucraina del 2014 e come lì si è concluso il colpo di stato, motivo per cui non sono state molte le persone alle proteste di piazza.

Nell’intervista, il ministro degli Esteri russo, ha sottolineato che "i cittadini serbi non si fidano di quei politici che a parole si oppongono alla violenza e che nelle loro azioni si comportano in modo completamente opposto, ignorando i risultati della volontà popolare e provocano le forze dell’ordine. Ma la situazione nella Repubblica di Serbia è stabile, le autorità del paese mantengono fermamente la situazione sotto controllo, comprendendo chiaramente che questo è attualmente l’obbiettivo primario per l'interesse nazionale… ”.

Quando un giornalista gli ha chiesto se poteva confermare che i servizi russi avevano effettivamente avvertito Belgrado dell'imminente scoppio di disordini, come ha dichiarato il primo ministro serbo Ana BrnabićLavrov ha sottolineato che "Mosca è sempre pronta ad aiutare gli amici serbiil nostro dialogo con la Serbia è caratterizzato dall'apertura e dall'attenzione allo sviluppo della cooperazione in vari campi, compreso quello della sicurezza…".

In una altra intervista per la televisione "Russia 24", il capo della diplomazia russa ha ribadito che l'Occidente ha cercato di costringere la Serbia a scegliere: o l'adesione alle sanzioni contro la Russia, oppure un colpo di stato in Serbia.

Questa tesi è stata avanzata anche dall'ambasciatore della Federazione Russa a Belgrado, A. Bocan-Kharchenko, il quale ha affermato che: “…dietro le proteste c'è l'Occidente, le rivolte sono legate al fatto che Vučić non ha voluto imporre sanzioni alla Russia. I partecipanti alle manifestazioni avevano un piano preordinato per indebolire il potere del presidente della Serbia dopo le elezioni, ma lui, non può essere sostituito in un colpo solo. Io stesso l’ho informato che paesi occidentali erano dietro le proteste e gli scontri, e le stavano sostenendo, ma che noi avremmo fatto di tutto per sostenere la Serbia, fornendo dati a Vucic che non possono essere confutati e che chiariscono in modo netto che le rivolte a Belgrado dopo le ultime elezioni, sono state organizzate secondo il "principio MaidanOggi, dopo questa prova, il presidente della Serbia gode di ancora più sostegno da parte del popolo ” ha detto Bocan-Harchenko in interviste alla stampa.

Parole che sono state confermate poi dallo svolgersi dei fatti. Gli organizzatori di queste manifestazioni avevano un piano per rovesciare le istituzioni legittimamente votate. Sicuramente proteste e manifestazioni continueranno, utilizzando le forze di opposizione minoritarie, ma il “golpe” violento e fulmineo è fallito.  Il governo di Belgrado, ha ribadito che non permetterà nessun tipo di forme di violenza e l'escalation della situazione, aggiungendo che le proteste se degeneranno  troveranno risposte calme ma risolute e che  "nessun obiettivo o piano del Maidan avrà successo, questo è assolutamente certo…".

Dopo che la Brnabić ha rivelato che servizi di sicurezza russi avevano avvertito Belgrado dei piani occidentali, ha confermato che da questa situazione sono stati avviati colloqui e confronti non solo riguardanti le proteste ma anche di prospettive di intensificazione della cooperazione con la Russia.

Il governo di Vučić mantiene una posizione solida e l'Occidente ha subito un colpo di arretramento dei suoi obiettivi, avendo capito che per ora è molto difficile, quasi inattuabile, far crollare la posizione di Vučić e questo l’ha portato a intensificare le minacce e i ricatti in particolare sulla questione del Kosovo Metohija, che è il secondo obiettivo fondamentale per la destabilizzazione della Serbia.

L’opposizione di "Serbia contro la violenza" (SPN) è composta da partiti che non significano nulla da soli e che, utilizzando cinicamente la tragedia accaduta nella scuola di Belgrado lo scorso anno, accusaono il governo dell'incidente. Uno dei suoi maggiori leader, Djilas, ha pagato le sue incapacità e danni quando era al potere come sindaco di Belgrado. Lui e la sua cerchia non avevano nulla di cui magnificare nelle ultime elezioni, non presentando alcun piano, programma o proposte  basati su cose concrete, piani economici, soluzioni anche parziali. La loro strategia è stata  incentrata tutta sul cambio di governo e sulla diffusione delle proteste, sostenuti e finanziati dall'Occidente e facendo leva su un personale violento e bande intrise di teppismo.

