domenica 21 ottobre 2012

La sovranità è una sola e non si calcola in frazioni....





La sovranità è una sola 

Mi è arrivato un programma di liste civiche (l'ennesimo) che invita alla coesione e all'unione, dove era spiegato il programma che frazionava a mo' di macinato la sovranità,  mi corre l'obbligo per l'ennesima volta di mettere in guardia ad un errore madornale che si sta commettendo ossia quello di declinare il concetto di "sovranità" che è uno ed uno solo non divisibile. 

Se fosse divisibile la costituzione italiana avrebbe detto che la sovranità appartiene al popolo ed è cosi divisa. bla bla bla...... In vece c'è scritto solo: "la sovranità appartiene al popolo".  Questa è la cosa più importante non distraiamoci da questo obbiettivo e questo lo si può ottenere con la onestà di restituire al popolo l'emissione monetaria che la fa esercitare al suo stato. 

La cosa sembra di poco conto e in un momento in cui abbiamo persa la sovranità si comprende benissimo la necessità di volerla riempire di significati e di argomentazioni la parola, ma questo che sembra un bene agli occhi del popolo sarà l'arma subdola che brucerà proprio i movimenti sovranisti. Tanto è vero che la stanno cedendo a "quote" a non si sa chi visto che non esiste una unione politica europea (gentilmente lo ha anche ricordato Giorgio Napolitano un po' di giorni fa, ed è nelle sue intenzioni di continuare a spezzettare e cedere)  proprio perché la si è divisa concettualmente. 

 Qualunque partito sovranista con quel manifesto splittato ossia, con la sovranità fatta a pezzettini proprio nel programma e proprio da chi la rivorrebbe indietro completamente per esercitarla, sarà invece  proprio la torta di baratto in una eventuale alleanza si dovesse poi fare con altri partiti.  

É un appello accorato a non fornire armi al nemico. 

La sovranità è una sola che poi si esercita in poteri ed autonomie. 

Quando in una eventuale richiesta di patto vi diranno di cederne una per averne un altra, quale mollerete visto che voi stessi  gliela avete fornita in un programma già a pezzettini? 

L'esercizio di potere sul proprio stato non ammette divisioni, tanti santi un una chiesa non fanno miracoli, in uno stato deve comandare un solo potere, il popolo che poi determinerà tutte le politiche riguardanti la sovranità, ma la sovranità è una sola, non ci può essere un proposta politica già frazionata è un errore strategico madornale.  

Se uno è sovrano a casa propria è sovrano, non occorre dire che deciderà, la cultura, l'industria, l'alimentare, l'energetico, il sanitario, il monetario ecc ecc. Se è sovrano, è sovrano, altrimenti si rischia di non avere chiaro cosa significhi realmente la sovranità. Quando si è sovrani. (punto) allora si faranno tutte le politiche di AUTONOMIA ossia togliersi il più possibile le dipendenze e  comunicare a fare il più possibile tutto a casa nostra e come si vuole senza ingerenze. 

 Bisogna ragionare in termini di antonimia all'interno della sovranità (singolare). Autonomi nella gestione della moneta, della energia, della cultura, della sanità, delle sementi, delle telecomunicazioni, della comunicazione, della informazione, dell'alimentare, della farmaceutica, del territorio, dell'acqua, del cielo, del mare, ecc ecc ecc ecc. La gestione del potere non è frazionabile, capisco che questa affermazione può ingenerare strani ricordi e posso essere d'accordo, infatti il problema non nel frazionare il potere per renderlo facilmente vendibile e cedibile ma nel dare realmente al popolo strumenti di controllo. Immaginate di mettere la regola del "customer satisfaction"  una legge dove si dice che qualunque dirigente (partito ente azienda non importa ecc) è soggetto al controllo del servizio che rende e che se l'utenza si lamenta per il 40% cominciano le sanzione e al 50% +1 viene licenziato senza TFR il discorso comincia a cambiare. Immaginate i politici con un legge del genere? 

Quindi non ragioniamo in termini di frazione della gestione della sovranità che è uno e che appartiene al popolo come giustamente avevano scritto i padri costituenti, ma ragioniamo su come esercitarla realmente. 

Giuseppe Turrisi

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