venerdì 30 novembre 2018

Il governo giallo-verde è un governo a tempo limitato


Risultati immagini per governo giallo verde a tempo


Nei palazzi del potere si sussurrava già che, subito dopo le elezioni europee del maggio 2019, Salvini avrebbe staccato la spina e liquidato il governo giallo-verde. Ma siamo proprio sicuri che “il Capitano” aspetterà fino a maggio? Negli ultimi giorni sono aumentate le voci di corridoio che parlano di una data più ravvicinata, anteriore comunque alle elezioni europee.
Io non mi sentirei di scommettere per il prima o per il dopo. Semplicemente dico che l’ipotesi di una crisi più vicina mi sembra credibile.
Perché? Perché Salvini non ha interesse a continuare a legare la sua immagine a quella di un governo “giallo-verde” che non è in grado di affrontare con la radicalità necessaria la sfida epocale per il salvataggio della nostra economia dall’assedio dell’Europa tedesca e della finanza internazionale.
Salvini è stato bravo. Non ha badato alle etichette, accettando di governare insieme a certi personaggi che – per dirla con Fico – sono “antropologicamente diversi” da lui. Ha preso di petto i due problemi che dipendevano istituzionalmente dal suo Ministero (l’immigrazione e l’ordine pubblico) ed ha dimostrato di fare sul serio. Ha affrontato il tema dei rapporti con l’Europa all’insegna della dignità nazionale e delle scelte consequenziali. Ha dimostrato, in sostanza, di voler mantenere gli impegni e di avere gli attributi necessari per farlo.
Fatto sta che oggi è l’unico esponente politico ad avere l’apprezzamento della maggioranza assoluta del popolo italiano (per l’esattezza il 51%) e che il suo partito è saldamente al primo posto nei sondaggi. Se si votasse oggi, la Lega avrebbe da sola fra il 30 e il 35% dei voti, trascinando un Centro-destra a chiara trazione leghista verso una netta maggioranza.
I grillini – al contrario – non hanno saputo trarre vantaggio dalla loro permanenza al governo. Giggino si è dimostrato un ragazzo di buona volontà, ma con evidenti lacune. Sa solamente ripetere che per lui conta soltanto ciò che è scritto nel contratto di governo, e che tutto il resto (per esempio il problema dei rifiuti nella “terra dei fuochi”) non ha importanza. Non ha il pieno controllo del suo partito, con un’ala sinistra “fichiana” che tira calci e alza il tiro ogni giorno di più; per tacere di Di Battista, sgomento per aver scelto di ritirarsi sotto la tenda al momento sbagliato e che adesso spara a zero dal lontano Guatemala.
Quanto al partito o pseudopartito grillino, la sua onda lunga si è – credo definitivamente – arrestata. Non è più al primo posto nelle intenzioni di voto, ha fatto indecorosamente macchina indietro su molte promesse ribelliste della campagna elettorale (l’ILVA, la TAP, eccetera), mantenendo come ultima foglia di... fico il no all’alta velocità della Torino-Lione. Per contro, ha messo in cantiere una serie di provvedimenti pauperisti e giustizialisti che, se da una parte servono a tenere buono un certo elettorato giacobino e manettaro, gli alienano inevitabilmente quella parte di elettorato qualunquista e borghese che il 4 marzo l’aveva votato e che adesso subisce invece il fascino della Lega. Probabilmente i Cinque Stelle andranno incontro a una scissione o, forse, a più d’una.
Questo è il quadro d’insieme nel quale di muove il governo cosiddetto giallo-verde. Ma con quali prospettive? Con quelle di un contesto economico destinato fatalmente a peggiorare, perché questo governo – intrinsecamente debole malgrado certe presenze forti – non ha la determinazione necessaria a sostenere la guerra che l’Unione Europea e i “mercati” si accingono a muoverci. Il governo ha retto abbastanza bene all’assalto di fine ottobre (quello dello spread e delle agenzie di rating), ma dubito fortemente che possa fronteggiare anche l’attacco decisivo, quello che la mafia dei mercati ci muoverà attorno alla fine di dicembre, con l’obiettivo di commissariare la nostra economia nazionale (come con la Grecia).
Quali misure sarebbero necessarie? Mi ripeto: quella – innanzitutto – di avere una moneta o una similmoneta parallela con la quale finanziare la politica espansiva che il governo Conte ha appena accennato. La strada intrapresa è certamente quella giusta, ma non è una strada che si può percorrere con una manciata di miliardi in più per tappare qualche buco della nostra socialità massacrata.
Occorrono centinaia di miliardi di euro da destinare a un New Deal italiano, a una massiccia politica di investimenti pubblici che risollevi la nostra economia, come accadde per l’America di Roosevelt negli anni ’30 (per tacere di quanto si fece in Europa). Altro che il 2,4% del rapporto deficit/PIL! Una vera manovra espansiva richiederebbe cifre dieci volte superiori, che non possiamo farci prestare dai mercati “a debito”, ma che dobbiamo inevitabilmente creare noi “a credito”.
Ecco perché è certamente possibile che Salvini abbia deciso di provocare la crisi di governo e di andare – Mattarella permettendo – a elezioni anticipate. Due episodi farebbero pensare ad una scelta del genere, uno di àmbito “nordista” ed uno di àmbito “sudista”.
Il primo è la partecipazione dei deputati leghisti alla grande manifestazione Si-TAV di Torino. Una manifestazione chiaramente, esplicitamente, coralmente diretta contro i Cinque Stelle.
Il secondo episodio è il pesante affondo di Salvini sullo smaltimento dei rifiuti in Campania. “Il Capitano” vuole costruire i termovalorizzatori per risolvere l’emergenza dei fuochi, mentre “il Guaglione” e i suoi vogliono trattare l’immondizia con antidiluviane metodologie fai-da-te.
Bastano questi due elementi per affermare che il governo ha i giorni contati? Certamente no. Ma il contesto generale e soprattutto il quadro economico potrebbero dare concretezza a questa ipotesi.
Le sfide che attendono l’Italia sono formidabili, gigantesche, e non possono certo essere affrontate da un esecutivo debole, diviso, litigioso, fondato su una maggioranza parlamentare insicura.
Ripeto, non è possibile prevedere cosa accadrà. Ma si avvicina una scadenza importante, che potrebbe fungere da detonatore: la ratifica di una convenzione dell’ONU che costringerebbe tutti gli Stati firmatari ad accettare una immigrazione incontrollabile e senza limiti. È il cosiddetto “Global Compact”. Salvini non può permettere che passi un provvedimento del genere: sarebbe la tomba per tutta la sua politica di freno all’immigrazione.
È una bomba a orologeria sul cammino del governo. Mi sembra già di sentire il timer che scandisce il tempo mancante all’esplosione finale: tic-tac, tic-tac, tic-tac...

