martedì 6 novembre 2018

Non sono le piogge torrenziali e i venti violenti la causa della devastazione del nostro paese!


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La causa dei disastri ambientali e strutturali che affliggono l'Italia e l'intero pianeta  è il sistema capitalista che sottomette ogni cosa all’avidità di denaro che guida l’attività dei grandi gruppi imperialisti che ancora dominano le masse popolari e dirigono il sistema delle relazioni internazionali!

La sciagura che da vari giorni devasta il nostro paese e provoca morti e feriti non è un disastro naturale né un caso. È il risultato di anni di incuria del territorio e dei corsi d’acqua, di gestione capitalista dei boschi e delle riserve d’acqua, della proprietà privata capitalista delle terre, degli immobili, delle vie di comunicazione e delle infrastrutture. Responsabili del disastro sono i governi prima del CAF (Craxi-Andreotti-Forlani) e poi delle Larghe Intese tra Prodi il Privatizzatore e Berlusconi lo Speculatore che si sono succeduti negli ultimi quarant’anni e del sistema politico e sociale che li ha espressi e sostenuti.

Gli eventi naturali, le piogge e i venti hanno solo messo in luce il dissesto creato dal sistema capitalista di gestione della società e dalla popolazione che lo ha subito. Per torrenziali che siano le piogge, il livello dei corsi d’acqua non sale di metri in pochi minuti se le acque possono scorrere senza ostacoli. Chi ora, come di fronte ad altre catastrofi, se la prende con quelli che hanno costruito case in terreni instabili e inondabili, sposta il problema e nasconde la responsabilità dei grandi proprietari terrieri, dei gruppi finanziari e del Vaticano che hanno sistematicamente impedito la gestione pubblica e trasparente dell’uso della terra, l’elaborazione e l’attuazione di piani urbanistici, la diffusione di conoscenze adeguate, la direzione pubblica e trasparente della costruzione di immobili e infrastrutture, la sottrazione dei beni e servizi essenziali (l’abitazione, l’assistenza sanitaria, l’istruzione pubblica e altri) alla potenza di chi possiede e amministra il denaro.

Chi ha aperto la via alla speculazione finanziaria, ai mutui, alle cambiali e fatto dominare il denaro in tutte le relazioni sociali? Chi ancora oggi promuove e difende le grandi opere inutili e dannose alla popolazione (esemplari i casi TAP di Melendugno, TAV della Val di Susa, Gronda di Genova, Terzo Valico, Pedemontana, autostrade e viadotti (il Ponte Morandi di Genova è un esempio), sovrappassi e attraversamenti stradali e ferroviari e grandi aeroporti, ecc.)? Chi vuole fare del territorio italiano un intreccio di grandi vie di comunicazione e di aeroporti e porti per i commerci, il turismo e i traffici dei grandi gruppi imperialisti (con FMI, UE e BCE che li amministrano) e una retrovia per le guerre della NATO? Chi smembra le aziende e sparge ai quattro angoli del mondo la produzione industriale, distrugge la produzione agricola locale, gonfiando il sistema dei trasporti e la dipendenza del nostro paese dal sistema capitalista internazionale?

Per i grandi gruppi imperialisti, i loro seguaci e agenti, il territorio non è per chi lo abita, ma supporto per i loro traffici, senza scrupoli lo sacrificano per fare soldi. “Costi e benefici” dicono anche Matteo Salvini e Giuseppe Conte, come lo dicevano Romano Prodi e Matteo Renzi, scimmiottando Silvio Berlusconi e gli altri esponenti del sistema imperialista mondiale. Il benessere della popolazione non è un loro problema!

Noi comunisti con la parte più avanzata delle masse popolari costruiremo un sistema che avrà come legge il benessere della popolazione, la costruzione di una vita sana e la partecipazione universale alla gestione della società e alle attività umane superiori.

Contrastare il sistema sociale capitalista in ogni modo, organizzarsi e prendere da subito le misure realizzabili localmente con le forze di cui via via disponiamo, creare le condizioni per costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate!

Questa è la solidarietà reale, fattiva ed energica, con le vittime della guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista conduce senza posa e su ogni terreno contro le masse popolari da quattro decenni, cioè da quando si è esaurita la prima ondata della rivoluzione proletaria sollevata nel mondo intero dalla costruzione dell’Unione Sovietica; da quando la borghesia imperialista non ha più paura delle rivoluzione socialista e delle guerre antimperialiste di liberazione nazionale; da quando i gruppi imperialisti sono nuovamente alla prese con la crisi di sovraccumulazione assoluta di capitale: hanno per le mani tanto denaro che non lo possono impiegare tutto nella produzione di merci perché renderebbe loro di meno di quanto rende impiegarne solo una parte. E allora via alle grandi opere pubbliche inutili e dannose alla popolazione; via alle speculazioni finanziarie; via all’eliminazione dei diritti e delle conquiste economiche e culturali che gli operai e le masse popolari avevano strappato diretti dal movimento comunista cosciente e organizzato; via alla devastazione del mondo intero. Milioni di uomini e donne sono oggi costretti ad abbandonare il loro paese e ad emigrare. Una piccola parte di essi emigra in Europa e negli USA dove la loro miseria si aggiunge alla miseria dei lavoratori e dei giovani locali che il sistema capitalista di gestione della società estromette e tiene fuori dal sistema produttivo e dall’attività sociale e nel migliore dei casi tiene in vita con ammortizzatori sociali e opere di carità.

