mercoledì 29 novembre 2017

Vivisezione, macellazione halal e kosher e la farsa delle leggi a protezione animali…


Immagine correlata

L’assurdità di una legge che da una parte condanna e punisce e dall’altra autorizza e giustifica la violenza agli animali: l’identico meccanismo tra gli schiavi e i padroni di un tempo. Che razza di logica è questa? Maltrattare un animale in un luogo pubblico è condannato dalla legge, ma la stessa legge legittima ogni violenza agli stessi animali nei mattatoi o negli istituti di sperimentazione.
La causa è da ricercare nella retrograda mentalità antropocentrica che usa differenziare gli esseri viventi in categorie in cui alcune devono essere tutelate, altre possono essere fatte a pezzi, che è come considerare un crimine torturare o uccidere un europeo ma ritenere un fatto del tutto normale se le stesse violenze vengono inflitte ad un asiatico.
E così con l’avallo della legge miliardi di animali subiscono la più brutale, crudele distruzione del corpo con la mattazione, la vivisezione, la caccia, la pesca ecc. violando non solo ogni loro diritto naturale ma giustificando il più disumano trattamento: quello della tortura e del’uccisione cruenta.
La società umana ha da poco iniziato a tutelare alcune specie animali della immensa folla dei viventi: estendere i medesimi diritti ai restanti è chiedere troppo, anche se la differenza tra un vitellino ed un cane è solo nella forma del corpo ma la sofferenza percepita è identica. Perché allora si trattano in modo differente violenze analoghe? Perché l’agnellino può essere fatto a pezzi e arrostito e il cane tutelato?
Come è possibile considerare esecrabile alla medesima offesa inflitta al gatto e considerarla legittima se inflitta al coniglio? Come è possibile considerare un delitto la violenza su un cane ed essere consentita se la stessa viene inflitta nei laboratori di sperimentazione?
Il comma 2 dell’art. 1dei regolamenti comunali del Comune di Roma recita: Il Comune di Roma riconosce negli animali il diritto ad un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche biologiche… E non parla di animali d’affezione ma di animali. E dov’è il diritto ad un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche biologiche di un animale negli allevamenti intensivi?
E ancora. Il comma 1 dell’arti 5 recita: …il presente regolamento si applica a tutte le specie animali vertebrati ed invertebrati, tenuti in qualsiasi modo e detenuti a qualsiasi titolo, anche in stato di libertà o semilibertà…. o dimorano anche temporaneamente nel territorio del comune di Roma.
E il 4° comma dell’art. 7 ribadisce: A tutti gli animali di proprietà o tenuti a qualsiasi titolo, deve essere garantita costantemente la possibilità di soddisfare le proprie fondamentali esigenze, relative alle loro caratteristiche anatomiche, fisiologiche e comportamentali. Altra norma in stridente contrasto con la realtà cui sono vittime gli animali destinati all’alimentazione umana.
Così puntualizzano i successivi articoli dei regolamenti. Comma 1 art 8: è vietato mettere in atto qualsiasi maltrattamento o comportamento lesivo nei confronti degli animali; comma 2: è vietato tenere gli animali in spazi angusti, privarli dell’acqua e del cibo necessario o sottoporli a temperature climatiche tali da nuocere alla loro salute; comma 4: è vietato tenere gli animali in isolamento, privarli dei necessari contatti sociali intraspecisti ed interspecifici tipici della loro specie; comma 7: è vietato detenere permanentemente animali in gabbia ad eccezione dei casi di trasporto e di ricovero per cure…; comma 12: è vietato trasportare in condizioni e con mezzi tali da procurare loro sofferenze ,ferite o danni fisici anche temporanei… Tutte norme vergognosamente disattese.
Legge 189/2004 Art. 544 recita: Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. Una vera e propria presa in giro a danno dei poveri innocenti e indifesi animali.
Infine. Come può essere giustificata la tradizione islamica e quella ebraica i cui testi chiedono ai propri fedeli di essere compassionevoli, clementi e caritatevoli verso tutte le creature viventi e che gli animali siano considerati portatori di anima? L’islam chiede ai musulmani di essere compassionevoli verso tutte le forme di vita. Qualsiasi crudeltà verso gli animali è teoricamente vietata. Ma come conciliare la brutalità dei metodi Halal e Kosher?
Franco Libero Manco


martedì 28 novembre 2017

USA. I casi di Russia Today e Sputnik e l'ipocrisia di Amnesty

Come sapete i media Russia Today News e Sputnik News sono stati costretti dal governo USA a registrarsi come "agenti stranieri", perché sono finanziati da editori russi.


Risultati immagini per il caso di russia today

Chiaro come il sole l'intento intimidatorio contro canali d'informazione ad altissimo gradimento (il canale Youtube di RT ha una media di 800.000-1.000.000 di visite giornaliere ed RT riceve, anche negli USA, un premio dopo l'altro per la qualità dei suoi sevizi e molte sue rubriche sono tenute da famosi giornalisti statunitensi, come Larry King, già re degli anchormen della CNN).

Putin aveva avvisato di non farlo, aveva avvertito che altrimenti avrebbe reso una pariglia del tutto simmetrica, perché si trattava di un attacco gratuito alla libertà di stampa. E infatti il governo russo ieri ha decretato che canali giornalistici come Voice of America e Radio Free Europe / Radio Liberty, finanziate dal Congresso USA e da Soros, si devono registrare come "agenti stranieri".

Amnesty a questo punto- solo a questo punto - si scandalizza e accusa Putin di attaccare la libertà di stampa. Quando lo denunciava Putin però è stata zitta: la censura su RT e Sputnik per Amnesty andava bene.

Anzi, il governo USA aveva anche chiesto a Google di fare un downgrading di RT e Sputnik, per rendere più difficile la loro ricerca. Non si sa se Google abbia rifiutato o stia facendo la furba. Fatto sta che ha comunicato che loro non fanno downgrading a persona ma che, comunque, stanno rivedendo gli algoritmi di riserva  per una maggiore efficacia.

Un altro esempio di come i "progressisti" (ma in realtà squallidi inquisitori on demand) intendono la libertà di pensiero, ce lo fornisce Reporter Senza Frontiere: ha chiesto allo Swiss Press Clubn di cancellare una tavola rotonda in programma per discutere del vero ruolo degli Elmetti Bianchi, l'agenzia di PR di al-Qaida in Siria amatissima dal sinistrume progressista del mondo occidentale e da tempo sputtanata con una miriade di testimonianze documentali.

Ma tant'è. Vi ricordate di quando l'ex premier francese Laurent Fabius dichiarò che "al-Qaida in Siria stava facendo un buon lavoro"? No, eh. Ve lo ricordo io: era il 2013 e Fabius era ministro degli Esteri. D'altra parte l'allora capo della CIA, generale Petraeus dichiarò poco dopo davanti a un Congresso esterrefatto che al-Qaida era il "miglior alleato degli USA in Siria".

Era la linea USA-Nato. Non è un caso che gli USA stiano riorganizzando nella loro base illegale di al Tanf in Siria i terroristi-mercenari ISIS "sfollati" da al-Raqqa e deir-Ezzor. Prossimo obiettivo? Mah. Un califfato nel Sinai e Gaza? Il Libano? L'Europa?

Io direi: contro chiunque si dimostrerà riottoso, contro chiunque si rivelerà - lo sappia o meno - un ostacolo.

Piotr

Immagine correlata

sabato 25 novembre 2017

Allattamento al seno. Un diritto della mamma e del bambino da salvaguardare...



Tuteliamo le madri che allattano dalle molestie e dalle discriminazioni quando devono nutrire i loro bambini in un ambiente pubblico, attraverso una legge specifica che le difenda e che integri un’azione giuridica contro chiunque violi tale diritto.  Tutte le mamme possono allattare ovunque lo desiderino nell’interesse della salute dei bambini.

LA PETIZIONE
Attualmente, in virtù della direttiva dell’OMS-UNICEF tesa a favorire e sostenere l’allattamento, la legge italiana ed il Ministero della Salute incoraggiano l’allattamento materno ma non vi è alcuna legislazione che si applichi a tutela delle donne che allattano in ambienti pubblici.

