sabato 31 gennaio 2015

Da Craxi a Mattarella... la vita è bella - NIHIL SUB SOLI NOVIS



...A quel tempo c'era Craxi Primo Ministro, accadde la faccenda di Sigonella. Craxi, per tener fede ad un accordo, impedì che i nord americani si impadronissero di un terrorista mussulmano, nelle nostre mani. Quando l’aereo col terrorista a bordo atterrò all’aeroporto siciliano, i soldati USA circondarono l’aeromobile, difeso da una ventina di reclute dell’Aviazione, pallidi ed impauriti. Craxi mandò immediatamente i Carabinieri d’Italia a circondare gli americani. E coi Carabinieri d’Italia è meglio non scherzare. E non si passa. Gli yankee tornarono immediatamente ….democratici. “Abbiamo scherzato” dissero. E si ritirarono con la coda fra le gambe.

Per ritorsione poi utilizzarono un Pubblico Ministero pavone e narciso, e nacque la stagione cosiddetta di “mani pulite”. Grossa bufala che adombrò, nella servile pratica italiota, uno scontro fra bande rivali, ove politica, interessi nazionali, afflato rinnovatore e sviluppo della vita sociale erano presenti come i neuroni nei cervelli della casta: assenza assoluta.

Mani pulite” finse di azzerare sia la DC, che il PSI, al governo. Impresa non difficile, visto che gli occupanti abusivi del potere quotidianamente intrallazzavano, rubavano, corrompevano, spogliavano…. Vero e genuino esempio di democrazia. Il PCI fu, stranamente, escluso dall’inchiesta o colpito marginalmente. I giudici “democratici” attesero tre anni, ad esempio, prima di guardare con distratta attenzione, alle Coop Rosse. Tutto il tempo necessario sostituire i responsabili, a sistemare le carte, e a fingersi innocenti chierichetti. E’ ben vero che il compagno “G” fu beccato con le mani nella marmellata di guano, ma fu un…. errore di percorso di Magistratura Democratica, che non può essere libera (neppure lei!) di fronte all’evidenza.

Nel frattempo la vita politica dello Stivale ha visto la propria fine: ideologie spazzate dalla caduta del Muro, proposte politiche assenti come i neuroni di cui sopra, peso di quella che fu la quinta potenza economica del mondo azzerata dal servaggio sociale, finanziario, di prestigio, di credibilità.

Svenduta e stuprata, l’Italia vede oggi i due Partiti, DC e PCI, cacciati a pedate dalla porta elettorale, rientrare dalla finestra “genziana”.

Il "catto-comunista" fiorentino, presentatosi come “il nuovo che avanza”, è riuscito, ubbidiente, a far risorgere il binomio DC-PCI. Sotto altri nomi, con altre sigle. Ma nella sostanza vi è una identità, una sovrapposizione totale, al cento per cento.
L’apoteosi della restaurazione sta nella elezione di Mattarella alla Presidenza della Repubblica. Ci ritroveremo con un Democristiano, redattore dell’atto costitutivo del P.D. (cioè del Partito del Denaro), con un viso che è la reclame della tristezza, a fare da passacarte dell’ubbidiente Renzi, che si crede un politico solo perché gli permettono di ottemperare ai voleri dei poteri forti, in primis la Goldman Sachs.

Nulla di nuovo sotto il sole.

Tomasi di Lampedusa, se la riderà, soddisfatto, vedendo incarnata la sua predizione: “fingere di cambiare tutto, per non cambiare nulla”.
Fino a che…,  vennero (o verranno) i giorni della merla.


Fabrizio Belloni

venerdì 30 gennaio 2015

Ungheria contro CIA e "demonio-crazia" ueista




L’Ungheria ha firmato un accordo dal credito di 10 miliardi di euro
con la Russia per un potenziamento di Paks. Per la restituzione del
prestito è stato stabilito un periodo di 21 anni. Dall’inizio
l’Ungheria prese una posizione molto cauta riguardo alle sanzioni
contro la Russia imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea.
Secondo Orban, l’Europa «si è tirata la zappa sui piedi da sola» con
le misure punitive. Il primo ministro ungherese ha appoggiato il South
Stream. Ha espresso il suo pentimento riguardo al fatto che il
progetto di conduttura del gas sia diventato preda dei meccanismi
geopolitici in atto. Ha criticato duramente l’Ue: ad esempio, ha
affermato che «il progetto che chiamiamo Unione Europea è in fase di
stallo». Da fedele cattolico e padre di cinque figli, rifiuta la
libertà di rapporti sessuali non tradizionali diffusi in Europa e si
dichiara a favore dei valori della famiglia tradizionale.

Gli Stati Uniti non ci hanno messo tanto a rispondere. Il senatore
John McCain ha detto che l’Ungheria è un «paese importante», in cui
Orban ha concentrato troppo potere nelle sue mani. Successivamente, a
sei individui ungheresi presumibilmente coinvolti nella corruzione e
vicini al primo ministro, è stato vietato di entrare negli Stati
Uniti. La riconciliazione di Budapest con Pechino ha causato una
reazione negativa da parte di Washington. L’Ungheria è una zona
strategica per la collaborazione tra Cina ed Europa, affermò il
ministro degli esteri cinese Wang Yi quando incontrò la controparte
ungherese Peter Szijjàrtò in ottobre. Budapest è la zona del
CentroEuropa più interessata dagli investimenti cinesi (attorno ai 4
miliardi di dollari). Il ministro degli esteri della Cina pose
particolare attenzione sul fatto che il legame di Orban con l’Est
corrisponde perfettamente alla diplomazia cinese “New Silk Road”. Il
ricavo derivato dal commercio tra Cina e Ungheria è aumentato di 6
volte. Washington ha quindi deciso che Budapest stava andando fuori
controllo e non stava rispettando le regole stabilite per i membri
della comunità euro-atlantica.

I leader del movimento di opposizione al governo hanno affidato le
loro speranze a Gyurcsàny Ferenc, il leader della cosiddetta
Coalizione Democratica, che non ha mai cercato di rovesciare l’attuale
governo: «Se questo regime non viene rovesciato, prima o poi ci
seppellirà con sé», ha affermato. «La democrazia parlamentare
ungherese è morta, tutto ciò che ci rimane è democrazia e resistenza
diretta», disse alla festa post-conferenza tenutasi a Budapest a
novembre. L’incaricato d’affari statunitense in Ungheria, Andrè
Goodfriend, fu visto tra i rivoltosi. Quando gli fu chiesto un parere
riguardo ai 6 ungheresi a cui fu vietato di entrare negli Stati Uniti,
rispose che troppe persone appartenenti al partito di Orban erano
coinvolte nella corruzione. Secondo lui, questo avvenimento ha avuto
un impatto del tutto negativo sulle relazioni tra Stati Uniti e
Ungheria. Gli organi di stampa occidentali affermano apertamente che
l’Ungheria potrebbe seguire l’Ucraina e affrontare un cambio di regime
vista la propensione di Orban in senso dittatoriale, vedendo abusi di
potere diventare una moda allarmante.