Il movimento "Serbia contro la violenza" si caratterizza come un'opposizione “totalmente filo occidentale”, tutte le sue posizioni sulle questioni basilari per il futuro della Serbia, sono completamente appiattite e allineate alle posizioni esterne, dalla questione del Kosovo e Metohija, alla NATO,  alle sanzioni alla Russia, ad una politica di non allineamento, indipendente e sovrana,  basata prima di tutto sull’interesse nazionale. Probabilmente, è più che altro per questo che Vučić ha ricevuto la stragrande maggioranza dei voti, in particolare nel Kosovo Metohija, dove ha ottenuto insieme al Partito Socialista, la maggioranza assoluta dalla provincia autonoma.

I serbi hanno intuito che, finché il governo difende e cerca di mantenere queste politiche, la situazione può rimanere "più o meno pacifica", e si possono evitare scenari di guerra, che nel popolo serbo, è un opzione che vive solo come imposizione straniera ultima, seppur presente.

Con il sostegno di oltre il 70% dei serbi del Kosovo che hanno sostenuto Vučić  e le forze governative, che è un riconoscimento ampio, significativo, ora sarà l'Occidente a dover forzare la situazione per cercare di costringere Belgrado a riconoscere l’indipendenza, cosa che finora questo tentativo non ha avuto successo. Sicuramente  l'Occidente continuerà a lavorare per portare in qualche modo l'opposizione al potere, le proteste continueranno, ma ora la cosa più importante è che la dirigenza della Serbia ha resistito in modo efficace e che il “Maidan serbo”, è per ora fallito.

Al di là di come la si pensi, questo è un dato di fatto oggettivo.

Enrico Vigna portavoce del Forum Belgrado Italia




sabato 20 gennaio 2024

Davos 2024 dietro le quinte...

 


Quanto riportato nell'articolo "Il lato nascosto della famiglia Schwab" (vedi dabbasso il link)   è di estremo interesse perché chiarisce molte cose... La prima in assoluto è  che  a Lorsignori interessa la diminuzione della popolazione e poiché costoro hanno in mano la politica dei paesi sviluppati, attraverso il controllo dell'economia, la loro proposta  si sviluppa  attraverso  il World Economic Forum (basato sul Great Reset).   

Questi convegni annuali  (oltre a far prosperare industrie collaterali come il turismo e la  prostituzione) sono per lo più utili per stabilire contatti d'affari promettenti e per indirizzare la geopolitica utile al sistema. Il corollario che  contraddistingue questi convegni sono le minacce e le proposte transumane...


Nell'articolo menzionato si parla anche  dell'attività  a favore del Nazismo. Durante una guerra impegnativa come il secondo conflitto mondiale, tutti quelli che potevano hanno collaborato, nordamericani compresi, ottenendo lauti guadagni. E per quanto riguarda il "lavoro coatto", magari ce ne fosse stato per tutti. Tutti i paesi belligeranti hanno fatto lavorare i prigionieri di guerra i quali trovavano così il modo di mangiare, anche perché il materiale umano sottopagato è sempre un'opportunità, fin dai tempi della schiavitù. 

In più possiamo aggiungere che sovente i prigionieri di guerra  furono utilizzati come sminatori. E non si trattava di uno svago.

Giorgio Vitali



Articolo menzionato:   https://www.covidhub.ch/face-cachee-famille-schwab/

Nel video “Klaus Schwab è l’uomo più pericoloso del mondo?” (https://aitia.fr/erd/mot-cle/klaus-schwab/) Il comico Russell Brand utilizza numerosi estratti di Klaus Schwab e Yuval Noah Harari.



venerdì 19 gennaio 2024

Elezioni europee del 2024: una lista unica a sinistra... ?

