mercoledì 11 aprile 2018

La Siria, l'occidente e la parabola sionista.... Quel che non può esser detto....


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Va ripetuto, anche se tutti lo sanno, che quanto sta succedendo a riguardo della Siria o di qualunque altro paese nelle mire USA, ha un’unica e sola firma, Israele, con i neocon (eufemismo per sionisti giudaici), e i shabba goym a shabba shiksa profumatamente pagati dai padroni, in vari paesi. 

Mi viene in mente il Cardinal Alberoni, segretario del Duke de Vendome, famoso generale francese del fine ‘700. A un certo punto annoiato dall’Alberoni, Vendome si tiro’ giu’ i pantaloni e disse al cardinale, “Baciami il culo.” Ottemperata la richiesta, il cardinale esclamò, “Che culo d’angelo.”

A descrivere la situazione  siriana e mondiale ci sono avvenimenti macroscopici,  le “false flags” delle aggressioni chimiche, etc., ma anche avvenimenti di cui un Carneade o signor Travet può rendersi conto dove abita.

Per un progetto in cui sono coinvolto, vengo in contatto ogni settimana, con persone che parlano solamente lo spagnolo. Tra le quali, recentemente, c’era una giovane ventenne del Perù, molto carina (peraltro sposata). Avendole chiesto cosa facesse, rispose che studiava in un college locale per diventare ragioniere (contadora publica). Al che le ho chiesto cosa stava studiando al momento. La risposta? “L’Olocausto.”

Il che è emblematico, ma va aggiunto che più ci si allontana dal tempo storico dell’ “olocausto,” più l’olocausto diventa importante e corrente, nel circolo delle notizie. Qualcuno mi diceva che, nei programmi scolastici USA, l’olocausto e’ quasi importante quanto la guerra di indipendenza... 
Il che di per sé può sembrare curioso ma irrilevante. Peraltro non lo è. Perché plasmando le menti giovani, a scuola e tramite media e Hollywood, sotto totale controllo giudaico, si crea una condizione mentale per cui il soggetto indottrinato, letteralmente rifiuta di voler sentire un argomento che in qualche modo contraddica la parabola giudaico-sionista. 

E nelle 120.000 e passa librerie degli us of a, pubblicazioni critiche che non abbiano il nulla osta giudaico sono messe all’indice e introvabili.

Nel contempo la censura del web lavora a tempo pieno. 

E’ recente l’annuncio ufficiale di Israele (leggi il “Jerusalem Post”), che critica di Israele costituisce anti-semitismo, hate crime e invito al terrorismo. “Jewgle” e “Faceberg” si stanno adeguando. “Migliaia di esaminatori di posts” sono al lavoro con il fine di creare algoritmi sufficienti ad eliminare automaticamente ogni post che sia considerato o “fake news” o incitamento all’ “odio,” (inutile aggiungere di chi).

Esempio abbastanza lampante, la condanna di un cittadino inglese (di etnia inglese) per aver violato le norme Section 127 of the 2003 del U.K. Communications Act, che proibisce "grossly offensive, indecent, obscene, or menacing electronic communications.” Aveva insegnato al suo cane di fare il saluto nazista, quando richiesto, e aveva messo il video online. 

Ma  Sarah Silverman, in America e on prime time TV, può dire: "Son contenta che i giudei abbiano crocifisso Gesu Cristo. Se ritornasse, lo farei io stessa ("I'd fucking do it myself")"
Non rimane che ripetere un adagio nella lingua della mia infanzia, purtroppo perduta, “Suma bin ciapà”

Jimmie Moglia

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