La Germania aspira a una supremazia regionale nell’Europa centrale e
orientale. Quando si tratta dell’Ungheria, infatti, la Germania gioca
a tutt’un altro gioco. Forse la visita di Angela Merkel in Ungheria il
1° febbraio diventerà un passo in più per realizzare quel tipo
dipolitica. La dottrina dell’Atlantismo che prevale negli Stati Uniti
e in Europa ha fatto in modo che i paesi dell’Europa centro-orientale
– Ungheria, Repubblica Ceca, Bulgaria, Serbia, Slovacchia – stessero
lontani dalla cooperazione dell’Eurasia, nonostante la convenienza
fosse più che ovvia. Questi Stati devono allineare le loro attività
all’obiettivo di dominio statunitense in Europa. La “Transatlantic
Trade and Investment Partnership” (Ttip) è il nuovo strumento per fare
in modo che la missione vada a buon fine. L’Ungheria sta per assistere
a drammatici eventi, che potrebbero prendere il sopravvento. Né la
Nato e né i membri dell’Ue garantiscono agli Stati europei che non ci
saranno attentati mirati a rovesciare il governo, in caso vadano oltre
i limiti stabiliti per l’indipendenza politica.

Vladislav Gulevic,   “Strategic Culture”




Fonte secondaria:  “Come Don Chisciotte”

giovedì 29 gennaio 2015

...lo stupro democratico... del PD



Il silenzio assordante del Partito Democratico di fronte alla pubblica drammatica denuncia di Sergio Cofferati di infiltrazioni fascio-mafiose nella sinistra italiana - documentata dalle cronache delle primarie liguri e confermata da quelle delle ultime ore dall’Emila Romagna - fa il paio con la impudica resurrezione del più inquietante personaggio della storia politica del Paese, a cura del Partito Democratico stesso.

Prendono per il Cuperlo, balbettando qua e là ipocriti disappunti, anziché reagire come il momento richiederebbe, di fronte ad un attacco senza precedenti e di spudorata evidenza ai fondamentali della Costituzione Repubblicana.

Il Senato ha approvato un testo della legge elettorale che neppure i senatori conoscono, con modifiche non passate attraverso il dibattito in commissione e poi in aula. Stupro delle più elementari regole, possibile solo in virtù di una vergognosa - e mai voluta dai cittadini - maggioranza di governo, formata per via extraparlamentare, dentro la quale ribollono i liquami di interessi illegali, in quanto tali inconfessabili.

Con l’uso allarmistico e al tempo stesso incompleto dell’informazione del

Triggitris

cercano di depistare l’attenzione dell’opinione pubblica dal più grave delitto di tutti i tempi, consumato a danno del Paese: lo stupro della democrazia, contro il quale serve una forte mobilitazione sociale autentica, per riportare la politica ai cittadini.

Adriano Colafrancesco

mercoledì 28 gennaio 2015

Federal Reserve e BCE: una razza una faccia....

"Le banche si comportano come un ufficio del catasto che vi faccia pagare il certificato di proprietà di casa vostra tanto quanto il valore della casa. E' sorprendente che la maggior parte delle persone creda a ciò che dicono i banchieri. E' invece utile rivedere le interviste rilasciate da Bernard Maris, l'economista francese tragicamente assassinato a Parigi il 7 gennaio 2014.  "Prestano soldi che non hanno", denunciava Godfrey Bloom all'europarlamento. Maris pure lo spiega. Quando la banca  emette denaro, ad esso non corrisponde assolutamente alcun valore in suo possesso. Il valore lo fornisce il cliente. E la banca se ne appropria. Un semplice furto integrale..." (Vincenzo Zamboni)


La più grande guerra del nuovo millennio non si combatte con armi atomiche, missili o carri armati; si combatte con un'arma che ogni giorno ci passa tra le mani e che noi abbiamo assurto a nuovo dio: il denaro. A lui offriamo sacrifici umani, adorandolo nella moderna Matloock che si chiama banca, da cui aristocratici sacerdoti, burocrati e tecnocrati, stabiliscono per noi non più il Paradiso, tanto caro alle antiche religione, ma la lenta e inarrestabile discesa agli inferi.
Questo è l’elenco degli azionisti di Bankitalia, BCE e Federal Reserve.
Questo è l'elenco dei nuovi armamenti con cui si combatte la guerra finanziaria.
AZIONISTI BANKITALIA:
- GRUPPO INTESA 27,2 %
- GRUPPO SAN PAOLO 17,23 %
- GRUPPO CAPITALIA 11,15 %
- GRUPPO UNICREDITO 10,97 %
- ASSICURAZIONI GENERALI 6,33 %
- INPS 5,0 % [da evidenziare questo = quanto CONTA lo Stato italiano nella banca centrale nazionale NDR]
- BANCA CARIGE 3,96 %
- BNL 2,83 %
- MONTE DEI PASCHI DI SIENA 2,50 %
- CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE 1,85 %
- RAS 1,33 %
- GRUPPO LA FONDIARIA 2,0 %
- GRUPPO PREMAFIN 2,0 %
AZIONISTI DELLA BCE BANCA CENTRALE EUROPEA:
Banca Nazionale del Belgio (2,83%)
Banca centrale del Lussemburgo (0,17%)
Banca Nazionale della Danimarca (1,72%)
Banca d’Olanda (4,43%)
Banca Nazionale della Germania (23,40%)
Banca nazionale d’Austria (2,30%)
Banca della Grecia (2,16%)
Banca del Portogallo (2,01%)
Banca della Spagna (8,78%)
Banca di Finlandia (1,43%)
Banca della Francia (16,52%)
Banca Centrale di Svezia (2,66%)
Banca Centrale d’Irlanda (1,03%)
Banca d’Inghilterra (15,98%) (Non ha l’euro) [CONTA PIU’ DI NOI ALL’INTERNO DELL’EURO E NON USA L’EURO…però chi si interess a certi argomenti è COMPLOTTISTA/VISIONARIO/PARANOICO ndr]
Bankitalia (14,57%)

AZIONISTI DELLA FEDERAL RESERVE:
Rothschild Bank di Londra
Kuhn Loeb Bank di New York
Warburg Bank di Amburgo
Israel Moses Seif Banks d’Italia
Rothschild Bank di Berlino
Goldman, Sachs di New York
Lehman Brothers di New York
Warburg Bank di Amsterdam
Lazard Brothers di Parigi
Chase Manhattan Bank di New York
Tutte le banche azioniste della Federal Reserve (banche private) controllano attraverso le loro compartecipazioni tutte le banche centrali dell’Unione Europea (banche private!).
Un esempio:
Goldman Sachs è il maggior azionista di Unicredit, che è a sua volta azionista di Bankitalia che possiede una parte della BCE.
Chi controlla l’emissione del denaro controlla ogni aspetto della vita politica-econimca-sociale delle nazioni.
Non sono i governi democraticamente eletti a governare il mondo: sono le banche. Per questo motivo nessun governo viene ormai più eletto attraverso il voto, ma insediato dalle entità sovranazionali che tutto decidono e tutto gestiscono.
Chi ancora crede che il nemico da annientare siano i politici sta soltanto disperdendo le sue forze contro un nemico fittizio e al contempo lascia che il Vero Potere continui a saccheggiarci indisturbato.
Se non si punta contro il giusto obiettivo non si può fare centro. Ecco perché le cose non cambiano mai.
Significativa la celebre citazione di Amschel Mayer Rothschild (1744 – 1812): «Datemi il controllo della moneta di una nazione e non mi importerà di chi scrive le sue leggi»
E pure questa non è male. Diceva Albert Einstein: "Non so con quali armi si combatterà la terza guerra mondiale, ma la quarta si combatterà con la clava."  Persino il genio creatore della Teoria della relatività non aveva compreso quanto fosse relativo il concetto di "guerra" e quanto subdolo e cinico potesse essere un Potere che voleva mantenersi al potere.

martedì 27 gennaio 2015

"Mors tua vita mea" – L'industria della morte avanza...




