Tutti
sappiamo che la televisione è il canale più comunemente usato nella
pratica della diffusione di modelli, mode e tendenze ed è il più
utilizzato da chi vuole controllare le masse nei paesi democratici.
Dissento dal pensare che ci sia la possibilità di decidere cosa le
persone devono pensare, un potere manipolatorio, categorico e
impositivo.
In realtà la televisione non impone
nulla in termini di cosa pensare, bensi lavora su quel fenomeno che
la sociologia della comunicazione Tavistockiana chiama Agenda
Setting, ovvero la facoltà di decidere “riguardo a cosa”
la massa deve pensare. Per capire ciò bisogna prendere in
considerazione la teoria della Dissonanza Cognitiva di Leon
Festinger, unanimemente considerato uno dei più importanti
studiosi americani. Il 15 gennaio 1934 uno spaventoso terremoto
sconvolse la provincia indiana del Bihar. Per qualche tempo, nelle
regioni vicine a quella colpita, si diffusero voci allarmistiche che
predicevano nuovi e peggiori disastri.
Queste voci, raccolte da Prasad, circa
vent’anni dopo dovevano cadere sotto gli occhi di Leon Festinger
che era allora impegnato nel lavoro di ordinare e integrare
teoricamente la grande quantità di dati che erano stati sino ad
allora raccolti nel campo della comunicazione e dell’influenza
sociale. L’esame dei dati di Prasad costituì la molla da cui
doveva nascere la teoria della dissonanza cognitiva. Come mai, si
chiese Festinger, in una situazione del genere potevano nascere e
diffondersi così facilmente delle voci terrorizzanti? Non sarebbe
stato più logico che tra quelle popolazioni, già in preda al
terrore, nascessero invece delle voci che tendessero a ridurre la
paura?
La risposta di Festinger è che queste
voci non erano destinate a provocare paura, bensì a giustificare
quella che già la gente aveva. Esisteva cioè una discordanza tra
quanto queste persone, non direttamente colpite dal terremoto,
vedevano attorno a loro, e la paura che provavano e che non era
giustificata da quanto vedevano. A questa discordanza tra elementi
cognitivi (intendendo per elemento cognitivo ogni conoscenza,
opinione o credenza che un individuo o un gruppo ha su se stesso o
sul mondo che lo circonda) venne dato il nome di dissonanza
cognitiva. Secondo la teoria che nacque allora, esiste in ogni
persona, in presenza di una dissonanza, una pressione tendente a
ridurla, tanto maggiore quanto più forte è la dissonanza.
La riduzione può ottenersi (ed è il
caso delle popolazioni indiane) aggiungendo nuovi elementi consonanti
(le voci di prossime sciagure); potrebbe però aversi, a seconda
delle circostanze, anche cambiando gli elementi dissonanti o
diminuendone l’importanza. La portata della teoria così abbozzata
è indubbiamente molto ampia, ed abbraccia gran parte dei problemi
della psicologia sociale, particolarmente nel campo dell’influenza
e della comunicazione. Dai processi decisionali e dalle conseguenze
delle decisioni all’induzione forzata di un comportamento esteriore
in contrasto con le opinioni private dell’individuo, ai problemi di
comunicazione e di diffusione delle informazioni, al comportamento
dei gruppi, ai fenomeni di massa, Festinger analizza in un quadro
unitario, sulla base di numerose ricerche sperimentali, il potere
predittivo e interpretativo della teoria.
Dunque progetto Tavistock e Agenda
Setting potendo decidere gli argomenti su cui le persone
ragioneranno, si scambieranno pareri, si formeranno opinioni, chi
controlla la tv è in grado di creare una realtà parziale ed
OMETTERE da questa realtà tutto ciò che non vuole si conosca.
E’ dunque l’OMISSIONE il VERO POTERE, L’OMISSIONE di tutti quegli argomenti, quei valori, quei modelli, quei pensieri, quelle sensazioni, quegli atteggiamenti, quei comportamenti che sono ostili al leader e al regime mediatico.
E’ dunque l’OMISSIONE il VERO POTERE, L’OMISSIONE di tutti quegli argomenti, quei valori, quei modelli, quei pensieri, quelle sensazioni, quegli atteggiamenti, quei comportamenti che sono ostili al leader e al regime mediatico.
Il progetto Tavistock già dal 1913 fu
finanziato per primo dalla Famiglia Reale Inglese ai Rothschild.
