lunedì 30 ottobre 2017

Un momento di passaggio (traumatico) nel “prostitute mainstream media” (PMM) o “multinazionale delle false notizie” (MFN).


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C’è qualcosa di nuovo nell'informazione, anzi d’antico

Ci sono dei momenti in cui si sente nell’aria un punto di svolta, un cambiamento di rotta. E’ quanto succede a me adesso mentre cerco di unire i molti puntini fatti di notizie ignorate o minimizzate dal mainstream, che possiamo tranquillamente chiamare “prostitute mainstream media” (PMM) o “multinazionale delle fake news” (MFN).

Eccoli, i puntini:
I grandi supporter della cricca neo-liberal-cons, cioè CNN, New York Times, Washington Post, New Yorker, CNN e compagnia bella, sembra che stiano mollando la loro reginetta, cioè l’erinni sanguinaria Hillary Clinton.
Prendiamo il Washington Post. E’ di proprietà di Jeff Bezos, fondatore e AD di Amazon. Amazon ha in essere un contratto con la CIA di 600 milioni di dollari per mettere in piedi un cloud privato. Oltre che i dollari, la CIA gli fornisce costantemente le notizie per la sua forsennata campagna anti-Trump.

Recentemente però il “prestigioso” quotidiano ha spifferato che il famoso dossier della supposta collusione Trump-Russia è stato pagato sostanzialmente dalla Clinton (https://www.washingtonpost.com/world/national-security/clinton-campaign-dnc-paid-for-research-that-led-to-russia-dossier/2017/10/24/226fabf0-b8e4-11e7-a908-a3470754bbb9_story.html).

Una bella sberla. Una seconda sberla.

Infatti questa notizia segue quella dello scandalo Uranium One, cioè la corruzione da parte russa della Clinton Foundation per potersi impossessare del 20% delle riserve di uranio statunitensi. Questa notizia l’aveva data due anni fa il New York Times (https://www.nytimes.com/2015/04/24/us/cash-flowed-to-clinton-foundation-as-russians-pressed-for-control-of-uranium-company.html). Ma ora è diventata scottante perché sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta ufficiale. E c’è qualche attento analista che prevede che l’erinni suddetta finirà in cella.

Infine abbiamo lo scandalo Weinstein, su cui ha battuto molto il New Yorker e che, come ho già detto in un altro post, tocca molto da vicino quello che ormai negli States chiamano il “vecchio establishment democratico” e in particolare la Clinton.

Una delle interpretazioni più convincenti, come ho già riferito, è che dietro a questa controffensiva di Trump ci sia il suo (ex?) braccio destro Steve Bannon.

La difesa dei clintonoidi consiste nel premere ancora di più l’acceleratore sul Russiagate, la cui credibilità è però stata minata dalla rivelazione del Washington Post. Unasurvey dell’Harvard-Harris Poll ha infatti scoperto che la grande maggioranza degli Americani non ne può più di questa storia (http://harvardharrispoll.com/wp-content/uploads/2017/10/HCAPS-October_Topline-Memo_with-banners_Registered-Voters_Current-Events.pdf).

Uno dei tentativi più patetici, da parte del New York Times, è stato così quello di “accusare” Trump di avere sollecitato che venissero alla luce notizie sullo scandalo Uranium One (https://www.nytimes.com/2017/10/27/us/politics/trump-gag-order-justice-department.html). Come se qualcuno avesse dei dubbi che questa è una guerra per bande. E adesso, per aggiungere casino al casino,  nel Russiagate è stato anche coinvolto il Podesta Group, cioè la società di lobbying e di affari pubblici fondata da John e Tony Podesta e ora in mano a Tony. Mica male, dato che John Podesta è stato il presidente della campagna presidenziale della Clinton.

Anche la credibilità dei clintonoidi rispetto alla difesa del (dei) “gender” ha subito un crollo verticale. In rete iniziano a girare foto molto poco edificanti. Una delle più impressionanti è quella che vede attorno ad un tavolo Hillary Clinton, Harvey Weinstein e Huma Abedin ad una cena per la Planned Parenthood nel maggio di quest’anno. Sappiamo che Weinstein è un predatore sessuale e sappiamo che ha donato dai 100.000 ai 250.000 dollari alla Clinton Foundation e 35.400 dollari direttamente per la campagna presidenziale di Hillary. Della Abedin si sa che è intimamente intrecciata alla Clinton la quale la definisce “la mia seconda figlia”. Su di lei ricadono sospetti seri che vanno dall’essere la punta di diamante della lobby del Golfo a Washington, di essere stata il tramite degli ingenti finanziamenti dell’Arabia Saudita per la campagna presidenziale della Clinton e infine persino di essere un’agente dei Fratelli Musulmani (http://www.corriere.it/extra-per-voi/2016/09/01/con-hillary-segreti-scandali-mistero-huma-abedin-d6e4544c-701e-11e6-acff-0ba0a2f56bad.shtml?refresh_ce-cp e http://thehill.com/blogs/pundits-blog/presidential-campaign/292310-huma-abedins-ties-to-the-muslim-brotherhood). 