Quando una nave perde la sua rotta è possibile che qualunque brezza di
vento e corrente venga accolta come ancora di salvezza. Ma non vale a
nulla sperare in venti, brezze o correnti se qualcuno non ti indica le
coordinate che ti eri prefisse.

Oggi possiamo paragonare questa nave all'intera umanità, soprattutto
quella dei Paesi più industrializzati, e le correnti, le brezze ed i
venti come le opinioni, le idee ed i modi di pensare.

Nel panorama di queste idee, opinioni, ecc. oggi si sta combattendo
una guerra nuova, non convenzionale e non molto chiara e leggibile da
parte dell'Uomo.

Questa guerra si combatte (oltre che nei fronti reali e sanguinosi)
sui campi della diffusione di modelli di sviluppo e sociali che, se
non arginati e sconfitti, potrebbero portare l'intera umanità ad un
sistema di degrado e di caos senza precedenti.

Questi modelli di uno pseudo sviluppo economico e sociale non hanno,
per la prima volta nella storia dell'Uomo, le Religioni o la
Filosofia, ma grandi imperi economici detenuti da società
multinazionali.

Tra queste emergono soprattutto due configurazioni: quelle bancarie e
quelle per la detenzione delle risorse agroalimentari ed energetiche.

In questo articolo mi soffermerò sulle Multinazionali che detengono
oggi il controllo quasi incontrastato (soprattutto dalla Politica) dei
fattori delle produzioni agroalimentari.

Il loro interesse è quello di sostituire ai modelli "produttivi" della
natura una nuova "filosofia" redditizia.
Questa nuova filosofia è fatta da:

• Brevetti e commercializzazione del DNA, delle specie vegetali ed
animali, OGM, sistemi di qualità, procedure standardizzate, ecc.;

• Brevetti e commercializzazione dei Pesticidi (o fitofarmaci),
fertilizzanti e regolatori chimici dei processi agricoli;

• Detenzione dei sistemi di Informazione convenzionali sempre più
soggiogati ed al servizio di questi.


La filosofia schietta di questi potentati è: Incremento dei Ritmi
produttivi per un nuovo ordine ambientale e mondiale.
Come scritto in altri articoli e pubblicazioni la questione è molto
più grave e pericolosa di quanto si possa supporre; si vuole
sostituire il modello (o se preferite la macchina, il motore, il
meccanismo, ecc.) naturale con quello di una cultura riduzionista che
tende a semplificare, in maniera scriteriata, l'ordine, le regole e i
modelli di funzionamento del nostro Pianeta, in cui noi siamo parte
integrante materiale e spirituale.


Nella mia pubblicazione "Dalla materia al Padre" edita da Mario Grispo
Editore – Palermo nel 2003, ho sottolineato come l'inquinamento
materiale e spirituale non siano altro che cose collegate e
relazionate e che tale inquinamento nasce dal cattivo funzionamento di
questa macchina naturale sempre più manomessa da "Progettisti
ignoranti e/o interessati".


Quando osserviamo un'auto che emette eccessivi fumi di scarico diciamo
che il motore di quell'auto funziona male. Allo stesso modo un
Ecosistema (in cui l'uomo è parte integrante) che viene manomesso
perde la sua originaria funzionalità, rendendo di meno ed emettendo
più "fumi di scarico".

Nel settore agricolo, questa manomissione è già di per se umana, ma le
cosiddette Buone Pratiche Agricole (figlie di millenaria storia e
tradizione), possono mitigare notevolmente le manomissioni rendendo
l'ecosistema agricolo molto simile all'Ecosistema Naturale da cui è
stato ricavato e sottratto.
Ecosistema che è la risultante e la sommatoria di milioni di processi
chimici, biochimici, fisici, relazioni, funzioni, scambi,
interrelazioni, ecc. ed in cui il raggiungimento dell'equilibrio si ha
con un particolare ritmo (Bioritmi) e ad un particolare livello
energetico, che è, per quella determinata cellula territoriale,
l'optimum (quel Climax che in ecologia è lo stadio finale del processo
evolutivo di un ecosistema che denota il massimo grado di equilibrio).

In tale contesto il soccorso a modelli alternativi, forzature, aumenti
indiscriminati della produttività, specie non presenti o non idonee,
regolatori di crescita, fertilizzanti e pesticidi vari è quanto di più
scorretto ed erroneo, scientificamente e tecnicamente, nei riguardi di
un Sistema che ha le sue regole ed i suoi ritmi.

Per chi si intende di motori a combustione interna, avrà sentito
parlare della coppia**, nella quale, oltre un determinato regime (o
numero di giri), il rendimento decresce a discapito anche della buona
funzionalità del motore; come nel motore a scoppio l'aumento dei
"giri" dei sistemi agricoli genera perdite di potenza,
malfunzionamenti, inquinamenti e cattive qualità.

Tali caratteristiche, generano nell'Uomo che si alimenta dei nuovi
alimenti, così "caratterizzati", aritmie biologiche e spirituali,
conducendolo verso modelli sociali inquinati (il famoso detto: Noi
siamo ciò che mangiamo, ha più valore biologico e spirituale di quello
che possiamo credere) e conducendo pertanto l'umanità ad una
pericolosa deriva.

Non mi pare nemmeno opportuno sottolineare oltre, in questo
contributo, l'effetto dei pesticidi e di questi metodi "alternativi"
sulla salute umana ed ecologica.

Il titolo di questo articolo: L'Industria della Morte - Fuori dai
Ritmi della Natura, ci fa comprendere come l'unico brevetto che oggi
possiamo amare e sostenere, quello della natura, ed in cui l'uomo è
veramente libero, si vuole sostituire con brevetti artati,
controllati, dominanti e nemici dell'Uomo e del Pianeta che abita.
Chiunque vuole creare e detenere diritti che appartengono all'Umanità
(come l'aria o l'acqua) arrogandosi modelli alternativi va catalogato
come atto di reato e le azioni derivanti da questi quali crimini
contro l'Umanità.

Se non aggiorniamo il Diritto Umano rischiamo di far passare come
benefattori proprio coloro che stanno uccidendo l'Uomo, attraverso una
guerra così raffinata da non farsi riconoscere.
E per aggiornare il Diritto Umano dobbiamo librarci verso livelli
superiori della Coscienza, gli unici che ci permettano di vincere
questa guerra.

Guido Bissanti


(Fonte: http://www.ecosostenibile.org/industria.html)

lunedì 26 gennaio 2015

La propaganda del terrore... a chi giova?



E' a suo modo interessante il fatto che i mass media di regime insistano ossessivamente a presentare fotografie e filmati di omicidi attribuiti una volta ad Isis e una volta ad Al Quaeda, dal momento che entrambe le formazioni militari sono, come loro origine, filiazioni statunitensi, essendo state costituite, finanziate, organizzate e armate una (Isis) dal senatore McCain nell'ambito del piano "Grande Medio oriente" di George Bush, l'altra (AL Quaeda) dalla Cia ai tempi della presenza sovietica in Afghanistan.

"Poi ci sono scappati di mano" il miserabile ma vano tentativo di spiegazione di Hillary Clinton, il che equivale a dire "Abbiamo acceso la miccia e la bomba ci è rotolata da un'altra parte, che distratti che siamo, siate buoni e sopportateci.


