lunedì 30 aprile 2018

25 aprile 2018 - Liberazione dalle politiche aggressive d'israele



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Il 25 Aprile 2018, il giorno in cui si commemora la Liberazione dal Nazi-fascismo, il corteo di Roma che si dirigeva verso Porta S.Paolo rigurgitava di bandiere rosse e di bandiere quadricolori della Palestina: bianche, rosse, verdi e nere. Era presente anche lo striscione del GAMADI, associazione fondata da due autentici partigiani, Miriam Pellegrini Ferri, già militante di “Giustizia e Libertà” e poi comunista, e dal suo compagno, il compianto Spartaco Ferri, oggi scomparso.

Alla partenza si è sparsa la voce che Alfredo Tradardi, tenace ed intelligente combattente per la causa palestinese, fondatore di ISM (International Solidarity Movement) era venuto a mancare a Torino proprio nel giorno della Liberazione. Alfredo, di cui ero amico e di cui condividevo gli ideali, aveva portato avanti la sua battaglia con rigore e coerenza, rifuggendo da atteggiamenti finto-umanitari ed indicando nell’ideologia sionista la causa dell’occupazione coloniale della Palestina e del tentativo di operare una continua pulizia etnica dei suoi abitanti originari. Per questo Tradardi aveva condotto un tenace boicottaggio culturale di Israele, diffondendo una serie di libri, scritti sia da lui che da Diana Carminati ed Enrico Bartolomei, sia da autori palestinesi come Clot e Ghada Karmi, sia da autori israeliani antisionisti come Tanya Reinart ed Ilan Pappe. Aveva organizzato nel 2008 la contestazione della Fiera del Libro di Torino, i cui responsabili avevano chiamato Israele come ospite d’onore, e organizzato uno storico convegno a Roma in cui era stato presentato il fondamentale libro di Pappe: “la Pulizia etnica della Palestina”.

Al corteo non ha partecipato la comunità ebraica romana, sempre più ostaggio dell’estremismo sionista di Netanyahu, che pretendeva arrogantemente dall’ANPI, organizzatrice della manifestazione, di vietare la presenza di bandiere e simboli palestinesi. L’ANPI non ha ceduto però al ricatto e molti Ebrei democratici e contrari all’occupazione hanno partecipato al corteo ed al comizio finale a Porta S.Paolo.

Sconcerta la sudditanza della comunità ebraica romana - già essa stessa vittima di feroci persecuzioni durante l’occupazione nazista - nei confronti della sempre più feroce ed aggressiva politica di Israele nei riguardi dei Palestinesi e di quei paesi del Medio Oriente che difendono la loro indipendenza. Mentre continua la politica di pulizia etnica iniziata nel 1947-48, tanto a Gerusalemme come nella Valle del Giordano, e proseguono gli espropri di terra, gli arresti di migliaia di Palestinesi, anche bambini ed adolescenti, l’esercito israeliano – spacciato come il più morale del mondo – si esercita al tirassegno contro civili disarmati che manifestano a Gaza perché finisca l’ormai decennale assedio, uccidendone a decine. Gli aerei israeliani bombardano quasi ogni giorno la Siria, impegnata in una dura guerra per liberarsi dalle bande terroriste eterodirette, ed aiutano sfacciatamente i peggiori gruppi di fanatici jihadisti che operano ai confini del Golan, territorio siriano illegalmente occupato da Israele dal 1967. Con questo Israele dimostra di essere buon alleato dell’Arabia Saudita, noto sponsor di tutto il terrorismo mediorientale, oltre che dei soliti noti (USA, Francia, UK), quelli che vanno a bombardare la Siria con la scusa di chiare provocazioni e false notizie.

Ma queste politiche di stampo militarista, colonialista, razzista e fascistoide, basate solo sulla forza - di cui sembra rimangano ostaggio sia la maggior parte dei cittadini di Israele, sia molte comunità ebraiche italiane, europee ed americane, che non riescono a prendere le distanze - non è detto che abbiano prospettive illimitate. Le vittorie dell’esercito nazionale siriano sui terroristi nonostante i sostegni internazionali di cui godono, l’incapacità delle potenze imperiali e colonialiste di controllare la situazione, il rafforzamento del “Fronte del Rifiuto” antimperialista ed antisionista formato da Siriani, Libanesi, Iracheni, Iraniani, Yemeniti, e tanti altri popoli del Medio Oriente, il rilancio della lotta palestinese contro l’occupazione le espropriazioni e gli assedi a Gaza ed altrove, dovrebbero indurre Israele a fare marcia indietro e le comunità ebraiche ad una più matura riflessione che porti al dialogo, e non alla continuazione di questa dissennata politica di forza che rischia di diventare un vicolo cieco.

Anche il Governo italiano, quello dimissionario e quello futuro (se riusciranno a farlo) dovrebbero mostrare un minimo di dignità e sganciarsi dalle politiche aggressive di Israele e dei suoi potenti protettori. Non dovrebbero seguire il vergognoso esempio di quei dirigenti sportivi che si sono prosternati di fronte all’Entità Sionista concordando che il giro d’Italia partisse da Gerusalemme, città multietnica e sacra a tre diversi credi religiosi, considerata invece come “capitale indivisibile di Israele”.

Vincenzo Brandi

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domenica 29 aprile 2018

Fake news: come il Potere controlla i media e fabbrica l’informazione per ottenere il consenso - Recensione


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Modernità, buonismo e cancellazione delle identità 

Il mondialismo ha prodotto non solo una globalizzazione delle merci, ma anche una globalizzazione del pensiero e delle coscienze, dopo aver livellato e spersonalizzato l’individuo, distruggendo tutte le identità che aveva e arrivando persino all’impensabile, cioè a cancellarne l’identità sessuale, per costruire una società che sia fluida e a-morfa (senza forma) in tutti i suoi aspetti.

Siamo prigionieri inconsapevoli di una nuova forma di schiavitù, perché siamo caduti nella trappola di una nuova forma di egemonia, quella di coloro che decidono sovranamente del nostro benessere e ci colmano di benefici – sicurezza, prosperità, convivialità, welfare – insieme a un debito infinito, impossibile da saldare. Il nemico contro cui lottare oggi, pertanto, è quello che ha offerto una falsa liberazione, rendendo l’uomo schiavo del benessere e portandolo a una dissoluzione dei valori e a una forma di carnevale perenne.

La modernità è contraddistinta da valori in apparenza buonisti, i quali, però, camuffano semplicemente quell’egoismo e individualismo che erano tipici della borghesia. L’età del Lumi ha fatto nascere il mito del progresso e del progressismo etico, e dalle ceneri delle rivoluzioni e dei grandi imperi è nata un’ideologia dei diritti dell’uomo tanto ipocrita quanto falsamente buonista, tesa invece a censurare l’opinione e a violentare le menti di chi non è allineato.