In molti Stati, inclusa l’Italia, alle madri non è ancora stato riconosciuto il diritto di allattare tranquillamente e liberamente in luoghi pubblici o dove lo desiderino; non sono esse legalmente protette dalle molestie e discriminazioni. Spesso viene chiesto alle madri di andare ad allattare altrove o di coprirsi durante questo atto naturale, poiché considerato indecente agli occhi di alcune persone che potrebbero sostenere l’allattamento in pubblico come un “atto osceno”.

Ciò è un insulto alla maternità.

Il modo più naturale per un bambino di ricevere nutrizione è attraverso l'allattamento al seno. Chi sceglie questa prassi naturale, come raccomandato anche dall’OMS, deve poterlo fare ovunque, anche in un ristorante, in un bar, su una panchina o in un ufficio pubblico.

La maggior parte degli Stati difende questo diritto naturale, in qualsiasi momento possa essere necessario, già per il semplice concetto che negare ad un bambino il diritto di essere nutrito è inaccettabile. Le esigenze di un bambino non possono essere accolte solo in ambienti privati né tanto meno sono sempre prevedibili.

OBIETTIVO DELLA PETIZIONE: Un disegno di legge per un diritto.
Dunque, la campagna ha l’obiettivo di proteggere il diritto di una madre ad allattare in modo naturale ovunque il bambino ne abbia necessità, con un’azione legislativa che tutelerà le madri ed i loro figli da molestie e discriminazioni ogni qualvolta scelgano di allattare in pubblico.

RICORDIAMO CHE:
•  Per L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e per l’Unicef, l’allattamento è un diritto fondamentale dei bambini e delle mamme che devono essere sostenute nella realizzazione del loro desiderio di allattare (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_250_ulterioriallegati_ulterioreallegato_2_alleg.pdf)

 •  La Commissione parlamentare per l’infanzia ritiene che:
- l’allattamento fa parte del diritto fondamentale alla salute;
- l’atto di allattare costituisce parte essenziale della cura del bambino e contribuisce ad una crescita salutare e ad un sano sviluppo fisico e mentale;
- l’OMS raccomanda l’allattamento fino a che madre e bambino lo desiderano. http://www.parlamento.it/documenti/repository/commissioni/bicamerali/infanzia/24-bis-n2.PDF
• l’UNICEF stima che l’allattamento potrebbe prevenire ogni anno la morte di 1,3 milioni di bambini sotto i cinque anni. 

Raffaella Sottile


Riferimenti

Raffaella Sottile

Petizione: 

venerdì 24 novembre 2017

La migranza sorosiana che piace pure all'ONU


Risultati immagini per Zeid Ra'ad Hussein (Alto Commissario ONU

...forsennato attacco delle Nazioni Unite contro l’Italia, accusata di volersi prendere qualche profugo in meno, e perciò di fare affidamento su una più efficace azione di interdizione della Guardia Costiera libica.

Forse non tutti hanno dato il giusto peso allo squallido affondo di tale Zeid Ra'ad Hussein (Alto Commissario ONU per i diritti umani) ufficialmente contro l’Unione Europea, ma sostanzialmente contro l’Italia. Perché sostanzialmente contro di noi soltanto? perché tutti sanno che i “migranti” arrivano da noi e da noi rimangono, perché nessun altro paese europeo è così coglione da prendersene un po’. Quindi – è il ragionamento del sullodato Zeid Ra'ad Hussein – siccome in Libia i migranti sono trattati male (diciamo pure in modo barbaro) noi dobbiamo fare di tutto per farli andare via da lì, farli arrivare in Italia (dove invece sono trattati da pascià), e naturalmente tenerceli qui da noi.

Fino a quando? Beh, questo non si dice apertamente, per non fare perdere troppi voti ai sinistri chierichetti di Bergoglio. Ma è sottinteso che i migranti devono rimanere qui a tempo indeterminato, sia perché gli altri non li vogliono, sia perché – probabilmente – il piano che prevede l’imbastardimento etnico-etico dell’Europa ha riservato all’Italia il ruolo di apripista. Forse dobbiamo essere noi, per primi, a venire annientati da questa invasione lenta, costante, crescente, inarrestabile perché inesauribile: un miliardo di africani, con una forte aliquota di musulmani, che si appresta a sommergere il mezzo miliardo di europei cristiani.

Questo, mentre i nostri uomini politici – anche quelli che dovrebbero essere contrari – fanno a gara per apparire comprensivi, possibilisti, moderati. Anche i partiti anti-immigrazione blaterano che dobbiamo accogliere “solo chi ha diritto” di restare in Italia, che dobbiamo accogliere “solo quelli che possiamo integrare”. Dimenticando che nessuno “ha diritto” di entrare a casa nostra se noi non vogliamo, dimenticando che ogni migrante che “si integra” toglie a un italiano un posto di lavoro, un alloggio popolare, un letto in ospedale.

Oramai la melassa sommerge tutto e tutti, anche quelli che hanno un po’ più coraggio degli altri. Nessuno che abbia le palle di replicare a muso duro a quelli dell’ONU (cui l’Italia dà una barca di miliardi ogni anno), di dire che i governanti di uno Stato hanno il dovere, il preciso, l’ineludibile dovere di dare assolutamente priorità alle esigenze dei propri amministrati; almeno fino a quando ci sarà un solo cittadino senza un lavoro, senza un tetto, senza un’assistenza sanitaria decente, senza una pensione che consenta di sopravvivere. Se, dopo aver adempiuto al dovere di assicurare l’indispensabile anche all’ultimo dei cittadini, resterà qualcosa da dare agli altri, allora ci si potrà sbizzarrire a fare i filantropi. Prima no. Perché il governante che non mette al primo posto i suoi amministrati, viene meno al proprio dovere. Esattamente come quel padre snaturato che trascurasse i propri figli, e desse aiuto ai figli degli altri. In fondo – ci è stato insegnato – la famiglia non è che la rappresentazione, in scala ridotta, dello Stato: là i figli, qua i cittadini; là i genitori, qua i governanti; tutti – genitori e governanti – tenuti a curare, ad accudire, ad amare chi dipende dalla loro guida.

Né vale, neanche per i cattolici, il richiamo al precetto evangelico “ama il prossimo tuo come te stesso”. Ricordo – nel collegio dei gesuiti ove fui mandato a studiare da ragazzino – la mia obiezione al prete che mi ricordava questo precetto: non sarei mai riuscito ad amare “come me stesso” un signore che incontravo per strada. Alla mia obiezione – ricordo – due sacerdoti risposero in maniera completamente diversa. Uno disse che se non ci riuscivo sarei andato all’inferno. L’altro, invece, mi spiegò che il “prossimo” era come i cerchi che si formavano nell’acqua quando ci buttavo un sasso: al centro c’ero io stesso e la mia famiglia; il primo cerchio era quello dei miei parenti; poi quello dei miei concittadini, quello dei miei connazionali, e così via, fino al cerchio più grande che rappresentava tutti gli uomini della terra. Ricordo che allora tirai un sospiro di sollievo, contento di aver evitato l’inferno.

Scusate l’amarcord. Ma ogni tanto perdo le staffe e lascio andare il pensiero (e le parole) in libertà. Possibile che, nell’anno di grazia 2017, ci sia ancora qualcuno che ragioni come il primo dei due preti che ho citato, che non capisca che dobbiamo aiutare i nostri, piuttosto che giocare a fare i benefattori dell’umanità quando non abbiamo – come suol dirsi – neanche gli occhi per piangere?


E possibile – tornando alle urgenze dell’ora – che nessuno ricolleghi i fatti, le circostanze, le coincidenze di quel che sta avvenendo? Possibile che nessuno si chieda perché il signor George Soros si dia tanto daffare per riempire l’Europa di migranti africani e islamici? Possibile che nessuno si chieda quali siano i miliardari che pompano le ONG perché ci riempiano di migranti “salvati”? Possibile che nessuno si chieda come mai il signor Zeid Ra'ad Hussein ci chieda di farci sommergere ancor più da sedicenti profughi e falsi rifugiati? Possibile che nessuno si chieda perché mai l’ONU non intervenga invece sui paesi africani per bloccare il flusso dei migranti prima che arrivino in Libia

Possibile che questa nostra sinistra bamboleggiante non abbia ancora capito che sta facendo il gioco della peggiore destra economica e che, dietro il buonismo d’accatto, si nascondono gli interessi di chi vuole schiavizzare il mondo del lavoro italiano ed europeo?