Siamo buoni e non sopportiamo (altrimenti saremmo cattivi).


Da tutto ciò si deduce inevitabilmente che se deve esserci una "Lotta contro il terrorismo" bisogna che si svolga per la eliminazione delle centrali del terrore internazionale, come la Casa Bianca rossa di sangue, Cia, Pentagono, e governi alleati complici.


Diversamente, se tale lotta civile non verrà condotta, il "terrore" proseguirà, per il semplice fatto di essere stato costruito, organizzato e alimentato.
Considerando che ogni opera umana è una costruzione artificiale, ed ogni costruito può essere decostruito, è necessario lavorare alla decostruzione della violenza terrorista di stato.


Un lavoro probabilmente lungo, ma necessario ed utile, allo scopo di dirigersi dalla barbarie organizzata verso la civiltà.


Non abbiamo alternativa: i governi delle macchine stato hanno le mani sistematicamente bagnate di sangue, sicchè bisogna smontare le macchine di morte istituzionali, se non vogliamo che continuino ad uccidere.


E si tratta di un compito primariamente filosofico, che implica un cambiamento di pensiero, dal momento che accettando le stesse idee di ieri otterremo la replica delle stesse azioni e stessi risultati di ieri.


Che sono, appunto, quelli qui sopra descritti.


Naturalmente, è pure lecito ed utile chiedersi, con spirito indagatore, "Ma perché lo fanno?".


Della risposta fa parte una considerazione semplice e disarmante: la politica monopolistica (anche se si tratta di una falso monopolio, di natura illusoria) della moneta debito, proprietà non convertibile dell'emittente (Fed, Bce) è uno squallido raggiro fraudolento che generando un falso debito strutturalmente impagabile ( x emesso + DX interesse semplicemente supera la quantità di denaro esistente) crea giocoforza una economia predatoria, che implica la guerra coloniale imperialista, in ogni sua forma, terrorista inclusa.


Quindi il rifiuto radicale del monopolio di moneta debito fraudolenta Fed e Bce risulta parte integrante della lotta contro il terrore.


Naturalmente, il discorso fatto è generalizzabile, estendendolo ad ogni altro caso simile a quelli citati.


Non di soli euri e dollari muore l'uomo, bensì di ogni truffa fuoriuscita dal sistema bancario dei grandi usurai, di cui i politici sono semplici camerieri e gabellieri di scarso valore e irrilevante iniziativa.


Vincenzo Zamboni

domenica 25 gennaio 2015

In memoria di chi mostrò la via...




La vita è un fenomeno quotidiano molto pratico e concreto, fatto di
azioni che derivano da scelte che derivano dal pensiero. Così, penso
che cercare di avere un buon pensiero utile a governare al meglio le
proprie azioni nel mondo del "prossimo" (che è poi il mondo più reale
di cui disponiamo) porti ad un miglioramento della qualità della vita,
la cui natura fondamentale, dal mio punto di vista, è quella di essere
fonte di felicità, a meno che non la si rovini, beninteso.  Considero
la felicità come uno stato naturale dell'essere, e l'infelicità come
un turbamento dell'equilibrio naturale, non il contrario, benché
questa mia posizione sembri risultare culturalmente minoritaria.

Nel mondo in cui attualmente viviamo godiamo di una quantità di
libertà di scelta spesso inferiore alle aspettative e desideri di
molti, e tuttavia certamente maggiore di quella che è stata nel corso
di secoli passati, quando nelle nostre medesime terre i sovrani,
civili o religiosi che fossero, godevano a volte persino del diritto
di vita o di morte sui sudditi, financo riguardo semplici delitti di
opinione.

Se le cose sono cambiate in meglio (anche se non a sufficienza) lo
dobbiamo al lungo scontro svoltosi tra la libertà di opinione e
coscienza da un lato, specialmente in campo scientifico, e l'arbitrio
dell'autorità dall'altro lato, uno scontro svolto da persone come
Giordano Bruno, Galileo Galilei, Baruch Spinoza, e, successivamente,
tanti altri..


Sappiamo che Bruno, Galileo, Spinoza, privilegiarono senza dubbi, la
propria coscienza, intesa come il corpus di conoscenza cui erano stati
condotti dall'osservazione e riflessione, rispetto all'obbedienza
verso l'autorità costituita.

Bruno si trovò a pagare tale scelta con la morte, assassinato dalla
Inquisizione cattolica sul rogo, Galileo, ad opera dello stesso
tribunale, subì la censura e gli arresti, Spinoza, perseguitato dal
tribunale ebraico (che gli inflisse il "cherem maggiore", la più grave
e pericolosa maledizione pubblica), si adattò a pubblicare in forma
anonima, sfuggendo fortunosamente, tuttavia, ad un tentativo di
assassinio.

Il medesimo loro problema si ripete oggi in ogni caso di conflitto tra
coscienza individuale ed autorità istituzionale: si tratta di
scegliere, come osservò Erich Fromm, tra obbedienza a sé stessi o agli
altri.

Va sottolineato che l'obbedienza a sé stessi, ovvero ai propri sinceri
convincimenti, è indice di sanità e benessere psichico, mentre
l'obbedienza ad altri in contrasto con la propria coscienza è indice
di malessere psichico, nonché rischioso generatore di nevrosi.
Pertanto la prima scelta è sempre consigliata, ad onta di ogni e
qualsivoglia sistema ideologico istituzionale religioso, politico o
filosofico che sia in potenziale contrasto con la coscienza.

Cinquant'anni fa don Lorenzo Milani, parroco di un paesino di
montagna, ebbe a scrivere "L'obbedienza non è più una virtù", ed anche
lui si trovò ad affrontare le spiacevoli conseguenze della sua scelta,
affrontando un processo, ma aveva ragione, salvo un limite per
difetto: non lo è mai stata. L'obbedienza non è mai stata una virtù,
salvo il caso specifico particolare dell'obbedienza a sé stessi,
l'unica sana, l'unica accettabile alla ragione.