 


Le elezioni europee sono all’ordine del giorno. Il ruolo europeo nel mondo, sarà fortemente condizionato dal loro esito. Oggi, nel mondo, è in affanno il dominio esclusivo dei blocchi imperiali che si fronteggiano: spesso con le armi o con politiche economiche aggressive che soffocano lo sviluppo di paesi terzi e ne saccheggiano le risorse naturali. C’è quindi spazio per un’Europa che funga da polo aggregante autonomo e libero in uno scacchiere multipolare. Un’Europa che lavora per la pace, per rapporti economici equi e rispettosi dei paesi partner, che non sfrutti ma cooperi, che affronti in modo solidale i flussi migratori, le crisi climatiche e idriche, tuteli l’ambiente non con misure di facciata e utili solo ai propri territori. Un’Europa che pensi al bene delle persone e non delle multinazionali e dei fondi d’investimento. Un’Europa così è possibile.

Nel secoli l’Europa ha prodotto il colonialismo e due guerre mondiali, ma anche valori alti, principi universali di uguaglianza, democrazia, umanesimo, cultura e arte, rivendicazioni di giustizia sociale. Ha contato e può tornare a farlo purché prevalga la sua faccia positiva. Il sogno di questa nuova Europa verrebbe spazzato via se nelle prossime elezioni si affermassero forze conservatrici, sovraniste, portatrici di disvalori e diseguaglianze sociali. Questa tornata elettorale è uno spartiacque, siamo consapevoli che l’esito dipenderà da molti fattori. Le forze progressiste e la sinistra sono chiamate a fare la propria parte perché senza una loro presenza forte e rilevante nel nuovo Parlamento, l’Europa non prenderà la via giusta.

Conterà la composizione delle singole delegazioni e questo è il punto. Noi pensiamo che sarebbe grave se dovesse mancare, fra i parlamentari italiani eletti, una presenza della sinistra pacifista, ambientalista, dei diritti sociali e civili così ben scritti nella nostra Costituzione.

Non ce lo possiamo permettere. Le regole elettorali sono chiare. Quindi noi che, premettiamo, non abbiamo ambizioni di candidatura, sentiamo il dovere di chiedere a chi ha il potere e il dovere di decidere nei partiti, nelle assemblee, nelle trattative, persone come Acerbo, Bonelli, De Magistris, Fratoianni, Lucano, Santoro: lavorate per una sola lista unitaria alla sinistra del Pd.

Una lista che sia di tutti e proprietà di nessuno. Che trovi nelle candidature, le migliori energie a disposizione nel rispetto dei partiti esistenti e delle realtà locali. Che invogli nuovamente a tornare a votare molti delusi. Prevalga la volontà di base. Il voto europeo prevede le preferenze. C’è dunque spazio per valorizzare, attraverso queste, opzioni specifiche e priorità. Volendolo, si potrà tranquillamente dedurre dalle preferenze il peso specifico di singole forze politiche all’interno della lista unitaria. Non c’è ragione di andare divisi.

Certo non bisogna farsi guidare dai sondaggi, ma li guardiamo tutti e ci impongono una seria riflessione. Come non vedere che c’è il rischio di almeno un 6 o 7% di voti persi se nessuna lista a sinistra supererà la soglia del 4%? E che ci sono tanti elettori che forse tornerebbero a votare se ci fosse un unica lista che infonda speranza, fiducia e un pizzico di passione? E quanti voti dati altrove potrebbero tornare, dando la ragionevole certezza che la lista unica supererà il quorum? Lo ripetiamo. Dateci una lista unica. Vinca la generosità di qualche rinuncia a pur legittime aspirazioni identitarie e caratterizzanti. Vinca la consapevolezza di offrire una opportunità a molti di credere nella buona politica. Chi ha maggiore responsabilità nei partiti esistenti, nelle liste già pronte o in quelle che si stanno preparando, sia davvero responsabile e scelga un progetto di unità. Non ci si accomodi ad una tacita accettazione di un eventuale non raggiungimento del quorum con la consolazione di qualche zero virgola in più da tesaurizzare in seguito.

Non si usi una elezione così rilevante come una pura e semplice operazione di promozionale del proprio simbolo e della propria, specifica identità anche qui sperando in qualche zero virgola in più. Sappiamo che non sarà facile, ma questo non sia un alibi per non provarci.
Noi, come tanti elettori di sinistra, vogliamo avere l’opportunità di dare il nostro contributo in una competizione elettorale così rilevante. Vogliamo essere il voto utile del 2024.