Michele Ralloralmiche@gmail.com

Risultati immagini per michele rallo

giovedì 23 novembre 2017

Lista di popolo... o zattera di naufraghi?


Immagine correlata

C’era una volta… un MDP, diranno subito i miei piccoli lettori (piccoli nel senso dei numeri). E anche un Fassina, un Fratoianni, addirittura un Pisapia. No, ragazzi, avete sbagliato (Collodi mi perdoni). C’era una volta un Brancaccio, con un Montanari e una Falcone, che a quelli sopra citati intendevano fornire il connotato nobile della “società civile”, il marchio DOC e DOP che, come da statuto del politicamente corretto, provengono solo “dal basso”. E autodissoltasi questa ennesima reincarnazione dei belli, buoni, bravi e politically correct, persi tra i sanpietrini delle piazze e tra le fodere dei teatri di Roma gli ultimi brusii, ronzii, pissi pissi dell’annunciata palingenesi nazionale e continentale dal basso, dal medio e dall’alto, c’è rimasto il vuoto. Ma horror vacui, come ammonisce Aristotele, la natura aborrisce il vuoto e, infatti, subito si è manifestato un fenomeno naturale di proporzioni tali da non solo colmare i vuoticini dai quali erano fuorusciti quei brusìì e scricchiolii, ma dei vuoti di proporzioni spaziali.

Trascuro qua volutamente un altro suono, un po’ più corposo, almeno in prospettiva, dei mormorii di questi soliti che vengono e, soprattutto, vanno. Il falcone che s’invola, il montanaro che si perde tra picchi rocciosi. Dei Bersani e Pisapia non mette conto seguire le traccia. Trascuro invece al momento il rumore levatosi dal Teatro Italia, sempre in Roma, ma garrulo di inflessioni da Forcella e Torre Annunziata. Dove l’ex Opg je so’ pazzo ha dato un senso, magari meno chic, ma assai concreto e credibile (a dispetto della presenza di alcune mummie revisioniste e trotzkiste), al concetto “dal basso”, con tanto di voci operaie, precarie, disoccupate, militanti con cicatrici di piazza e argomenti come Jobs Act, Buona Scuola, pacchetto Treu, riforma Fornero, guerre imperialiste. Se usciranno dalla morta gora dell’ipocrisia dirittoumanista che mimetizza la strategia colonialista dell’operazione migranti, da questa “zattera della Medusa” si potrebbe anche intravvedere un lembo di terra.

Quello che, invece, pinocchiescamente c’era una volta, ma che non ha voluto privare di sè il genere umano, il presente e il futuro della patria, la convivenza tra i popoli e l’equilibrio degli astri, è Giulietto Chiesa. E, con lui, Antonio Ingroia. Da autentici cavalli di razza quale altro motto potevano far cavalcare a una creatura che prometeicamente accenderà il fuoco nei nostri animi e sotto i fondoschiena dei nostri nemici, tinteggiando di futuro purpureo l’orizzonte meglio del sol dell’avvenir, se non  “la mossa del cavallo”, che è quella con la quale Bluecher annichilì Napoleone?

Fulvio Grimaldi



(Tratto da Finalmente qualcosa “dal basso”: la mossa dei ronzini di razza, Giulietto e Antonio - Continua: www.fulviogrimaldicontroblog.info)


Risultati immagini per Lista di popolo..

martedì 21 novembre 2017

Troppa crescita porta alla decrescita...


Risultati immagini per Troppa crescita porta alla decrescita...
Il culto degli antenati in molte delle civiltà antiche è stato il fattore coagulante per la conservazione del senso di comunità. In Cina, ad esempio, era assurto quasi a religione, infatti il confucianesimo non è altro che un sistema morale basato sul rispetto delle norme “gerarchiche” di padre/figlio – sovrano/suddito. In qualche modo questo sistema, che garantisce un ruolo alle generazioni della comunità, ha assicurato in oriente come in occidente, una crescita ordinata e rigorosamente etica della società, pur con le pecche di inevitabili eccessi, esso ha mantenuto quel processo solidaristico nato nei clan matristici anteriori, e successivamente trasmesso al patriarcato.
Questa concezione è andato avanti senza grandi sovvertimenti sino all’inizio del secolo scorso momento in cui si è avviata una “rivoluzione di sistema”, una rivoluzione apparentemente incruenta e non specificatamente voluta, ma il risultato è un repentino mutamento d’indirizzo e la sortita dei modelli utilitaristici ed esclusivi.
Coincide con l’inizio dell’era industriale e dell’economia di mercato e con la comparsa dei grossi insediamenti urbani, le metropoli., che già avevamo visto l’abbozzarsi nel modello imperiale di Roma poi ripreso negli Stati Uniti d’America.
La scintilla del presente  paradigma sociale ed economico -secondo me- è una diretta conseguenza della grande crisi del 1929 che da una parte costrinse migliaia di famiglie all’urbanizzazione forzata ed all’abbandono del criterio piccolo-comunitario e all’adozione di modelli sociali strumentali. Una nuova programmazione sociale ed economica basata sulla capacità collettiva di produzione e sul consumo di beni superficiali (coincide con la nascita della Coca Cola, delle sigarette, delle fibre sintetiche, della diffusione di automobili ed altri macchinari). Come ripeto questo modello non fu specificatamente perseguito ma l’inevitabile conseguenza di una accettazione di gestione produttiva “finalizzata” -da parte degli individui operativi- e la demandazione agli organi amministrativi delle funzioni solidali e sociali.
Questo procedimento trovò la sua affermazione anche in Europa a cominciare dagli anni ‘50 (malgrado le prove generali dei primi del secolo in Inghilterra) e pian piano si espanse al resto del mondo occidentalizzato, meno che in sacche di necessaria “arretratezza” che oggi definiamo “terzo o quarto mondo”. Ma questo terzo o quarto mondo sta anch’esso pian piano assumendo il modello utilitaristico ed il risultato è il totale scollamento familiare e sociale con l’interruzione dell’agricoltura ed artigianato e venuta in luce di schegge impazzite di società aliena a se stessa. Avviene nelle cosiddette megalopoli di venti o trenta milioni di abitanti, con annesse baraccopoli e periferie senza fine. La solidarietà interna delle piccole comunità è morta mentre si son venute a stratificare categorie sociali che hanno poco o nulla da condividere con “l’umanità”.
Nelle grandi città industrializzate e consumiste da una parte c’è la classe dei produttori “attivi” e dall’altra quella dei cittadini “passivi”, ovvero i bambini e gli anziani. Lasciamo per il momento in sospeso la discussione degli attori in primis, i cosiddetti produttori ed operatori, e vediamo cosa sta avvenendo nelle categorie passive, degli usufruitori inermi od assisiti.
I bambini sono forse i più penalizzati giacché verso di loro è rivolto il maggior interesse redditizio e di sviluppo, sono i “privilegiati” delle nuove formule di ricerca di mercato ed allo stesso tempo abbandonati a se stessi, in seguito alla totale mancanza di solidarietà interna in ambito familiare e sociale. Con poche prospettive reali di crescita evolutiva in intelligenza ed interessi futuri, i bambini si preparano ad essere la “bomba” della perdita finale di collegamento alla realtà organico-psicologica tra uomo natura ambiente. Già in essi assistiamo alla quasi totale incapacità di relazionarsi con una realtà sociale e materiale, sostituita da una “realtà virtuale e teorica”. Ora finché le generazioni che son nate dagli anni ‘50 sino al massimo degli anni ‘80 sono in grado di reggere il colpo della produzione utilitaristica questa massa di “imberbi passivi” può ancora mantenere una ragione almeno consumistica, dopodiché la capacità di sopravvivenza si arresta ineluttabilmente, assieme al volume operativo dei genitori…..
L’altra categoria, passiva per eccellenza, è quella degli anziani ed invalidi, i pensionati, che sopravvivono senza speranza già sin d’ora, preda di violenze sempre più diffuse, di furti e truffe e di strumentalizzazioni della loro condizione vittimale (perseguita da enti ed associazioni che sorgono per “proteggerli” dagli abusi….). Nella società solidaristica antecedente gli anziani avevano una precisa ragione sociale nella trasmissione della cultura e delle esperienze necessarie alla vita, convivendo in ambiti familiari in cui non c’era separazione fra bambini, giovani e vecchi. Ora gli anziani son d’impiccio e finché possono arrangiarsi da soli, bene, poi diventano oggetto di mercato per gli assistenti sociali, per gli ospizi e per colf spesso senza scrupoli o finti operatori assistenziali che mungono alle loro misere pensioni, inoltre -recentemente- son sempre più vittime di “enti morali” fasulli e ladri. E questo perché gli anziani non hanno più posto né tutela nella società.
Ma, qui vorrei porre un punto interrogativo, come faranno i quarantenni di oggi a garantirsi la sopravvivenza se la struttura sociale è così degradata? I quarantenni di oggi saranno ancor meno assistiti sia dalla società che dai loro stessi figli e -mi vien da dire- sarà proprio per questo inconsapevole sospetto che molti rifiutano di aver figli e si atteggiano ad eterni “ragazzi”. Oggi si è “giovani di belle speranze” sino a cinquant’anni (ed oltre) e poi improvvisamente si precipita nell’inferno dell’anzianità e dell’abbandono….. Insomma “finché ce la fai a barcamenarti con le tue forze bene e poi ciccia al culo!” Forse siamo ancora in tempo a prendere coscienza di ciò ed attuare una repentina inversione di marcia prima del precipizio…..
La soluzione alla crisi umanitaria  che la nostra società sta vivendo -secondo me- sta nella così detta "decrescita" ovvero nel superamento dei modelli consumistici e dello schema sociale attuale, in primis, per ritrovare in una socialità allargata nuove espressioni per la solidarietà umana, contemporaneamente abbandonando l’ampliamento dei grandi agglomerati urbani e rinunciando ai parossismi culturali (musiche preconfezionate, televisioni, sport idioti, giochetti virtuali, etc) in modo da ricreare in noi lo stimolo primario della gioia di vita e la capacità creativa per produrre qualcosa che abbia lo spirito del necessario e del bello. 
Insomma si parla ancora di ecologia profonda e di spiritualità laica.