Il buonismo imperante produce un livellamento delle coscienze, mirante a cancellare ogni identità. L’Occidente è stato infatti contagiato da un nuovo morbo: l’idea che l’amore vinca su tutto, che sia un sentimento al quale far piegare la razionalità e i governi, e che basti questo per riscrivere la moralità e introdurre nuovi diritti civili (dal gender alle battaglie per il poliamore e persino l’incesto).

A questa logica si devono inginocchiare tutti, abbandonando le vecchie concezioni bollate come arcaiche e tradizionaliste. Se ti opponi, sei reazionario, omofobo, bigotto e quant’altro.

Ma di quale amore si tratta? Perché “il sentimento” in questione sembra ormai quello patinato che compare nelle pellicole hollywoodiane e nelle serie TV e che si confonde con un’emozione, con una passione “chimica” dei primi mesi e con i propri desideri che devono essere soddisfatti a ogni costo. Gli adulti sembrano ormai incastrati nell’immagine di perenni adolescenti e i figli non possono che crescere disorientati. Manca, in definitiva, ogni tipo di progettualità e di impegno che vada oltre l’immediato e il godimento del presente. Siamo di fatto sempre più immaturi sentimentalmente e culturalmente, ma anche socialmente ed eticamente.

Ritengo che siamo stati spinti ad esserlo e che al Potere faccia comodo avere una massa di perenni adolescenti, incapaci di impegnarsi in qualunque progetto, incapaci di pensare con la propria testa, e di sottoporre al senso critico la realtà che li circonda. Siamo al centro di una vera e propria rivoluzione antropologica e non ne siamo neppure coscienti.

Tratto da: Fake news: come il Potere controlla i media e fabbrica l’informazione per ottenere il consenso di Enrica Perucchietti (Arianna Editrice)





sabato 28 aprile 2018

Accecamenti elettronici, zombificazioni a rischio e sessualità basso-imperiale


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Qualche notizia con pochi commenti.

1) L'ANPI ha rispedito al mittente la richiesta della Comunità Ebraica di Roma di vietare ai Palestinesi la piazza del 25 aprile. La scusa stavolta era “storica”: secondo i caporioni della Comunità, i Palestinesi avevano formato una brigata SS musulmana. Falso storico diventato fake news: il reparto musulmano SS era composto da bosniaci e in parte da albanesi (facenti parte allora della Croazia di Ante Pavelic). La fake news è stata pubblicata anche dal “Manifesto” . Ogni commento è superfluo.

Un rifiuto più che ragionevole, quello dell'ANPI, viste le continue stragi di innocenti al confine della Striscia di Gaza.
2) E a proposito di fake news, l'Impero non sa più come continuare a zombizzare i suoi sudditi, che si sottraggono sempre più in massa al lavaggio del cervello della presstitute. Così adesso si riparte con un “piano -bavaglio” da parte di tutta la UE. Il casus belli oggi sono i vaccini (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2018-04-23/cosi-fake-news-intaccano-scienza-121249.shtml?uuid=AEyCufcE).

Un po' come gli attacchi chimici false flag, c'è da aspettarsi che tra non poco qualcuno scriverà sui vaccini una grossa boiata da un punto di vista scientifico da spacciare come causa del prossimo decesso per morbillo, così che possa essere lanciata una salva di missili da crociera per mettere il bavaglio prima ai social e poi a tutta la rete. A proposito, le cifre ufficiali parlano per il 2017 di 30 decessi per morbillo in tutta Europa (http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/aggiornamenti.asp). 

Chiedo agli esperti: è lecito con queste cifre che un TG di Stato parli di “epidemia di morbillo”? (per la cronaca i miei figli furono vaccinati da piccoli, quindi la mia non è una domanda preconcetta, ma etico-scientifico-giornalistica).

3) A Duma è stato scoperto un deposito di armi chimiche di fabbricazione Tedesca e Britannica. Indagini sono in corso. Ma per adesso non da parte della task force in loco dell'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC). Ha raccolto campioni a Duma ma per ora si è rifiutata di andare a controllare le postazioni tenute dai “ribelli” (ovvero dai tagliagole “moderati” che buttavano gli omosessuali dalle torri e mettevano nelle gabbie le donne alawite).

4) E' quasi certo che 65 dei 105 missili lanciati da USA, UK e Francia contro Damasco siano stati abbattuti dalla vecchia contraerea siriana, risalente all'epoca sovietica. Come mai? Perché è avvenuto, a quanto sembra, un fatto che ha preoccupato gli USA e li spinti a inoltrare a Mosca una nota di protesta: i sistemi di guida dei loro missili sono stati “accecati” dai sistemi di guerra elettronica russi.
Non è la prima volta che capita una cosa del genere. Qualche anno fa, al largo della Siria i Russi accecarono totalmente per qualche minuto le difese di un incrociatore USA. Alcuni marinai ritornati in patria diedero le dimissioni dicendo “E' stato terrificante: in quel lasso di tempo avremmo potuto essere colati a picco senza che nemmeno ce ne potessimo rendere conto”.

In compenso Macron è in pieno trip neocolonial-grandeur e si fa fotografare mano nella mano col Pannocchia. I suoi sudditi però sono inferociti ma a lui non interessa nulla, tanto essere crollati al 30% dei consensi o al 15% come il suo predecessore, non interessa i campioni della democrazia europea. Lui tira avanti coi massacri sociali e si appresta a farne di coloniali, dato che ha ribadito che vuole essere sempre più attivo in Siria (da cui per altro scacciarono circa un secolo fa con le armi il fantoccio dell'Impero Britannico, l'emiro Faysal, compagno d'armi di Lawrence – lui sì destinato a diventare nazista). In Asia e in Africa gli uccisi dall'imperialismo francese si contano a milioni.

Quando i Romani vincevano una campagna militare facevano un giubileo, cioè condonavano i debiti. Oggi le campagne militari si fanno per sostenere il sistema di debito-credito che costituisce il colossale castello di carte della finanza, strizzando all'inverosimile chi non fa parte dell'1%. Non credo che nessuna precedente guerra di carattere mondiale sia stata mai fatta da una élite così striminzita.
(Per la cronaca ricordo che esiste anche un'altra versione: la traiettoria dei missili è stata fornita ai Russi dagli USA tramite la Francia).