Michele Rallo -  ralmiche@gmail.com

Risultati immagini per governo giallo verde a tempo

giovedì 29 novembre 2018

Il Maometto innominabile e la Maria esecrabile



Risultati immagini per La Blasfemia contro l’Islam è un reato

"La Blasfemia contro l’Islam è un reato. Questa quanto emerge dalla sentenza della CEDU legata al caso Sabaditsch-Wolff. Sono 47 i Paesi dell’Europa su cui ha potere la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Ora, tutti i Paesi membri saranno costretti ad accettare le “regole” in merito a ciò che determina il reato di blasfemia per la religione musulmana. In poche parole, tutti potremmo essere accusati di aver offeso l’islam con le nostre dichiarazioni e ciò in nome di una “pace religiosa”.  Ancora una volta dunque abbassiamo la testa per placare l’offensiva, anche se questo metodo pare non aver mai funzionato nel corso della storia." (La Luce di Maria)

Immagine correlata

Allora stiamo attenti a quanto scriviamo o diciamo su Maometto, perché l'islam è intransigente. Facciamo come la boldrini e la bonino che si  mettono il velo prima di “inchinarsi”, con occhi implorevoli, verso i fratelli musulmani. Una volta si diceva di qualcuno fortunato “ha trovato la Mecca”, ora si intenderà che si è messo a pecorone. 

In compenso però, non potendo più dire male parole sul Maometto, potremo tranquillamente offendere  la Maria, perché per la corte suprema (ed anche per la giustizia italiana) ciò non è reato, anzi... 

 Ed a questo proposito vi ripropongo un mio articolo del 2008...


Femmineo sacro, parità fra i sessi e reati ideologici. Il maschilismo religioso nel cattolicesimo e la volgarità della bestemmia.

Sappiamo tutti che la posizione  della donna nella chiesa cattolica è di serie “b”, infatti solo i maschi possono recitar messa,  impartire  i sacramenti,  svolgere funzioni sacerdotali ed essere nominati vescovi, cardinali e papi. Le donne possono solo occuparsi di penitenze e lavori sporchi (con vari esempi dalla Perpetua alla madre Teresa di Calcutta). Recentemente nella chiesa anglicana è stato inserito un concetto di parità fra i sessi concedendo alle donne di accedere alla carica vescovile ma difficilmente l’esempio potrà essere seguito dal vaticano per la sua nota posizione disprezzatrice delle donne,  essendo inoltre tale  opinione  corroborata e sostenuta anche dallo Stato italiano… e qui vediamo  in che modo ciò avviene.  

Che la bestemmia  sia considerata un’offesa ideologica perseguibile penalmente è uno degli strascichi del potere temporale della chiesa, confermato attraverso i Patti Lateranensi  (e relative  postille nei codici legislativi e costituzionali dello Stato),  quello che meraviglia però è la sperequazione che si è venuta a creare in merito all’oggetto bestemmiato, ovvero se si offende il nome di dio padre o di suo figlio allora è reato mentre se viene offesa la figura femminile della madonna reato non è. 

Tale evidenza non è un fatto stabilito nelle norme giuridiche, in cui si parla genericamente di “reato di  bestemmia”   ma è il risultato di una osservazione, meglio chiamarla interpretazione,  -che fa comunque testo e   crea un precedente-  del  procuratore di Bologna Enrico di Nicola  che nel 2007 dichiarò “non intendersi reato offendere il nome della madonna, in quanto non espressione di divinità”. Ciò avvenne  in seguito ad una querela per l’utilizzazione  fatta dell’immagine di Maria da parte di un gruppo di omosex che facevano piangere sperma dai suoi occhi arrossati. 

Ora a me non interessa nulla discutere sul sesso degli angeli e dei vari livelli del diritto canonico e delle sfere paradisiache sancite dalla chiesa, nemmeno mi interessano le volgarità e la misoginia di certi “maschi”..

Trovo  però  assurdo che si possa distinguere e distribuire male il castigo e la colpa  se la trasgressione è diretta contro un dio padre o figlio (comunque maschio) oppure se indirizzata contro  una santa  madre (femmina).

Intendo perciò riaprire una discussione su questo argomento.   

Ma come la madonna non è l’altra metà del cielo? Non rappresenta il femminile universale, l’energia per la quale tutto si manifesta? Chi può fare a meno del femmineo sacro? Eppure offendere un “dio” frutto del pensiero, della concettualizzazione  umana e di cui non abbiamo nessuna certezza è reato, per il procuratore Enrico di Nicola, mentre offendere l’umano nella sua radice (la donna) non è reato. Forse sarà così secondo una legge astratta dalla vita reale,  può essere così per quanto riguarda il nostro sentire, il nostro stesso esistere?

Che si possa offendere la madonna (non per un fatto religioso beninteso) equivale a dire che si può offendere la madre, la sorella, la moglie, la figlia, l’amica. Queste leggi e queste letture della leggi vanno bene per i sofisti della giustizia, per i cavillatori dello spirito, quelli che descrivono i sentimenti come  merce sullo scaffale della mente.