Scopo del finanziamento IL LAVAGGIO DEL CERVELLO e IL CONTROLLO
MENTALE (due tecniche diverse che possono sembrare uguali nel loro
significato letterale) della popolazione britannica. Al finanziamento
della Famiglia Reale Inglese ai Rothschild imparentati con la
famiglia reale si aggancia anche quella del Lord Northcliffe per
matrimonio. Da un inizio un po’ grezzo a Wellington House, crebbe
un’organizzazione che aveva l’obbiettivo di plasmare il destino
della Germania, della Gran Bretagna e soprattutto degli Stati Uniti
tanto da diventare un’organizzazione altamente sofisticata per
manipolare e creare l’opinione pubblica; esattamente quello che nel
progetto Tavistock viene chiamato “LAVAGGIO
DEL CERVELLO DI MASSA”.
Durante il corso della sua evoluzione
il progetto Tavistock fu ampliato nella dimensioni e ambizione,
quando nel 1937, si decise di utilizzare la monumentale opera
dell’autore tedesco Oswald Spengler “Untergange des
Abenlandes” (Il declino della civiltà occidentale) come modello
corrispondente le condizioni che dovevano essere create prima di un
Nuovo Ordine Mondiale. Negli anni ‘60 si decide di coinvolgere i
rimanenti paesi della comunità europea in questo orribile progetto.
Proprio così, il progetto Tavistock è un orribile progetto che sta
portando anche il nostro paese sull’orlo di un precipizio. Oggi in
Italia il progetto Tavistock è al suo massimo splendore visto che
l’attività di OMISSIONE su fatti denunciati pubblicamente è più
che viva sia in televisione che per mezzo stampa.
Un esempio di informazione OMESSA è la
trasmissione dal titolo “IN ONDA” del 31 Agosto 2013 condotta da
Luca Telese su LA7 .
Come potete notare il
giornalista/conduttore non si limita a fare domande, ma evita di
approfondire argomenti importanti, e spesso prende le difese di
quelle personalità politiche contestate da Salvo Mandarà e
dal giornalista blogger Francesco Amodeo (Es. Enrico
Letta).
Personalmente penso che un giornalista
libero e al di sopra delle parti non dovrebbe farlo, e quando Salvo
Mandarà parla di Paolo Ferraro, Telese non solo non fa
domande ma invita Mandarà ad essere più breve per evitare il
rischio di un taglio della trasmissione da parte della regia.
Esempio di informazione OMESSA.
Altro esempio viene da “QUARTO GRADO”
su Rete4 condotto non più da Salvo Sottile ma da Gianluigi
Nuzzi.
Domanda! Perché il 13 settembre 2013
il giornalista Gianluigi Nuzzi, occupandosi della vicenda di Carmela
Melania Rea e del marito Salvatore Parolisi, dopo
l’affermazione dello psichiatra Alessandro Meluzzi: “non
scordiamoci che in questa complessa vicenda c’è il giudice Ferraro
cacciato dalla magistratura dopo una perizia molto, molto, molto
inquietante”, non fa una o più domande per approfondire
l’argomento?
Anche qui l’informazione è OMESSA
perché deve essere OMESSO al pubblico che probabilmente ma non
sicuramente Melania Rea sia stata vista il 23 marzo 2011, dallo
stesso giudice Ferraro all’interno della Procura di Roma verso le
ore 19.00 uscire dallo studio del magistrato Stefano Pesci
accompagnata da un uomo basso e tarchiato vestito con un vestito
color grigio gessato, uomo dai lineamenti tipicamente meridionali e
con l’accento campano. Poi, come tutti ormai sapete a memoria per
sfinimento, repetita iuvant ma fino ad un certo punto, il corpo di
Melania Rea verrà trovato il giorno 20 aprile 2011, circa un mese
dopo, con numerose ferite da taglio sul corpo nella zona delle
Casermette di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo).
Poi c’è quell’informazione che
OMETTE la realtà inserendo fatti concreti in un grande minestrone
fatto di magia, esoterismo, numerologia, spiritismo, psicotronica,
astrologia, alchimia, satanismo ecc. ecc. Insomma non esiste limite
alla quantità di pseudoscienze e discipline in circolazione in cui
si affermano le cose più inverosimili. “Mistero” di Adam
Kadmon è il primo esempio che mi viene in mente.