5) Il sedicente Collettivo Antifà di Macerata mette in scena il 25 aprile una “Piazzale Loreto”, con fantoccio di Mussolini a testa in giù e incitamento ai bambini a spaccargli la testa: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/04/26/25-aprile-a-macerata-pentolaccia-come-piazzale-loreto-bimbi-armati-per-bastonare-il-fantoccio-di-mussolini/4318822/

Da figlio di partigiano e cugino di un martire della Resistenza, sono disgustato da questa messinscena. Ma non sono stupito. Gli “Antifà” tedeschi sono noti per commemorare annualmente il bombardamento di Dresda, eseguito “al solo scopo di seminare terrore” (Churchill), sventolando bandiere israeliane e gridando “La Germania deve bruciare!”. Questo è il loro sentire.

Antifà spagnoli e tedeschi sono così stati arruolati nelle fila dei curdi dell'YPG in Siria. E sapete da chi sono stati arruolati? Da reclutatori del Pentagono. Antifà.

6) E finiamo col noto adagio “Niente sesso, siamo Inglesi”. Adagio ormai da estendere a tutto il mondo anglosassone e nordeuropeo.

A parte il record di stupri statunitensi (che credo siano ancora adesso di più di quelli indiani nonostante la popolazione USA sia un quarto di quella della Federazione Indiana – fino a pochi anni fa era così), ecco le cifre Eurostat: 64.500 crimini sessuali compresi 35.800 stupri, in Inghilterra e Galles (record europeo in termini assoluti). Poi Germania (34.300, dei quali 7.000 stupri), Francia (32.900, dei quali 13.000 stupri) e infine la Svezia (17.300, dei quali 5.500 stupri).

Londra un mese fa si è accorta con orrore di essere la città occidentale più violenta (con un numero di assassinii che supera quello di New York). Adesso l'Inghilterra ha inanellato un altro record negativo. Quando le società vengono sfasciate, si sfasciano. E' elementare, ovvio, lo capisce chiunque.

Anche la Svezia, con altrettanto orrore, ha scoperto che ha, in relazione alla popolazione, 10 volte più stupri della cugina Danimarca. Il governo ha quindi commissionato studi e inchieste che spesso hanno punto il dito su un'immigrazione mai integrata, ghettizzata e che, di conseguenza, segue regole e comportamenti propri in relazione all'ambiente circostante. Lo stesso sta emergendo in Germania.

Io sono contrario a trarne conseguenze generali. La violenza sessuale è un fenomeno molto complesso, che va dai ribelli della Beat Generation (Allen Ginsberg e compagni) che andavano a stuprare bambini a Tangeri, ai capitani d'industria e, più in genere, ai detentori del Potere (economico, politico – senza distinzioni di schieramento, da Berlusconi a Ted Kennedy – e anche culturale – Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir si facevano in tandem le allieve minorenni).

E poi c'è il ghetto, l'emarginazione, il ritrovarsi all'improvviso in un ambiente che non “rispetta” le regole morali con cui si è cresciuti e che, in aggiunta, ci odia e ci disprezza, oltre che sfruttarci.
Ecco allora che la Svezia entra a testa bassa nel trip sessuale che sta facendo perdere il lume della ragione all'Occidente. Con una legge che entrerà in vigore quest'anno, un uomo in Svezia deve avere un consenso esplicito da parte di una donna per avere un rapporto sessuale con lei. Altrimenti è ipso facto violenza. Un'azienda olandese ha già preparato una app per avere un consenso firmato.

Il gioco del detto-non detto, fondamentale nel rapporto erotico, va a a farsi – per legge – a benedire. Così come in un articolo della giornalista Gaby Hinsliff del “Guardian” che riportando il pensiero di una “dating coach”, Erin Tillman, scrive che l'unico consenso vero è un “Sì, sì, sì entusiasta” (“the enthusiastic presence of a “yes, yes, yes”): “If somebody isn’t an enthusiastic yes, if they’re hesitating, if they’re like: ‘Uh, I don’t know’ – at this point in time, that equals no.” https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2018/feb/14/carnality-and-consent-how-to-navigate-sex-in-the-modern-world

Veramente? Veramente un “Sì, sì, sì entusiasta”? Che ne pensano le donne?
Ad ogni modo la Svezia scopre anche che a causa del #MeeToo Movement la sua Accademia Reale ha perso 3 membri. E' in forse l'assegnazione del Nobel per la Letteratura.
Un battito d'ali (per così dire) a Hollywood ha provocato un terremoto a Stoccolma: https://www.nytimes.com/2018/04/07/world/europe/swedish-academy-abuse-accusations.html

Con la nuova legge sul “consenso esplicito”, i giudici svedesi si aspettano un incremento delle incarcerazioni per stupro. Per adesso fanno le prove e hanno sentenziato 10 anni di carcere a uno svedese per “stupro online”. Il soggetto era veramente uno sporcaccione e potenzialmente pericoloso (aveva minacciato la famiglia di una ragazza per farle fare atti sessuali online), ma la virtualizzazione della fattispecie mi lascia un po' perplesso.

L'importante ormai è reprimere, non prevenire: donne state tranquille! Verrete sempre violentate ma ne metteremo in galera di più! Evviva! Prevenire vorrebbe dire fare conti troppo dolorosi col marciume economico, politico, sociale, e antropologico della nostra ormai ex civiltà occidentale.

Piotr

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venerdì 27 aprile 2018

L’invasione aliena e l’auto-ghettizzazione della “walled community”