Tale atteggiamento è solo il risultato retrivo di un maschilismo duro a morire,  una proiezione psichica patriarcale e sessuofoba, ma guardiamo alla realtà dei fatti, in ciò che avviene in natura, osserviamo con gli occhi  dell’istinto originario intrinseco che ci dice innegabilmente che non possiamo scindere il maschile dal femminile o  rendere l’uno inferiore all’altro.  E questo aldilà di ogni “immaginazione” religiosa. 

E  in fondo, diciamola tutta, la Madonna sicuramente è vera, in quanto donna reale e madre,  mentre  la “divinità” del suo figliolo è solo una comoda assunzione fideistica.

Paolo D’Arpini, antipapa

Risultati immagini per paolo d'arpini papa




mercoledì 28 novembre 2018

Marche inquiete - Terremoto, che occasione!



Risultati immagini per arquata del tronto crollata

Una città senza i suoi abitanti, la sua cultura, la sua anima dunque, non è più una città. E’ un centro direzionale circondato da pulviscolo inoffensivo. Qualcuno fantastica di metterci quelli del Senegal, come nei borghi spopolati. 

La strategia è quella di Malthus. Vale per la Grecia e per l’Italia, con i rispettivi centomila giovani, costruttori del futuro nazionale, nel nome di Giotto e nella scia di Dante, di Prassitele e Sofocle, che vanno e non tornano. Rafforzano coloro che ci riducono così. 

E se i non consoni alle magnifiche sorti e progressive della globalizzazione pensano di resistere, gli togli i treni, i pronti soccorsi, l’oncologia, l’università, i vigili del fuoco, asili, elementari, medie e licei. 

E quando ti si offre un’occasione d’oro come il terremoto, li lasci all’addiaccio, in tenda, nel camper, in campeggio al mare, o nelle casette in cui sui pavimenti crescono funghi, i cui boiler ghiacciano, i cui tetti crollano. 

Non gli ricostruisci una cippa e rimandi in grembo a Giove la decisione se le case siano agibili o no. Vedrai che alla fine se ne vanno e anziché viaggiare sul chilometro zero, fisiologico per chi lì produce e consuma, ma micidiale per la globalizzazione, da Arquata del Tronto si andrà ad Ancona all’Auchan. E il figlio a Londra.

Al loro posto, dicono, perché non africani? Impareranno Giotto e dimenticheranno i loro templi.


Fulvio Grimaldi  - www.fulviogrimaldicontroblog.info

Risultati immagini per fulvio grimaldi terremoto nelle marche

martedì 27 novembre 2018

Il grande inganno ecclesiastico... (eppure c'è gente che ancora ci crede)




“… e c’è gente che ancora gli crede…” (Saul Arpino)

Il papa vuole avere il controllo assoluto dottrinale e politico su tutti i cattolici che operano sul pianeta terra. Soprattutto i vertici ecclesiastici, vescovi e cardinali, debbono essere tutti nominati dal vaticano.

Cosa contraria persino all’antica tradizione cristiana. Infatti sino al V secolo le nomine vescovili (i cardinali non esistevano) venivano effettuate dal popolo, dai fedeli stessi. Il vescovo di Roma, che poi si tramutò in papa, era eletto dall’ecclesia dei credenti, con una votazione libera.

Di secoli ne son trascorsi ed ormai il papa è solo un monarca assoluto, ed il vaticano è uno stato totalitario e un potentato economico.

Il papa, uno specialista in storie costruite per ingannare le masse, può continuare a sperare che qualcuno creda alla sua “religiosità”, ma quelli che gli “credono” son solo i suoi sottoposti e gli scherani politici di convenienza.

Ma forse “alcuni” non sono al corrente di tante nefandezze ecclesiastiche… a quando bruciavano la gente o mandavano i fedeli a scannarsi alle crociate affermando che “dio lo vuole”….

Magari “qualcuno” dirà che la mia è una battaglia contro i mulini a vento, ma trovo che agire ed intervenire sui mali correnti delle religioni sia utile e necessario per l’elevazione della coscienza.

Sospetto però che non sarà facile scardinare il potere vaticano, che non è spirituale ma economico e politico. Inoltre se vogliamo parlare di “religione” facciamo prima un’analisi sul termine che significa “unire” (e non dividere)…. poi seguiamo un tracciato solido per stabilire ciò che “non” è coscienza religiosa, neghiamo ogni costrutto, assioma, assunzione, pretesa di descrivere ed incarnare la coscienza (o lo spirito, che è comune a tutti e non ha bisogno d’intermediari).

Ed è proprio in questi termini, di spiritualità laica, che si configura la mia opposizione verso fedi cieche ed ideologiche, soprattutto quelle ipocrite e funzionali al potere dei “sepolcri imbiancati”.

Purtroppo di fronte all’acquiescenza di tanti “fedeli” serve solo la discriminazione ed il distacco, una partita a scacchi del pensiero.

Paolo D’Arpini

sabato 24 novembre 2018

Animali amati e odiati nell'Islam e nel cristianesimo


Risultati immagini per il gatto preferito di Maometto

L’Islam ricorda che il micio preferito del Profeta si chiamava “Muezza”. Un famoso hadîth—gli hadîth sono detti e fatti attribuiti a Maometto, ma non compresi nel Corano— racconta che un giorno, dovendo vestirsi in fretta per raggiungere la Moschea, scoprì il gatto addormentato proprio sull’abito da preghiera che gli serviva. Piuttosto che disturbare il sonno del felino, liberò la veste tagliando via la manica intrappolata con un paio di forbici. Il gatto è l’animale d’affezione per eccellenza nel mondo Islamico, specialmente per la pulizia e la cura di sé che esibisce. 