Con Adam Kadmon e “Mistero”
e tutto il mondo che ci gira intorno si crea quella pseudo
informazione che se non credi al black-out mondiale, al terremoto
devastante, alla fine del mondo, ai fantasmi e fantasmini e agli
alieni verdi che ti vengono a rapire vieni subito isolato dalla
collettività nel suo complesso, tra gli amici al bar e nei dibattiti
pubblici, televisivi o privati qualsivoglia. Da qui ci si può
rendere conto della portata che il programma globale Tavistock ha
creato cercando il consenso manipolato e controllato.
Chiaramente chiunque provi a sostenere
il contrario è considerato egoista, menefreghista, razzista o
addirittura un perverso che si compiace nel vedere che il pianeta e
l’umanità stanno a un passo dall’abisso. Oggi, ahimè, la
“verità” consiste in un consenso preconfezionato che è stato
deciso aprioristicamente, a tavolino: chiunque non si adatta viene
bollato come estremista o come disinteressato alle sorti del nostro
futuro.
Domanda! Perché Adam Kadmon, l’uomo
del mistero inserisce “il caso Melania Rea” in quella
categoria criminologica dal nome femminicidio legata a una violenza
estrema da parte dell’uomo contro la donna «perché donna», in
cui cioè la violenza è l’esito di pratiche misogine. Non mi
risulta che Salvatore Parolisi provasse un sentimento di odio o di
superiorità nei confronti di sua moglie. Distorcere il fatto con una
categoria di argomento non attinente al fatto significa distorcere la
realtà e quindi OMETTERLA.
Comunque accontentiamoci, sempre meglio
Adam Kadmon, Luca Telese e Gianluigi Nuzzi che il silenzio assordante
di tutti quei giornalisti controllori della mente. [nelle
immagini caricaturali di seguito, da SN a DS e dall’alto in basso,
si riconoscono Lucia ANNUNZIATA,
Salvo SOTTILE,
Bruno VESPA,
Lilly GRUBER]
Altro gioiello creato dal Progetto
Tavistock è il Common Purpose
International che ha adottato come logo il simbolo
del sole, diffondendosi in vari paesi come la Francia,
Germania, il Ghana, l’Ungheria, India, Irlanda, Olanda, Sudafrica,
Spagna, Svezia, Svizzera e Turchia http://www.commonpurpose.org.uk/
. Common Purpose significa scopo
comune, si sta diffondendo anche negli Stati Uniti e lo scopo
ufficiale è: << migliorare il funzionamento della società
espandendo la prospettiva, le capacità decisionali e l’influenza
di ogni tipo di leader. L’organizzazione gestisce una pluralità di
corsi formativi per leader di ogni età, formazione e settore allo
scopo di dotarli dell’ispirazione, dell’informazione e delle
opportunità di cui hanno bisogno per cambiare il mondo>>.
Alla vista di una dichiarazione d’intenti tanto blanda, sorgono immediatamente due interrogativi: uno scopo comune (uniformità) a quale fine? E “il cambiamento del mondo” in quale direzione dovrebbe andare?
Il fondatore ufficiale nonché il
direttore generale del Common Purpose è Julia Middleton che è
stata anche Responsabile della selezione del personale presso
l’ufficio di John Prescott, vice primo ministro di Tony
Blair. Prescott era incaricato della formazione di “assemblee
regionali” in tutta la Gran Bretagna, uno degli elementi del piano
volto ad abolire le nazioni e trasformarle in “regioni”
impotenti, sottoposte all’oppressione dell’Unione Europea.
Ovviamente tali assemblee regionali
inglesi come la Lega Nord di Umberto Bossi e Roberto
Maroni, hanno cercato di far passare quell’iniziativa come un
modo per “restituire potere alla gente”. Gli inglesi le hanno
chiamate “assemblee regionali” in Italia è passato con il nome
di Federalismo.
Il superstato europeo quindi è
congegnato in modo da essere sottoposto a un controllo centralizzato
e gestito nei livelli gerarchici inferiori da leader insipienti e
decerebrati, programmati per pensarla tutti allo stesso modo. Il
Tavistock Institute of Human Relations di Londra è il centro dove si
è sviluppato il progetto della “mente alveare”, ovvero un
comportamento di gruppo e organizzativo.