In un mondo in cui vi è stato imposto l’integrazione forzata con altre popolazioni profondamente diverse senza che mai il vostro governo vi abbia prima chiesto se effettivamente questa fosse la vostra più intima volontà, vi siete mai fermati a chiedervi qual’è invece il contrario dell’integrazione ?
Ve lo dico io si chiama autoghettizzazione, ne sanno qualcosa gli americani che l’hanno inventata e implementata prima di tutti, alla faccia quindi che il diverso è bello e piace.
Dopo l’ennesimo attentato terroristico di matrice islamica in Europa, a cui ne seguiranno purtroppo molti altri ancora, dopo l’escalation di disagio popolare che molte istituzioni faticano ormai a contenere, si perde ormai il numero di sindaci che respingono alle prefetture i cosiddetti finti profughi assegnati d’ufficio ai vari comuni italiani, qualcuno inizia a guardare avanti pensando a come difendersi o come fuggire da tutto questo.
Purtroppo con una nazione drogata e plagiata da questa vile deriva aberrante di stampo cattocomunista, per la maggior parte della popolazione il futuro è tutt’altro che roseo. Ci sono lettori che mi scrivono chiedendo che cosa possono fare per i loro figli: pensate prima a voi stessi ed auspicate che la vostra discendenza sia dotata di geni atti a non farsi sopraffare; il titolo di studio, tranne qualche caso isolato, non servirà a nulla, anzi magari li schiaccerà ancora più in basso a dove si trovano ora.
Ma ritorniamo sui primi passi, come dicevo l’unica soluzione fai da te che si può per adesso implementare per proteggersi e per proteggere la propria famiglia è l’autoghetizzazione ossia ritirarsi a vivere all’interno di comunità residenziali chiuse dal resto del mondo.
Detta così sembra stia parlando di un altro pianeta in realtà si tratta di aree residenziali molto peculiari, riservate ad una fascia della popolazione generalmente benestante che predilige uno stile di vita in cui determinate minacce, rischi e pericoli sono completamente assenti.
Tecnicamente si chiamano gated community oppure anche walled community ossia nuclei residenziali recintati e monitorati. In Italia non sono ancora presenti in misura massiva, ma basta aspettare e lo diventeranno presto.
Dopo due anni di valutazioni e considerazioni personali anch’io ho scelto di andare a vivere in una struttura residenziale di questo tipo. Esistono in tutto il mondo occidentale, si va dal Messico a Cipro, dalla Spagna agli USA: rappresentano complessi urbani solitamente molto distanti dalle aree metropolitane, caratterizzati da grandi spazi verdi e vegetazione lussureggiante, molti di essi anche per ragioni di marketing sono ubicati in prossimità di aree costiere, ma mai a ridosso del mare, questo per evitare la massa, il rumore o i tipici fastidi che si hanno quando si vive a stretto contatto con persone appartenenti alle fasce economiche più basse (low class people).
Queste gated community che solitamente sono costruite all’interno di grandi campi da golf sono dotate di un servizio di vigilanza e polizia privata: per entrare o uscire dalla comunità si deve passare per un check point vigilato giorno e notte in cui vengono registrati e monitorati gli accessi dei visitors ossia gli ospiti dei residenti. Ogni residence community al proprio interno è molto simile ad un piccolo paesino all’italiana, è presente tutto quello che serve per vivere senza pensieri, supermercato, pub, palestra, ogni sorta di impianto sportivo, scuola primaria, clinica medica, veterinario, boutique, wine bar, sportello bancario, edicola, parrucchiera, estetista, un ventaglio di ristoranti ed in taluni casi anche una chiesa (cappella privata).
Le auto circolano all’interno della comunità al massimo dei 30km orari ed in ogni caso vige un sistema di telecamere interno per sanzionare eventuali infrazioni, ognuno ha il proprio parcheggio numerato e coperto davanti casa sotto le fronde di qualche salice o betulla cosi che non si impazzisce a cercare un posto in cui lasciare l’auto, tutta la community si sviluppa attorno a sentieri immersi nel verde e viali per piste ciclabili o passaggi pedonali di modo che tanto persone anziane quanto bambini possono girare liberamente senza angoscia per i rispettivi genitori.
Non ci sono spacciatori, violentatori, scippatori o balordi per i viali interni. Qui viene il bello che dimostra quanto l’integrazione forzata sia la più grande menzogna di questo secolo propagandata in Italia dal PD & Company: chi se lo può permettere si autoghettizza ossia si ritira a vivere in queste tipologie di enclave residenziali in cui state certi non vedrete mai islamici, asiatici, diversamente bianchi o sovietici.
Tasso di criminalità interno pari allo zero per cento. Potete lasciare la vostra mountain bike da mille euro in giardino o al parcheggio del supermarket interno senza catenaccio, tanto non ve la tocca nessuno. La notte potete dormire senza serrare la porta di ingresso tanto nessuno si sogna di entrare. La vigilanza gira (con molta discrezione) armata giorno e notte, non c’è posto al mondo in cui ti puoi sentire più sicuro. Tecnicamente siete in una fortezza wasp. Questo acronimo sta per white anglo saxon protestant ed era utilizzata un tempo per indicare un cittadino statunitense discendente dei colonizzatori originari inglesi, non appartenente quindi a nessuna delle tradizionali minoranze etniche (afroamericani, ispanici o asiatici). Oggi invece è utilizzata per indicare la cultura e il modo di vita di gruppi circoscritti di persone, generalmente bianchi cristiani benestanti di origine nord europea, conoscitori della lingua inglese, stanziatisi a vivere in altri paesi da quello loro nativo.
Molte di queste gated community che arrivano ad accogliere nella generalità dei casi oltre cinquemila persone possono anche essere sono concepite come retirement village ossia complessi residenziali per accogliere ed ospitare anziani pensionati autosufficienti: la Florida ha creato un business unico al mondo attorno a queste realtà.
In Europa abbiamo il Portogallo, con la regione dell’Algarve che ha fatto copia e incolla. Le comunità sono chiuse su se stesse per definizione: per acquistare una proprietà immobiliare (villetta indipendente, appartamento, casa a schiera) dovete essere ammessi dal consiglio di amministrazione della community, presentare determinate credenziali personali e avere referenze professionali, questo con lo scopo di proteggere e tutelare chi ha già scelto di viverci prima di voi quanto chi ha deciso di effettuare eventualmente un investimento immobiliare.
Cosi facendo si evita ad esempio che possano entrare come residenti in pianta stabile nella comunità persone generalmente non gradite alla moltitudine. L’approccio può sembrare discriminatorio o a sfondo razzista in realtà rappresenta tanto una forma di difesa quanto una espressione di libertà assoluta ossia voglio essere libero di scegliere con chi vivere e di chi avere a fianco come vicino di casa.
Questa è la motivazione principale che spinge ad effettuare queste scelte di vita radicali. Come italiani invece siamo ormai da più di tre anni che abbiamo persone all’interno delle nostre farlocche istituzioni che decidono per voi proclamandosi detentori della verità assoluta ed obbligandovi ad accettare la ricchezza culturale (chiamiamola cosi) di genti disperate che arrivano nel nostro paese con la certezza di andare alla fiera della cuccagna. Molti lettori mi scrivono chiedendo dove possono andare a vivere via dall’Italia per scappare da questo contesto delirante, tuttavia la risposta non è data da una nazione in sé ma dal come vorrete vivere all’interno di quel paese prescelto. L’escalation di terrorismo islamico ed una voluta immigrazione/invasione non controllata sono appena all’inizio. In questi termini la gated community (leggasi fortezza wasp) specie se avete figli ancora in tenera età, vi potrà aiutare a superare questa epoca di follia generazionale nella consapevolezza che il futuro difficilmente potrà essere migliore di adesso.