Noi, con questo appello, vogliamo dare un segnale di partenza. Assolutamente lontani dall’idea di guidare il gruppo. E Anzi aspettiamo che siano in molte e molti a sorpassarci, strada facendo. Vorrebbe dire che siamo sulla strada giusta.

Emilio Molinari e Basilio Rizzo



giovedì 18 gennaio 2024

Biden ha fame di armi...


 Il soldatino di piombo dell'industria militare USA


Biden è stato sostenuto dal Mic (military–industrial complex) e a sua volta ha appoggiato con entusiasmo le guerre di scelta, le vendite massicce di armi, i colpi di Stato sostenuti dalla Cia e l’allargamento della Nato. Il bilancio militare di Biden per il 2024 batte tutti i record, raggiungendo almeno 1.500 miliardi di dollari di spese per Pentagono, Cia, sicurezza interna, programmi di armi nucleari non del Pentagono, vendite di armi all’estero sovvenzionate, altre spese legate al settore militare e pagamento degli interessi sui debiti pregressi legati alla guerra. Oltre a questa montagna di spese militari, Biden sta cercando di ottenere altri 50 miliardi di dollari in “finanziamenti supplementari di emergenza”per la “base industriale della difesa” americana, per continuare a spedire munizioni a Ucraina e Israele.

Biden non ha alcun piano realistico per l’Ucraina e ha persino respinto un accordo di pace tra Mosca e Kiev nel marzo 2022 che avrebbe posto fine al conflitto sulla base della neutralità ucraina, ponendo fine all ’inutile tentativo di entrare nella Nato (la Russia non lo ac cetterà mai). L’Ucraina è un
grande affare per il Mic –decine e potenzialmente centinaia di miliardi di dollari di contratti per le armi, impianti di produzione in tutti gli Usa, l’opportunità di sviluppare e testare nuovi sistemi d’arma – e così Biden continua la guerra nonostante la distruzione dell ’Ucraina sul campo di battaglia e la tragica e inutile morte di centinaia di migliaia di ucraini. 

Il Mic, e quindi Biden, continuano a rifuggire dai negoziati, anche se i negoziati diretti tra Usa e Russia sulla Nato e su altre questioni di sicurezza (come il posizionamento di missili statunitensi in Europa orientale) potrebbero porre fine alla guerra.

In Israele, il fallimento di Biden è ancora più evidente. Israele è guidato da un governo estremista che disapprova la soluzione dei due Stati, secondo la quale israeliani e palestinesi dovrebbero vivere fianco a fianco in due Stati sovrani, pacifici e sicuri, o qualsiasi soluzione che garantisca ai palestinesi i loro diritti politici.  La soluzione dei due Stati è profondamente radicata nel diritto internazionale, comprese le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu e, presumibilmente, nella politica estera Usa. 

I leader arabi e islamici sono impegnati a normalizzare e garantire relazioni sicure con Israele nel contesto della soluzione dei due Stati. Tuttavia, Israele è guidato da fanatici violenti che affermano messianicamente che Dio ha dato a Israele tutta la terra dell ’attuale Palestina, comprese la Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est.  Questi fanatici insistono quindi sul dominio politico sui milioni di palestinesi che vivono in mezzo a loro, oppure sul loro annientamento o espulsione. Netanyahu e i suoi colleghi non nascondono nemmeno le loro intenzioni genocide, anche se la maggior parte degli osservatori stranieri non comprende appieno i riferimenti biblici che i leader israe liani invocano per giustificare il continuo massacro di massa del popolo palestinese. (...) 

Biden, tuttavia, fornisce a Israele le munizioni per compiere i suoi enormi crimini di guerra. Invece di comportarsi come Eisenhower e fare pressione su Israele affinché ponga fine al massacro in violazione del diritto internazionale, compresa la Convenzione sul genocidio, Biden continua a spedire munizioni, aggirando anche la revisione del Congresso. Il risultato è l’isolamento diplomatico dal resto del mondo e il crescente coinvolgimento delle forze armate statunitensi in una guerra che si sta rapidamente, e prevedibilmente, espandendo in Libano, Siria, Iraq, Iran e Yemen . (...)
 