In sua difesa sono insorti gli organi della PMM, quella canaglia fascistoide, amicissimo dei nazisti ucraini e dei jihadisti tagliagole, che risponde al nome di John McCain e l’Anti-Defamation League. Come mai anche la League? Perché la signora Abedin all’epoca aveva avuto la sfortuna di essere moglie dell’ebreo liberal-progressista e membro della House of Representatives, Anthony Weiner. La mitizzata unione interconfessionale finì il medesimo giorno del 2017 in cui Anthony fu giudicato colpevole di reati di pedofilia e condannato a 21 mesi di carcere. 

Certo, non è colpa di Huma se il marito era un porco. Però i primi scandali sessuali erano iniziati nel 2011 e ogni anno ne saltavano fuori di nuovi. Tuttavia entrambi continuavano a lavorare assieme per la Clinton e solo alla fine Huma si è decisa a mollarlo. C’è da pensare che lo disprezzasse (io personalmente non ne dubito) ma le faceva politicamente troppo comodo. E quindi valeva la pena turarsi il naso.
Di fronte a queste cose il bunga-bunga di Berlusconi è una cosa da TV dei Ragazzi.

La contro-controffensiva di Trump prevede la minaccia di aprire due cold cases. Saranno cold ma sono molto scottanti. Uno è l’assassinio Kennedy e l’altro è l’assassinio di Seth Rich, cioè della persona che ha consegnato ad Assange le famose 19.252 email del National Democratic Committee.

Insomma, i vecchi padri/madri-padroni/e-padrini/e della cricca neo-liberal-cons incominciano ad accusare colpi pesanti. Gli stessi Democrats stanno prendendo distanze e misure così come lo fanno i Republicans. Sembrerebbe che i Democrats siano alla ricerca di una nuova leadership. Da chi sarà rappresentata? Da un redivivo Sanders? Da Michelle Obama? Io non lo so.

Tutto questo avviene – e secondo me è la ragione, quel tipo di ragione così profonda che mobilità tutti i piani e le ragioni più superficiali, da quelli personali a quelli di gruppo – tutto questo avviene mentre si fa sempre più urgente decidere tra la scelta strategica di iniziare una III Guerra Mondiale o puntare verso una differente strategia, tenuto conto che le armi delle “rivoluzioni colorate” e delle “primavere” sono ormai spuntate (perché ormai troppo sputtanate), che il Dollaro sta perdendo colpi, che i competitors Russia e Cina stanno diventando sempre più potenti. Rimane sempre il terrorismo ma anche quello, si è visto, serve a ricattare, a creare caos, a ritardare l’inevitabile, ma non risolve i problemi dell’Impero.

Ad ogni modo il complesso militare-industriale-securitario è ancora potente e quindi la battaglia è apertissima e gli esiti sono del tutto imprevedibili.

Anche in Oriente i ratti scappano dalla nave che affonda.
L’ex primo ministro del Qatar in un’intervista ha ammesso che i jihadisti in Siria erano coordinati, armati e finanziati da Turchia, Stati Uniti, Qatar e “dai nostri fratelli Sauditi”. Per un “errore” (sic!) questo stimabile gruppetto ha sostenuto anche al-Nusra (cioè al-Qaida in Siria). Ma non l’ISIS, dice lui, anche se ammette che tra al-Nusra e l’ISIS potevano esserci delle connessioni (ma dai?). Infine hanno capito che era brutta gente e hanno smesso (http://www.zerohedge.com/news/2017-10-28/shocking-viral-interview-qatar-confesses-secrets-behind-syrian-war).

Parole vergognose per dire una cosa che già sapevamo: i terroristi in Siria sono agli ordini diretti di potenze straniere.

E’ il motivo per cui le ha dette che è infatti la parte più interessante: per smarcarsi dal pantano, adesso che Damasco e la Russia stanno vincendo. Ha infatti finito dicendo che né il Qatar né l’Arabia Saudita hanno niente da ridire se rimane al potere, perché è un “vecchio amico”. Che ipocrita!

Dal canto suo la Turchia sta cercando anch’essa di smarcarsi. Ho riferito del possibile progetto congiunto di Siria e Turchia per riaprire la strada da Aleppo fino alla frontiera turco-siriana. Per far questo occorre però “mettere in sicurezza” la provincia di Idlib. Così, com’è come non è, nell’ultima settimana in quella provincia sono stati assassinati ben quattro comandanti di Hay’at Tahrir al-Sham (l’ultimo nome di al-Nusra, cioè a-Qaida) e in molti puntano il dito su Ankara. Gli ordini di servizio sono cambiati e chi non capisce i nuovi va eliminato. E’ ciò che succede anche a Deraa: in ottobre sono stati cinque i comandanti del Free Syrian Army (FSA) ad essere assassinati. C’è chi dice dall’Isis. C’è chi dice dall’intelligence di Damasco. C’è chi dice dagli USA per cercare di tenere il FSA sotto il suo controllo.

E’ il caos sistemico, bellezza!