Il Tavistock ufficialmente opera a
stretto contatto con organismi del “settore pubblico”
(controllati dallo stato) e le sue matrici teoriche sono
principalmente due:
1. la teoria psicoanalitica, nella sua applicazione specifica alle dinamiche dei gruppi e delle istituzioni (Bion 1961, Jaques 1955, Menzies 1960) più precisamente qualificata come “socio-analisi”,
2. la teoria dei sistemi aperti, i cui concetti sono stati applicati in diversi campi, dalla biologia alla modellizzazione delle organizzazioni sociali ed alla terapia familiare (von Bertalanffy 1968, Emery 1969). Accanto a questi figurano i contributi di altre discipline, quali le scienze politiche, l’economia e le teorie di amministrazione aziendale, la sociologia e la psicologia, in particolare la Gestalt-Psychologie e le ricerche di Kurt Lewin (1948, 1951), che offrono in sostanza al paradigma fondamentale strumenti procedurali, di contestualizzazione dell’analisi e di indirizzamento della ricerca.
Il modello si articola su tre assi o
dimensioni che ne definiscono il valore euristico e gli sbocchi
applicativi:
- è un metodo di analisi che serve a scopi di ricerca;
- è un metodo di formazione degli uomini e delle donne che operano nelle organizzazioni, sia in posizione di leadership sia in quanto followers, collaboratori;
- è uno strumento di diagnosi organizzativa e di consulenza alle organizzazioni in difficoltà.
Una linea di ricerca che il Tavistock
ha sviluppato in modo particolare riguarda la questione cruciale
dell’autorità e del potere, temi a lungo trascurati
dall’esplorazione psicoanalitica e divenuti aree privilegiate di
studio nel programma Tavistock di formazione alle relazioni di gruppo
noto come “Conferenze di Leicester”.
Fino ad arrivare allo “scopo comune” intrapresa dalla guerriglia del gruppo Tavistock / Common Purpose, condizionare la mente umana facendo piazza pulita di qualsiasi senso di individualità e unicità. L’unica cosa che ne scaturisce, chiara come il sole, è che Tavistock / Common Purpose utilizzano la stessa matrice producendo consenso in modo da soffocare qualsiasi diversità, servendosi di coloro che hanno rinunciato alla loro facoltà di pensiero per consegnarla alla manipolazione psichica collettiva, in modo da esercitare pressione sugli altri affinché si adeguino.
Nel linguaggio volto a produrre
consenso sono utilizzate anche tecniche di manipolazione mentale come
la Programmazione Neuro-Linguistica
o PNL (in inglese NLP,
Neuro-Linguistic Programming). La PNL è
una tecnica in cui ci si serve di parole per riprogrammare il nostro
organismo affinché accetti un’altra percezione della realtà.
Tengo a precisare che la PNL può essere impiegata per riprogrammare
in modo positivo; come ogni strumento, tutto sta nel come viene
usato.
Il Generale John Rawling Rees,
entrato a far parte del Tavistock Istitute of Human Relations nel
1947 fu il co-fondatore della “Federazione Mondiale per la Salute
Mentale”.
John Rees fece riferimento a come
insinuarsi in tutte le professioni e aree sociali: <>. Aggiunse
inoltre che i “piazzisti” del loro programma di riprogrammazione
delle percezioni (lavaggio del cervello di massa) devono agire
nell’anonimato e segretamente. E proseguì: il risultato a cui
dobbiamo puntare è fare in modo che ciò permei ogni attività
pedagogica della vita nazionale….Abbiamo già compiuto una
fruttuosa offensiva rispetto a tutta una serie di professioni.
Ovviamente le più accessibili sono quelle del settore scolastico e
la chiesa, mentre le più ostiche sono legge e medicina>>.
Oggi, grazie alla testimonianza del
magistrato Paolo Ferraro e al suo lavoro intellettuale di
informazione, sappiamo che il progetto Tavistock si è insediato
anche all’interno della legge, della società e della medicina. In
Italia esiste una letteratura legata al processo di influenza da
parte delle scienze psichiatriche e psicologiche all’interno delle
istituzioni, delle scuole e della sanità pubblica.