La politica estera americana è senza timone, con un presidente la cui unica ricetta è la guerra. Con gli Usa già impegnati fino al collo nelle guerre in Ucraina e Medio Oriente, Biden intende anche spedire altre armi a Taiwan, nonostante le stridenti obiezioni della Cina, secondo cui Washington starebbe violando gli impegni assunti da tempo nei confronti della politica di una sola Cina, compreso l’impegno assunto 42 anni fa nel comunicato congiunto Usa-Rpc, secondo cui il governo americano “non intende attuare una politica a lungo termine di vendita di armi a Taiwan”. La terribile profezia di Eisenhower è stata confermata: il complesso militare-industriale minaccia la nostra libertà, la nostra democrazia e la nostra stessa sopravvivenza.


In his farewell addressU.S. President Dwight D. Eisenhower famously warned U.S. citizens about the "military–industrial complex".



Stralcio di un articolo pubblicato da Il Fatto Quotidiano - https://www.commondreams.org /opinion/biden-foreign-policy-failure 

mercoledì 17 gennaio 2024

Serbia. La NATO tenta un "Maidan”

 

L’ex direttore della BIA (Servizi di Sicurezza serbi),  Alexsandar Vulin, costretto a dimettersi pochi mesi fa per le pressioni e minacce occidentali sul governo di Belgrado, in una intervista a RIA Novosti, ha confermato che il governo era al corrente dei tentativi di golpe che si sarebbero verificati.

Vulin è anche stato, precedentemente, Ministro della difesa della Serbia, un politico che non ha mai nascosto la sua contrarietà alle ingerenze e responsabilità occidentali circa la situazione nei Balcani e anche rivendicato coraggiosamente il rifiuto di sanzioni alla Russia, scontrandosi costantemente in tutti questi anni con NATO e USA, ha confermato il ruolo destabilizzatore e di ingerenza interna alla Serbia per sovvertirne le sue istituzioni, giudicate poco sottomesse ai loro piani  e programmi. Per questo da sempre è accusato dall’Occidente di essere un “uomo di Mosca” nell’area balcanica. 

L'11 luglio 2023 il Dipartimento del Tesoro americano ha messo sotto sanzioni Vulin, accusandolo di "atti corrotti e destabilizzanti che hanno anche facilitato le attività maligne della Russia nella regione", collegandolo a traffico di droga e armi, che sarebbe stato gestito dalla Bielorussia… Naturalmente accuse mai provate, ma il 3 novembre 2023, Vulin si è dimesso volontariamente dalla sua posizione nella BIA, affermando di voler evitare possibili ulteriori embarghi e attacchi contro la Serbia e contro il popolo serbo. Il 27 dicembre M. Dodik, presidente della Repubblica Srpska lo ha nominato membro del Senato consultivo della Republika Srpska, per il suo dimostrato senso patriottico serbo.

In un'intervista all'agenzia stampa RIA Novosti, ha detto: "…La notte prima delle elezioni, nell'intera regione, dall'Albania a Pristina, Macedonia, Montenegro, Croazia, si parlava già, che Vučić sarebbe stato rovesciato dalle proteste della piazza. Domenica a Belgrado avrebbe dovuto svolgersi il "Maidan", in modo che il governo venisse rovesciato con la forza, per strada, ma lo Stato serbo è forte ed è guidato da un uomo forte. Vucic non è Yanukovich…” ha dichiarato l'ex direttore della BIA.

Alla domanda se la sua rimozione dalla direzione della “Intelligence serba” era una preparazione al “Maidan”, Vulin ha risposto che le pressioni per rimuoverlo avevano lo scopo di realizzare la rivoluzione colorata ed era inteso come il primo passo verso il loro obiettivo finale. “…Le mie dimissioni ci hanno dato il tempo di ridurre gli attacchi durante la campagna elettorale, ma sapevamo che subito dopo la sconfitta del partito NATO, sarebbe stato lanciato il meccanismo per rovesciare Vučić, pur se legittimamente eletto. Vi ricordo che l’attacco contro di me è iniziato perché il Segretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa Nikolay Patrushev ed io, avevamo lavorato insieme per trovare i modi per opporci alle rivoluzioni colorate già due anni fa… Siamo Paesi seri e servizi seri, guardiamo avanti. E come avete potuto vedere, abbiamo visto bene e ci siamo preparati bene. La mia destituzione non ha potuto cancellare tutto il bene che abbiamo fatto per la Serbia, per loro era ormai troppo tardi…La Russia è un collaboratore della Serbia, non un despota  e rispetta la volontà del popolo serbo...” ha spiegato l'ex capo della sicurezza serba.

