Renzi è partito in treno, su cinque carrozze speciali dotate di tutti i conforts e affollate di giornalisti al seguito, per un giro di propaganda fide in tutta Italia, prima tappa le Marche. D’obbligo la visita ai terremotati abbandonati, tanto possono stare dove stanno, ovvero nelle baracche autocostruite abusive, che ora dovranno pagare la sanatoria poiché le “casette regolari” promesse dal governo non arriveranno mai, tranquilli… Ma quello che spaventa di più del viaggio renziatico, a parte le polemiche in corso su Visco e Bankitalia, sono le minacce di nuove leggi su lavoro.
Infatti il problema lavoro non è stato affatto risolto con il Job-Act. Nel causare il turnover sono state tolte dalle liste di disoccupazione due persone per un solo posto di lavoro. Insomma non è stato creato un nuovo posto di lavoro: ci sono state messe due persone sopra, a turno. Tutte le riforme di Renzi non sono servite assolutamente a niente, a partire da quelle costituzionali che sono state bocciate dal referendum a quelle rimaste, come la trasformazione delle Province in “aree vaste” (ad elezione indiretta) od alle disposizioni sull’accoglienza forzata, a vantaggio delle cooperative assistenziali, che stanno portando la nazione allo sfacelo.
Che poi si dica che il PIL è in crescita è una finzione basata sul conteggio della rovina sismica, dell’aumento della prostituzione, del gioco d’azzardo e della droga. Nessuna riforma renziana ha creato lavoro, anzi ha favorito sempre più la disoccupazione, la chiusura di attività autonome e l’emigrazione di italiani all’estero, contemporaneamente all’incremento dell’afflusso inverso di immigrati non qualificati e mantenuti a spese dello stato. Con renzi sono migliorate solo le statistiche truccate, ma non la realtà. Ed ora il rottamatore va in giro per L’Italia a cercar consensi… poveretto chi gli crede (a parte i suoi scherani pagati profumatamente…)
Paolo D’Arpini
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Commento di Fernando Rossi:
Destinazione Arcore - Askari (o ascari in forma italianizzata) è una parola araba che significa "soldato". Con questo nome furono chiamati, durante il colonialismo europeo in Africa, i soldati indigeni reclutati dalle potenze coloniali per aiutarle a soggiogare il loro stesso popolo, fra cui: gli àscari delle colonie italiane.
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