Paolo D’Arpini
Risultati immagini per Troppa crescita porta alla decrescita... paolo d'arpini

lunedì 20 novembre 2017

Esiste "altra" vita nell'Universo?


Uh, Uhu… Certo, mettersi a parlare di UFO ed alieni non è propriamente nel mio filone culturale, anche se talvolta in passato me ne sono occupato.

Veramente ricordo che anche il mio Guru, Swami Muktananda, in vari discorsi parlò di abitanti di altri piani e di altri mondi. E che la vita sia possibile in ogni condizione, anche diversa dal nostro sistema biologico, è una logica conseguenza dell’espressione della Coscienza attraverso i cinque elementi: Etere, Aria, Fuoco, Acqua e Terra.

Si dice che possano esistere intelligenze ed enti persino nelle stelle (trattasi evidentemente di esseri energetici dell’elemento Fuoco).

Beh, comunque l’Universo è praticamente infinito e la considerazione che la vita possa essere  presente in esso, nella totalità di esso, è decisamente plausibile.

Anche a titolo personale ho avuto delle “sensazioni” che mi fanno intuire che altre forme vitali possano e vogliano prendere contatto con noi umani, anche se -lo confesso- dal mio punto di vista ritengo che sia opportuna la non interferenza diretta fra le specie in via evolutiva.

Ovvero ritengo che ogni specie vivente, su ogni nucleo o dimensione, debba potersi sviluppare senza che ci siano dirette manomissioni nella sua crescita da parte di entità aliene. Perciò il contatto con gli alieni -secondo me- dovrebbe avvenire unicamente su un piano di parità, almeno in senso spirituale se non tecnologico.

Comunque tutto è possibile…. e d’altronde anche noi, in quanto specie umana, abbiamo pesantemente interferito nello sviluppo degli animali (perlopiù sfruttandoli e torturandoli) forse ci meritiamo altrettanto da parte di intelligenze più evolute…

Ma se realmente fossero “più evolute” potranno poi compiere quegli stessi errori nei nostri confronti?

Paolo D'Arpini


domenica 19 novembre 2017

La carne non è cibo da uomini…


Risultati immagini per La carne non è cibo da uomini…

Nella cultura occidentale il consumo di carne è stato associato alle figure di potere. Le abitudini alimentari indicano le differenze di classe ma anche di genere; infatti solitamente alle donne, considerate cittadine di seconda classe, sono assegnati cibi ritenuti inferiori dalla cultura dominante: verdure, frutta e cereali….
*
Il sessismo implicito nel consumo della carne è portatore di una mitologia che permea tutta la società occidentale: la carne è un cibo da uomini e mangiarla è un’attività maschile. Questo atteggiamento risale all’avvento del patriarcato ed alla conseguente utilizzazione di animali allevati per farne carne. Avvenne in seguito alla specializzazione di alcuni maschi che uscivano dal clan matrilineare per dedicarsi appunto alla transumanza nomade con gli armenti. Nel contempo la base alimentare presso il clan matriarcale continuava ad essere sostanzialmente composto da vegetali spontanei raccolti e dai prodotti delle prime forme agricole, essendo l’apporto di carne dato dalla caccia minimale e sporadico.
*
L’abitudine quindi di considerare l’uomo più “titolato” al consumo carneo, in quanto cacciatore od allevatore, è l’erronea comprensione sulla funzione di questi “transfughi” maschi, che dipendevano comunque dagli “scambi” con la produzione agricola portata avanti dalle donne in quanto la carne non potrebbe mai e poi mai sostituire i vegetali che sono assolutamente necessari per il metabolismo umano, pena l’insorgere di malattie tipo gotta, scorbuto, etc..
*
Oggigiorno con gli allevamenti industriali, e l’introduzione della carne in termini massicci nella dieta alimentare, la “ciccia” è diventata parte di un’economia di plusvalore e chi la controlla detiene un forte potere economico, sociale e politico.
*
Peggie Sand, una ricercatrice statunitense, ha messo in correlazione l’economia basata sul consumo di alimenti vegetali e potere femminile e l’economia basata sullo sfruttamento animale e potere maschile, notando che il consumo di carne è legato in maniera proporzionale allo status. In tal modo è stato appurato che nelle società in cui maggiore è lo sfruttamento animale più grave è la segregazione o la sperequazione sul lavoro, ovvero le donne lavorano più degli uomini e sono meno retribuite, inoltre debbono occuparsi della famiglia in cui vige la patrilinearità ed anche la religione ha caratteristiche patriarcali monoteiste. Al contrario nelle società in cui l’alimentazione è basata sui vegetali vige un diffuso egualitarismo: le donne infatti, pur avendo una posizione di maggior rispetto sociale, non abusano del loro potere per discriminare gli uomini.
La scrittrice Carol Adams ha ipotizzato in un suo libro, “La politica sessuale della carne”, che vi sia uno stretto legame tra la violenza sulle donne e quella sugli animali. Tale violenza essendo determinata dall’istituzionalizzazione della cultura patriarcale.
*
“Proprio come si elidono i cadaveri, nel linguaggio relativo alla carne, così nella descrizione della violenza culturale e sessuale le donne sono considerate referenti assenti. Ad esempio il termine “stupro” viene usato metaforicamente per indicare una violenza devastante. Attraverso questa funzione del referente assente, la società occidentale restituisce la realtà della violenza entro parametri “controllati”. Violenza sessuale e consumo di carne sono associate alla struttura del referente assente”.
*
Gli animali sono la base per la produzione della carne, eppure l’animale è assente quando lo si mangia, poiché esso viene considerato semplicemente “cibo”. Esso è assente anche perché nel linguaggio corrente viene rinominato il cadavere smembrato prima di consumarlo, si parla di: filetto, braciola, prosciutto, bistecca, salame, etc.
*
Tutti termini che non hanno un riferimento preciso con l’animale ucciso. Pertanto anche gli animali vivi, selvatici od allevati, sono referenti assenti nel concetto “carne” e conseguentemente si procede alla loro “cancellazione”. In quanto carne sono completamente assenti come animali, infatti si parla genericamente di carne di….
Il nesso fra la violenza sessuale e la macellazione è evidenziabile in alcuni esempi concreti. Andrea Workin afferma: “La pornografia rappresenta la donna come un pezzo di carne femminile..”. Mary Daly, riferendosi ai medici che praticano la lobotomia od il trapianto, usa il termine “macellai”. Ed altri ancora… che tralascio per carità “cristiana”…
*
L’oggettivazione fa sì che l’oppressore guardi all’altro come ad un semplice oggetto, per poter essere in grado di violarlo come nel caso dello stupro, in cui si nega alla donna la possibilità di dire no, lo stesso avviene nella macellazione che converte animali viventi in oggetti morti e cibo. Questo processo avviene attraverso lo smembramento brutale ed il consumo.
*
Ma attenzione c’è una contropartita da pagare per i consumatori di carne, l’allarme è stato lanciato da Richard Sharpe del centro di biologia riproduttiva di Edimburgo: “La capacità di essere fertili, da parte dei maschi, si è dimezzata del 50% a causa dell’incapacità di produrre spermatozoi. Non solo, questi spermatozoi presentano minori capacità di resistenza e maggiori mutazioni regressive”. Come dire che la specie umana si sta involvendo e regredendo anche in termini di intelligenza media, ma la cosa più preoccupante e significativa di questo processo di abbrutimento della società è che il precipitare delle azioni mascoline è strettamente legato all’inquinamento atmosferico e tecnologico e soprattutto al consumo smodato di carne, in seguito al tipo di alimentazione con cui gli animali d’allevamento sono obbligati con forte impiego di ormoni femminili e prodotti OGM nei mangimi.
*
In tal modo si rovescia completamente il binomio: virilità = consumo di carne.


