In preparazione delle festività di fine d'anno, che quest'anno trascorrerò a Spilamberto, vi racconto una storiella zen che sta a significare che tutti gli esseri senzienti meritano la nostra compassione.
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si narra di un contadino che chiamò un prete per svolgere una cerimonia di benedizioni alla sua famiglia. Il monaco stava per iniziare il rito quando l’uomo gli chiese se ne avrebbe avuto beneficio anche la sua consorte che era deceduta qualche tempo prima.. “Certamente –assicurò il prete- tutti gli esseri senzienti vivi o morti ne trarranno beneficio” – “Tutti .. proprio tutti?” Indagò ancora il contadino, ed il monaco: “Tutti gli esseri condividono la natura di Buddha e quindi tutti saranno beneficiati e ricordati nella funzione” – Ed il contadino: Ma.. veramente vorrei che almeno fosse escluso il mio vicino che mi sta molto antipatico….”
Ecco fatto, noi compiamo opere di bene ma riteniamo che debbano essere rivolte solo verso chi ci sta a cuore o perlomeno non ci è antipatico… E possibile questa separazione nel contesto dei viventi? –
Ovviamente no…
Perciò cominciamo a rispettare i nostri confratelli più deboli: gli emarginati e gli animali.
Appello per un natale solidale e senza stragi di sangue:
Cari amici sono avvilito per la crudeltà mostrata impunemente e giornalmente nel mondo, ma debbo dire che spesso anche noi causiamo un “massacro”. Un affronto che viene fatto alla natura ed alla vita. Ogni giorno tonnellate di cibo vengono gettate nei cassonetti dell’immondizia mentre c’è gente ed animali che soffrono la fame. Proprio oggi ho letto su un quotidiano che alcuni barboni sono stati denunciati perché svuotavano un cassonetto alla ricerca di cibo. Vorrei portare la vostra attenzione su ciò che è possibile fare per evitare questo obbrobrio e per concretizzare la sacralità del cibo. Tanto per cominciare evitiamo cenoni selvaggi a base di carne e prodotti chimici vari, riscopriamo il cibo semplice e pulito delle nostre campagne. Niente scatolette e scatoloni con zamponi e panettoni… ma sane grigliate di verdure con dolcetti fatti in casa. Magari –se potete e volete- come abbiamo fatto anche noi negli ultimi quaranta anni, inventatevi anche voi un “Natale per i senza Famiglia”, invitando amici e sconosciuti che altrimenti resterebbero da soli per le feste. Non solo farete un’opera buona ma scoprirete il vantaggio della solidarietà umana che crea a amicizia e felicità reciproca. Infatti quando durante le feste di Natale ci rimpinziamo egoisticamente ed all’inverosimile non celebriamo più la sacralità della comunione primordiale. L’uomo un tempo considerava la Terra come una madre ed i suoi frutti i doni per la continuazione della vita. Il cibo è sacro, simbolo dell’amore materno, e la condivisione di cibo pulito è considerata la migliore offerta a Dio. In tal modo, senza dover ricorrere a sterili cerimonie religiose e pretesche, ognuno di noi può essere sacerdote davanti alla divinità, offrendo e ricevendo energia spirituale in forma di alimenti non cruenti (evitando riti di morte).
Grazie e buone feste, Paolo D’Arpini
A nome di Europeanconsumers Tuscia, Rete Bioregionale Italiana e Circolo Vegetariano VV.TT.
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