mercoledì 30 settembre 2015

La Cina si avvicina (all'ecologia)?



Il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato alla stampa americana
che a partire dal 2017 nel suo Paese inizieranno i tagli alle
emissioni di gas serra. Barack Obama, dal canto suo, per non essere di
meno come ambientalista, ha dichiarato che verserà 3 miliardi di
dollari al Fondo Verde per il Clima.

C’è da chiedersi cosa sia accaduto di fortemente importante da far
decidere i due potenti del pianeta ad intraprendere la strada del
ripensamento. Per la Cina i motivi che ci appaiono subito scontati
sono quelli del business. Al summit di Parigi sul clima già sappiamo
che saranno posti nuovi vincoli alle nazioni, non solo sulle emissioni
di gas serra e sull’uso dei combustibili fossili, ma anche nel
ridimensionare la produzione di motori a combustione interna a
beneficio di quelli elettrici. In tal senso sul comparto trasporti
scaturiranno varie disposizioni atte a sostituire nel tempo motori
tradizionali con motori elettrici o ad idrogeno. 
La Cina su

quest’ultimo settore è pronta ad invadere i mercati europei e
americane con vetture elettriche di ultima generazione che al momento
non riescono a sfondare nei mercati occidentali. Ma pochi sanno che
anche l’USA è pronta in questo campo. Al momento risulta leader nelle
auto elettriche rivoluzionarie ( vedi la Tesla ) capaci di percorrere
520 Km con un solo pieno di energia, solo che al momento sono molto
costose, mentre quelle cinesi, un po’ più spartane, potrebbero avere
prezzi non superiori alle attuali utilitarie. Questo è l’aspetto
commerciale, ma, ovviamente non l’unico, esiste un aspetto che
preoccupa profondamente i due Paesi. Per gli USA intervenire nella
mitigazione climatica è una questione di sicurezza nazionale, infatti
i cambiamenti climatici stanno pesantemente agendo sul territorio
americano, ad esempio i tornado da circa 10 anni si sono triplicati e
aumentati di forza, si sa che tale fenomeno è legato anche all’aumento
della temperature terrestre. Oltre a ciò vaste aree dell’America
orientale, vedi La California, sono afflitte da siccità spietate e
prolungate ( 5 anni ) che fino ad oggi hanno mandato in fumo più della
metà delle loro rigogliose foreste. Anche per la Cina i fenomeni meteo
estremi causati dal riscaldamento globale sono alla base delle
preoccupazioni per il futuro, ma più di tutti la vera preoccupazione è
la vita dei propri abitanti. Ogni anno in tutta la Cina a causa dello
smog e ovviamente dei veleni contenuti nell’atmosfera delle grandi
città muoiono circa mezzo milione di persone. Questi due elementi:
fare business e salvare il proprio ambiente e la vita delle persone
sono alla base di queste decisioni storiche.

Forse per gli USA sarà più facile ridurre drasticamente le emissioni
di gas serra, né dubito fortemente per la Cina, visto che la sua forza
energetica principale al momento è il carbone. Non solo, ma anche nei
villaggi più sperduti della Cina si usa per cucinare, riscaldarsi e
per mandare avanti piccole e medie imprese il carbone. Vari economisti
internazionali hanno ipotizzato che la Cina potrà abbandonare il
carbone a beneficio di energie più pulite solo tra 10 o addirittura 20
anni.

Comunque restiamo fiduciosi e attenti su quanto scaturirà dal summit
del clima di Parigi di dicembre prossimo. I miracoli possono sempre
arrivare, altrimenti il clima sul nostro pianeta diventerà per tutta
l’umanità una catastrofe crescente e inarrestabile.

Filippo Mariani

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