Il Corano è piuttosto generoso con gli animali. Gli attribuisce la capacità di far parte dell’umma—la comunità dei credenti—e di onorare il Profeta. Verranno “accolti dal loro Signore alla fine” (Corano 6:38). In altre parole, in contrasto con il Cristianesimo gli riconosce esplicitamente il possesso di un’anima. Il cane non ha la stessa fortuna del gatto nella teologia islamica. Negli oltre duecento versi del Corano che citano animali, solo tre toccano i canidi e riguardano soprattutto la loro utilità per l’uomo, nella caccia e nella pastorizia. A differenza dei gatti, pregiati ospiti ovunque, i cani non devono entrare nelle case. Sono haram—ritualmente impuri, anche se non maligni in sé.

È soprattutto la bava di questi animali la fonte dell’impurità e ogni contaminazione va immediatamente rimossa con ripetuti lavaggi. Non è strettamente vietato tenersi un cane, ma la troppa familiarità andrebbe evitata. La visione negativa dei cani discende non tanto dal Corano ma dagli hadîth, la via attraverso la quale gli usi tradizionali sono rientrati nell’Islam dopo la sua fondazione—un po’ come la tradizione cristiana ha riadattato i riti, costumi e festività pagani strada facendo. La Bibbia invece, pur non concedendogli un’anima, cita molte volte i cani—e non dice una sola parola sui gatti. 

Risultati immagini per gatti messi al rogo dai cristiani

Il Cristianesimo difatti gli ha sempre guardati con sospetto. Girano di notte quando gli altri dormono, hanno degli allarmanti occhi luminosi, potrebbero essere dei servi di Satana. Il sospetto diventò guerra aperta nella prima metà del XIII secolo con l’emissione di un’incauta Bolla— Vox in Rama—da parte di Papa Gregorio IX che associò in maniera un po’ troppo spettacolare i gatti ai riti satanici che si supponevano praticati dagli eretici Catari. Già nel secolo precedente un Dottore della Chiesa, il Beato Alano di Lilla, arrivò a supporre che il termine cataro—spesso applicato indiscriminatamente a ogni tipo di eretico—derivasse dal latino catus, cioè gatto, perché “si dice che adorino il diavolo sotto le sembianze di un gatto". 

Divenne consuetudine —specialmente in Francia, dove resistette fino ai primi anni dell’800—l’uso del lancio rituale dei gatti dal campanile nella seconda settimana della Quaresima, in segno di rifiuto del Male. Per quanto non piaccia a nessuna delle due parti ammetterlo, le due grandi fedi monoteistiche—l’Islam e il Cristianesimo—sono chiaramente imparentate: una vicinanza conservata nelle vesti tradizionali di frati e suore, nella segregazione femminile tra clausura e harem, nelle usanze sepolcrali e perfino dietetiche (anche la Bibbia cristiana vieta in più punti il consumo della carne di maiale, ma la regola è disattesa) e molte altre cose ancora. Sui cani e i gatti però il contrasto è perfetto. 

James Hansen - hansen@hansenworldwide.com

Immagine correlata

giovedì 22 novembre 2018

La propagazione della lingua inglese distrugge la nostra cultura

Risultati immagini per La propagazione della lingua inglese distrugge la nostra cultura

Noi Italiani, fedeli ‘sciuscià’ degli Statunitensi, abbiamo subito il lavaggio del cervello, siamo fissati con l’inglese, stiamo massacrando la nostra lingua con assurdi termini inglesi allorché le parole in italiano esistono e sono di grande chiarezza e riteniamo che si possa comunicare con il Mondo solo in questa lingua. Non è vero! Si può comunicare in francese con quasi tutti i Paesi del Mondo, in spagnolo con tutta l’America Latina e aldilà, si può anche comunicare in italiano con molti Paesi tra cui quelli del Bacino Mediterraneo e dell’America Latina. 

L’italiano è anche una lingua molto diffusa in tutta Europa. Me lo lasci dire poiché, per ragioni di lavoro, ho girato l’Europa e il Mondo e ho potuto sperimentare, di persona, le conoscenze linguistiche e l’attitudine dei cittadini verso le diverse lingue. In quest’ambito ritengo di dover mettere in evidenza e sottolineare il fatto che, ovunque, ho sempre incontrato una grande apertura nei confronti dell’italiano. Non credo di esagerare affermando che l’italiano è la lingua più amata del Mondo. Ma, gli Italiani lo ignorano e vanno in giro per l’Europa e per il Mondo utilizzando esclusivamente l’inglese, la qual cosa costituisce un crimine culturale nei confronti della civiltà greco-latina, la nostra civiltà, aggredita dai faccendieri di livello mondiale a causa dei suoi valori incompatibili con il predominio dell’economia e della finanza che sta distruggendo il modello sociale europeo e i diritti fondamentali dei cittadini. 

L’unico punto debole dell’italiano sono gli Italiani che non oserebbero mai iniziare una conversazione con altri cittadini del Mondo in italiano, invece dovrebbero farlo, tenuto conto della grande apertura di livello mondiale nei confronti della nostra bellissima lingua, e passare ad un’altra lingua solo a richiesta dell’interlocutore.

C’è anche da mettere in evidenza l’importanza della qualità della comunicazione che non è assicurata dall’inglese, in particolare, per coloro che dispongono di una “forma mentis” e di un linguaggio strutturato dal diritto romano e dalla civiltà greco-latina. Certo, si può comunicare facilmente in inglese per una conversazione spicciola, da turista, ma quando si passa a questioni di fondo all’espressione del pensiero, alla concezione, alla regolamentazione di tematiche fondamentali d’interesse comune, l’inglese non dispone neanche delle parole corrispondenti e necessarie per esprimere idee, dispositivi e concetti derivanti dalla forma di pensiero conferitaci dalla nostra civiltà. 

Peraltro, noi siamo in Europa e dovremmo preoccuparci, in priorità, di questo nostro contesto istituzionale e culturale, nell’ambito del quale il francese, il tedesco, lo spagnolo e l’italiano sono lingue largamente diffuse e dispongono delle prerogative per assicurare la “qualità” alla nostra “comunicazione”. L’inglese è, in effetti, l’ultima delle grandi lingue di cultura dell’Europa che dovrebbe essere utilizzata per la redazione dei testi regolamentari e legislativi prodotti dalle istituzioni europee perché non dispone dei termini appropriati per permetterne un’agevole trasferimento nei sistemi legislativi degli Stati Membri che si fondano sul diritto romano e sui codici napoleonici, sottoponendo giuristi e amministratori della cosa pubblica ad incredibili compromessi ed arzigogoli.