Quelli che continuano imperterriti e coerentemente a essere facce di merda sono i nostri eroi democratici, anticapitalisti, femministi ed ecologisti dell’YPG/SDF (coi loro sotto-ascari sinistrati, anarcoidi e antifà). Adesso puntano sulla città di al-Bukamal (che non ha niente di curdo), in posizione strategica al confine tra Siria e Iraq. Sicuramente glielo devono ai loro sponsor israeliani e sauditi (notoriamente democratici, anticapitalisti, ecologisti e femministi), che vogliono a tutti i costi interrompere la continuità di passaggio Iran-Iraq-Siria. Prendere una lunga fetta di questo confine è anche il modo migliore per impedire la costruzione delle nuove vie della seta cinesi o mettersi in condizione di controllarle parzialmente. E questo fa comodo agli USA. Ad ogni modo, dato che gli ascari curdi degli Stati Uniti hanno paura che ci arrivi prima l’Esercito Arabo Siriano, che sta alla stessa distanza da al-Bukamal (40 km) ma a Sud, i fedifraghi curdi stanno stringendo accordi con l’ISIS per aver sgombro il campo e vincere la gara. La cosa è stata spifferata niente meno che dal famoso Osservatorio Siriano dei Diritti Umani, cioè quella one-man-agency con sede a Londra e connessioni con l’MI6 britannico.

Se, come è probabile, l’ISIS sgombrerà dal fronte con l’YPG/SDF, aumenterà la resistenza contro l’esercito di Damasco (che probabilmente chiederà all’Iraq di poter raggiungere la città dal suo territorio).

Poi, man mano che l’ISIS dovrà lasciare l’Iraq e la Siria, verrà rischierato in parte in Europa, per tenerla sotto scacco col terrorismo (necessità vitale per gli USA, in vista delle sempre più impellenti pulsioni europee verso la Russia e l’Eurasia), e in maggior parte in Asia, a partire dal Myanmar (cioè la Birmania), alla faccia della una volta tanto amata Aung San Suu Kyi , e in Africa.

Scommettiamo?  Piotr

George soros house pictures

domenica 29 ottobre 2017

Roma - 11 novembre 2017: "No alla guerra e sì ai diritti sociali"


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Mentre i governanti annunciano trionfanti la ripresa, dilagano i licenziamenti, la precarietà, lo sfruttamento e la povertà.
Mentre i governanti ci dicono che non ci sono soldi per le pensioni, la sanità, la scuola, i contratti di lavoro; alle banche, alle multinazionali, ai ricchi vengono donati miliardi e miliardi di danaro pubblico.

Mentre i governanti parlano di diritti e libertà, i principali diritti sociali affermati dalla nostra Costituzione vengono stracciati.
Mentre i governanti parlano di democrazia, chiunque contesti o non accetti il loro ordine viene colpito da leggi e misure antisciopero e di polizia sempre più autoritarie.

Mentre parlano di pace, i governanti aumentano le spese e gli interventi militari e installano nel nostro paese terribili ordigni nucleari.

Il 10 novembre le lavoratici ed i lavoratori sciopereranno per il posto di lavoro, i contratti, i diritti, lo stato sociale. Siamo con loro e l'11 novembre manifesteremo a Roma per dire NO alle ingiustizie e alle bugie che le nascondono. Per:

- L'abolizione completa delle 4 legislazioni infami: Jobsact, legge Fornero, Buona scuola, leggi di polizia 

- Per il lavoro dignitoso con contratti veri, contro le paghe di fame, il supersfruttamento, la schiavitù. Per mettere fuori legge ogni forma di lavoro gratuito. Lavoro e reddito per tutte e tutti

- Per l'intervento pubblico nella economia e le nazionalizzazioni. Per il rifiuto dei vincoli di bilancio imposti dalla Unione Europea, per il rigetto del Fiscal Compact. Per la disdetta del trattato CETA e l'abbandono definitivo del TTIP

- Per il rilancio delle stato sociale, della sanità, della scuola, delle pensioni pubbliche,Per dare la casa a chi non ce l'ha. Per la fine delle Grandi Opere devastanti e il risanamento dell'ambiente e del territorio.

- Per il taglio immediato delle spese militari, il ritiro delle truppe all'estero e il rifiuto delle armi nucleari e degli impegni NATO.

- Per l'eguaglianza contro la violenza di sesso, il razzismo, l'oppressione di classe.

PER APPLICARE QUELLA COSTITUZIONE CHE UN ANNO FA ABBIAMO DIFESO E CHE IL POTERE ECONOMICO E POLITICO STA DISTRUGGENDO.

VIA IL GOVERNO
DELLE BANCHE DELLA PRECARIETÀ DEI MANGANELLI !

11 NOVEMBRE 2017  TUTTE E TUTTI IN CORTEO A ROMA,
ORE 14 PIAZZA VITTORIO

COORDINAMENTO 11/11 

E-mail: patrick@boylan.it
     Skype: p.boylan
  Tel:  (+39)  06 491 973
 Cell: (+39) 328 069 5861
Fax: (+39) 06 233 213 106


sabato 28 ottobre 2017

MAJAKOVSKIJANA a 100 anni dalla Rivoluzione d’Ottobre - La blusa Gialla - Recensione


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MAJAKOVSKIJANA
a 100 anni dalla Rivoluzione d’Ottobre

di e con Vincenzo Di Bonaventura
e con Laura Piermartiri

Associazione Culturale Blow Up
Teatro dell’Arancio  -  Grottammare Paese Alto  -  24 ottobre2017  h21.15


LA BLUSA GIALLA

Ehi, voi!
Cielo!
Toglietevi il cappello!
Me ne vado!
      (V.Majakovskij, La nuvola in calzoni, 1915)


      “Gialla blusa cucita con tre tese di tramonto e fazzoletto rosso al collo: così abbigliato - la sua divisa da futurista - il giovane gigante Majakovskij declamava la sua poesia ovunque, viaggiando in treno fino a Vladivostok, nelle piazze e nei circoli intellettuali, e a Pietroburgo (prima che divenisse “Pietrogrado”, in odio ai tedeschi) dove in un teatrino mise in scena una tragedia e… ”fischiarono tanto il mio lavoro fino a crivellarlo”, come scrisse più tardi.