Paolo D’Arpini


Immagine correlata

sabato 18 novembre 2017

Storia da "Mille ed una notte" - Arabia Saudita, l'erede presuntivo Mohammad bin Salman ed i 40 ladroni


Immagine correlata

Storia da "Mille ed una notte"  

È però un ragazzo a modo… Il 32enne Principe saudita Mohammad bin Salman, da quest’estate ufficialmente l’erede al trono del Regno, ha dichiarato una “guerra alla corruzione” che riporterebbe $800miliardi nelle casse dello Stato - equivalenti ad almeno una ventina di “manovre” medie italiane in un unico colpo - e ha come felice sottoprodotto anche l’effetto di consolidare la sua presa sul potere.

L’arresto di molti cugini, zii e amici d’infanzia dell’assai distesa Famiglia Reale creerà però un po’ di disagio mondano. Limerà inevitabilmente l’affollamento alle feste in famiglia e gli inviti alle cene del Ramadan. Dovendo trattare con riguardo i suoi prigionieri/parenti, il giovane e creativo bin Salman ha fatto requisire l’albergo Ritz-Carlton di Riyad - un hotel a cui la parola “opulento” non fa giustizia - per farne un carcere. Lì però gli ex potenti del Regno sono degli “incomunicados” ai quali è negato ogni forma di contatto con l’esterno.

Risultati immagini per Mohammad bin Salman
L’erede presuntivo 


Per non scomodare gli esperti del protocollo reale, l’erede presuntivo è colui che un giorno, alla morte o l’abdicazione del re, siederà sul trono più alto, “a meno che succeda qualcosa”. Il Principe Mohammad bin Salman Al Saud (Riyad, 31 agosto 1985) è un membro della famiglia reale saudita e figlio dell'attuale monarca. Il 21 giugno è stato nominato erede apparente dal re suo padre, Salman, diventando il primo nella linea di successione al trono dell'Arabia Saudita. Ha 32 anni. 

Per gli amici è “MBS”, un po’ come “JFK”, almeno secondo i suoi pubblicisti, forse gli stessi che lo hanno persuaso al curioso gesto di concedere il mese scorso la cittadinanza a un robot antropomorfico—un “first” mondiale dopo il “last” di concedere, a settembre, il diritto di guidare alle donne. Si potrebbe pensare che all’erede solo apparente convenga un po’ di prudenza: specialmente dato che re Salman pare sia afflitto dalla demenza e non è, diciamo, sempre in perfetto quadro. MBS però ha voglia di fare. Tempo fa, quando era già il più giovane ministro della Difesa al mondo a 29 anni, ha portato il suo Paese a combattere una guerra disastrosa nello Yemen. Da allora, si è scontrato con il resto dell’estesissima Famiglia Reale, con il Clero, con le Forze Armate e con buona parte della comunità degli affari saudita, nonché con l’Iran, la Turchia, il Libano, la Giordania, il Qatar, l’Iraq e pure—si dice—con la CIA, che pare preferisse un precedente “presuntivo”. 

I critici gli attribuiscono pure un ruolo chiave nella sanguinosa guerra siriana, fomentata dai Sauditi. Ad ottobre ha annunciato la costruzione della prima città al mondo ad essere totalmente automatizzata e “sostenibile”, ad energia solare, con le auto senza conducente e tutta gestita dall’Intelligenza Artificiale. La metropoli sarà una sorta di porto franco e occuperà una grande distesa di deserto tra l’Arabia Saudita, la Giordania e l’Egitto. 

L’investimento iniziale saudita sarà di $500 miliardi. Oh, e vuole trasformare l’ultraconservatrice fede Wahabista dei Sauditi in una forma di Islam più moderna e liberale… In questi giorni l’erede presuntivo ha improvvisamente lanciato una vasta campagna “anti-corruzione”, facendo arrestare, tra gli altri, il Principe Alwaleed bin Talal—uno degli uomini più ricchi del mondo, con importanti partecipazioni negli studi 21st Century Fox, Citigroup, Apple, Twitter e molte altre attività. Sono state messe sotto chiave “dozzine” di altri principi, alti ufficiali militari, quattro ministri del Governo e diverse decine di ex ministri. Per il Wall Street Journal il valore dei patrimoni sequestrati e da sequestrare si aggirerebbe sugli $800 miliardi. In un paese democratico, tanta energia moralizzatrice potrebbe forse provocare un’ondata di sostegno popolare. L’Arabia Saudita non è una democrazia. 

Parrebbe una strategia alla “o la va o la spacca”, anche se altri propendono per la più netta “è uscito di testa”. Però, che sia intenzionale o meno, il giovane ed entusiasta bin Salman potrebbe forse avere trovato una soluzione per il singolo più pressante problema del Paese: il basso prezzo del petrolio. Grave confusione in Arabia Saudita, il più importante produttore del greggio al mondo, dovrebbe spingere all’insù i prezzi che languono sui mercati internazionali. Basterà che i Sauditi siano ancora in grado di estrarlo una volta che abbiano raccolto i cocci.

 James Hansen   - hansen@hansenworldwide.com



Risultati immagini per James HANSEN <hansen@hansenworldwide.com>

venerdì 17 novembre 2017

Salvare il salvabile... Fuga dalla UE e dalla NATO, al più presto!


Immagine correlata

Quando, per chi lo ricorda, uscì sugli schermi del nostro sventurato Paese 1997: fuga da New York di John Carpenter, regista di horror e fantascienza a basso costo con al suo attivo alcuni titoli preveggenti, (oltre a quello testé citato, l'inquietante Essi vivono), le immagini di quella pellicola ci sembravano fantasie lontane, fantascienza appunto.

Oggi, dopo decenni di sonno comatoso, anche l'italiano medio – quello che si agita per la sconfitta della propria squadra in trasferta, ma che continua a seguire imperterrito campionati truccati – inizia ad avvertire di essere precipitato in un mondo in cui la fantascienza è stata superata da una realtà mostruosa, tale da rendere 1984, di George Orwell, lettura di intrattenimento per scuole medie inferiori.

