giovedì 18 gennaio 2024

Biden ha fame di armi...


 Il soldatino di piombo dell'industria militare USA


Biden è stato sostenuto dal Mic (military–industrial complex) e a sua volta ha appoggiato con entusiasmo le guerre di scelta, le vendite massicce di armi, i colpi di Stato sostenuti dalla Cia e l’allargamento della Nato. Il bilancio militare di Biden per il 2024 batte tutti i record, raggiungendo almeno 1.500 miliardi di dollari di spese per Pentagono, Cia, sicurezza interna, programmi di armi nucleari non del Pentagono, vendite di armi all’estero sovvenzionate, altre spese legate al settore militare e pagamento degli interessi sui debiti pregressi legati alla guerra. Oltre a questa montagna di spese militari, Biden sta cercando di ottenere altri 50 miliardi di dollari in “finanziamenti supplementari di emergenza”per la “base industriale della difesa” americana, per continuare a spedire munizioni a Ucraina e Israele.

Biden non ha alcun piano realistico per l’Ucraina e ha persino respinto un accordo di pace tra Mosca e Kiev nel marzo 2022 che avrebbe posto fine al conflitto sulla base della neutralità ucraina, ponendo fine all ’inutile tentativo di entrare nella Nato (la Russia non lo ac cetterà mai). L’Ucraina è un
grande affare per il Mic –decine e potenzialmente centinaia di miliardi di dollari di contratti per le armi, impianti di produzione in tutti gli Usa, l’opportunità di sviluppare e testare nuovi sistemi d’arma – e così Biden continua la guerra nonostante la distruzione dell ’Ucraina sul campo di battaglia e la tragica e inutile morte di centinaia di migliaia di ucraini. 

Il Mic, e quindi Biden, continuano a rifuggire dai negoziati, anche se i negoziati diretti tra Usa e Russia sulla Nato e su altre questioni di sicurezza (come il posizionamento di missili statunitensi in Europa orientale) potrebbero porre fine alla guerra.

In Israele, il fallimento di Biden è ancora più evidente. Israele è guidato da un governo estremista che disapprova la soluzione dei due Stati, secondo la quale israeliani e palestinesi dovrebbero vivere fianco a fianco in due Stati sovrani, pacifici e sicuri, o qualsiasi soluzione che garantisca ai palestinesi i loro diritti politici.  La soluzione dei due Stati è profondamente radicata nel diritto internazionale, comprese le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu e, presumibilmente, nella politica estera Usa. 

I leader arabi e islamici sono impegnati a normalizzare e garantire relazioni sicure con Israele nel contesto della soluzione dei due Stati. Tuttavia, Israele è guidato da fanatici violenti che affermano messianicamente che Dio ha dato a Israele tutta la terra dell ’attuale Palestina, comprese la Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est.  Questi fanatici insistono quindi sul dominio politico sui milioni di palestinesi che vivono in mezzo a loro, oppure sul loro annientamento o espulsione. Netanyahu e i suoi colleghi non nascondono nemmeno le loro intenzioni genocide, anche se la maggior parte degli osservatori stranieri non comprende appieno i riferimenti biblici che i leader israe liani invocano per giustificare il continuo massacro di massa del popolo palestinese. (...) 

Biden, tuttavia, fornisce a Israele le munizioni per compiere i suoi enormi crimini di guerra. Invece di comportarsi come Eisenhower e fare pressione su Israele affinché ponga fine al massacro in violazione del diritto internazionale, compresa la Convenzione sul genocidio, Biden continua a spedire munizioni, aggirando anche la revisione del Congresso. Il risultato è l’isolamento diplomatico dal resto del mondo e il crescente coinvolgimento delle forze armate statunitensi in una guerra che si sta rapidamente, e prevedibilmente, espandendo in Libano, Siria, Iraq, Iran e Yemen . (...)
 
La politica estera americana è senza timone, con un presidente la cui unica ricetta è la guerra. Con gli Usa già impegnati fino al collo nelle guerre in Ucraina e Medio Oriente, Biden intende anche spedire altre armi a Taiwan, nonostante le stridenti obiezioni della Cina, secondo cui Washington starebbe violando gli impegni assunti da tempo nei confronti della politica di una sola Cina, compreso l’impegno assunto 42 anni fa nel comunicato congiunto Usa-Rpc, secondo cui il governo americano “non intende attuare una politica a lungo termine di vendita di armi a Taiwan”. La terribile profezia di Eisenhower è stata confermata: il complesso militare-industriale minaccia la nostra libertà, la nostra democrazia e la nostra stessa sopravvivenza.


In his farewell addressU.S. President Dwight D. Eisenhower famously warned U.S. citizens about the "military–industrial complex".



Stralcio di un articolo pubblicato da Il Fatto Quotidiano - https://www.commondreams.org /opinion/biden-foreign-policy-failure 

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