lunedì 14 settembre 2015

Emiliano Zapata: "Un popolo forte non ha bisogno di un governo"



Grossomodo, ogni giorno, nella nostra vita sociale, siamo di fronte alla scelta quotidiana di operare a favore dello sviluppo della civiltà oppure della barbarie.

Sono due termini che suonano vagamente generici e retorici, ma credo che questo accada perchè di solito chi li usa evita di definirli chiaramente, anzi, in genere evita di definirli del tutto, come se fossero autoreferenziaali.


Perciò, proverò a fare del mio meglio, fornendo una definizione semplice, che è la mia.


- Civiltà: insieme delle attività sociali che minimizzano la violenza nelle relazioni .


- Barbarie: ciò che invece le aumenta.


- Attività sociali: tutto ciò che facciamo con qualunque altro individuo.


Io penso che questo tipo di problema sia essenziale, nel senso che se non viene affrontato, con la migliore consapevolezza di cui disponiamo, è del tutto inutile affannarsi a discutere su chi.... speriamo vinca le prossime elezioni.

"Politica significa "vita della polis (città, consorzio umano)", non "vita del partito", e neanche "dello stato". Il mondo è pieno zeppo di stati barbarici, dobbiamo pensare al mondo in cui viviamo, non allo "stato".


Anche la Germania nazionalsocialista era uno stato, anche la Spagna franchista, e persino gli Usa della guerra in Indocina, Iraq, Afghanistan, Libia....


E le cose, attualmente, non vanno molto meglio, dalle nostre parti. Non possiamo dirci civili con simili stati. 
Bisogna pensare alle cose serie, alla vita, prima che ai teatrini elettorali.

"Un popolo forte non ha bisogno di un governo" (Emiliano Zapata).


Già.

Ma un "popolo forte" è un popolo civile.


Altrimenti, qualunque cosa faccia, sarà un popolo debole.Gli esseri umani vivono in quanto siano in condizione di soddisfare i bisogni fondamentali, soddisfazione che costituisce un diritto.


La conseguenza è molto semplice.

Se Tizio ha un piatto di spaghetti e Caio glielo porta via, questo si chiama furto.
Se, invece, Tizio ha due piatti di spaghetti e Caio nessuno, Caio che prende il secondo piatto di pasta e lo mangia è riappropriazione, lecita ovvia forma di giustizia distributiva inerente il diritto a soddisfare i bisogni fondamentali.


Parimenti, se Tizio ha due case, occupare la seconda da parte di Caio senzatetto è giustizia.


Altrimenti non se ne uscirà mai, perché chi accumula oltre il bisogno, sottraendo al bisognoso, ottiene strumento di ulteriore accumulazione, provocando un continuo aumento della forbice tra ricchi e poveri. Il che è proprio quanto sta violentemente accadendo.


Bisogna invertire la tendenza.


O si fanno le parti uguali sul necessario, o non c'è giustizia.

Vincenzo Zamboni

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