Certo, chi fa parte della casta collaborazionista (la categoria più odiosa è quella dei radical chic),vive sempre alla grande – o almeno crede – e ci dirà tutt'ora, citando un articolo di Repubblica, che questo è il migliore dei mondi possibili, il regno della libertà e della democrazia, dove chi non può avere figli avrà persino un utero in affitto (e chissà se chi non può permettersi nemmeno un monolocale, potrà permettersi almeno quello...); con tanto tempo libero a disposizione da impiegare nei viaggi, nello yoga, nella meditazione, neibotox party, in cui ci si inietta un po' di botulino antirughe per apparire eternamente giovani.

Ma sorvoliamo sui rentiers e altri dorati cascami umani assimilabili: essi non pagheranno mai, per il semplice fatto che siamo noi a pagare per loro.

Passiamo alla classe media, o meglio ciò che ne rimane.
Chi – beato lui, perché oggi la schiavitù è una conquista - ha ancora un lavoro, tenta di esorcizzare la realtà con uno scambio di battute davanti alla macchina del caffè dell'ufficio sull'ultimo programma visto in tv; con un tradimento coniugale organizzato via smartphone(di marca, per carità!); oppure rifugiandosi nell'effige del salvatore di turno: Cristo è passato di moda, ora ci sono Grillo, Renzi, o qualunque uomo-immagine fabbricato dal sistema di potere per infinocchiare i diversamente intelligenti. Deluso anche dal movimento cinque stelle, visto l'impoverimento inesorabile, voterà il nascente cinque stalle.

Chi, invece, un lavoro non lo ha più, se ha potuto è emigrato, se non ha potuto, vive a ricasco di qualcuno (“per farsi amare” diceva Flaiano “bisogna farsi mantenere”); oppure è riverso in qualche angolo di strada da dove la visione della realtà non è offuscata dalle luci della televisione e dove “la durezza del vivere” che predica Monti (naturalmente per gli altri), gliene ha tolta anche la voglia.

Tuttavia, persino chi la propaganda, scientemente fin dai banchi di scuola, ha annichilito nelle proprie capacità di essere razionale – sempre che tra i bipedi a stazione eretta tali facoltà esistano (come qualcuno ha scritto, la migliore prova che esista vita intelligente nell'universo è che nessuno ha mai cercato di contattarci) – si rende conto che si sta materializzando un vero e proprio incubo e che le spiegazioni ufficiali – della tv, della stampa, dei governi - stridono con l'enormità dei fenomeni in corso: non ultima l'invasione programmata per sostituire gli attuali popoli europei.

Quali sono queste spiegazioni ufficiali?
Be', la corruzione continua a spiegare quasi tutto. Sono tutti ladri: è per questo che dopo i quaranta cadono i capelli; il resto è dovuto alla cattiveria di Putin. Oltre siffatti “ragionamenti”, adatti alle classi differenziali del secolo scorso, c'è solo la globalizzazione, un altro concetto onnicomprensivo e spacciato per naturale, inevitabile e non storicamente determinato dai poteri dominanti.

Eppure, se esistessero in giro cervelli in grado di articolare un pensiero, ci si sarebbe posta una semplice domanda: come mai la corruzione c'è sempre stata, ma prima si stava meglio?

Certuni, anche grazie all'opera divulgativa di sparuti intellettuali, hanno capito che l'euro c'entri qualcosa. Ma quasi nessuno è andato avanti nella spiegazione. Del resto, andare avanti può costare la reputazione, la carriera, la vita: dipende quanto avanti si va e il coraggio – scriveva Manzoni - “uno non se lo può dare”, specialmente in un Paese, citando Longanesi, in cui sulla bandiera nazionale, dovrebbe essere scritto, a caratteri cubitali: “Tengo famiglia”.

E così, ben pochi hanno cominciato ad allargare l'orizzonte dello sguardo: l'italiano soffre di miopia e più di quanto gli è vicino non riesce a vedere.

Qualcuno, timidamente, ha cominciato a tirare in ballo l'Unione Europea, ma come se si trattasse di un'entità indipendente e non di un progetto americano, teso - all'indomani della seconda guerra mondiale - a mantenere in pugno l'Europa occidentale, impedendo di fatto che potenze antagoniste agli Stati Uniti potessero contenderne il dominio e, soprattutto, saldare i propri interessi con quelli russi, come è naturale vista la prossimità geografica.

In particolare, l'intendimento americano è stato – ed è - quello di impedire che la Germania si avvicini alla Russia e che rimanga strettamente legata al carro atlantico. L'euro è nato anche a tale scopo: favorire l'economia tedesca per dare alla Germania una posizione di predominio in Europa (precisamente di sub-dominio rispetto agli USA), che la distogliesse dalle tentazioni di pericoloseliaisons con la Russia. Ed è, ovviamente, una delle principali ragioni per le quali la nefasta unità monetaria non viene smantellata (in questo modo, tra l'altro, lo Zio Sam, quando deve il cattivo in Europa, si traveste da tedesco e gli fa fare il lavoro sporco...).

Una volta per tutte, bisognerebbe far comprendere ai sonnambuli che ci circondano che non esiste “L'Europa”, né mai esisterà: essa è pura mistificazione della propaganda. Si tratta soltanto di una propaggine del declinante impero americano.

In tale quadro, l'Italia è l'ultima delle colonie, il Paese servo per eccellenza, un Paese che non decide nulla e con una classe dirigente, politica e imprenditoriale, non corrotta perché rubi, ma corrotta perché collaborazionista e nemica della propria nazione e quindi degli interessi della maggioranza. Nel suo libro Omaggio agli italiani, la compianta Ida Magli ha raccontato come la nostra storia sia quella dei continui tradimenti delle élites ai danni dei governati, cioè nostri.

Purtroppo, è l'inevitabile portato storico di un processo di unificazione eterodiretto da potenze straniere, mistificato dai miti del Risogimento e risoltosi con una annessione del Meridione e nessun serio tentativo di creare una coscienza nazionale, pericolosa perché avrebbe potuto fare del nostro Paese una potenza autonoma e scomoda nell'arena geopolitica internazionale.

È qui, in questa mancanza di una visione storica elementare, che cadono gli illusori movimenti “sovranisti” – del resto praticamente risibili – che vorrebbero attecchire nella penisola.

Come ha scritto Gianfranco La Grassa, viviamo in un periodo che assomiglia agli ultimi decenni dell'ottocento, quando un altro impero, quello inglese, stava inesorabilmente declinando, a fronte dell'emergere di potenze antagoniste, su tutte gli Stati Uniti. E, oggi, sono proprio gli Stati Uniti che tentano di difendere la propria traballante supremazia, trasformando l'Europa in un fortino anti-russo, con una incessante espansione della Nato verso oriente, cercando di resistere, inutilmente, al vento inarrestabile della storia che sta proiettando nuovi attori globali (in primisRussia e Cina) verso il palcoscenico di un mondo multipolare.

Con tanti saluti all'eccezionalismo dello Zio Sam, è giunta l'ora che faccia le valigie e torni al di là dell'Atlantico a mangiare hamburger.

Ma lo Zio Sam non si arrende così facilmente: sta facendo di tutto per ritardare il suo ritiro nell'ospizio della storia e ha messo in opera lastrategia del caos.
Il caos, infatti, è scientificamente organizzatoai confini dell'impero, per ostacolare il coagulo di nuove alleanze geopolitiche in funzione anti-americana che potrebbe ulteriormente accelerare la caduta della superpotenza yankee.
Regimi strategicamente importanti sono destabilizzati e rovesciati mediante falsi rivolgimenti spontanei, promossi e finanziati da ONG coordinate dalla CIA (il caso delle varie “primavere”, come dell'Ucraina); oppure manipolando il terrorismo - così come avviene almeno dagli anni settanta, quando la famigerata strategia della tensione insanguinò l'Italia con la messa in scena di opposti estremismi, per dar luogo a una restaurazione autoritaria decisa a Washington.

Secondo questo disegno, attraverso ripetuti attentati terroristici e l'invasione demografica è artatamente creata instabilità sociale nelle colonie europee, al fine di indebolirle e meglio controllarle, rendendo ancora più improbabile che si riorganizzino dal punto di vista geopolitico.