Anna Maria Campogrande

Risultati immagini per Anna Maria Campogrande

Altro che olocausto nazista... Le guerre USA, dal 1945 ad oggi, hanno causato la morte di 30 milioni di innocenti


Risultati immagini per Le guerre USA, dal 1945 ad oggi,

Nel riassunto del suo ultimo documento strategico – 2018 National Defense Strategy of the United States of America (il cui testo integrale è segretato) – il Pentagono sostiene che «dopo la Seconda guerra mondiale gli Stati uniti e i loro alleati hanno instaurato un ordine internazionale libero e aperto per salvaguardare la libertà e i popoli dalla aggressione e coercizione», ma che «tale ordine viene ora minato dall’interno da Russia e Cina, le quali violano i principi e le regole dei rapporti internazionali».
Completo ribaltamento della realtà storica. Il prof. Michel Chossudovsky, direttore del Centre for Research on Globalization, ricorda che questi due paesi, classificati oggi come nemici, sono quelli che, quando erano alleati degli Stati uniti durante la Seconda guerra mondiale, pagarono la vittoria sull’Asse nazi-fascista Berlino-Roma-Tokyo con il più alto prezzo in vite umane: circa 26 milioni l’Unione Sovietica e 20 milioni la Cina, in confronto a poco più di 400 mila degli Stati uniti.
Con questa premessa Chossudovsky introduce su Global Research un documentato studio di James A. Lucas sul numero di persone uccise dalla ininterrotta serie di guerre, colpi di stato e altre operazioni sovversive effettuata dagli Stati uniti dalla fine della guerra nel 1945 ad oggi: esso viene stimato in 20-30 milioni. Circa il doppio dei caduti della Prima guerra mondiale, di cui si è appena celebrato a Parigi il centenario della fine con un «Forum della pace».
Oltre ai morti ci sono i feriti, che spesso restano menomati: alcuni esperti calcolano che, per ogni persona morta in guerra, altre 10 restino ferite. Ciò significa che i feriti provocati dalle guerre Usa ammontano a centinaia di milioni.
A quello stimato nello studio si aggiunge un numero inquantificato di morti, probabilmente centinaia di milioni, provocati dal 1945 ad oggi dagli effetti indiretti delle guerre: carestie, epidemie, migrazioni forzate, schiavismo e sfruttamento, danni ambientali, sottrazione di risorse ai bisogni vitali per coprire le spese militari.
Lo studio documenta le guerre e i colpi di stato effettuati dagli Stati uniti in oltre 30 paesi asiatici, africani, europei e latino-americani. Esso rivela che le forze militari Usa sono direttamente responsabili di 10-15 milioni di morti, provocati dalle maggiori guerre: quelle di Corea e del Vietnam e le due contro l’Iraq. Altri 10-14 milioni di morti sono stati provocati dalle guerre per procura condotte da forze alleate armate, addestrate e comandate dagli Usa, in Afghanistan, Angola, Congo, Sudan, Guatemala e altri paesi.
La guerra del Vietnam, estesasi a Cambogia e Laos, provocò un numero di morti stimato in 7,8 milioni (più un enorme numero di feriti e danni genetici generazionali dovuti alla diossina sparsa dagli aerei Usa).
La guerra per procura negli anni Ottanta in Afghanistan fu organizzata dalla Cia che addestrò e armò, con la collaborazione di Osama bin Laden e del Pakistan, oltre 100 mila mujaidin per combattere le truppe sovietiche cadute nella «trappola afghana» (come dopo la definì Zbigniew Brzezinski, precisando che l’addestramento dei mujaidin era iniziato nel luglio 1979, cinque mesi prima dell’invasione sovietica dell’Afghanistan).
Il colpo di stato più sanguinoso fu organizzato nel 1965 in Indonesia dalla Cia: essa fornì agli squadroni della morte indonesiani la lista dei primi 5 mila comunisti e altri da uccidere. Il numero dei trucidati viene stimato tra mezzo milione e 3 milioni.
Questo è «l’ordine internazionale libero e aperto» che gli Stati uniti, indipendentemente da chi siede alla Casa Bianca, perseguono per «salvaguardare i popoli dalla aggressione e coercizione».
Manlio Dinucci   
Risultati immagini per Manlio Dinucci

lunedì 19 novembre 2018

Riuscirà l'umanità a sopravvivere ai cambiamenti climatici ed all'inquinamento?



E’ ormai assodato che il clima è definitivamente cambiato ovunque sulla Terra ed anche in Italia. Non è più il caso scanzonato di esclamare: ”Lo sappiamo, lo sappiamo, le stagioni son cambiate!”, risposta ironica questa che andava in auge fino a poco tempo fa in risposta alle affermazioni dei climatologi. Oggi, senza più quello stupido sorrisino che ci stampavamo sulla faccia, dobbiamo invece riconoscere che le stagioni sono realmente cambiate e che il clima non è più quello del secolo scorso. 

Passando dal sorrisino idiota alla presa di coscienza reale, dobbiamo invece cercare di capire di più quello che sta accadendo sul clima del nostro pianeta e valutare se tutto ciò potrà avere delle ricadute negative sull’ambiente, sulla società, sull’economia globale, sugli equilibri geopolitici planetari e su noi stessi.

Fatta questa premessa, dopo un attimo di riflessione sulla situazione, dovremmo chiederci:  "ma siamo pronti ad affrontare questo cambiamento?"

L’IPCC (The Intergovernmental Panel on Climate Change)  sin dal  1994 indicò le tre fasi necessarie all’umanità per cercare di contrastare l’aumento dei gas serra in atmosfera e di conseguenza l’eccessivo riscaldamento di tutta la biosfera. Queste le fasi: informazione, mitigazione e adattamento. 

