lunedì 12 gennaio 2015

Riposa in pace maestro Rosi...



E' morto a Roma il 10 gennaio 2015  Francesco Rosi, uno dei più grandi registi cinematografici e intellettuali del novecento. Evito di citare la filmografia perché poi non vorrei che si pensasse che ho visto tutti i suoi film rigorosamente in pellicola al cinema. Tranquilli da italiano medio e mediocre che sono, qualcuno credo di non averlo ancora visto.

Ieri mattina sulla Rai hanno però riproposto il suo film sul bandito Giuliano e la cosa mi ha fatto molto piacere. Il film come molti film di Rosi è la trasposizione di qualcosa scritto da altri o avvenuto realmente.

Giuliano fu un terrorista boss mafioso che su commissione portò a compimento la prima strage di Stato italiana a Portella della Ginestra.

Le stragi di Stato non sono una peculiarità solo italiana, le hanno fatte e le continuano a fare un po' tutti.

Generalizzando, uno Stato arriva ad uccidere i suoi cittadini quando ha bisogno di orientare l'opinione pubblica verso un modo di pensare più reazionario e conservatore, in genere per contrastare un movimento di opposizione sociale. Spesso si fa credere che l'omicidio sia stato compiuto da attori vicini a questo movimento, oppure si lascia agire qualche scheggia impazzita senza contrastarla, nonostante la si controlli da parecchio.

In assenza di queste, si incaricano banditi o servizi segreti.

Rosi restando in tema, girò un altro grandissimo film inchiesta sulla figura di Mattei assassinato da chissà chi. In questo caso ci scappò il morto di Stato pure sul set: De Mauro, un giornalista che collaborava alla stesura del film fu fatto sparire per sempre.

Il cinema di Rosi insomma ci racconta che le istituzioni non sempre proteggono i cittadini democratici dai cattivi e la cosa che unisce tutte le stragi di Stato del mondo, in genere è l'impunibilità di mandanti e esecutori.

Quelli più in cattiva fede staranno già pensando che adesso andrò a parare sul Charlie Hebdo sostenendo che anche lì i servizi sapevano tutto etc etc.

Che la Francia ha distrutto il grande esempio di islam laico e moderato del colonnello Gheddafi e che quindi debba aspettarsi questo e altro.

I peggiori poi penseranno che io quasi giustifichi i terroristi perché offese a Maometto del calibro di quelle vignette è normale che vadano lavate con il sangue.

Non penso ciò e rimango dell'idea che chiunque uccida un'altra persona sia una testa di cazzo che debba finire in carcere e scontare una lunga pena.

Quindi quei terroristi sono delle emerite teste di cazzo.
Però quelle vignette sono a tutti gli effetti un chiaro esempio di istigazione all'odio religioso, un reato che andava punito anch'esso con il carcere o perlomeno con la chiusura del giornale.

Invece sono stati lasciati lì a offendere tutti in attesa che a qualcuno partisse la bussola.

Se a Roma pubblicassero vignette di quel genere su Totti, scorrerebbe ancora più sangue ve lo assicuro.

Tutti chiedono e auspicano un islam moderato, un cristianesimo moderato, un buddismo moderato, un ebraismo moderato.
Iniziamo pure noi atei-agnostici a moderare le offese porco zio, che le parole a volte fanno molto male.

Riposa in pace maestro Rosi e speriamo che qualcuno un giorno racconti con il tuo coraggio e con film del tuo livello cosa è successo realmente, cosa sta succedendo.

Amen
Fabrizio Girolami

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