In merito alla decisione criminale di questi giorni, da parte degli USA e complici occidentali, di fornire al Kosovo 246 missili anticarro Javelin, il presidente della Serbia Vucic, ha invitato a mantenere la calma dichiarando: “…per noi è di primaria importanza che la pace nella regione non venga interrotta e che la Serbia continui ad agire in modo responsabile e contribuisca alla stabilità nei Balcani…la Serbia dispone di uno degli eserciti più forti nei Balcani, anche grazie al “gran numero” di carri armati ricevuti dalla Russia prima del conflitto in Ucraina. Al contempo non smetterà di acquistare armi da Pechino e da altri paesi…”.

Commentando la dichiarazione dell'ambasciatore statunitense in Serbia, Christopher Hill, secondo cui gli USA hanno accettato la richiesta di Pristina per avere i missili anticarro Javelin, A. Vulin ha detto “…La Serbia non può impedire agli Stati Uniti di armare i terroristi, ma i membri del suo governo possono almeno dimostrare che non si arrenderanno senza combattere…Vucic è ancora troppo solo in questa lotta contro le ingerenze straniere. I serbi fanno bene a fidarsi più di lui che di molti membri del suo governo…”.

"…Il mondo serbo non è una esortazione al conflitto, ma una risposta calma ma determinata, alla violenza politica e fisica contro i serbi, esso esiste affinché il genocidio di Jasenovac non si ripeta e la "grande Albania" non passi senza freno e resistenze, ed affinché i serbi nella Repubblica Srpska, quando sono costretti sotto la minaccia della carcerazione ad accettare che sono una nazione genocida, abbiano qualcuno che li ricongiunga e li incoraggi a essere uniti… I serbi sono diventati una nazione politica unita e nessuno può e potrà impedirgli di esserlo! L’Occidente non vede e non si interessa dei violenti tentativi di conquistare la Chiesa ortodossa serba (SPC), l'unica comunità religiosa in Europa i cui fedeli vanno a pregare sotto la protezione di fucili e mitra, e pregano Dio nel loro monastero assediato, ma vede qualsiasi minimo problema in Serbia, ma essi devono sapere che non resteremo più in silenzio di fronte alle violenze e alle umiliazioni...". A. Vulin

A cura di Enrico Vigna, portavoce del Forum Belgrado Italia CIVG – gennaio 2024



martedì 16 gennaio 2024

Klaus Schwab, transumanesimo e "governo mondiale"...



 Klaus Schwab ha detto: “Nella quarta rivoluzione industriale i vincitori prenderanno tutto, quindi se sei un first mover del World Economic Forum, sei tu il vincitore”.

Queste affermazioni gravissime hanno due implicazioni: la prima è che “i vincitori prenderanno tutto” e saranno “vincitori” – non è chiaro in quale veste e con il permesso di chi. La seconda è che chi non si adatterà a questa “quarta rivoluzione industriale” si ritroverà estromesso e perderà, perderà tutto, compresa la libertà.

Klaus Schwab, insomma, minaccia i capi di governo dei venti paesi più industrializzati del mondo di attuare nelle loro nazioni i punti programmatici del Great Reset. Questo va ben oltre la pandemia: è un colpo di stato globale, contro il quale è essenziale che i popoli si sollevino e che gli organi ancora sani degli Stati avviino un processo giuridico internazionale. La minaccia è imminente e grave, poiché il World Economic Forum è in grado di portare avanti il suo progetto sovversivo e coloro che governano le nazioni sono diventati tutti schiavi o ricattati da questa mafia internazionale.

Alla luce di queste dichiarazioni – e di quelle di altri non meno deliranti di Yuval Noah Harari, consigliere di Schwab – capiamo come la farsa della pandemia sia servita da pallone di prova per imporre controlli, misure coercitive, limitare le libertà individuali e aumentare la disoccupazione e la povertà.

I prossimi passi dovranno essere compiuti attraverso la crisi economica ed energetica, che è strumentale all’instaurazione di un governo sinarchico nelle mani dell’élite globalista...

Stralcio di un intervento dell'Arcivescovo Carlo Maria Viganò






Pubblicato originariamente in Inglese su LifeSiteNews: ENGLISH ORIGINAL VERSION