La prima, l’informazione, aveva lo scopo di far comprendere al pubblico mondiale, attraverso tutti i canali d’informazione possibili, la situazione climatica in atto. Questo compito possiamo dire che è stato svolto egregiamente, ormai tutti, dai più piccoli ai più vecchi, sanno cosa vuol dire riscaldamento globale e cambiamenti climatici. 

Il secondo step, quello della mitigazione, invece è miseramente fallito. Dal protocollo di Kyoto al  nuovo accordo sul clima di Parigi, a parte varie iniziative blande o inconcludenti, la mitigazione climatica non si è potuta realizzare, l’aumento dei gas serra, in particolare la CO2 è passata dai 280 ppm dell’inizio del secolo scorso ai 420 ppm di oggi.  I mari si sono riscaldati oltre ogni aspettativa e sono cresciuti dall’inizio del 1900 di circa 20 cm, i ghiacciai del pianeta di sono ridotti di ¼, ridotte le foreste pluviali, scomparse definitivamente specie vegetali e animali, ecc. ecc. - 

Resta ora l’ultimo step, quello dell’adattamento: Adattamento ai cambiamenti climatici. Visto che le lobby dei combustibili fossili hanno vinto, visto che l’espansione demografica continua a divorare il verde del pianeta e visto che l’inquinamento dei suoli e del mare non si arresta più, allora non ci resta che prepararci alle inevitabili conseguenze.

E senza aspettare i diktat dei potenti e le decisioni dei governi e dei nostri comuni, dovremmo fare una breve analisi sul nostro piccolo mondo e capire se dobbiamo iniziare a cambiare qualcosa nei nostri programmi anche esistenziali. Capire anche semplici cose, come ad esempio se nel luogo in cui viviamo siamo sicuri da eventi meteo estremi, se il nostro tenore di vita verrà cambiato, se le nostre attività lavorative subiranno qualche modifica, ecc.

In tutto questo, senza troppo agitarci, dovremmo cominciare a farci alcune semplici domande, ad esempio: Siamo lontani da fiumi e coste marine al punto da uscire indenni da alluvioni, da grandi e inaspettate mareggiate, da cicloni, ecc.? La nostra casa è forte al punto da resistere a venti da tornado, a chicchi di grandine giganteschi? E’ lontana da boschi che potrebbero prendere fuoco? La nostra attività commerciale è indenne da eventuali e drastici cambiamenti climatici, oppure è adeguata a tali eventi? Il diploma o la laurea che vogliamo prendere sono in linea con gli eventuali stravolgimenti economici, sociali e produttivi che potrebbero verificarsi a causa dei cambiamenti climatici? Oppure gli studi che stiamo per intraprendere vanno proprio nella direzione di avere un vantaggio da questo scenario? Se siamo agricoltori, ciò che produciamo nei campi potrebbe risentire dei cambiamenti climatici e se si che tipo di coltura alternativa dobbiamo avviare?

Questi sono solo alcuni interrogativi che dovremmo valutare, ma ce ne sono altri che ognuno di noi  troverà analizzando meglio la situazione fin qui prospettata. Importante comunque non aspettare ad agire quando sarà troppo tardi e poi doverci pentire di non aver fatto nulla preventivamente per difendere la nostra vita, quella dei nostri cari e le nostre cose.

Riflettiamoci un po’ di più e togliamoci definitivamente dalla faccia quel sorrisetto un po’ idiota che sta a dire:  “ ...le solite stupidaggini dei soliti  catastrofisti!”

Luciana D’Avanzo  (A.K.)

Risultati immagini per statua della liberta sommersa

domenica 18 novembre 2018

Sesso e depravazioni programmate - Legalizzazione della devianza sessuale… passo dopo passo


Oggi, per molti è diventato evidente che conversazioni, lettere, tavole rotonde, manifestazioni per i diritti dei pedofili e altre minoranze pervertite – non un segno di crescita, o la democratizzazione della società, ma il processo di natura completamente diversa. Questo si vede chiaramente in Russia e in altre società “intolleranti”, in contrapposizione alla “tollerante” Europa e Stati Uniti, dove la lotta per i diritti delle ““ minoranze sessuali ” ha un peso meno acuto.
Ma andiamo con ordine.
La Società occidentale ha a lungo sostenuto che la tutela dei diritti delle minoranze sessuali è un elemento di democrazia ed il naturale processo di sviluppo delle istituzioni sociali e della società in generale.
Ma, come ha dimostrato in modo convincente nel 1990, dal sociologo Joseph Overton (1960-2003) nella sua “teoria delle finestre,” assolutamente non è così. Si scopre che c’è tutta una tecnologia di distruzione delle istituzioni pubbliche per la legalizzazione delle idee moralmente inaccettabili. E per fare questo, sono necessari solo 5 punti!
1 ° passo. Da impensabile a radicale
Qualche persona, gruppo di persone o organizzazioni sono invitati a discutere, per esempio nei circoli accademici, un argomento che è tabù. Ad esempio, la pedofilia .
2 ° passo. Da radicale ad accettabile
In parallelo, con la discussione, si fa sentire il partito dei pedofili, come era nei Paesi Bassi. E ora, i mezzi di informazione replicano nelle loro pubblicazioni. Tabù rimosso. Così pedofili iniziano a confrontarsi con altri radicali, per esempio neonazisti. Nasce così una scala di grigi una scala. I pedofili sono terribili, ma è diventato una realtà. Essi sono già parte della comunità. La cosa principale in questa fase è trovare un eufemismo. Bisogna mettere in circolazione il nuovo termine politicamente corretto. Non sodomiti, ma “gay” , non cannibali, ma “antropofagi”, non pedofili ma “detolyuby – (quelli che amano i bambini)
Fase 3. Da accettabile a ragionevole
Solleva una questione di amore. “Sei come i miei figli, perché gli altri non possono amare i vostri figli? E se questo amore è reciproco? La gente dovrebbe avere il diritto alla felicità. Dunque è ragionevole combattere per i loro diritti? Certo, sì ! “In questo momento, gli scienziati americani riconoscono la pedofilia normale.
Fase 4. Da ragionevole a popolare
Interviste, testimonianze, un talk show sul tema della pedofilia. “Lo sapevate che tale scrittore / musicista / celebre figura come pubblico, era un pedofilo? Necessità di prendere l’uomo come egli è. Ed anche amara il proprio lavoro? ”
Fase 5. Da popolare per le politiche / regole
“Guarda, così tante persone famose sono state” pedofili ” In Norvegia – fa tutto parte della cultura. Perché privare le persone del diritto ad essere felici? Facciamo legalizzare queste relazioni, assicuriamo i loro diritti ! ”
Terribile? Ma ricordate: è proprio perché il mondo occidentale sta per legalizzare i matrimoni omosessuali. Da inaccettabile a norma di legge.
E in questo modo continuerà, se non altro perché esiste realmente nei Paesi Bassi, la verità è sullo status semi-legale, il partito dei pedofili , e gli “scienziati” degli Stati Uniti davvero riconosco normale la pedofilia .
Tuttavia, questa non è la fine. C’è anche il sesto passo, come si può vedere in alcuni paesi europei. Questo è un passo avanti dalla norma, alla dittatura. Tutti coloro che non sono d’accordo sono prima multati, poi messi in prigione e poi, eventualmente, l’esecuzione – è solo una questione di tempo.
Come resistere? Basta dirlo agli altri. Uomo avvisato mezzo salvato.
Ilya Postolov
…………………..
Articolo connesso: “GB: scoperta rete di deputati pedofili e killer attiva dagli anni ‘70 e ‘80 – Corriere.it (albione, albione, quanto mi fai impressione … da notare il pudico GB del titolo corrieresco!)
http://www.corriere.it/esteri/14_novembre_16/gb-scoperta-rete-deputati-pedofili-killer-attiva-anni-70-80-cd98317e-6dd2-11e4-a925-1745c90ecb18.shtml