Sarvamangalam

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sabato 24 gennaio 2015

Unica scienza esatta: il buddismo



"Spezzato il circolo vizioso, conquistata la libertà dal desiderio, la fiumana, prosciugata, non fluisce più; la ruota, infranta, più non rivolve. Questa, solo questa, è la fine del dolore."  (Buddha Sakyamuni, in Udana, VII, 2)  
Questa è davvero la massima più ostica per gli occidentali. Però, se ci si pensa bene, quanta verità – e sempre più evidente, anche e soprattutto a noi – nel detto lapidario… 
In effetti la società del crepuscolo borghese, dello spettacolo-degli spettri, “produce” gli esseri umani proprio in quanto “macchine desideranti”… 
Un continuo trapassare da un oggetto all’altro, anzi ormai da un sostituto spettrale a uno successivo, senza tregua, all’infinito, “individui” soggetti all’oggetto come a una chimera, consumati e annullati nel mulinello delirante. Il “pieno appagamento” non può esistere, perché niente e nessuno lo può pagare-comprare. E, d’altra parte, è inconcepibile dentro la macchina-vortice, che gira e vive solo in base all’insoddisfazione sempre rinnovata, inesausta. 
A me interessa per gli spunti di liberazione che può dare OGGI, quell’antico sguardo cristallino,  chiamato "buddismo". Anzi, mi sembra che essendo, prima che “religione”, una grandiosa disciplina – atea – di disvelamento degli errori-illusioni della mente, proprio nel regno della menzogna universale e della servitù volontaria compiuta possa rivelarsi particolarmente efficace. Fermandoci per un istante (eterno), almeno con la meditazione, la natura del desiderio e la sua valenza intrinseca in rapporto alla autodeterminazione dell’individuo ci può finalmente apparire sotto una luce diversa. Molte certezze svaniscono, ma si è come sgravati da un incubo. Più leggeri e più liberi”
Ciò che occorrerebbe nel campo della ricerca interiore, secondo me, è una completa e radicale de-”massonizzazione”, id est de-giudaizzazione (la massoneria letteralmente si disfa e svanisce come castello di spettri al sole se le si toglie la cabala, la Torah e tutto il cumulo di illusioni-menzogne chimeriche all’uncino, DOC, che la informano). 
E’ solo a causa del trionfo “ecumenico” del cristianesimo che la lebbra veterotestamentaria si installò stabilmente in ogni ambito della spiritualità, così di quella ufficiale come, ancor più, di quella segreta. Si pensi alle “Chiese gnostiche” dell’Otto-Novecento, agli “Eliphas Levi”, allo stesso Martinez de Pasqually e ai suoi “Eletti Cohen”, a tutti gli ordini e gradi, appunto, della massoneria (del cui albero le varie conventicole “esoteriche” moderne sono state quasi sempre fronde)… Rarissimi i ricercatori spirituali che seppero fuoriuscire da questa radice appestata, respirare aria scevra dai suoi miasmi – non Evola, e neanche Guénon. 
Eppure esisteva, esiste, un bacino enorme e meraviglioso di conoscenze (e di vie d’autorealizzazione) che prescindono completamente dall’ebraismo e dalle sue emanazioni: l’Egitto immenso, il mondo politeista greco-romano, l’oriente donde viene la luce. Questa necessità VITALE l’aveva ben compresa il mio primo Maestro d’astrologia, scomparso prematuramente, Angelo Angelini, che sempre ricordo con grandissima stima…
Joe Fallisi

venerdì 23 gennaio 2015

Buchenwald, another more objective look...


Buchenwald is widely regarded as one of wartime Germany's most notorious "death camps." In fact, though, this carefully cultivated image bears little resemblance to reality. Today, more than 60 years after the end of the Second World War, the camp deserves another, more objective look.

History and Function

The Buchenwald concentration camp was located on a wooded hill outside of Weimar, in Germany. It was opened in July 1937. Until the war years, almost all the inmates were either professional criminals or political prisoners (most of them ardent Communists). Some 2,300 Buchenwald inmates were pardoned in 1939 in honor of Hitler's 50th birthday.
At the outbreak of war in September 1939 the camp population was 5,300. This grew slowly to 12,000 in early 1943, and then increased rapidly as many foreign workers, especially Poles, Ukrainians and Russians, were brought for employment in war production. (note l)
During the war years Buchenwald was expanded into a vast complex of more than a hundred satellite factories, mines and workshops spread across a large portion of Germany. The most important of these was probably the Dora underground plant, which produced V-2 missiles. In October 1944 it became the independent Nordhausen (Mittelbau) camp. (2)
Many thousands of Jews arrived at Buchenwald from Hungary and various eastern camps in 1944 and 1945. Most had been evacuated by railroad from Auschwitz and other camps threatened by the advancing Red Army. (3)
The number of inmates increased enormously during the final months of the war: 34,000 in November 1943, 44,000 in April 1944, and 80,000 in August 1944. A monthly peak was reached at the end of February 1945, when 86,000 inmates were crammed into the severely overcrowded camp. Almost 30,000 inmates were evacuated from Buchenwald during the week before the U.S. Army takeover on 11 April 1945. Altogether a total of 239,000 persons were interned in the camp between 1937 and April 1945. (4)

The Commandant and his wife

The first Commandant, Karl Koch, ran Buchenwald from 1937 until early 1942, when he was transferred to Majdanek. He proved a notoriously brutal and corrupt administrator who enriched himself with valuables stolen from numerous inmates, whom he then had killed to cover up his thefts. The camp physician, Dr. Waldemar Hoven, murdered many inmates in cooperation with Koch and the Communist underground camp organization. Koch was eventually charged by an SS court with murder and corruption, found guilty and executed. (5)
Our addition (not original to the article): Koch is a common name taken by Askhenazi Jews:
holohoaxkochzionistbuchenwald


His wife, Ilse Koch, was involved in many of her husband's crimes, but the fantastic charge that she had lamp shades and other items manufactured from the skins of murdered inmates is not true. This allegation was made by the United States prosecution team at the main Nuremberg trial. (6)
General Lucius D. Clay, Commander in Chief of U.S. Forces in Europe and Military Governor of the U.S. Occupation Zone of Germany, 1947-49, carefully reviewed the Ilse Koch case in 1948 and found that, whatever her other misdeeds, the lampshade charge was baseless. He commuted her sentence from life imprisonment to four years and informed the Army Department in Washington "There is no convincing evidence that she [Ilse Koch] selected inmates for extermination in order to secure tatooed skins or that she possessed any articles made of human skin." (7) During a 1976 interview Clay recalled the case:
We tried Ilse Koch ... She was sentenced to life imprisonment, and I commuted it to three [four] years. And our press really didn't like that. She had been destroyed by the fact that an enterprising reporter who first went into her house had given her the beautiful name, the "Bitch of Buchenwald," and he had found some white lampshades in there which he wrote up as being made out of human flesh
Well, it turned out actually that it was goat flesh But at the trial it was still human flesh. It was almost impossible for her to have gotten a fair trial.
... The Germans picked her up and gave her 12 years for her treatment of her own people. But it wasn't really a war crime in the strict sense of the word.
And those are the kinds of things that we had to deal with all the time. (8)

The following is added from GoogleBooks:

holohoaxphenolinjections

From: Substantive and Procedural Aspects of International Criminal Law, Gabrielle Kirk McDonald