      Al Teatro dell’Arancio, Vincenzo e la giovane Laura vestono idealmente stasera la gialla blusa del poeta: essi “sono” la sua voce titanica e l‘anima fragile, la sua passione e l’urlo poderoso. Vincenzo e il fido djembe recitano cantano e perfino danzano Majakovskij, un’ora e mezza di versi completamente incredibilmente a memoria; Laura presta insospettata potente voce alla “tragica allegria”, allo sghignazzo, all’utopia civile.
      Sullo schermo, diapositive, immagini da reportage fotografici dell’epoca; e poi musica, energica e severa: bene accompagnerebbe “un film di Ejzenštejn sulla Rivoluzione”, e certo ricrea qui un’innevata Prospettiva Nevskij, pur nella mite marittima sera di mezzo autunno e non con un vento a trenta gradi sotto zero.

       Ma era d’aprile, quando il fragile gigante della rivoluzione si tirò un colpo al cuore nella piccola stanza della komunalka, al numero 15 di vicolo Gendrikov: lasciava l’enorme corpo “steso sul pavimento, le braccia spalancate…” - era alto due metri. “Anche da morto Majakovskij è ingombrante”* - e una lettera scritta due giorni prima: “Non incolpate nessuno della mia morte […] Come si dice – l’incidente è chiuso […] Io e la vita siamo pari […] Buona permanenza al mondo”.

        Il tuo sparo fu simile a un Etna / in un pianoro di codardi e di codarde, scriveva Pasternak per il poeta che solo pochi anni prima aveva pianto Esènin suicida nella solitudine dell’Hotel d’Angleterre.
Quei poeti si dedicavano versi l’un l’altro, ricorda Vincenzo. Avevano la poesia in comune, il battito epico della fede rivoluzionaria, l’inquietudine e il tormento della verità, il dolore per la mortificazione dell’uomo, l’utopia di un società nuova.
     
       Io vedo chiaro / d’una chiarezza allucinante - scrive Majakovskij e  - il vostro trentesimo secolo / sorvolerà lo sciame di  inezie / che dilaniano il cuore. Cent’anni appena dalla Rivoluzione d’Ottobre, e quel breve inizio di secolo appare oggi una distanza siderale. Forse allora una cometa passò sull’umanità e ne fiorirono quegli slanci e quelle menti, le passioni civili e politiche, le arti immense e le invenzioni e il genio, le scoperte epocali, i futurismi, l’accelerazione prodigiosa che in ogni campo mostrò la scintilla divina nell’umano.
       Poesia, musica, arte, architettura, scienza si diedero convegno in quella manciata d’anni, come gli artisti nel caffè parigino del geniale nostalgico Midnigth in Paris di Woody Allen.
Poi il secolo divenne “breve” e trascolorò in un opaco oggi senza bluse gialle, senza una Prospettiva Nevskij dove incontrare per caso Igor Stravinskij.

      “Tempi di leggenda” furono i giorni incandescenti dell’Ottobre, la parabola densa che convogliava inquietudini ed esasperazioni in una fiducia esplosiva e nuova, disegnava l’uomo tutto intero, indicava il punto d’appoggio per l’avvenire.
       Ci furono tempi di leggenda / ma sono passati: non ci sono resurrezioni (Resuscitami, / voglio la vita non vissuta!), e l’uomo che “con la sua infinita angoscia e l’infinita volontà di bene” si muove nella poesia di Majakovskij, in questo nostro presente mostra i denti “solo per stridere e addentare”

      Appena cent’anni dopo - nel ventunesimo e non “nel vostro trentesimo secolo”! - non più futurismo ma neppure futuro: siamo feroci ma non rivoluzionari, accomodati ma non emozionati, il nostro orecchio è coperto di grasso e la bellezza riunisce in un teatro una ventina di spettatori, sempre gli stessi.
       Eppure di Majakovskij c’è più che mai bisogno, nel nostro deserto di anestetizzata opulenza e di sazi orizzonti, di mediocrità intellettuale e burocratica cultura, di soffocante ottusità politica: c’è bisogno della sua ardente poesia, dell’ispirazione satirica, grottesca, lirica, epica, dell’implacabile umore critico, di quell’ansia di vita che fu senso incombente di morte. Ma – scrisse di lui Marina Cvetaeva – “col suo passo veloce è arrivato lontano, molto lontano dal nostro tempo, e da qualche parte, dietro l’angolo, gli toccherà aspettarci ancora a lungo”.