Tonia Cancrini Psicoanalisi, uomo e società – Editore Riuniti
Collana Medicina e Potere- Domenico De Salvia – Per una psichiatria alternativa – Editore Feltrinelli
Proprio come la definì il Generale
John Rees: una quinta colonna che si accosta alla dimensione
pubblica, alla politica e all’industria con una sfera d’influenza
sulle attività sociali e professionali che segua il modello del
regime totalitario. Dal 1996 la grande fabbrica dei pazienti-clienti
è iniziata con l’attivazione di nuove strutture esterne della
sanità mentale come le cooperative, le comunità di recupero che
hanno la tendenza ad arrogarsi il diritto di psichiatrizzare la
società per intero condizionandovi, giudicando e controllando le
scelte individuali e collettive di vita e di pensiero delle persone
secondo un nuovo relativismo vincolato alla sperimentazione
psichiatrica. E trattando come disagio mentale anche le difficoltà
ed oscillazioni normali della vita psichica e spirituale quotidiana
con le quali ognuno deve imparare a confrontarsi per trarne forza ed
esperienza di vita. Il risultato è quello di deresponsabilizzare la
persona agganciandola ad una dipendenza pseudo-psichiatrica
istituzionalizzata e consolidata con l’assuefazione a sedativi, in
un ciclo perverso dove la struttura si espande e giustifica nella
società creandosi gli assistiti, assorbe denaro pubblico in
proporzione ed utilizza quest’accumulo di potere economico ed
elettorale per ottenere protezioni politiche, mediatiche e
giudiziarie. E per costruire attraverso di esse un meccanismo sociale
di repressione delle critiche. Meccanismo di repressione attivato
soprattutto dalla malpractice di una corrente della psichiatria
quella per l’appunto tavistockiana che è oggi sempre più
all’ordine del giorno.
Considerando l’ambito in cui si muove
la psichiatria oggi, tra gli estremi cioè del “sequestro di
persona” e dell’”abbandono d’incapace”, si possono
considerare sinteticamente le seguenti possibilità:
1. Abusi nelle procedure di ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio) e TSO ( Trattamento sanitario obbligatorio, che ora è stato proposto di portare alla durata massima di un anno), manipolando le imprecise garanzie di legge in senso restrittivo della libertà del paziente;
2. effetti negativi da trattamento (farmaci fuori indicazione o somministrati in modo negligente e inesperto, o addirittura avventato, con gravi effetti collaterali duraturi prodotti);
3. omissione nel controllo sociale (aggressività e violenza nei confronti di terzi o degli stessi pazienti);
4. autolesività e suicidio non impediti da assistenza adeguata.
Nel concreto politico italiano è accaduto inoltre che l’ideologizzazione iniziale a sinistra della riforma psichiatrica, nei climi estremizzanti degli anni Sessanta e Settanta, le abbia scatenato contro le ostilità della destra. Generando a tutt’oggi diatribe irresponsabili fra una sinistra che santifica il sistema rifiutando di ammetterne i troppi difetti, ed una destra che lo demonizza rifiutando di ammetterne certi, anche se pochi, successi. E praticando così ambedue uno sfruttamento politico rispettivamente dei voti dei beneficati e delle vittime, che a livello reale delle persone in difficoltà danneggia tutti senza risolvere nulla. Occorre quindi ritornare direttamente all’essenza del problema, che rimane quella fondamentale del rispetto dei diritti umani.
A Trieste, un noto civilista veneziano
Paolo Cendon, crea nel 2004 la figura dell’”amministratore
di sostegno”, un nuova professione molto amata dai giovani avvocati
in crisi di lavoro, i quali creano una sorta di predazione
giudiziaria dei diritti umani e di sostanziale riduzione in schiavitù
dei loro stessi assistiti con l’erosione dei beni e della famiglia
a beneficio di terzi, entro una trappola psichiatrico-giudiziaria cui
è difficilissimo sfuggire. Al punto che, da quello che mi è stato
riferito, anche le proteste di parenti venivano paralizzate
sottoponendoli allo stesso genere di interdizione impropria.
E che dire dei quasi cinquantamila
minori in tutta Italia inseriti in ‘comunità‘ o ‘casa-famiglia’
che non rispecchiano assolutamente la realtà del problema della
tutela dell’infanzia e dell’adolescenza; tanto più che, per la
stragrande maggioranza, gli allontanamenti non sono motivati su fatti
certi, ma su impressioni relative al carattere ed alla ‘adeguatezza’
(termine quanto mai vuoto) delle persone nello svolgimento dei
compiti familiari quotidiani ed in ragione delle difficoltà
economiche delle famiglie, in realtà risolvibili mediante la
concreta applicazione dei diritti sociali costituzionalmente
garantiti (ma effettivamente negati da quelle stesse istituzioni
pubbliche e para-amministrative che, in alternativa, perseguono il
metodo della sottrazione dei minori dai contesti arbitrariamente
qualificati come ‘inadeguati’). Si determinano così l’arbitrio
e l’incertezza dei criteri di decisione, utili non soltanto a fini
di autoritario controllo sociale (e qui emerge in tutta la sua
essenza il progetto Tavistock), ma anche ad alimentare la
circolazione di somme di denaro pubblico per circa due miliardi di
euro ogni anno, che tiene vivo il mercato degli affidamenti e insieme
ad ingenti esborsi di denaro privato quello delle adozioni. Bisogna
anche sottolineare che tra le tante case famiglie ” tra le
strutture private adibite alla ricezione di minorenni ve ne sono
molte malfunzionanti o addirittura ‘infernali (il Forteto è un
esempio), altre (molto poche) sono gestite con cura e scrupolo.