Eugenio Benettazzo

giovedì 26 aprile 2018

Antisionista è uguale ad antisemita ... secondo Israele



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Antisionisti uguale antisemiti è come antifascisti uguale antitaliani

Il teorema anti-sionismo uguale antisemitismo, uno dei pilastri della mobilitazione tesa a oscurare lo strisciante genocidio dei palestinesi, è abusivo e ricattatorio per due ragioni inconfutabili. La stragrande maggioranza degli ebrei in Palestina e nel mondo non è semita, ma eurocaucasica (vedi Shlomo Sand “L’invenzione del popolo ebraico”). Semiti sono gli arabi e, quindi, anche coloro che si sono convertiti alla religione ebraica (sefarditi). E parlando di semiti si parla di gruppo etnico e linguistico (leggenda biblica: i discendenti di Sem, figlio di Noè, poi installatisi in Medioriente e Nordafrica); mentre sionisti sono coloro che propugnano lo Stato di Israele, Sion, in termini di assoluta purezza di comunità e religione.

Assicurato il disinquinamento di una manifestazione dedicata alla vittoria sulla schiavitù, quanto meno mentale, da una presenza, non connotata da fede, storia o identità comunitaria, bensì da incondizionato sostegno a Israele, cioè a chi nega costituzionalmente, socialmente, politicamente, economicamente, culturalmente, la libertà alla terra invasa e occupata e al popolo oppresso, incarcerato e falcidiato da 70 anni, avremmo apprezzato la bonifica del corteo da parte di correligionari o ex-correligionari di quegli inquinatori. Avremmo applaudito di tutto cuore ebrei come il già menzionato Sand, i Finkelstein, Pappè, Atzomon, gli Ebrei italiani contro l’Occupazione e la tanta parte della comunità che non sottosta ai ricatti dei caporioni romani. Ebrei dotati di tanto coraggio quanta non ce l’ha il “manifesto” quando pubblica certe oscenità (vedi sotto).
Perché da bonificare e disinquinare, in questo fortemente autocelebrativo e depistante 25 aprile, ce n’è stato quanto nelle stalle di Augia. E di Ercole impegnato a rimuovere le scorie s’è vista l’ombra solo nello spezzone palestinese e in quanti, anonimi, sinceri, senza i cronici cerchiobottismi dell’opportunismo sinistro, a quella causa ispirano la loro partecipazione.


Fulvio Grimaldi 

(Fonte: http://fulviogrimaldi.blogspot.it/)

mercoledì 25 aprile 2018

Treia, 28 e 29 aprile 2018 - Celebrazione del Wesak acquariano con Luce di Stelle ed Upahar Anand



Alcune  ragazze e ragazzi di Luce di Stelle, guidate/i da Mara Lenzi,  partecipano alla celebrazione del Wesak acquariano che si tiene a Treia il 28 e 29 aprile 2018, nella sala di meditazione del Circolo vegetariano VV.TT., alle ore 21.

La manifestazione, che si svolge  nell'ambito della Festa dei Precursori, prevede per il 28 aprile una sessione di canti condotta dal solista anglo-indiano Upahar Anand, con accompagnamento di flauto, harmonium e chitarra. I festeggiamenti proseguono  domenica 29 aprile,  sempre alle ore 21,  con una seconda  sessione di canti del gruppo “Luce di Stelle”, con accompagnamento di sitar, harmonium, cembali e tamburo sciamanico.

Chi volesse partecipare  agli eventi descritti, non essendoci un gran numero di posti disponibili, è pregato di prenotare al più presto chiamando o scrivendo a Paolo D’Arpini:  Tel.  0733/216293 – Email – circolovegetariano@gmail.com


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Upahar Anand


Qualche parola sul wesak

Scrisse Osho:  “Io saluto il buddha che è dentro di te. Forse tu non ne sei  consapevole, forse non ti sogni neppure di essere un buddha, e che  nessuno può essere nient’altro che questo, non ti sogni neppure che la  condizione di buddha sia il nucleo essenziale del tuo stesso essere:  non è qualcosa che si verificherà nel futuro, ma qualcosa che è già accaduto. È la sorgente stessa da cui provieni… è la sorgente e al  tempo stesso anche la meta. È dalla condizione di buddha che noi  partiamo, ed è verso di essa che ci muoviamo.  Quest’unica parola contiene tutto: l’intero cerchio della vita,  dall’alfa all’omega.  Ma tu sei profondamente addormentato, non sai chi sei. Non si tratta  di diventare un buddha, devi solo prendere atto del fatto che lo sei,  devi tornare alla tua sorgente, guardare dentro di te. Stare faccia a  faccia con te stesso, ti rivelerà la tua condizione di buddha.”  (Tratto da: “Il Sutra del cuore”).

Cosa ci può aiutare a trovare, in noi…e negli altri, questa Dimensione?  la Forza è già in noi…  ma…l’Aiuto Divino non viene mai meno… Ogni anno, Il Budda e Il Cristo   vengono a portarci il loro Aiuto, la loro Energia e la loro Benedizione   attraverso la Festività del  WESAK Acquariano.

Simultaneamente migliaia di adepti di tutte le religioni e tradizioni del mondo partecipano all’evento meditando in ogni parte del globo, affinché le Energie Cosmico-Divine emanate dai Grandi Esseri possano affluire pienamente su tutta la Terra e utilizzate per l’evoluzione naturale, mentale, spirituale e sociale del genere umano, e per la realizzazione della Pace fra le genti e i popoli. Una festa per tutti gli esseri umani e crediamo che rappresenti pienamente la speranza di pace, giustizia, tolleranza insita in tutti gli uomini e donne di buona volontà che non conoscono confini al “LAVORO PER IL BENE COMUNE” a qualsiasi razza, religione, ceto sociale o ideologia appartengano.

martedì 24 aprile 2018

NATO. Se settanta anni vi sembran pochi... - Treia: Raccolta firme per l'uscita dalla NATO



Treia. Il 25 aprile 2018, alle ore 18, ci siamo trovati in pochi volenterosi davanti al monumento ai caduti, lo scopo era quello di sensibilizzare le persone -nell'occasione della Festa della Liberazione- sulla necessità di uscire dal sistema della guerra continua in cui siamo costretti in seguito all'alleanza con la NATO.  Abbiamo fatto un volantinaggio per promuovere la petizione per l'uscita dell'Italia da questa alleanza mortale, che non ha scopo di difesa bensì di aggressione verso tanti popoli innocenti, colpevoli soltanto di non assoggettarsi agli interessi imperialisti dell'Occidente.


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Per firmare: https://www.change.org/p/la-campagna-per-l-uscita-dell-italia-dalla-nato-per-un-italia-neutrale


Nel 1949, con il 5° Governo De Gasperi (Democrazia cristiana - Pli - Psli - Pri), l’Italia diviene membro della Nato sotto comando Usa. Subito dopo, secondo gli accordi segreti sottoscritti da De Gasperi a Washington nel 1947, inizia lo schieramento in Italia di basi e forze statunitensi, con circa 700 armi nucleari.