E il mio maestro m’insegnò com’è difficile trovare
l’alba dentro l’imbrunire.
                                  (F. Battiato, Prospettiva Nevskij)


  *Serena Vitale, Il defunto odiava i pettegolezzi, Adelphi, 2015


 Sara Di Giuseppe                           faxivostri.wordpress.com     letteraturamagazine.org        




venerdì 27 ottobre 2017

PD, Si avvicina un’altra scissione? Ma renzie se ne frega e si prepara all’accordo post elettorale con il berlusca

Dopo la mossa del presidente del Senato, Grasso, che abbandona la barca che affonda, in seguito ai malumori per la nuova legge elettorale porcata targata renzie/berlusconi, sempre più aumenta la maretta in casa PD. Fischia il vento e soffia la bufera dalle parti di Franceschini e Orlando. Per non parlare della vecchia roccia viterbese, Sposetti, tesoriere del vecchio PCI/PDS (che mai ha mollato il malloppo al renzie). Pure Romano Prodi si è scansato dal belloccio di Rignano che con il treno de-luxe in viaggio per l’Italia riceve più fischi di quanti ne emetta la sua locomotiva. Una campagna elettorale a suon di rampogna.
Renzie non è stato capace di uscire dal ruolo di “rottamatore” ed il mettersi contro il governo Gentiloni lo qualifica come opportunista e fanatico, pronto a scalzare l’amico per occupargli la poltrona, d’altronde fece la stessa cosa con Letta.
Per questo anche Veltroni, che alcuni giorni fa dava buoni consigli e pacche sulle spalle al picciotto fiorentino, vista la malaparata si è previdentemente defilato per non risultare coinvolto nella sceneggiata.
Tutti sono in attesa della debacle annunciata delle prossime regionali siciliane, ma ormai la frittata è fatta! Renzie, astutamente, come è proprio di un ex dc andreottiano, si è aggiudicato tutti i posti di comando all’interno del PD e con il Rosatellum avrà lui le carte in mano per candidare solo i suoi compari. I mugugnatori saranno esclusi, al massimo potranno fare un’altra scissione…
Le cose a vederle con occhi distaccati sono ben chiare, renzie si prepara a riformattare il PD in chiave centrista in modo da poterlo tranquillamente traghettare nei lidi di Arcore.
Il Rosatellum non consentirà altro governo se non l’alleanza renzie/berlusca. Per questo molti “democratici” all’interno del PD hanno subodorato il progetto e sono pronti a lasciare il Partito, che fu di sinistra, all’ALA di Verdini ed ai “responsabili” di Alfano. Per il momento si tratta ancora di indiscrezioni, ma ben presto il rumor potrebbe diventare un fatto concreto destinato a stravolgere profondamente il quadro politico. Questa volta la minoranza dem sembra voler fare sul serio…
“Non è mai troppo tardi”…, recitava un vecchio programma televisivo per promuovere l’istruzione nelle classi povere ed illetterate, ma stavolta potrebbe esserlo!
Paolo D’Arpini
 

giovedì 26 ottobre 2017

Ritratti alla Dorian Gray dei destrieri italici: Berlusconi. Salvini e Meloni

I principali protagonisti del centrodestra in Italia sono: Berlusconi Salvini e la Meloni. Vediamo allora chi sono  costoro:



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BERLUSCONI SILVIO:

Iscritto alla loggia massonica P2 (tessera 1816, codice E.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625, data di affiliazione 26 gennaio 1978.) coinvolta in diversi illeciti amministrativi e penali. Accusato di corruzione sul lodo Mondadori; Caso All Iberian:
1,23 miliardi di lire in tangenti al PSI di Craxi;
Caso Lentini: falso in bilancio;
Caso All Iberian 2 = assolto poiché il reato non fu più previsto dalla legge in seguito alle riforme del secondo governo Berlusconi; Consolidato Finivest;
Spartizione pubblicitaria Rai - Finivest;
Falso in bilancio,
FRODE fiscale,
appropriazione indebita sui DIRITTI TELEVISIVI;
Mazzette a David Mills,
CORRUZIONE GIUDIZIARIA;
Falsa testimonianza sul caso P2;
Indagato come MANDANTE insieme a Dell'Utri delle stragi del 1992/1993 contro Maurizio Costanzo, PAOLO BORSELLINO e GIOVANNI FALCONE;
Diffamazione aggravata dall'uso del mezzo televisivo;
Per avviare la sua attività imprenditoriale nel 1961 nel campo dell'edilizia Berlusconi ottenne una fideiussione dalla Banca Rasini, indicata daMichele Sindona e in diversi documenti della magistratura come la principale banca usata dalla mafia al nord per il riciclo di denaro sporco e fra i cui clienti si potevano elencare Totò RiinaBernardo Provenzano e Pippo Calò[30]. Nella società fondata da lui e Pietro Canali impegnò 10 milioni di lire che anni dopo sosterrà fossero suoi risparmi guadagnati con la sua attività di intrattenitore e venditore di elettrodomestici
Amico fraterno, MAI rinnegato di Marcello Dell’Utri condannato in via definitiva per mafia che fu uno dei fondatori di Forza Italia
Ha ospitato ad Arcore un mafioso pluriomicida.
E’ stato protagonista di numerosi scandali a luci rosse ( vedi Olgettine )
Durante i suoi governi ha fatto approvare numerose leggi “ad personam” sia per trarne vantaggi economici che per evitare la galera per reati da lui commessi
Ha privatizzato l’acqua pubblica.
E si potrebbe continuare….