Ha ragione il giudice tutelare
Francesco Morcavallo quando dice che c’è un mercato dei
bambini legalizzato dallo Stato e da questa classe politica. Ma il
fine di tutto ciò? Semplice creare bambini con delle “menti
alveare”. Quando il bambino viene tolto ai genitori per essere
immerso all’interno di una comunità si crea un disturbo della
coscienza caratterizzato da una riduzione della consapevolezza di sé
e del rapporto con la realtà esterna sulla base delle coordinate
spazio-temporali e delle relazioni interpersonali. Il tutto crea
DISORIENTAMENTO e DISORGANIZZAZIONE. Per un bambino in tenera età
provare la sensazione del DISORIENTAMENTO è l’anticamera degli
stati psicotici acuti che possono manifestarsi con sintomi tipo stati
febbrili, processi infettivi, intossicazioni e momenti di acuta
tensione emotiva. Questi cinquantamila bambini fra 15 anni chi
saranno? Che cosa faranno? Mi sembra chiaro, diventeranno degli
adulti più facilmente manipolabili dall’elite che ci governerà e
tra questi ci sarà magari quella percentuale che sarà costretta a
subire, previa selezione, progetti sul CONTROLLO MENTALE più cruenti
e criminali legati a quella psichiatria deviata occulta che ha
piantato le sue radici a Wellington House in Londra.
Tutti noi pensiamo di essere autonomi nel nostro pensiero e di esprimere in ogni momento una nostra opinione ma invece si tratta soltanto di un pensiero che qualcun’altro ci ha inculcato a livello conscio o subconscio.
Tutti noi pensiamo di essere autonomi nel nostro pensiero e di esprimere in ogni momento una nostra opinione ma invece si tratta soltanto di un pensiero che qualcun’altro ci ha inculcato a livello conscio o subconscio.
IL LAVAGGIO DEL CERVELLO non è la
creazione dei “Candidati Manciuriani” per perpetrare degli
assassini e compiere la volontà dei propri programmatori.
IL LAVAGGIO DEL CERVELLO vuol dire
manipolare la popolazione affinché creda alla versione ufficiale; la
mafia ha ucciso Falcone e Borsellino, Melania Rea è stata uccisa da
Salvatore Parolisi perché aveva scoperto una relazione clandestina
tra una soldatessa e suo marito, il mostro di Firenze è Pietro
Pacciani e i Compagni di Merende, Anna Maria Franzoni è l’assassina
del piccolo Samuele, Rosa e Olindo gli assassini sterminatori di Erba
ecc. ecc. ecc.
IL LAVAGGIO DEL CERVELLO è fare in modo che noi pensiamo ciò che il potere vuole che pensiamo, dettandoci così anche i nostri comportamenti. I “giornalisti” e altre persone nell’ambito dei mezzi di comunicazione di massa sono dei lavatori di cervelli, ma la maggior parte di essi forse neppure lo sa. Riportando una falsa versione degli eventi, costoro portano le persone a pensare in modo tale da assecondare la struttura del potere.
Il percorso dal LAVAGGIO DEL CERVELLO
al CONTROLLO MENTALE è breve. Ma a questo punto ci si addentra in un
terreno profondamente significativo dove probabilmente ASCOLI PICENO
ma certamente ROMA e TRIESTE, sono diventati dei veri e propri
laboratori sperimentali per il progetto MONARCH o CONTROLLO MENTALE.
Nella seconda parte mi soffermerò su quello che sta accadendo a
TRIESTE e sul caso della caserma CECCHIGNOLA a ROMA.
Attard Marco
Fonte: http://cddgrandediscovery.altervista.org/category/attard-marco/
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