Per 40 anni, nella strategia Usa/Nato, l’Italia fa da prima linea nel confronto con l’Urss e il Patto di Varsavia, sacrificabile in caso di guerra (gli Usa tengono pronte sul nostro territorio anche mine atomiche da demolizione).

Finita la guerra fredda con la dissoluzione del Patto di Varsavia e dell’Urss nel 1991, inizia per l’Italia non un periodo di pace ma una serie continua di guerre sulla scia del suo principale «alleato storico».

Nel 1991, con il 6° Governo Andreotti (DC - Psi - Psdi - Pri - Pli), la Repubblica italiana partecipa nel Golfo sotto comando Usa alla sua prima guerra, violando l’Art. 11 della Costituzione.

Nel 1999, con il Governo D’Alema (Ulivo - Pdci - Udeur), l’Italia svolge un ruolo fondamentale, con le sue basi e i suoi cacciabombardieri, nella guerra Nato contro la Jugoslavia.

Nel 2003, con il 2° Governo Berlusconi (Forza Italia - AN - LN - Ccd-Cdu), l’Italia inizia la sua partecipazione (tuttora in corso dopo 15 anni) alla guerra Usa/Nato in Afghanistan.

Sempre nel 2003, con lo stesso governo, partecipa all’invasione dell’Iraq da parte della coalizione a guida Usa.

Nel 2011, con il 4° Governo Berlusconi (PdL, LN, MpA), l’Italia svolge un ruolo di primaria importanza nella guerra Nato contro la Libia, a cui partecipa con 7 basi aeree, cacciabombardieri e unità navali.

Nel 2014-2018, con il Governo Renzi (Partito democratico, Ncd, SC, Ucd) e il Governo Gentiloni (stessa coalizione), l’Italia partecipa alla escalation Usa/Nato contro la Russia, inviando truppe in Lettonia e cacciabombardieri in Estonia.

Allo stesso tempo questi e altri governi cedono il nostro territorio al Pentagono, che lo usa quale ponte di comando e di lancio per operazioni militari in una vastissima area geografica.

Il Comando delle Forze navali Usa Europa-Africa a Napoli-Capodichino, agli ordini dello stesso ammiraglio Usa che comanda la Forza congiunta alleata a Lago Patria, copre metà dell’Oceano Atlantico e i mari che bagnano tutta l’Europa e la Russia e quasi l’intera Africa.

Le basi Usa di Aviano, Vicenza, Camp Darby, Gaeta, Sigonella e la stazione Muos di Niscemi servono a operazioni militari in Medioriente, Africa ed Europa Orientale.

Legata agli Usa direttamente e attraverso la Nato – in cui gli Usa detengono dal 1949 ad oggi la carica di Comandante supremo alleato in Europa e tutti gli altri comandi chiave – l’Italia è privata del potere sovrano in politica estera.

Le nuova bombe nucleari B61-12, che gli Usa installeranno in Italia dal 2020, ci esporranno a rischi ancora maggiori. Luigi Di Maio ha firmato l’Impegno Ican a far aderire l’Italia al Trattato Onu sulla proibizione delle armi nucleari, quindi a rimuovere dall’Italia le armi nucleari Usa. Manterrà l’impegno o lo romperà per non «sganciare l’Italia» dal suo principale «alleato storico»?


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Luigi Di Maio: «Se qualcuno pensa di sganciare l’Italia dai nostri alleati storici, che sono l’Occidente e i paesi della Nato, allora troverà sempre me contrario. L’Italia, e il Movimento 5 Stelle soprattutto, non ha mai detto di volersi allontanare dai nostri alleati storici». Questa dichiarazione dell'spirante premier a cinque stelle  (a Otto e mezzo su La7, 16 aprile), solleva una questione di fondo che va al di là dell’attuale dibattito politico. Qual è il bilancio dei settant’anni di legame dell’Italia con i suoi «alleati storici»? - Ecco con questa dichiarazione l'aspirante premier del M5S ha rinnegato il programma sinora portato avanti, che proponeva l'uscita dalla NATO dell'Italia.  (Manlio Dinucci - Il Manifesto)


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Caravaggio - Il bacio di Giuda 

lunedì 23 aprile 2018

25 aprile 2018 - Torniamo ai valori della Resistenza: "No alla guerra, no alla Nato!"


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Il 25 aprile 2018,  per la difesa dei valori della Resistenza e soprattutto per la difesa dei termini costituzionali che impediscono all’Italia di ricorrere alla guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali,  sento il dovere di ripetere la nostra proposta:

“La difesa e salvaguardia dell’onore nazionale non possano risultare dalle continue guerre di aggressione sostenute dai nostri governi e che ledono il principio stesso costituzionale di rinuncia alla guerra. Con le armi atomiche e chimiche di distruzione di massa, che ormai contraddistinguono il sistema militare delle nazioni egemoni, la presenza di un esercito mercenario, com’è quello italiano, è solo un invito all’aggressione. E la presenza sul suolo patrio di basi munite di arsenali atomici e di missili (sotto il diretto controllo alieno) non aiuta assolutamente la causa della difesa della nostra patria, anzi…
Perciò in occasione di questo 25 aprile 2018 credo sia opportuno chiedere al Parlamento  l’abbandono della partecipazione alla NATO, facendo dell’Italia una nazione neutrale pacifica e permettendo, attraverso il risparmio così effettuato, di affrontare la corrente congiuntura economica.”

Paolo D’Arpini - European Consumers Tuscia

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Per promuovere la petizione per l’uscita dell’Italia dalla NATO  saremo davanti al Monumento ai Caduti di Treia, il 25 aprile 2018,  alle ore 18.

domenica 22 aprile 2018

Matteo Salvini, uomo di paglia del berlusca ad usum dimaio


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Salvini non può liberarsi di berlusconi perché costui è proprietario legale del simbolo della Lega, il guerriero con lo spadone, venduto nel 2000 dal "segretario della Lega" al "presidente di Forza Italia", quindi sempre valido, indipendentemente da ogni cambiamento di persona fisica (il segretario della Lega non è più Bossi).


Quindi sia dimaio che berlusca usano lo stesso asso nella manica, con cui stanno speculando sul fallimento di ogni tentativo di governo cdx-m5s: dimma pretendendo la scissione cdx (cosa che Salvini non può realizzare senza perdere il marchio) e berlusca impedendo ogni accordo con m5s (ha ripreso ad inveire contro di loro, qualificandoli adatti a pulire i cessi, appena c'è stato un cenno di disgelo nella proposta di sostegno esterno). Ciascuno con i propri fini.