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SALVINI MATTEO:

Politicamente viene dal PCI di cui fu, da giovane un convinto attivista nel gruppo del Leoncavallo, famoso per le sue aggressioni con le chiavi inglesi.
Non capisce l’internazionalismo insito nel comunismo e per tale motivo fonda l’associazione dei “Comunisti padani” fulgido esempio di scarsità intellettuale e di impreparazione politica.
I suoi studi passano dalla facoltà di Scienze politiche a quella (difficilissima) di Scienze storiche, ma nemmeno qui riesce a prendere la laurea dimostrando in concreto la levatura delle sue capacità intellettuali.
Per anni fa il portaborse di Bossi, anche quando questi rubava i soldi della lega o faceva fare il dirigente politico a quel genio del “Trota” ed il “Non saperlo” sarebbe stato da cretino mentre “il saperlo senza reagire” sarebbe stato da disonesto.
Accetta passivamente l’alleanza con il pluri pregiudicato Silvio Berlusconi e sta al governo assieme a lui avallando le tante leggi “ad personam” che hanno salvato il Cavaliere dalla galera ed oggi progetta una alleanza elettorale con Berlusconi al quale vorrebbe però sottrarre il comando della stessa.
Dopo avere per anni denigrato e maledetto il sud Italia e tacciato i “Terroni” dei peggiori insulti diffamatori, oggi , approfittando del fatto che i cretini sono egualmente sparsi in tutto il territorio nazionale, sta diffondendo il verbo leghista, opportunamente mondato dall’anti meridionalismo, nelle regioni del centro sud, sebbene con scarso successo dato che un poco di memoria anche i “terroni” ce l’hanno..!
Recentemente, con una giravolta da acrobata circense rispetto ai sui trascorsi comunisti, si schiera in fraterna alleanza con Marie Le Pen della estrema destra Francese.
Come si vede dai FATTI Matteo Salvini è una girandola senza scrupoli e senza la minima coerenza che corre dietro ad ogni circostanza che gli dia una opportunità di successo, fregandosene dei principi, delle idee, della coerenza e dell’onestà intellettuale..!
Tuttavia riesce a galleggiare nel mare politico perché, come dice il proverbio “ la mamma dei leghisti è sempre incinta“…!




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MELONI GIORGIA:
Negli incontri televisivi e nelle interviste si spaccia per quella che è coerente, fedele e priva di interessi, quella che aderisce alla politica solamente per “Motivi etici”, per quella che non rinuncia alle proprie convinzioni per fare carriera.
Nella vita pratica NON è proprio così…come dimostra un suo breve curriculum..
Entra in politica iscrivendosi al Fronte della Gioventù, il movimento giovanile del MSI che, come tutti sanno era un partito neofascista che si ispirava in modo particolare al Fascismo della R.S.I.
Dopo il congresso di Fiuggi, quando Fini  abiura le sue precedenti convinzioni e dichiara essere l’antifascismo uno dei suoi valori ispiratori, essa lo segue senza traumi psicologici né tentennamenti ideologici con una bella giravolta di 360° pur di conservare la sua posizione e le sue prospettive di carriera politica.
Si allea e sostiene il PDL del pregiudicato per reati comuni Silvio Berlusconi e diventa ministro per la gioventù nel suo governo.
Abbandona AN, dove le prospettive erano scarse ed entra nel PDL dove però la concorrenza è fortissima  e la lotta per i primi posti è al coltello.
Per questi motivi, con la scusa che Berlusconi rifiutava di fare le primarie (ma quando mai Berlusconi aveva programmato le primarie..!) esce dal PDL e fonda un suo partito denominato Fratelli d’Italia  che però resta saggiamente alleato del PDL..!
Se questa è coerenza, etica e politica come missione allora “Cicciolina” è una pudica verginella!

Vi piacciono questi individui ?! Se li voterete sappiate a chi affiderete la guida della nazione e poi non venite a lamentarvi se vi doveste trovare in brache di tela!

Alessandro Mezzano

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Canzoncina in sintonia:   
https://www.youtube.com/watch?v=uwyAuaHg1QE

mercoledì 25 ottobre 2017

La frantumazione degli stati non aiuta la democrazia - Ultima ratio per l'auto-determinazione e per l'autonomia amministrativa è il bioregionalismo


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Il tentativo di  frantumare gli stati  in sub-entità territoriali etniche culturali, come pare stia avvenendo oggi in varie parti d'Europa (Italia compresa), è un modo malsano di affermare la propria autonomia. Infatti non è suddividendo in piccoli "regni" la comunità Europea che si può raggiungere un miglioramento nella gestione della cosa pubblica, poiché se la gestione nazionale e sovranazionale pecca di inefficienza e di immoralità  gli stessi difetti saranno presenti in una amministrazione regionale. Anzi una amministrazione regionale corrotta può procurare ancora più danni alla comunità, con l'ampliamento dei ruoli di governo e la moltiplicazione delle clientele.  

In  verità nell'ottica bioregionale della gestione collettiva della Comunità Europea dovrebbe prevalere l'identità e l'autonomia ristretta ai comuni ed alle province (in qualità di ambiti bioregionali omogenei) e le attuali regioni dovrebbero scomparire (vedi: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/10/08/paolo-darpini-%E2%80%9Cil-vero-federalismo-e-solo-bioregionale-no-alle-regioni-carrozzoni-si-alle-province-espressione-della-comunita-locale-%E2%80%9D/

Ma nella UE  molte cose dovrebbero cambiare, a partire dalla costituzione europea che oggi è centrata solo sul controllo finanziario economico  esercitato dalla BCE, unitamente al potere gestionale delle Commissioni che decidono il bello ed il cattivo tempo, mentre il parlamento europeo è un semplice organo notarile di conferma delle norme decise dalle Commissioni e dalla BCE.    