The Inmates: Life and Death

There is no question that many atrocities were committed against Buchenwald inmates. However, at least a very large portion of them were committed, not by the German SS guards, but by the underground Communist camp organization that gained almost total internal control after 1943. This remarkable situation was confirmed in a detailed U.S. Army intelligence document of 24 April 1945 entitled Buchenwald: A Preliminary Report. (9) This confidential analysis remained classified until 1972.
In a short preface, Army intelligence chief Alfred Toombs called this secret report "one of the most significant accounts yet written on an aspect of life in Nazi Germany" because it "tells how the [Buchenwald] prisoners themselves organized a deadly terror within the Nazi terror." The general accuracy of the report had been independently confirmed, Toombs added.
As large numbers of foreigners began arriving at the camp during the war years, the confidential report noted, the understaffed SS found it necessary to turn over an ever larger share of camp administration to the inmates themselves. In practice this meant that by 1943 the well-organized and disciplined Communist inmate organization had taken virtually total control of the camp's internal operation. As the report explained:
The trusties had wide powers over their fellow inmates. At first they were drawn almost exclusively from the German criminals. This period lasted until 1942. But gradually the Communists began to gain control of this organization. They were the oldest residents, with records of 10-12 years in the concentration camps ... They clung together with remarkable tenacity, whereas the criminal elements were simply out for their own individual welfare and had little group cohesiveness. The Communists maintained excellent discipline and received a certain amount of direction from outside the camp. They had brains and technical qualifications for running the various industries established at the camp.
Their advances were not made without resistance from the criminals, but gradually the criminals were eliminated from power, partly by intimidation, partly with the aid of the SS. Numbers of the criminals were killed by beatings, hangings or injections of phenol into the heart or of air or milk into the veins. The injections were a specialty of the camp doctor [Hoven], who became a partisan of the Communist faction.
Besides the top positions in the trusty organization, there were a number of key Communist strongholds in the administration of the camp. One was the food supply organization, through which favored groups received reasonable rations while others were brought to the starvation level. A second was the hospital, staffed almost exclusively by Communists. Its facilities were largely devoted to caring for members of their party ... Another Communist stronghold was the Property Room ... Each German trusty obtained good clothing and numerous other valuables. The Communists of Buchenwald, after ten or twelve years in concentration camps, are dressed like prosperous business men. Some affect leather jackets and little round caps of the German navy, apparently the uniform of revolution.
As a result of all this:
... Instead of a heap of corpses or a disorderly mob of starving, leaderless men, the Americans [who captured the camp] found a disciplined and efficient organization in Buchenwald. Credit is undoubtedly due to the self-appointed Camp Committee, an almost purely Communist group under the domination of the German political leaders.
... The trusties, who in time became almost exclusively Communist Germans, had the power of life and death over all other inmates. They could sentence a man or a group to almost certain death ... The Communist trusties were directly responsible for a large part of the brutalities committed at Buchenwald.
Communist block chiefs, the report stated, would personally beat their charges and "sometimes forced whole blocks to stand barefoot in the snow for hours, apparently on their own initiative." The Communists killed "large numbers" of Polish inmates who refused to submit to their rule. They forced French inmates to give up thousands of Red Cross parcels. The report mentioned several particularly brutal Communist camp leaders by name.
It confirmed that the camp physician, Dr. Hoven, had been an important Communist ally who killed numerous criminal and anti-Communist political prisoners with lethal injections. An SS investigation team uncovered his activities during the war and sentenced him to death for murder. However, because of the critical wartime shortage of doctors, he was reprieved after 18 months in jail. After the war the Communists tried to protect their ally, but Hoven was sentenced to death for a second time by a U.S. military tribunal and executed in 1948.
Camp Communists maintained close relations with the well-organized underground Communist party on the outside. "From Buchenwald an inmate went out regularly to establish contact with a Communist courier bringing news and instructions. Bound by his loyalty to the Party, the contact man never made use of his opportunity to escape personally." The Communist camp military organization had three machine guns, fifty rifles and a number of hand grenades. The German Communists lived better than any other group. "Even now," the report noted, "they may be distinguished from the rest of the inmates by their rosy cheeks and robust health, though they have been in concentration camps for much longer than the others."
Finally, the report's authors warned against the simplistic and naive notion that former inmates should be trusted and helped just because they had been interned in German camps. "Some are in fact 'bandits,' criminals from all Europe or foreign workers in Germany who were caught stealing ... They are brutalized, unpleasant to look on. It is easy to adopt the Nazi theory that they are subhuman."
A book published in 1961 by the Communist-run "International Buchenwald Committee" of East Berlin proudly describes the wartime activities of the camp's Communist underground. It ran an underground camp newspaper, an illegal radio transmitter, an inmate orchestra (which played Communist songs), a large library and even a military organization. It held Communist ceremonies and political meetings, and carried out extensive sabotage of German war production. (note 10)
Former Buchenwald inmate Ernst Federn, a Jew, explained after the war how the Communist camp organization cooperated with the SS to increase its own power and eliminate opponents and undesirables. He recalled that the leader of the Jewish section of the Communist camp organization, Emil Carlebach, declared quite frankly that for him only his [Communist] friends counted, that everybody else might as well perish." Federn reported that he personally witnessed two acts of brutality by Carlebach, who was a Block Senior from 1942 until 1945. In one case he ordered the death of a fellow Jewish inmate for allegedly mistreating inmates at another camp. On another occasion Carlebach personally beat an elderly Jewish inmate from Turkey to death because he had unavoidably relieved himself in the barracks. (11)
Similarly, an Englishman who spent 15 months in Buchenwald reported after the war that the Communist camp organization did not consider the Jewish inmates particularly worth trying to keep alive. (l2)
In recent years some homosexual organizations have claimed that thousands of homosexuals were "systematically exterminated" in the German concentration camps. While it is true that many were interned as criminals, no homosexual was ever killed by the Germans for that reason alone. It is also worth recalling that during the 1930s and 1940s, homosexual behavior was considered an odious crime in most of the world, including the United States.
A former Buchenwald inmate recalled in 1981: "... Homosexuals were oppressed by the Nazis because of their social mores ... In Buchenwald, a great number of them were not killed by the Nazis, but by political prisoners [Communists], because of the homosexuals' aggressive and offensive behavior." (l3)
Day-to-day conditions were much better than most portrayals would suggest. Inmates could both receive and send two letters or postcards monthly. They could receive money from the outside. Inmates were also paid for their labor with special camp currency, which they could use to purchase a wide variety of items in the camp canteen. They played soccer, handball and volleyball in their spare time. Soccer matches were held on Saturdays and Sundays on the camp playing field. A large camp library offered a wide range of books. A motion picture theater was very popular. There were also variety shows, and musical groups put on regular concerts in the central square. A camp brothel, which employed 15 prostitutes when the Americans arrived, was available to many inmates. (l4)

Extermination factory?

The Americans who arrived at Buchenwald in April 1945 found hundreds of sick inmates and many unburied corpses in the camp. Horrific photos of these gruesome scenes were immediately circulated throughout the world and have been widely reproduced ever since, giving the impression that Buchenwald was a diabolical mass killing center.
The American government encouraged this impression. A U.S. Army report about Buchenwald prepared for the Supreme Allied Headquarters in Europe and made public at the end of April 1945 declared that the "mission of the camp" was "an extermination factory." (15) And two weeks later a U.S. Congressional report on German camps, later used as a Nuremberg trial document, was issued which likewise described Buchenwald as an "extermination factory." (l6)
This superficially plausible description is, however, completely wrong. The great majority of those who died at Buchenwald perished during the chaotic final months of the war. They succumbed to disease, often aggravated by malnutrition, in spite of woefully inadequate efforts to keep them alive. They were victims, not of an "extermination" program, but rather of the terrible overcrowding and severe lack of food and medical supplies due to a general collapse of order in Germany during the tumultuous final phase of the war.
Along with these indirect victims of the war were many healthy inmates. B.M. McKelway inspected Buchenwald shortly after the U.S. takeover as one of a group of American newspaper editors and publishers. He reported that "many of the hundreds of inmates we saw appeared to be healthy while others suffering from dysentery, typhus, tuberculosis and other diseases were living skeletons." (17)
One striking indication that Buchenwald was not an "extermination" camp is the fact that some of the internees were children too young to work. An estimated one thousand boys, aged two to 16, were housed in two special children's barracks. Train transports of Jewish children arrived from 1942 to 1945. Some arrived from Auschwitz in 1943. Other Jewish children came from Hungary and Poland. (18) The confidential U.S. Army report of April 24, 1945, noted the "most remarkable sight of the children" who "rush about, shrieking and playing." (l9)
Thirty years after the war, even famed "Nazi hunter" Simon Wiesenthal conceded that "there were no extermination camps on German soil." (20)