L'occhio vacuo dimaio per spalancare la strada a un nuovo governo tecnico, dando la colpa, come da comprovata esperienza, agli altri, e alimentando i guadagni della Casaleggio che prospera sul malcontento: più gli italiani sono insoddisfatti più si riversano su blog e piattaforma, che tramite pubblicità arricchiscono i loro proprietari.


Ai vertici della Casaleggio importa zero di arrivare al governo, come già dimostrato dal rifiuto di ogni accordo con bersani nel 2013), anzi, importa starne fuori, perché l'azienda non guadagna risolvendo i problemi d'Italia, guadagna speculando sul malcontento degli italiani.


Ergo più gli italiani stan male più la Casaleggio gode.


Berlusca probabilmente vuole riconquistare la leadership cdx e imporre un accordo col pd nel quale trascinare la Lega col ricatto (oltre alla questione del marchio ci sono dei contratti economici nei quali chi ha i soldi è il nano pelato di Arcore, chi ne ha bisogno è la Lega).

In ogni caso entrambi i due mascalzoni, berluska e dimaio, hanno di fatto l'asso in mano per coltivare i propri fini di parte e far fallire l'ipotesi di governo cdx-m5s.


Ed entrambi sono sufficientemente stronzi da usarlo, come si vede bene.


Sono oggettivamente alleati nel distruggere l'accordo tra la prima e la seconda forza elettorale italiana, in totale dispregio del voto democratico del popolo.


Sono due truffatori.


La truffa del giovine parvenu sfugge per ora ai più solo perché è appena arrivato, e non lo hanno ancora studiato bene.


Ma è un imbroglione al pari del vecchietto di Arcore.


Due fratellini di latte, innamorati delle fortune del modulo "partitoazienda".
Partitotv e partitoblog ambo lobbies oggettivamente alleate sul campo di battaglia per difendere i propri lauti affari sulle spalle della democrazia e del popolo.
Ovviamente berlusca sa bene quel che fa, dimaio no, è solo un grigio esecutore di ordini degli strateghi che lo comandano.


Stanno giocando una partita tra fazioni della borghesia finanziaria per la spartizione degli utili di un grande affare.


Il vecchio la gioca in proprio, il giovane per conto terzi (probabilmente senza capire quel che sta facendo, che è solo quel che gli dicono di fare).

Ignoro se Salvini e la Lega dispongano di armi, e quali, con cui difendersi da questo squallido gioco al massacro, che, comunque la si pensi, passa sopra alla democrazia schiacciandola come un carro armato pesante.


Vincenzo Zamboni

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sabato 21 aprile 2018

European Consumers riparte - Marco Tiberti nuovo presidente con un nuovo direttivo


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Marco Tiberti nuovo presidente di European Consumers

Dopo un pluridecennale impegno per la difesa dell’ambiente e dei consumatori, condotto in modo sempre indipendente, attento ai fatti e non alle interferenze politiche, un giusto riconoscimento per Marco Tiberti eletto all’unanimità dall’Assemblea dei soci Presidente dell’Associazione European Consumers.

Sostituisce il dimissionario presidente uscente e fondatore dell’associazione Avvocato Vittorio Amedeo Marinelli, eletto dall’Assemblea Vicepresidente e a cui da parte di tutti i presenti è andato un sentito ringraziamento per l’impegno e l’abnegazione a favore delle attività a difesa dei consumatori e dell’ambiente in questi 17 anni.

L’intenzione di Marco Tiberti, nuovo presidente è rilanciare la storica associazione (attiva dal 2001 e formalizzata nel 2003) attraverso un sito web, maggiori contatti con il mondo di stampa e mass-media, una campagna di acquisizione di nuovi soci e l’adempimento delle procedure per un maggior riconoscimento da parte di Stato, Regioni e Comuni. È, inoltre, intenzione del nuovo presidente aumentare il peso dedicato all’ambiente, tema strategico e sinergico, che riguarda oltre che la salute umana anche quella dell’intera biosfera.

Vicepresidente dell’associazione, assieme al già nominato avv. Marinelli,  è stata confermata Valeria Masutti VOLPE, una vita di impegno per le causa alimentari e animaliste mentre sono stati accolti nel direttivo Pietro Massimiliano BIANCO, noto ricercatore ISPRA, eletto anche responsabile del comitato tecnico-scientifico ed il  Sig. Eugenio ODORIFERO, il  Dott. Pietro VOLPE, il Sig. Paolo D’ARPINI e  l’Ing. Paolo CIOPPA.

Largo spazio sarà dato alle tematiche riguardanti le energie alternative, curate da Eugenio Odorifero, esperto di energie alternative, in un epoca in cui l’economia delle combustioni ha mostrato di essere letale per intere popolazioni oltre che in grado di alterare in modo forse irreversibile i delicati equilibri degli ecosistemi planetari.

Da parte dell’assemblea si conferma la sempre maggiore attenzione ai temi della sostenibilità alimentare e ambientale e l’intenzione di attirare ricercatori dai vari campi inerenti i temi di ecologia, energia e economia, spesso repressi dalla prostituzione a interessi privati degli enti scientifici dovuti ai feroci tagli alla ricerca in particolare ambientale, considerata dagli attuali gruppi di potere, meno importante delle spese militari.


Marco Tiberti
(Cell. 3397714893)

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venerdì 20 aprile 2018

Populismo, persona legale e personalità elettronica...


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Da tempo l’Unione Europea—risolti gli altri problemi del momento—è alle prese con l’interessante questione di come dare lo status di “persona legale” alle mentalità artificiali, cioè alle menti robotiche autonome capaci di auto-apprendimento, con o senza un corpo umanoide. Una relazione del Parlamento Europeo alla Commissione suggerisce infatti che si debba procedere ora al riconoscimento della “personhood” dei robot. 

Lo scopo neanche troppo velato è quello di trovare modo di tassare i redditi che queste “creature” potrebbero generare, insieme forse con il dubbio che i costrutti intelligenti e autonomi potrebbero non essere governabili con le tecniche del tradizionale “monopolio di violenza” esercitato dagli Stati. Se un robot completamente autonomo non vuole pagare le tasse o insiste per esprimere opinioni eversive, servirebbe a qualcosa arrestarlo, sequestrare la sua auto, farlo cacciare dal posto di lavoro? Soffre se lo si spegne? Poi come paga? Nascono importanti questioni morali e di responsabilità legale, come nel caso del comportamento “etico” delle automobili senza conducente. Per dare ai veicoli regole accettabili per la popolazione umana, dobbiamo prima chiarirci noi su cosa crediamo veramente, un processo difficile e forse neanche possibile. 