Ma cerchiamo di andare per gradi e analizziamo la situazione italiana...

L'Italia arranca.  La crisi sociale  ed economica è causa di incertezza sul futuro,  le soluzioni governative sono “demenziali” e l'opposizione non ha migliori idee. Ad esempio con la riforma del lavoro "Jobs Act"   è aumentata la precarietà, un giovane su cinque non ci prova nemmeno a cercare lavoro... e gli altri 4 comunque non lo trovano, se non sottopagati ad ore, in squallidi callcenter o come attendenti dei potenti. 

Possibile che dobbiamo dichiarare forfait senza nemmeno tentare di salvare la società umana  dalle bassezze e stupidità in cui è precipitata? Possibile dunque che dobbiamo rassegnarci a diventare topi o scarafaggi sperando che in quella forma l'intelligenza trovi maggiori possibilità di sviluppo?  

Allora in difesa della specie umana compiamo uno sforzo, partendo dalla consapevolezza personale di ognuno ed è giusto che ognuno operi nel proprio ambito e nella propria comunità (dice bene il proverbio "ognuno per sé e Dio per tutti),  infatti se ognuno risolve i problemi interni del proprio Paese non serviranno più banchieri e finanzieri internazionali né gendarmi del mondo che vengano a "salvarci" (a spese nostre).

Perciò vediamo quali potrebbero essere le soluzioni. 

Mai, come in questo momento si può constatare, senza ombra di smentita, che l’Italia sta trasformandosi in una repubblica fondata sul "capitalismo selvaggio".  Poche famiglie e loro gestori,  sono in possesso del 50% del patrimonio nazionale e costoro sono sostenuti dal consenso elettorale di servitorelli rappresentanti circa il 30% dell’elettorato  (trattasi di tutti coloro che vivono nel e del sistema).

Questo capitalismo selvaggio sta cancellando la definizione costituzionale di repubblica democratica fondata sul lavoro. Ed è incontestabile che quasi tutti i politici ed i parlamentari nostrani, nominati ma non eletti, di destra e di sinistra, non intendono farsi rottamare e quindi rinunciare ad una poltrona di scandalosi privilegi finanziati dal 70% di contribuenti/consumatori/elettori/lavoratori che ne pagano le spese (e che oggi apprendiamo dovranno lavorare sino a 67 anni, perché -dicono all'Istat- la durata della vita si è allungata... ma evidentemente non vengono considerati i suicidi e le morti per cancro).
  
Dunque, ultima ratio, se quel 70% di cittadini, indipendentemente dalla posizione politica o ruolo rivestito nella società, intende risolvere i propri problemi, non si faccia più plagiare dal 30% di succhiatori di sangue e, attraverso la  disubbidienza civile ed  il rifiuto dell'oppressione burocratica, si auto-organizzi in una  forza laica  per la  riconversione ecologica di tutta l'economia e tecnologia. 

Il governo deve essere composto da rappresentanti del popolo tecnicamente qualificati che si impegnino a lavorare gratuitamente per il Paese.

Qualcuno potrebbe chiedersi: "Come potrà avviarsi questo progetto di riconversione sociale? Chi inizierà questo processo?".  

Una sola riposta è possibile: "Occorre sviluppare una capacità di determinazione, o intento, che possa influire sulla psiche collettiva fino al punto che spontaneamente il processo prende l'avvio da sé..."



Paolo D'Arpini


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P.S. Consiglio la lettura di Post Utopie su Vorrei.org: 

"Una società è l’organismo; i suoi membri costituenti sono gli arti che svolgono le sue funzioni. Un membro prospera quando è leale nel servizio alla società come un organo ben coordinato funziona nell’organismo.    Mentre sta fedelmente servendo la comunità, in pensieri, parole ed opere, un membro di essa dovrebbe promuoverne la causa presso gli altri membri della comunità, rendendoli coscienti ed  inducendoli ad essere fedeli alla società, come forma di progresso per quest’ultima." (Ramana Maharshi) 

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martedì 24 ottobre 2017

Tranquilli! I grandi impianti di combustione continueranno a funzionare con le migliori tecniche disponibili


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Nel mese di agosto 2017 la Commissione europea ha pubblicato le nuove BAT (migliori tecniche disponibili) relative ai grandi impianti di combustione, prodotte dal Centro comune di ricerca (Joint Research Centre, JRC). I nuovi standard sono stati sviluppati attraverso un processo inclusivo e trasparente, durato 5 anni, che ha coinvolto Stati membri, industria e ONG ambientali: 290 gli esperti che sono stati consultati sulla questione.

Il documento riguarda gli impianti di combustione con una potenza termica pari o superiore ai 50 MW, quali, ad esempio, le centrali elettriche e quelle di teleriscaldamento ma anche le acciaierie, i frantoi o l'industria chimica.

Sulla base dei dati del 2013, tali impianti emettono il 46% di biossido di zolfo, il 18% di ossidi di azoto e il 39% di mercurio in tutta l'UE. Le BAT adottate mirano dunque a ridurre ulteriormente le emissioniinquinanti e – di conseguenza - a ridurre gli impatti sulla salute dei cittadini europei.