Giusto cento anni fa è finito il grande massacro della Prima Guerra Mondiale. Il grande massacro era il punto d’arrivo di quasi quarant’anni di emigrazione forzata di milioni di lavoratori, in gran parte contadini, dall’Europa (dove i capitalisti sempre più dettavano legge) nelle Americhe e in altri paesi e di spartizione del mondo tra le grandi potenze imperialiste: la prima grande crisi generale del capitalismo. Spaventati dalla vittoria in Russia della Rivoluzione d’Ottobre guidata dai comunisti di Lenin, dalla rivolta crescente delle masse popolari e dalla crescita dell’influenza dei comunisti in ogni paese, i gruppi imperialisti trovarono giusto cento anni fa, nel novembre del 1918, il modo di porre fine alla Grande Guerra con armistizi: nelle loro intenzioni dovevano servire a raccogliere le forze e soffocare la rivoluzione socialista. Ma la linea marxista-leninista attuata dalla prima Internazionale Comunista guidata prima da Lenin e poi da Stalin, se non riuscì a portare alla vittoria la rivoluzione socialista nei paesi imperialisti, riuscì tuttavia a sollevare i paesi coloniali e in particolare la Cina contro il sistema imperialista mondiale e a impedire che i gruppi imperialisti unissero le forze dei paesi che essi ancora governavano e invadessero uniti l’Unione Sovietica. La forza raggiunta dal primo grande paese socialista è ancora oggi un esempio luminoso per le masse popolari oppresse e sfruttate, la sua esperienza è fonte di insegnamenti per i comunisti di tutto il mondo.

Noi comunisti siamo impegnati a porre fine al catastrofico corso delle cose imposto dal sistema imperialista mondiale anche nel nostro paese. La resistenza che spontaneamente e ovunque le masse popolari oppongono a questo corso, la loro insofferenza e indignazione si sono espresse nelle forme ad esse disponibili anche senza l’apporto dei comunisti: in numero crescente, i membri delle masse popolari disdegnano oramai di votare per i partiti e gruppi facenti capo al sistema politico delle Larghe Intese. Nemmeno la rete delle chiese né quella delle sezioni e di altre istituzioni residue del vecchio movimento comunista bastano più a carpire i loro voti: dopo la dimostrazione data da Bertinotti con il governo PAB (Prodi-D’Alema-Bertinotti), i gruppi della sinistra borghese da dieci anni non hanno più seggi in Parlamento. Con le elezioni del 4 marzo le masse popolari hanno infine creato una situazione in cui neanche gli aspiranti golpisti, come Sergio Mattarella, hanno osato dar seguito alle loro intenzioni criminali. Ora si tratta di elevare il livello della resistenza delle masse popolari, rafforzarne la coscienza e l’azione da nuove autorità pubbliche sia pure ancora solo locali, estenderne l’organizzazione, far confluire ogni organismo operaio e popolare verso la costituzione di un proprio governo, costringere il governo risultato delle elezioni del 4 marzo, il governo M5S-Lega, a mantenere le promesse fatte e andare oltre, contrastare lo scimmiottamento dei governi delle Larghe Intese perseguito dai Matteo Salvini con entusiasmo e sotto l’ispirazione di Berlusconi, dai Di Maio con contorcimenti legalitari. I codicilli e i legulei dominano la mente di tanti esponenti del M5S, al punto che sono tentati non solo di cedere sul TAP, ma perfino di concedere la prescrizione dei reati a Berlusconi, ai ricchi e ai prelati ai quali non mancano avvocati di grido e magistrati compiacenti.

È la resistenza organizzata delle masse popolari che può far fronte al sistema finanziario mondiale, alle manovre della BCE e dell’UE che fanno leva sul Debito Pubblico che ritorceremo loro contro, alle minacce della NATO e a tutte le forme di pressione dei signori del mondo e ai loro ricatti economici, finanziari, politici e militari.

Chi vuole cambiare il mondo, deve dedicarsi alla mobilitazione delle masse popolari, rafforzare la loro organizzazione ed elevare la loro coscienza, allargare l’azione da nuove autorità pubbliche delle loro organizzazioni, di fronte ai disastri di questi giorni iniziare direttamente i lavori di soccorso e di ricostruzione.

Questo è il compito che noi comunisti ci siamo assunti, per far avanzare la rivoluzione socialista. Questo è il compito che siamo in grado di adempiere perché abbiamo tratto lezione anche dall’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria, dal declino dei primi paesi socialisti e dalla corruzione e disgregazione dei vecchi partiti comunisti. Il marxismo-leninismo-maoismo è la scienza che ci guida. Noi facciamo appello a tutte le persone di buona volontà perché lo assimilino e uniscano le loro forze nel movimento comunista. I disastri tutt’altro che naturali di questi giorni sono un incitamento a un lavoro di massa più ampio e più consapevole.

Non c’è problema, “disastro naturale” e malattia a cui gli uomini oggi non sanno far fronte: è il capitalismo che ce lo impedisce!

Nuovo Partito Comunista Italiano - nuovopci@riseup.net

Simbolo (n)PCI

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