Per esempio, un’importante ricerca sul tema rivela che—secondo la netta maggioranza dei rispondenti—il veicolo robotico, messo in condizioni di dovere forzosamente decidere chi tra due pedoni investire, dovrebbe ammazzare l’anziano per salvare il bambino. Ciò corrisponderà al sentimento comune, ma i vecchi cosa ne pensano? Sarebbe più equo se l’auto procedesse semplicemente a casaccio, alla maniera autenticamente umana? 

C’è anche la questione del crimine robotico quando le mentalità artificiali si programmano da sole per ottimizzare dei risultati prefissi. È già successo a Wall Street che dei computer finanziari, predisposti per ottimizzare i ritorni sugli scambi—e interagendo per le operazioni con altri computer loro consimili— hanno insieme riconosciuto nei flussi dei dati delle caratteristiche che gli hanno permesso di collaborare per aumentare i guadagni in una maniera che sarebbe illegale tra operatori umani. Tenendo presente che in legge la commissione di un crimine presuppone anche “l’intento” criminale, allora chi ha rubato? L’operatore umano, che non poteva prevedere il comportamento? Il computer? Dov’è l’intento? 

Il vero problema con il nostro futuro cibernetico non è l’emergere di un’intelligenza artificiale tiranna alla guida di un esercito di killer robot. Piuttosto, avendo gli esseri umani creato nei millenni una sorta di modello mentale che offre una tollerabile spiegazione del creato e che, pur zoppicando, ci permette di trovare adeguati compromessi comportamentali, come ci orienteremo nel nuovo mondo che arriva? Davanti a questi scenari, appena comprensibili, la tentazione di almeno rendere le mentalità autonome personalmente responsabili delle proprie azioni è forte e comprensibile. Potrà anche essere fonte di sviluppi oggi inimmaginabili. 

Quando, nel Tredicesimo, Papa Innocenzo IV stabilì la personalità giuridica dei monasteri, pose—sicuramente senza volerlo—la base dell’organizzazione economica in aziende e società per azioni che caratterizza il mondo di oggi. Piantò il seme che generò il capitalismo.

James Hansen - hansen@hansenworldwide.com

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mercoledì 18 aprile 2018

Stop the war in Siria


Il celebre, ambiguo ma pluripremiato giornalista inglese Robert Fisk, dell'Independent, ha visitato Duma. Ha dichiarato che si è mosso molto liberamente, senza essere né scortato né seguito dalla polizia e che non ha trovato traccia di alcun attacco chimico da parte dell'Esercito Arabo Siriano. 

Un medico dell'ospedale dove è stata ripresa la scena dei bambini che stavano male, ha dichiarato a Fisk che effettivamente questi bambini avevano problemi di mancanza di ossigeno però non di avvelenamento da gas: durante i bombardamenti si erano rintanati, come al solito, nelle cantine e nei tunnel scavati sotto casa che si sarebbero riempiti di polvere con conseguenze sulla respirazione.
Anche un reporter statunitense ha raggiunto Duma e intervistato decine di persone senza trovare alcun riscontro del fantomatico attacco chimico. Ecco la sua testimonianza su Youtube: https://youtu.be/wnkhQu-e0n0

Bisogna infine ricordare che diverse personalità occidentali non hanno creduto alla storia degli attacchi chimici, che invece è ancora ripetuta non solo dalla stampa maistream ma anche da Paolo Gentiloni (e da una pletora di sedicenti "marxisti" nostrani):
- Non ci ha creduto l'ex ambasciatore britannico in Siria, Peter Ford, qui alla BBC: https://youtu.be/Jxs53OqAkN8
- Non ci ha creduto il generale Jonathan Shaw, ex assistente capo della Difesa britannica ("censurato" dall'intervistatrice di Skynews):
https://www.mirror.co.uk/news/politics/tv-news-interview-former-army-12358938
- Non ci ha creduto Richard Falk, ex inviato speciale ONU per il conflitto israelo-palestinese (https://ilmanifesto.it/trump-la-missione-compiuta-di-menzogne/)

Durante il discorso al Parlamento Europeo dell'orrido Macron (un vergognoso pupazzo di Wall Street che ha ormai contro i due terzi della Francia) c'è stata una protesta di deputati, come qui sotto potete vedere. Di sicuro hanno partecipato i rappresentanti del Sinn Fein irlandese. Altro per ora non so.
Ad ogni modo Macron, che viene considedrato "intelligentissimo" da diversi miei amici di sinistra (per lo meno così mi dissero al momento della sua elezione) si sta rivelando un cazzaro come Renzi. Ha dichiarato ai giornalisti Jean-Jacques Bourdin ed Edwy Plenel "Io sono alla pari di Putin [...] Ho deciso di colpire la SIria per far sapere a Putin che anche noi siamo della partita (sic!)". Più che uno statista sembra un ubriaco al bar!
Domenica aveva dichiarato di aver convinto Trump a non lasciare la Siria. Pochi secondi dopo Trump lo ha sbugiardato (e sì che considera Emmanuel Macron come il miglior leader europeo, pensa un po'). Trump per altro ha sbugiardato anche la sua ambasciatrice permanente all'ONU, l'erinni Nikki Halley, che aveva promesso nuove sanzioni contro la Russia (http://www.dailymail.co.uk/news/article-5622271/White-House-pulls-new-sanctions-Russia-Syrian-gas-attack-Haley-previewed.html).
Il cazzaro criminale Macron si è anche vantato che l'attacco alla Siria ha incrinato i rapporti tra la Turchia e la Russia. Ma anche qui è stato prontamente sbugiardato dal vice premier turco, Bekir Bozdag, e dal ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu.
Continuo ad avere l'impressione del primo momento: l'incidente di Duma è stata una manovra voluta da UK e Francia in combutta con ambienti statunitensi e pompierata da Trump. Ricordo che Obama alla fine del suo mandato si sfogò rivelando che anche l'attacco alla Libia fu un'iniziativa dei britannici e dei francesi (e ovviamente della Clinton e dei suoi sodali neo-liberal-cons, basti ricordare il suo ghigno psicopatico quando la informarono che Gheddafi era stato trucidato).
Comunque tra qualche settimana arriverà in zona la portaerei nucleare Truman, con il suo "strike group". Vedremo se Trump vuole fare veramente il pompiere o aiutare i piromani.
Nel frattempo mi aspetto negli USA qualche mossa di grosso calibro contro il presidente Pannocchia per tagliargli eventualmente l'idrante.
Piotr

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