sabato 17 novembre 2018

Il giuramento gesuita (che piace a Bergoglio)

Immagine correlata
Il papa nero

Ricordo che a New York ha la sua residenza il Generale dei gesuiti, che ha giurato come segue, lo rispetta e lo fa rispettare.

Tratto da "Il giuramento dei Gesuiti"

"Ti è stato insegnato a piantare insidiosamente il seme della gelosia e dell’odio fra le comunità, le province e gli stati che erano in pace ed a spingerli nel sangue, a coinvolgersi in guerre l’uno contro l’altro, a creare rivoluzioni e guerre civili in paesi che erano indipendenti e prosperi, che coltivavano l’arte della scienza e godevano della benedizione della pace. E a prendere posizione con i combattenti e per agire segretamente insieme al tuo fratello Gesuita, che potrebbe essere impegnato dall’altra parte, e ad essere apertamente in opposizione a ciò con cui tu sei connesso, in modo che infine la Chiesa ne tragga vantaggio, alle condizioni fissate nei trattati di pace, e che il fine giustifica i mezzi.
Ti è stato insegnato il tuo dovere come spia, per raccogliere tutti i fatti, le statistiche ed i dati in tuo potere da ogni fonte; ad ingraziarti la fiducia dei circoli familiari dei Protestanti e
degli eretici di ogni classe e carattere, così come quella di commercianti, banchieri, avvocati, nelle scuole e nelle università, nei parlamenti e nelle legislature, tra giudici e consigli di stato, e ad essere “ogni cosa per ogni uomo” per il bene del Papa, di cui siamo servitori fino alla morte.



E quanto scritto sopra viene attuato, appunto, sia in Occidente che in Oriente, che sembrano contrapposti (e alla luce delle persone comuni lo sono), ma dietro di loro c'è un unico artefice. Diceva Goebbels, lo stratega della comunicazione nazista (anch'egli imbevuto di gesuitismo):
"Più la dici grossa e più la ripeti, una bugia, più la gente ci crederà, perché intrinsecamente desidera il bene e non può accettare che esista una persona così malvagia da commettere quello che è stato commesso.".  Per cui tenderà a rimuovere dal conscio le atrocità già commesse o a non credere che saranno commesse se ancora non lo sono state.

(Marco Bracci)

Immagine correlata

venerdì 16 novembre 2018

Il target europeo per l’energia pulita “a Km zero”


Immagine correlata

Così come molte piccole comunità del nostro appennino ligure piemontese sono autosufficienti per quanto riguarda l'approvvigionamento di acqua (avendo propri acquedotti gestiti da consorzi rurali locali), ci auguriamo che con questo provvedimento, che spero sia presto implementato, molte piccole comunità locali possano diventare autonome nel produrre energia rinnovabile. Non è solo una conquista di libertà ma anche di lungimiranza in vista dei tempi difficili che si prospettano, e più si è autonomi e autosufficienti e maggiori possibilità si hanno di sopravvivere dignitosamente. 

Claudio Martinotti Doria

Risultati immagini per Claudio Martinotti Doria

Articolo collegato: 

Il diritto all’energia pulita “a Km zero”  

Adesso è realtà il diritto all’energia pulita “a Km zero” per il quale ci siamo tanto battuti. Fa parte del testo definitivo (per ora disponibile solo in inglese) della direttiva rinnovabili, che è stato approvato ieri, martedì 13 novembre, dall’assemblea plenaria del Parlamento Europeo così come è stato concordato con il Consiglio UE, l’altro co-legislatore europeo.