Intanto, la distruzione delle organizzazioni statuali prosegue senza sosta, mediante la cessione della sovranità residua ad organismi sovranazionali centralizzati, non eletti democraticamente e controllati dalla longa manus di Washington.
Avanza, di conserva, la distruzione dell'identità dei popoli e del legame con il proprio territorio (l'incentivo all'emigrazione, o alla “libera circolazione”, come è chiamata nel linguaggio propagandistico, va proprio in questa direzione); e l'annientamento dei popoli stessi, fisicamente sostituiti con immigrati di culture differenti e inassimilabili, in modo da costruire un mosaico multietnico di interessi contrastanti e inconciliabili in nome di un interesse comune, che si riconosca in un territorio e voglia difenderlo. Il progetto imperiale prevede, infatti, anonimi territori coloniali, sprovvisti di storia comune e abitati da individui sradicati in perenne conflitto tra loro.

Anche i generi sessuali sono moltiplicati per aumentare divisione e conflittualità e l'omosessualità è salvaguardata e promossa perché – come aveva intuito la Magli ne La dittatura europea - è un modo astuto di sterilizzare la razza bianca (i mussulmani sono refrattari alla propaganda gay).

Dal punto di vista dell'ingegneria sociale, il progetto imperiale prevede la cancellazione della storia e della geografia (ecco la ragione per cui lo studio di quest'ultima è stata abolita dalla riforma Gelmini). Il modello della società globale è costituito da internet (tecnologia nata in ambito militare – Arpanet il suo nome originario - non a caso resa disponibile gratuitamente): una indistinta e virtuale rete mondiale (World Wide Web), abitata da un essere umano de-territorializzato, che esiste appunto in questo non luogo geografico e in un eterno presente, creato mediante la simultaneità degli scambi (tempo e spazio sono dimensioni collegate ed internet annulla l'una e l'altra).
Internet, ad oggi, è stato il più intelligente – direi geniale – cavallo di Troia della globalizzazione.

Geniale anche come strumento di controllo totale, capace addirittura di dare al suo utente controllato l'illusione della libertà e di ottenere spontaneamente, anzi con voluttà, informazioni sensibili che una volta i servizi segreti dovevano sudare sette camice per carpire. Neppure l'istituzione della confessione era arrivata a tanta perfezione. (Se si vuole avere un'idea di che cosa sia questo grande fratello, così amato dai sudditi, che accumula dossier particolareggiati su ognuno di noi e il cui utilizzo è incentivato in ogni modo, si legga Il potere segreto dei matematici, di Stephen Baker).

E prosegue, altresì, il saccheggio e lo sfruttamento economico delle colonie europee. Le bombe demografiche, con l'arrivo di un esercito di nuovi schiavi, oltre a creare il caos e lo sgretolamento del tessuto sociale, tengono alta la disoccupazione, portando i salari sempre più al ribasso e scatenando una guerra fra poveri.
La pressione demografica e la diminuzione del gettito fiscale, dovuto all'alto numero dei disoccupati e al calo dei salari, generano ulteriori pressioni sulle casse degli Stati perché si privatizzino pensioni e sanità, ormai economicamente insostenibili.
Nell'ottica imperiale, infatti, tutto deve essere privatizzato, naturalmente a esclusivo beneficio dell'impero e dei suoi collaborazionisti e scherani. (In questo delirio acquisitivo dell'homo habensamericano si è arrivati addirittura a brevettare le specie biologiche esistenti in natura).
In ultimo, di pubblico non esisterà più nulla e gli Stati esisteranno solo in funzione di esattori delle imposte per conto dell'impero.

La sottomissione di un impero così vasto non si ottiene soltanto con la forza militare e la compiacenza delle élites a libro paga, ma anche con quella dei sudditi. In questo gli americani sono indiscussi maestri, padroneggiando come nessuno le sottili armi della propaganda, di cui Holliwood è stata per molto tempo la punta di diamante.
La colonizzazione culturale ha sempre accompagnato la penetrazione americana – altro tema che i cosiddetti sovranisti nostrani non comprendono – e fa più danni un telefilm americano di un discorso di Renzi a reti unificate.
Questa penetrazione subdola e melliflua, attraverso l'intrattenimento, ha ormai contaminato la nostra cultura fino al linguaggio, infarcito in maniera ossessiva di americanismi e dove si è arrivati al punto che battezzare qualcosa (un programma televisivo, un libro, persino una società a responsabilità limitata) senza un termine inglese, equivale a dequalificarlo come vecchio e deteriore.
Chi ha studiato un po' sa che pensiero e linguaggio sono interrelati e il secondo influenza largamente il primo (v. il determinismo linguistico di Whorf); quindi, parlare con termini americani significa pensare in termini americani. È per questo che la propaganda è così attenta al linguaggio ed è stato inventato il politicamente corretto: quello che non si può più dire, si finisce per non pensarlo nemmeno più. E quello che si dice, si finisce col pensarlo.

Un popolo che perde la sua lingua, perde la sua identità, perché i termini di una lingua cristallizzano i postulati fondamentali di una filosofia implicita, nei quali è espresso il pensiero di quel popolo e di quella civiltà.

Ci sarebbe da ridere, se non fosse tragico: una volta, in un documento aziendale, ho visto scrittoad Ok, invece che il latino ad hoc.

Nel nostro Paese, culla del Rinascimento, siamo giunti – passando da Machiavelli a Renzi, da Giuseppe Verdi a X Factor, da Storia della mia vita di Casanova a Rocco, ti presento mia mogliedi Rocco Siffredi - all'annichilimento culturale: non c'è più un libro che si possa leggere, un film che si possa vedere, neppure una canzonetta ascoltabile. In questo deserto, ha buon gioco qualunque obbrobrio proveniente da oltreoceano; e quel poco che viene da noi prodotto non ne è che lo scimmiottamento. La nostra cultura qualitativa è stata trasformata in una incultura quantitativa.
L'abbassamento del gusto, l'annientamento di ogni pensiero critico (considerato dal potere una pericolosa recidiva intelligente dell'homo videns), sono perseguiti con determinazione, a partire dalla riforma della scuola: il programma prevede di eliminare l'analfabetismo di ritorno, rafforzando quello di partenza.

Accenniamo, per concludere, all'atmosfera di perenne guerra strisciante in cui siamo costretti a vivere. Una guerra che si gioca su tutti i terreni: culturale, economico, e naturalmente militare. Una guerra che pervade l'aria come un gas asfissiante, che nelle zone di frizione con la Russia (l'Ucraina, la Siria, gli Stati baltici) rischia di deflagrare in scontro aperto, extrema ratiodell'impero americano: scagliare l'attacco profittando della superiorità militare, oppure perire.

No, non ho dubbi: non c'è fantascienza peggiore di questa realtà americanizzata, di questo morente impero che ci tiene prigionieri e ci costringe non più a scappare da New York, bensì dall'intera Europa.

Eppure dovremmo riprenderci il nostro Paese. Ma la cosa in Italia è impossibile: perché non l'abbiamo mai posseduto e quindi non abbiamo neppure la coscienza che sia nostro; e l'italiano si cura solo della propria conventicola, cui appartiene per nascita o entra per cooptazione. Come scrisse Sant'Agostino: extra ecclesia, nulla salus.

E, infine, perché un paese di servi sa solo immaginarsi un nuovo padrone e per quieto vivere si accontenta di quello che ha.

Lasciamoci con una citazione da La pelle, di Curzio Malaparte, alla quale non si può aggiungere davvero nulla, se non l'amara constatazione che lo spirito di un popolo non cambia mai:

“E più affettuoso onore gli era venuto, nei giorni della liberazione, dal suo rifiuto di far parte del gruppo di signori napoletani prescelti per offrire al Generale Clark le chiavi della città. Del qual rifiuto si era giustificato senza alterigia, con semplice garbo, dicendo che non era costume della sua famiglia offrir le chiavi della città agli invasori di Napoli, e che egli non faceva se non seguir l'esempio di quel suo antenato, Berardo di Candia, che aveva rifiutato di rendere omaggio al re Carlo VIII di Francia, conquistatore di Napoli, sebbene anche Carlo VIII avesse, ai suoi tempi, fama di liberatore. «Ma il generale Clark è il nostro liberatore!» aveva esclamato Sua Eccellenza il Prefetto, che per primo avuto la strana idea di offrire le chiavi della città al Generale Clark.

