E adesso, pover toso?
Povero Bersani! Lo hanno fregato. E ora il suo faccione emiliano è più cupo
Hanno
fregato Pier Luigi Bersani. Le cosiddette primarie gli avevano fatto sorridere la pelata
ed il sigaro: “il padrone sono me, soccia!”, (non arriva a capire che è la
marionetta di D’Alema, proprio non ci arriva).
In
più il Silvio da Arcore annuncia che scende (ri-ri-ri…..) in campo. E vai!,
pensa il trinariciuto, abbiamo qualcosa da dire, qualcosa che copra le pudenda,
altrimenti la nudità svelerebbe il nulla.
Tant’è vero che annuncia, con un
sorriso da orecchio ad orecchio: “non farò campagna elettorale contro
Berlusconi”. Excusatio non petita, accusatio manifesta, dicevano i saggi
Latini; una scusa non sollecitata è un’auto accusa palese.
Poi
è successo il patatrac. A Bruxelles lo hanno fregato: fibrillazione da scala
Mercalli, tsùnami violento: hanno deciso di candidare Monti nel centro-destra.
E
ora? Monti, il Mario da Varese è stato super sostenuto da Bersani ed accoliti
vari, radical – chic compresi.
Il
programma è lo stesso: tasse, distruzione della middle class, stipendi
rapinati, azzeramento del desiderio di intraprendere, di mettersi in gioco,
guerra totale a chi crea ricchezza, dilatazione dei clientes pubblici, guerra
al contante, in ossequio ai padroni dei poteri forti, e tutto il ciarpame che
Bilderberg, massoneria, Trilaterale, Gruppo Aspen, la City di Londra, la Cupola Americana , la Goldman-Sachs , Tel
Aviv e porcherie simili hanno deciso sulla nostra pelle.
In
più il Mario da Varese, con l’aspetto di uno zombi e la simpatia di un
funerale, rischia di aggregare quella parte di delusi, di incazzati con il PD
che si era rivolta a Renzi con una nebulosa speranza.
Grillo
così potrà urlare di essere l’unica alternativa, l’unico nuovo che si presenta,
l’unica opposizione, la vera speranza. Come se fosse vero.
Prima
Bersani aveva solo il problema di fare successo anche al Senato, gratificato
dai sondaggi che alla camera lo accreditano come chi fruirà del premio di
maggioranza.
Ora,
se Monti si presenta (in questo squinternato Stivale nulla è mai sicuro, tranne
Befera), si arriverà ad una posizione di stallo. Non a caso Maroni candida
“brodo di volpe” Alfano a premier. Roba da sceneggiata napoletana.
Comunque
sia, Bersani mi ricorda una frase che girava sui servizi pubblici di Milano nel
dopoguerra: "Si
credette un Cesare, e non fu che un Vespasiano"......
Staremo
a vedere, povera Italia.
Fabrizio Belloni
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