The Gas Chamber Lie

Perhaps the most vicious lie circulated after the war about Buchenwald is the charge that the Germans exterminated inmates there in gas chambers. An official French government report submitted to the Nuremberg tribunal as a prosecution exhibit imaginatively stated: "Everything had been provided for down to the smallest detail. In 1944, at Buchenwald, they had even lengthened a railway line so that the deportees might be led directly to the gas chamber. Certain [of the gas chambers] had a floor that tipped and immediately directed the bodies into the room with the crematory oven." (21) The chief British prosecutor at the main Nuremberg trial, Sir Hartley Shawcross, declared in his closing address that"murder [was] conducted like some mass production industry in the gas chambers and the ovens" of Buchenwald and other camps. (22)
In a book published in 1947, French priest Georges Henocque, former chaplain of the Saint-Cyr Military Academy, claimed to have visited the inside of a Buchenwald gas chamber, which he described in detail. This particular story has been cited as a good example of the kind of Holocaust lies which even prominent personalities are capable of inventing. (23)
Another French priest and former inmate, Jean-Paul Renard, made a similar claim about the camp in his own book published shortly after the war: "I saw thousands and thousands of persons going into the showers. Instead of liquid, asphyxiating gases poured out over them." When fellow Frenchman and former Buchenwald inmate Paul Rassinier pointed out to the priest that there was no gas chamber in the camp, Renard replied: "Right, but that's only a figure of speech ... and since those things existed somewhere, it's not important." (24)
In a book published in 1948, Hungarian Jewish writer Eugene Levai charged that the Germans killed tens of thousands of Hungarian Jews at Buchenwald in gas chambers. (25)
A widely distributed booklet issued by the Jewish Anti-Defamation League of B'nai B'rith also spread the tale that people were gassed at Buchenwald. (26)
In 1960 the Buchenwald gassing story was officially declared a fable. In that year, Martin Broszat of the anti-Hitler Institute for Contemporary History in Munich specifically stated that no one was ever gassed at Buchenwald. (27) Professor A.S. Balachowsky, a member of the Institut de France, likewise declared in November 1971: "I would like to confirm to you that no gas chamber as such existed at Buchenwald ..." (28) Holocaust writer Konnilyn Feig conceded in her book, Hitler's Death Camps, that Buchenwald did not have a gas chamber. (29) Today no serious historian still claims gassings there.

How Many Perished?

The numbers of persons estimated to have perished at Buchenwald while it was under German control vary tremendously. According to former inmate Elie Wiesel, the prolific Jewish writer and 1986 Nobel Peace Prize recipient, "In Buchenwald they sent 10,000 to their deaths every day." (30) This wildly irresponsible statement is, unfortunately, all too typical of the the rhetoric of the man who was also chosen to head the U.S. government's official Holocaust Memorial Council.
The 1980 edition of the World Book Encyclopedia claimed that "more than 100,000" died in the camp. (31) TheEncyclopaedia Judaica put the number at 56,549. (32) Raul Hilberg, writing in the 1982 edition of the Encyclopedia Americana, stated that "more than 50,000 died in the Buchenwald complex." (33)
The U.S. Army intelligence report of April 24, 1945 (cited above) noted that the total number of certified deaths was 32,705. (34) A detailed June 1945 U.S. government report about Buchenwald put the total at 33,462, of whom more than 20,000 died in the chaotic final months of the war. (35)
The authoritative International Tracing Service of Arolsen, an affiliate of the International Red Cross, stated in 1984 that the number of documented deaths (of both Jews and non-Jews) at Buchenwald was 20,671, with another 7,463 for Dora (Mittelbau). (36)
While even these lower figures are regrettably high, it is important to realize that the great majority of those who died at Buchenwald were unfortunate victims of a catastrophic war, not German policy. Most of the rest were murdered by order of the Communist underground camp organization. Several hundred were also killed in Allied bombing attacks.
In one air raid against a large munitions factory near the main camp, British bombers killed 750 persons, including 400 inmates. (37)

American and Soviet Atrocities

Following the American takeover of Buchenwald in April 1945, about 80 remaining German guards and camp functionaries were summarily murdered. Inmates brutally beat the Germans to death, sometimes with the aid and encouragement of American soldiers. (38) Between 20 and 30 GIs took turns gleefully beating six young Germans to death. (39) Inmates also commandeered American jeeps and drove to nearby Weimar, where they looted and randomly killed German civilians. (40)
After the war the Soviet secret police operated Buchenwald as a concentration camp for "potential class enemies" and other "possibly dangerous" German civilians. In September 1949, more than four years after the end of the war, there were still 14,300 inmates in the "special camp." (While Buchenwald was under German control, the number of inmates did not reach 14,000 until May 1943.) Conditions were horrible. Even the Soviet official in charge of the concentration camps in Germany, General Merkulov, acknowledged the severe lack of order and cleanliness, particularly at Buchenwald. At least 13,000 and as many as 21,000 persons died in Soviet-run Buchenwald, but no one has ever been punished for the deaths and mistreatment in this notorious postwar camp. (4l) One former inmate described his "five years of horrible seclusion, humiliations, interrogations and annihilation" in the Soviet-run camp in these words:
People were mere numbers. Their dignity was consciously trampled upon. They were starved without mercy and consumed by tuberculosis until they were skeletons. The annihilation process which had been well tested over decades was systematic. The cries and groans of those in pain still echo in my ears whenever the past comes back to me in sleepless nights. We had to watch helplessly as people perished according to plan -- like creatures sacrificed to annihilation.
Many nameless people were caught up in the annihilation machinery of the NKVD [Soviet secret police] after the collapse of 1945. They were herded together like cattle after the so-called liberation and vegetated in the many concentration camps. Many were systematically tortured to death. A memorial was built for the dead of the Buchenwald concentration camp. A figure of death victims was chosen based on fantasy. Intentionally, only the dead of the 1937-1945 period were honored. Why is there no memorial honoring the dead of 1945 to 1950? Countless mass graves were dug around the camp in the postwar period. (42)
In an act of stunning hypocrisy, the Communist rulers of the postwar "German Democratic Republic" have turned the Buchenwald camp area into a kind of secular shrine. Every year, hundreds of thousands visit the sites, complete with museums, bell tower, monumental sculpture and memorials dedicated, ironically enough, to the "victims of fascism." (43) There is nothing to remind visitors of the thousands of forgotten Germans who perished miserably during the years after the war when the camp was run by the Soviets.
The story of Buchenwald, like the story of virtually every German wartime concentration camp, is a microcosm of the entire Holocaust tale. The widely-accepted portrayal of Buchenwald, like those of the other German camps, contrasts sharply with the little-known reality.
Mark Weber 
Buchenwald: Legend and Reality

