giovedì 5 aprile 2018

Italia. Giornalismo in caduta libera: "Da Montanelli a Feltri...."


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C'è qualcosa di tragico nel nostro glorioso Paese, che ha dato i natali a uomini illustri i quali hanno inventato e scoperto cose tali da aver dato dignità e decoro al giornalismo e al mondo dell’informazione in genere. Citiamone alcune tanto per chiarirci le idee: la non faziosità, lo spirito di servizio autentico, la correttezza e completezza dei dati, la non manipolazione delle notizie, il non asservimento partigiano a schieramenti politici. Mi fermo per non tediarvi.

Ripeto. Come è possibile che un giornalismo tanto generoso e produttore di autentici geni sia oggi in balìa di un anzianotto quale Vittorio Feltri, dai cui articoli vengono offesi ora 60 milioni di connazionali, 11 milioni dei quali, giustamente indispettiti, hanno votato M5S nelle ultime elezioni svoltesi il 4 marzo scorso?

Più che un mistero è una burla, oppure la certificazione del fatto che gli italiani si sono collettivamente rimbambiti. Leggo il suo articolo dedicato al trentunenne leader del Movimento 5 Stelle, della cui figura di statista - dopo i decenni del Renzusconismo che ci ha regalato nani, ballerine e malavitosi in Parlamento, trattati come uomini politici degni di decidere i destini della Patria - nessuno può dubitare. Trasecolo, rabbrividisco.

Un signor “qualcuno” che
·         dopo decenni di linguaggio oscuro e spesso grottesco di pseudo politicanti, parla finalmente  un italiano chiaro comprensibile e, soprattutto, concreto,
·         ha lavorato per quel che una società in balìa di personaggi inquietanti, affiliati talvolta persino a sette eversive massoniche, gli ha consentito,
·         è salito sul podio e, con l’orgoglio di aver sfidato e vinto il pattume avverso della partitocrazia, detta le condizioni per il rinnovamento civile del Paese, con la faccia pulita che riporta la fiducia e riavvicina gli italiani alla politica

E, come è giusto che sia, ovvia conseguenza, la maggioranza dei parlamentari lo considera un interlocutore qualificato.

Vero, nel peggio non c'è fondo e non si finisce mai di precipitare in basso, ma non avrei immaginato si potesse raggiungere questo abisso. Vittorio Feltri, sempre più penna spuntata di un giornalismo di regime è un’offesa ai nostri avi e ai contemporanei, che, stanchi di certi pennivendoli, non debbono più subire un'onta simile che li squalifica e li rende ridicoli, marionette prive di dignità oltre che di amor proprio.

Ancora ieri, e di sicuro pure oggi, la stampa si permette questo vecchio fighetto presuntuoso, da decenni costantemente sulla scena senza un motivo valido.

Il Movimento 5 Stelle ha raccolto un monte di voti impressionante, specialmente al Sud, fiducioso di avere finalmente un rilancio grazie alla opportunità del reddito di cittadinanza, uno strumento di dignità e decoro per chi è stato per troppo tempo escluso, a causa della mala politica, dal mondo del lavoro

La circostanza che il movimento sia affidato a un personaggio di tale spessore, capace di rivoluzionare lo scenario politico del nostro Paese, trasforma la politica stessa in una opportunità di riscatto per tutti.

Vittorio Feltri è simpatico e arguto, tuttavia non può essere un giornalista. Per troppo tempo la rassegnazione inoperosa degli italiani è riuscita nell'impresa di farlo apparire un pretendente legittimo al ruolo di opinionista credibile. Non ci rendiamo conto che il giornalismo è un luogo teoricamente importante e bisognoso di rispetto, per troppo tempo declassato a bettola piena di mediocri, marionette e servo-facenti, assemblea inidonea ad esprimere protagonisti provveduti e deontologicamente attrezzati onde assumersi la responsabilità di gestire la pubblica informazione.

Siamo al Feltri dixit. Vergogniamoci, almeno, se non abbiamo il coraggio di sparare, metaforicamente, si intende, a chi ci ha trascinato così in basso.

Il fenomeno Vittorino va studiato, sottoposto ad esami clinici per capire perché egli abbia sedotto una folla di lettori di tutta Italia. Una nazione degradata al punto da essere passata dalla magnificenza di uomini illustri alla bassezza di nani inguardabili del tipo di Vittorino La Giornalunque va analizzata al microscopio.

Chi è mentalmente normale non deve accettare che la Patria sia umiliata in questa maniera: consegnarsi alle penne di scribacchiani quale il caporale Feltri comporta il rischio di entrare nella storia dalla porta della barzelletta.

Rifiutiamo di considerare costui una controparte; piuttosto facciamo informazione alternativa, restiamo senza giornalismo mantenuto con sodi pubblici ovvero mandiamo al diavolo chiunque miri a sfotterci, spacciando la propria arroganza ingiustificata per spirito di servizio.

Date a Vittorino un posto sicuro come fattorino nel mondo dell’informazione, ma toglietecelo dalle palle giornalistiche. Abbiamo bisogno di volti nuovi e saggi. Lasciamoli ai loro Pier Ferdinando “Casini” (nomen omen), i nuovi astri emergenti, alla Di Maio, sono, ovviamente per loro, assai imbarazzanti.

Abbiamo in passato scherzato sui Belpietro e Calabresi, sui Vespa e i Mannoni…… e ci tocca pentirci. Tenetevi i vostri “Feltrini”. Non ne abbiamo altri che ci rassicurino. Infine ricordiamoci: passare da Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giorgio Bocca a Feltri è una offesa sanguinosa e intollerabile.

Riconquistiamo un minimo di dignità.

Adriano Colafrancesco


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