La direttiva rinnovabili disciplinerà lo sviluppo del settore dal 2020 al 2030. Vi abbiamo lavorato in qualità di relatore ombra. Fra i tanti temi che essa copre, uno ci sta particolarmente a cuore: i diritti, ora finalmente riconosciuti, dei piccoli produttori e delle comunità per l’energia. Abbiamo  sparso i semi di questi diritti ancor prima che il “pacchetto energia” contenente la nuova direttiva rinnovabili vedesse la luce: e adesso finalmente i frutti sono maturati. Un impegno durato 20 anni, ovvero da quando nel 1998 vidi il documentario di Beppe Grillo “Un futuro sostenibile”.

Quel racconto di libertà di una comunità (Schonau) che si voleva rendere indipendente dalla “schiavitù energetica” mi ha particolarmente motivato in questi due decenni affinché un’utopia divenisse legge. E così è stato.

Finora, la legislazione UE faceva riferimento ai diritti dei cittadini solo in quanto consumatori di energia: non in quanto ad autoproduttori. Donde gli ostacoli e le vessazioni che la generazione distribuita di energia rinnovabile ha dovuto subire. Con la nuova direttiva rinnovabili, il vento cambia in tutta l’UE. Essa infatti riconosce

il diritto di tutti i cittadini ad associarsi per formare una comunità locale dell’energia
il diritto dei singoli e delle comunità ad autoprodurre, immagazzinare, autoconsumare energia da fonti rinnovabili e a vendere quella in eccesso ad un prezzo pari almeno al valore di mercato, con la possibilità che la remunerazione sia più alta per tener conto del valore aggiunto che i piccoli produttori offrono alla società e all’ambiente

il diritto dei soci delle comunità per l’energia a scambiarsi l’energia rinnovabile
il principio-base secondo il quale l’autoconsumo non è soggetto ad oneri.
Gli oneri potranno essere imposti dagli Stati UE solo a ben precise condizioni
E’ appunto il diritto all’energia pulita “a Km zero”: quella che i cittadini e le comunità producono e consumano sul posto. Grazie ai diritti riconosciuti dalla direttiva rinnovabili, entro il 2030 i cittadini europei potrebbero soddisfare da soli il 19% della domanda di elettricità dell’UE, e il 45% entro il 2050.

La perfezione non è di questo mondo: e neppure della direttiva rinnovabili, che fissa al 32% il target di energia rinnovabile da raggiungere a livello UE nel 2030. Molto meglio del misero 27% contenuto nella proposta iniziale della Commissione Europea, ma troppo poco per arginare gli effetti del riscaldamento globale.

Secondo l’ultimo, drammatico rapporto IPCC, entro il 2030 è necessario diminuire del 40% le emissioni di gas serra che discendono dall’uso di combustibili fossili: altrimenti il riscaldamento globale supererà i due gradi e consegneremo in eredità ai nostri figli e nipoti una Terra praticamente invivibile.

La direttiva contiene una clausola in base alla quale nel 2023 sarà possibile rivedere, ma soltanto al rialzo, il target di energia rinnovabile da raggiungere entro il 2030. E’ il prossimo traguardo per il quale stiamo lavorando. 

(Dario Tamburrano, europarlamentare del M5S)

giovedì 15 novembre 2018

"Invocata dai media mainstream libertà di sciacallaggio e meretricio a mezzo stampa... ma è solo diffamazione!" - Mugugno, a denti stretti, di Fulvio Grimaldi



Risultati immagini per libertà di sciacallaggio e meretricio a mezzo stampa

Libertà come sei cambiata  Quasi quasi penso che non eri tu (Stefano Rosso “Libertà”)

A cosa avevano fatto riferimento, Di Maio e Di Battista, quando meditando sui nostri giornalisti, hanno parlato di sciacalli e meretrici? Stabilito che nei main stream media, quasi tutti editi da imprenditori che li utilizzano come insegne dei propri diversi negozi, non si muove foglia che l’editore non voglia, i dioscuri pentastellati avevano tratto il loro giudizio da un semplice raffronto. Quello tra l’assoluzione della Raggi e la sobria obiettività con cui le sue vicende giudiziarie erano state trattate da chi nella presunzione d’innocenza crede come alle lacrime della madonnina di gesso di Civitavecchia. 

Risultati immagini per madonnina di gesso di Civitavecchia.

Ci soccorre ancora una volta il mirabolante archivio di Marco Travaglio, alla rinfusa da Repubblica, La Stampa, Corriere, Libero e Messaggero. “Il bivio della Raggi, ammettere la bugia o rischiare il posto… Virginia Raggi si avvicina al suo abisso…Mutande verdi di Virginia…Patata bollente… La fatina e la menzogna, il deja vu di Mani Pulite, Inseguita dallo schianto dell’ennesimo, miserabile segreto… per garantirsi un serbatoio di voti a destra…spunta la pista dei fondi elettorali, della compravendita dei voti, dei finanziamenti occulti…La sua storia riguarda l’epopea di Berlusconi con le Olgettine… nel Campidoglio il piacere dell’omertà… Il malgoverno da cancellare…”. Come contrappasso c’è, nello stesso giornale e nello stesso numero, la pagina vignettara con gli inguardabili sgorbi di Stefano Disegni, che riserva lo stesso rispettoso trattamento a ben tre bersagli del suo “hate cartoon”: Virginia, Bonafede, Di Maio. Per costui è un’ossessione, lo fa ogni settimana con la stessa monocorde passione, stavolta per iscritto, del fratello Furio Colombo. Collaboravo a una rivistina diretta da questo Disegni (mai nomen fu meno omen). Me ne cacciò quando da Belgrado scrivevo “meglio serbi che servi”.  Tout se tien.

Immagine correlata

Insomma, per come questa stampa paludata (nel senso di palude) ha massacrato la Raggi per due anni, attribuendole più nefandezze che a Messalina e, andando sul generale, per come questa nostra grande stampa (piccola, “manifesto”, compresa) secerne un ininterrotto flusso di odio (già, i famigerati hate speech!) e diffamazione per chiunque non stia ai desiderata e alle maniere dei di lei padroni, vicini e lontani, quanto hanno detto Di Maio e Di Battista è poco più di una tiratina d’orecchi.


Risultati immagini per fulvio grimaldi