Notes

1. The information in this section is from two sources: "Buchenwald," Encyclopaedia Judaica (New York and Jerusalem: 1971), Vol. 4, pp. 1442, 1445; and U.S. government report B-2833 of 18 June 1945. Document 217I-PS, published in the "red series," Nazi Conspiracy and Aggression (NC&A) (Washington, DC: 1946-48), Vol. 4, pp. 800-833.
2. U.S. Army report of 25 May 1945. Document 2222-PS. Published in NC&A, Vol. 4, pp. 86p864; "German-Born NASA Expert ...," The New York Times, 18 October 1984, pp. Al, A12: "Ex-Nazi Denies Role ...," The New York Times, 21 October 1984, p. 8.
3. Document 2171-PS. NC&A, Vol. 4, pp. 800-833.
4. 2171-PS. NC&A, Vol. 4, pp. 832-833.
5. Nuremberg testimony of Günther Reinecke, 7 August 1946. Published in the IMT "blue series," Trial of the Major War Criminals Before the International Military Tribunal (IMT) (Nuremberg: 1947 49), VoL 20, pp. 438, 441 142; SS indictment brief against Karl Koch, 11 April 1944. Document NO-2360.
6. IMT, Vol. 3, pp. 514-515; Vol. 5, pp. 220-201; Vol. 32, pp. 267- 269.
7. "Clay Explains Cut in Ilse Koch Term," The New York Times, 24 Sept. 1948,p.3.
8. Interview with Lucius D. Clay. Official Proceedings of the George C. Marshall Research Foundation. Transcript of a videotape interview shown at the conference "U.S. Occupation in Europe After World War II," 23- 24 April 1976 at Lexington, Va., sponsored by the George C. Marshall Research Foundation, pp. 37-38. (I am grateful to Robert Wolfe of the National Archives for bringing this interview to my attention.)
9. Egon W. Fleck and Edward A.t Tenenbaum, Buchenwald: A Preliminary Report, U.S. Army, 12th Army Group, 24 April 1945. National Archives, Record Group 331, SHAEF, G-5, 17.11, Jacket 10, Box 151 (8929tl63-8929/180). I am grateful to Mr. Timothy Mulligan of the Military Branch of the National Archives for bringing this report to my attention. See also: Donald B. Robinson, "Communist Atrocities at Buchenwald," American Mercury, October 1946, pp. 397-404; and Christopher Burney, The Dungeon Democracy (New York 1946), pp. 21, 22-23, 28-29, 32, 33, 34, 44, 46, 49.
10. Internationales Buchenwald-Komitee, Buchenwald (East Berlin: Kongress, 1961).
11. Ernst Federn, 'That German ..." Harper's, August 1948, pp. 106-107.
12. Christopher Burney, The Dungeon Democracy (New York 1946), pp. l09, 124, 128-130.
13. The Jewish Times (Baltimore). Quoted in "On the Holocaust," The Gay Paper(Baltimore), December 1981, p. 2.
14. John Mendelsoln; "Sources," Prologue (Washington, DC: National Archives), Fall 1983, p. 180; Konnilyn G. Feig,Hitler's Death Camps (New York 1981), p. 96; K. Morgen testimony, 7 August 1946, IMT, Vol. 20, p. 490; testimony by former Buchenwald inmate Arnost Tauber at Nuremberg "I.G. Farben" trial, 12 Nov. 1947. Printed in: Udo Walendy (ed.), Auschwitz im IG-Farben Prozess (1981), p. 119; Roger Manvell and H. Fraenkel,The Incomparable Crime (New Yorlc 1967), p. 155; Buchenwald Camp: The Report of a Parliamentary Delegation (London: HMSO, 1945), pp. 4, 5.
15. "Official Army Report Lists Buchenwald as Extermination Factory, The Washington Star, 29 April 1945, p. A7.
16. U.S. Congressional Report on Camps, Doc. 159-L., IMT, Vol. 37, pp. 605-626; andCongressional Record (Senate), 15 May 1945, pp. 457S 4582.
17. B. M. McKelway, "Buchenwald ...," The Washington Star, 29 April 1945, pp. Al, A7.
18. B. M. McKelway, "Buchenwald ...," The Washington Star, 29 April 1945, p. A7; affidavit of H. Wilhelm Hamman of 6 March 1947. NO-2328. (Hamman was an inmate from 1938 until April 1945.)
19. E.W. Fleck and EA. Tenenbaum, Buchenwald: A Preliminary Report, 24 April 1945 (Cited above), p. 14; see also the photo of Jewish children inmates at Buchenwald in: Robert Abzug, Inside the Vicious Heart (New York: Oxford, 1985), pp. 148-149.
20. S. Wiesenthal (letter), Book and Bookmen (London), April 1975, p. 5.
21. Nuremberg document 274-F (RF-301). IMT, Vol. 37, p. 148.
22. IMT, Vol. 19, p. 434; NC&A, Suppl. Vol. A, p. 61.
23. Georges Henocque, Les Autres de la Bàte (Paris: G. Duraissie, 1947), p. 115. Facsimile reprint and commentary in Robert Faurisson, Memoire en Defense (Paris: 1980), pp. 185-191.
24. Paul Rassinier, Debunking the Genocide Myth (Torrance, CA.: The Noontide Press, 1978), pp. 129-130.
25. Eugene Levai, Black Book on the Martyrdom of Hungarian Jewry (Zurich: 1948), p. 439.
26. Earl Raab, The Anatomy of Nazism (New York ADL, 1979), photo caption opposite page 21. The Buchenwald gassing myth was also propagated in: Francis Tomczuk, "Days of Remembrance," American Legion Magazine, April 1985, p. 23.
27. Die Zeit, 19 August 1960, p. 16 (U.S. edition 26 August 1960).
28. Germaine Tillion, Ravensbrueck (Garden City, NY: Anchor/Doubleday, 1975), p. 231.
29. K Feig, Hitler's Death Camps, p. 100.
30. Stefan Kanfer, "Author, Teacher, Witness," Time magazine, 18 March 1985, p. 79.
31. "Buchenwald," World Book Encyclopedia, (1980 edition), Vol. 2, p. 550.
32. "Buchenwald," Encyclopaedia Judaica, Vol. 4, p. 1445.
33. R Hilberg, "Buchenwald," Encyclopedia Americana (1982 edition), Vol. 4, p. 677.
34. E. Fleck and E. Tenenbaum, Buchenwald: A Preliminary Report (cited above), p. 18.
35. 2171-PS. NC&A, Vol. 4, p. 801.
36. Statement by Arolsen registry official Butterweck, 16 Jan. 1984. Facsimile in:Deutsche National-Zeitung (Munich), Nr. 18, 27 April 1984, p. 10.
37. Buchenwald Camp: The Report of a Parliamentary Delegation (London: HMSO, 1945), p. 5; 2171-PS. NC&A, VoL 4, p. 821.
38. Robert Abzug, Inside the Vicious Heart, pp. 49, 52.
39. Marguerite Higgins, News Is a Singular Thing (Doubleday, 1955), p. 78-79.
40. Elie Wiesel, Legends of Our Time (New York Holt, Rinehart and Winston, 1968), p. 140; Raul Hilberg, The Destruction of the European Jews (New York Holmes and Meier, 1985), p. 987.
41. "Bis 1950: Buchenwald und Sachsenhausen," Amerika Woche (Chicago), 11 May 1985, p. 3; "Im Todeslager der Sowjets." D. National-Zeitung (Munich), Nr. 47, 15 Nov. 1985, p. 4; "Soviet Camps Busy, Berlin Paper Says," The New York Times, 10 Sept. 1949, p. 6.
42. Letter by E. Krombholz of Aschaffenburg, "Erlebnisbericht aus einem Sowjet-KZ," D. National-Zeitung (Munich), Nr. 11, 9 March 1984, p. 10; see also sketches of conditions in Soviet-run Buchenwald by former inmate Dr. Heinz Moller in: D. National-Zeitung(Munich), Nr. 6, 3 Feb. 1984, p. 5.
43. "Nazi Death Camp ..." (AP) Gazette-Telegraph (Colorado Springs, Co.), 1 July 1984, p. H12; "At Buchenwald ...,"The New York Times, 14 April 1985, pp. 1, 29.
See also for additional fraud: