mercoledì 7 novembre 2018

Pettegolezzi, bufale e censura su internet (con querela aggiunta)




...La stagione del nostro scontento ci offre una moltitudine di castrazioni chimiche, altro che Salvini. Facebook e l’intera confraternita di Silicon Valley,  ci fanno parlare soltanto se diciamo cose in linea; leggi che ostracizzano e puniscono quanti dai più munifici e disinvolti produttori di fake news della storia del giornalismo vengono accusati di fake news; storici bastonati, segati, incarcerati perché fanno il loro mestiere di perenne rivisitazione della Storia; scienziati di minoranza coperti d’onta dagli scienziati di maggioranza e, ora, l’arma fine-libertà-d’espressione, la querela tappa bocca! 

Siamo ben oltre Orwell. Segui i soldi e troverai il mafioso, sosteneva Falcone. Qui, portagli via i soldi (che perlopiù non ha), o minaccia di portarglieli via, e beccherai il giornalista che rompe. Sono stati bravi a indicare la pecora nera Travaglio: un’élite di firme illustri che gira in tondo nella giostra rutilante dei talk show, tanti Napoleone di David a cavallo, tanti Settimi Cavalleggeri contro le nere montagne del regno di Mordor dove si nasconde chi osa un tantino soppesarle, le parole sovranismo, populismo, antieuropeismo, prima di spararle alzo zero al primo che marca visita in caserma.

Cavalcano in formazione verso il comune nemico, ma anche molto distinti per modi e bardature. Se uno si dice “quotidiano comunista”, l’altro è fiero di essere il giornale della democrazia liberale e l’altro ancora se la tira da organo del regno di dio. Poi tutti quanti, quando pregano, si voltano verso Washington e mostrano le terga a Putin e Assad. Che ne sarebbe, sennò, del pluralismo connaturato a una libera stampa? Così ci si distingue radicalmente tra chi il governo gialloverde lo vuole morto, solo ferito a morte, o appena con i ceppi ai piedi e la testa nella gogna. 

La topografia del nostro giornalismo si completa più in là, nell’ombra, dove vagano gli spettri di coloro a cui è concesso di godersi gratis l’aria di redazione grazie a qualche anno di stage, o che riescono a farsi chiamare collega, col tu di categoria, per via di quei cinque euro a pezzo lungo, due a trafiletto. A volte perfino orgogliosamente al cellulare con il capocronista, seppure avventizi a vita e solo finché subiscono e fanno. E la FNSI che fa? Scende in piazza per Regeni e Medici Senza Frontiere.


Fulvio Grimaldi - www.fulviogrimaldicontroblog.info

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