«Non lo metto in dubbio» aveva risposto con semplicità cortese il Principe di Candia «ma io sono un uomo libero, e soltanto i servi hanno bisogno di essere liberati». Tutti si aspettavano che il Generale Clark, per umiliare l'orgoglio del Principe di Candia, lo facesse arrestare, com'era usanza nei giorni della liberazione. Ma il Generale Clark lo aveva invitato a pranzo e lo aveva accolto con perfetta cortesia, dicendosi lieto di conoscere un italiano che aveva il senso della dignità.”

 Francesco Mazzuoli



Risultati immagini per Uscire dalla UE e dalla NATO, al più presto!

Commento di C.M.D.:  "L’intervento di Francesco Mazzuoli è una perfetta ed esaustiva sintesi della situazione in cui versa l’Europa e l’Italia in particolare, non ritengo pertanto opportuno aggiungere commenti ed integrarlo in alcun modo, occorre solo leggerlo fino in fondo e meditarci sopra. Collima perfettamente con quanto ho scritto in tutti questi anni e pertanto lo condivido in toto." (Claudio Martinotti Doria)

giovedì 16 novembre 2017

La legge Severino è troppo severa e va abolita, secondo Gianfranco Rotondi


Risultati immagini per Gianfranco Rotondi democrazia cristiana

Gianfranco Rotondi, quello che ha rifondato la Democrazia Cristiana (con una faccia da democristiano), ha recentemente dichiarato in tv che l’eventuale prossimo governo Berlusconi, come uno dei primi provvedimenti abolirà la legge Severino in modo che Berlusconi sia riabilitato e possa candidarsi!

La cosa naturalmente non ci stupisce data l’immoralità dei famigli di Berlusconi, caso mai ci stupisce che gli elettori possano non capire cosa sia implicito in quel proposito e che continuino a dare il loro voto per riavere in campo simili personaggi.

Per coloro che non lo sanno ancora, la legge Severinio è quella legge che stabilisce la incandidabilità per tutti coloro che hanno subito condanne penali in via definitiva e cioè dopo i tre gradi di giudizio.

Berlusconi ha subito le conseguenze della legge Severino perché i tribunali lo hanno condannato più e più volte ed in modo definitivo per reati PENALI.

A noi un  tale principio appare semplicemente una legittima precauzione di buon senso e di profilassi morale per impedire che a governare ed a fare le leggi ci siano individui colpevoli di corruzione di furto ed altro che le leggi le hanno disattese e violate!

Dunque, in ultima analisi la legge Severino da fastidio soprattutto a coloro che ne subiscono gli effetti e cioè ai delinquenti conclamati ed ai loro famigli che senza i loro padrini al potere mancano degli appoggi per farsi gli sporchi affaracci loro.

D’altronde il fatto stesso che al di là delle legge Severino, ci siano purtroppo ancora tanti elettori che votano per Berlusconi, o per le liste da lui promosse, come è avvenuto recentemente in Sicilia dove la mafia controlla una parte notevole dell’elettorato, è di per sé un fatto scandaloso, immorale, cinico e incivile.

Tutto quanto questo ci da la misura di quale sia in Italia, la natura reale della democrazia,  apparentemente frutto della volontà popolare, ma concretamente,  espressione di gruppi oligarchici di potere politico, economico e mafioso.

In qualsiasi Paese genuinamente democratico un individuo come il neo democristiano Rotondi sarebbe sommerso dalle risate, in Italia è un capo partito che siederà in Parlamento a governare il Paese ed a dettar  leggi.

Alessandro Mezzano

Risultati immagini per Gianfranco Rotondi democrazia cristiana

martedì 14 novembre 2017

Vivere è l'unico scopo della vita

Pensieri ispirati a Nisargadatta Maharaj

"La condizione indisturbata dell'essere è la beatitudine. La condizione disturbata è ciò che appare come mondo. Nella non-dualità c'è la beatitudine; nella dualità, l'esperienza..."

L'uomo è l'unico animale per il quale la sua stessa esistenza è un problema che deve risolvere. Se l'individuo realizza il suo io mediante l'attività spontanea, e in questo modo si mette in rapporto con il mondo, cessa di essere un atomo isolato; sia lui che gli altri diventano parti di un tutto organico; egli occupa il suo giusto posto, e così i dubbi su se stesso e sul significato della vita; quando egli riesce a vivere non in modo coatto, né da un automa, ma spontaneamente, essi scompaiono. Ha coscienza di sé come un individuo attivo e creativo e riconosce che c'è un solo significato della vita: l'atto stesso di vivere...

Alle razionalizzazioni manca in definitiva questo tratto dello scoprire e del rivelare; esse si limitano a confermare il pregiudizio emotivo esistente nell'individuo. La razionalizzazione non è uno strumento per penetrare la realtà, ma un tentativo a posteriori di armonizzare i propri desideri con la realtà esistente. Tutti noi siamo Uno, eppure ognuno di noi è un'entità unica, separata. Nei nostri rapporti col prossimo si ripete lo stesso paradosso. In quanto Uno, possiamo amare tutti nello stesso modo, nel senso di amore fraterno. Ma in quanto esseri distinti, l'amore erotico esige prerogative strettamente individuali, che esistono tra determinate persone, e non certo tra tutte.
.
L'uomo ha problemi legati al 'identificazione non con l'esistenza ( che di suo non esiste ). L'attività come l'esperienza è nel mondo duale . Le cose non si muovono affatto , sembra al'io . È l'apparente rapporto legato ai ricordi che crea il tempo e i suoi giochi.

Giusto o sbagliato? Non esiste come bene e male.
Come si possono avere dubbi? Scartando tutto il passeggero resta solo l 'imperituro. Tolta l'illusione di essere un corpo/mente inizia un mondo diverso.

Non si è mai divisi, se ne può avere l'illusione. Non esistono altri ma parti di te . Cosa c'è che non ti piace nelle cose automatiche? La terra gira, il corpo si prende cura di se stesso, piove, la vita "sembra "rispettare automaticamente i cicli e tra le varie manifestazioni la prima è l'essere coatta totalmente : vuole vivere a costo della vita altrui in quanto nella sua totalità sa di essere vita e non di "averne "e che tutto è vita.

Alcune parti di me si sentono divise da me si danno un nome ed una forma in mutamento , ma ciò è provvisorio .
Prerogative o preconcetti? Chi è "questo sono io" ?. 
Solo fasci di abitudini e ricordi. Un fraintendimento. 

Amore? Mmm. L'amore, l'ananda o la felicità sono stati dell'io sono, poi trascenderai anche ciò e lo farai trovando la radice dell'io sono.

Possiamo amare come scelta ed in ogni forma che l'io sono può immaginare essendo l'immaginazione creativa la sua natura, ma è passeggero come il corpo fatto di cibo.

Tu sei prima di ogni manifestazione.

Non sei colei che si gira nella folla al suono del nome che ricorda .

La razionalità usata per allineare il desiderio alla realtà si chiama vivere nel presente ed è una manifestazione come il resto e non una volontà di un individuo che di suo è un fenomeno come la neve.

Certo Esopo ha ben descritto come i desideri del inconscio deformano la realtà nella sua favola della volpe ma un attenzione spietata è ciò che serve per il discernimento che porta all'unione.

Questo corpo ha poche migliaia di giorni e mi sento un bambino come il primo istante. Si percepisce lo yoga totale ogni istante al di la del corpo che incarni e del piccolo "io sono" che si sente diviso, solo, con delle esperienze personali.

L'uomo non è questo o quello, come ogni altra cosa è indescrivibile e privo di nome e forma.

Non credo che esistono prerogative ma la spontaneità dalla vita come la spontaneità delle onde o delle nuvole.

Oltre i tre stati dell'essere ve ne è uno nel quale ogni cosa è trascesa e le esperienze cessano lasciando posto a ciò che sei.


SAT CIT ANANDA