Le BAT fissano, per la prima volta a livello comunitario, limiti per le emissioni in aria di mercurio, acido cloridrico e acido fluoridrico provenienti dalla combustione di combustibili solidi negli impianti sopracitati. Inoltre rendono più severi i limiti di emissione esistenti per alcuni inquinanti, compresi biossido di zolfo e ossidi di azoto.

Il provvedimento interessa in tutto 3.500 impianti europei (indipendentemente dal combustibile impiegato) per i quali, entro 4 anni, le autorità nazionali devono garantire il riesame delle autorizzazioni, affinché entro la metà del 2021 siano soddisfatti standard più rigorosi.

I combustibili considerati sono solidi (carbone, lignite), liquidi (olio combustibile pesante e gasolio) e/o gassosi; tra i rifiuti non sono da considerarsi i rifiuti urbani misti.

Oltre all'aggiornamento dei limiti di emissione per gli stabilimenti sopramenzionati, il documento introduce nuovi limiti di emissione per grandi motori stazionari a combustibile liquido e per turbine a gas operanti su piattaforme offshore.

Oltre alle norme per le emissioni in aria, le BAT includono anche altre questioni ambientali come le emissioni in acqua e l'efficienza energetica; inoltre si occupano non solo dei livelli di emissione ma anche degli standard per la tecnologia utilizzata e le modalità di progettazione, costruzione, gestione, dismissione dell’installazione.

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(Fonte: Arpat)

lunedì 23 ottobre 2017

Freccia rossa od ombre rosse? - Il viaggio in treno di "renzie ball" e gli indiani metropolitani del 3° millennio ed oltre

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...il valore della vita è stato completamente svuotato… 
Oggi nei pressi della stazione Termini di Roma, mentre pensavo, stimolato dal luogo, al treno di Renzie che, per la modica spesa di 400 mila euro,  sfeccia da una stazione all’altra d’Italia, ricevendo accoglienze al limite del linciaggio, (rigorosamente occultate – ovviamente - dal servizio pubblico televisivo e da gran parte dei media), ne ho avuto la prova: ho conosciuto (nulla a che vedere con i fricchettoni milanesi di parco Lambro, degli anni 70) due


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con i quali non è mancato un breve ma intenso scambio di idee!

Nulla di nuovo, sotto il sole della capitale, se uno pensa alle miserie di Roma, ereditate dalla attuale giunta municipale! Ma come si fa, però, davanti a certe cose, a non porsi domande e a gridare la propria rabbia civile, come fa, trattenendo l’impeto a fatica, Claudio Messora!

Come possiamo far finta di non vedere e passare oltre, senza pensare?
Come possiamo non interrogarci e dire a noi stessi che ci sarà qualcun altro ad occuparsene!
Come possiamo non inorridire di fronte a un quadro così drammatico di degenerazione sociale che, prima ancora che dei poveri derelitti, riguarda noi stessi!!
  
Quei due poveri Cristi che ho incontrato oggi, abbandonati sui cartoni-giaciglio di via Marsala, dove andranno a dormire stanotte, che mangeranno domani? Che futuro li aspetta, con alle spalle un passato di sfruttamenti a Bovalino e furti dei documenti nelle notti all’addiaccio a Roma, passando chissà per quali altre sventure a Salerno!!

Ha straragione Claudio Messora! Come possiamo esserci assuefatti a tanta vergogna!? E una volta per tutte, senza girarci troppo attorno: chi l’ha permessa e, soprattutto, chi l’ha voluta!!! Perché è fin troppo evidente: di fronte a tanto inumano degrado, se c’è incapacità nel gestire tutto questo da parte di chi ne ha responsabilità, il sospetto, ma ormai la certezza, che ci sia ancor più del dolo è tutt’altro che infondato!.

Quando Messora parla delle vessazioni a carico delle lavoratrici all’Outlet Mc Arthur Glen di Castel Romano, parla, essenzialmente, delle conseguenze di una forzata desovranizzazione del nostro Paese, che, a sua volta, perché possa andare compiutamente a buon fine, è fondata sulla iniezione, nel tessuto della nostra società civile, di materiale umano “schiavisticamente” adattabile alla nuova disciplina del lavoro, instaurata contrariamente e a danno dei nostri principi costituzionali fondanti.

Di questo si tratta! Perché è da questo e solo da questo che discende tanto scempio: i negri di ieri, quelli d’America, vennero importati in catene, con efferata disumanità, per fini strettamente schiavistici! I negri di oggi, quelli d’Europa, opportunamente mescolati a gente che scappa da guerre e miserie di schiavitù e tirannie, sono stati e continuano ad essere importati per scopi di destabilizzazione.

Questo è sempre più evidente, ma nessuno lo dice!!

E ha ragione Claudio Messora a interrogarsi e a interrogarci: “E’ questo il progresso che volevamo? Questa è la libertà che desideravamo? Essere liberi di scegliere se farci sfruttare come africani nelle piantagioni di cotone dei secoli scorsi, oppure restare senza lavoro e senza il latte per i nostri figli? E tutto per cosa?” ….. per mandare Renzi in giro per il mondo con uno stramilionariamente inutile aereo di stato e in giro per l’Italia sul nipponico FECCIAROSSA ?

Adriano Colafrancesco - www.adriacola.altervista.com

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.....abbiamo bisogno di  energie fresche