martedì 28 novembre 2017

USA. I casi di Russia Today e Sputnik e l'ipocrisia di Amnesty

Come sapete i media Russia Today News e Sputnik News sono stati costretti dal governo USA a registrarsi come "agenti stranieri", perché sono finanziati da editori russi.


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Chiaro come il sole l'intento intimidatorio contro canali d'informazione ad altissimo gradimento (il canale Youtube di RT ha una media di 800.000-1.000.000 di visite giornaliere ed RT riceve, anche negli USA, un premio dopo l'altro per la qualità dei suoi sevizi e molte sue rubriche sono tenute da famosi giornalisti statunitensi, come Larry King, già re degli anchormen della CNN).

Putin aveva avvisato di non farlo, aveva avvertito che altrimenti avrebbe reso una pariglia del tutto simmetrica, perché si trattava di un attacco gratuito alla libertà di stampa. E infatti il governo russo ieri ha decretato che canali giornalistici come Voice of America e Radio Free Europe / Radio Liberty, finanziate dal Congresso USA e da Soros, si devono registrare come "agenti stranieri".

Amnesty a questo punto- solo a questo punto - si scandalizza e accusa Putin di attaccare la libertà di stampa. Quando lo denunciava Putin però è stata zitta: la censura su RT e Sputnik per Amnesty andava bene.

Anzi, il governo USA aveva anche chiesto a Google di fare un downgrading di RT e Sputnik, per rendere più difficile la loro ricerca. Non si sa se Google abbia rifiutato o stia facendo la furba. Fatto sta che ha comunicato che loro non fanno downgrading a persona ma che, comunque, stanno rivedendo gli algoritmi di riserva  per una maggiore efficacia.

Un altro esempio di come i "progressisti" (ma in realtà squallidi inquisitori on demand) intendono la libertà di pensiero, ce lo fornisce Reporter Senza Frontiere: ha chiesto allo Swiss Press Clubn di cancellare una tavola rotonda in programma per discutere del vero ruolo degli Elmetti Bianchi, l'agenzia di PR di al-Qaida in Siria amatissima dal sinistrume progressista del mondo occidentale e da tempo sputtanata con una miriade di testimonianze documentali.

Ma tant'è. Vi ricordate di quando l'ex premier francese Laurent Fabius dichiarò che "al-Qaida in Siria stava facendo un buon lavoro"? No, eh. Ve lo ricordo io: era il 2013 e Fabius era ministro degli Esteri. D'altra parte l'allora capo della CIA, generale Petraeus dichiarò poco dopo davanti a un Congresso esterrefatto che al-Qaida era il "miglior alleato degli USA in Siria".

Era la linea USA-Nato. Non è un caso che gli USA stiano riorganizzando nella loro base illegale di al Tanf in Siria i terroristi-mercenari ISIS "sfollati" da al-Raqqa e deir-Ezzor. Prossimo obiettivo? Mah. Un califfato nel Sinai e Gaza? Il Libano? L'Europa?

Io direi: contro chiunque si dimostrerà riottoso, contro chiunque si rivelerà - lo sappia o meno - un ostacolo.

Piotr

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