venerdì 26 ottobre 2012

Gaza - Ammazzare i bambini per impedire il futuro della Palestina




"Urlate, perché è vicino il giorno del Signore, esso viene come una devastazione... e il giorno del Signore arriva, crudele, … per fare della terra un deserto e sterminare da essa i peccatori.... chiunque sarà incontrato, sarà trafitto, e chiunque sarà sorpreso, cadrà di spada. I loro piccoli saranno schiacciati davanti ai loro occhi, le loro case saranno saccheggiate le loro mogli violate"

“Parola del Signore”, verrebbe da dire, sembra si dicesse qualcosa del genere alla messa, la domenica.

Il Signore degli ebrei, che formano la pressoché totalità della nazione israeliana; quello pagano di romani e greci, invece, era piuttosto impegnato a cornificare la moglie e si dedicava alle stupide guerre degli uomini soltanto per doveri istituzionali, facendone infatti volentieri a meno.

In ogni caso, quello soprastante è un brano tratto da Isaia, l'istigazione allo sterminio, che come si premura di informare il redattore della Bibbia edita dalle edizioni PAOLINE, è un libro profetico. Ossia dice quello che poi si dovrebbe verificare.

Per fugare ogni dubbio sul fatto che tale Isaia sia un unico esaltato, necessitante di un trattamento sanitario obbligatorio se non addirittura del carcere duro, è sufficiente aprire, sempre a casaccio, il libro sacro degli ebrei e quindi anche degli israeliani per rendersi conto che, come si dice a Roma, è una fissa ricorrente, lo sterminio.

Tali simpatiche iniziative che oggi vediamo concretamente grazie alla testolina simpatica della bambina appena ammazzata dagli altrettanto simpatici seguaci di tali amorevoli messaggi, con la bocca piena di terra, sono suggerite, istigate, pressantemente richieste ai seguaci del libro sacro.

Lo ha capito, ci domandiamo, Geremia, che a mettere in pratica quello che suggerisce ai suoi seguaci, i risultati sono quelli che oggi vediamo?

Anche perché, ad onor del vero, gli ebrei nell'antichità non avevano mai brillato per capacità militari con questa sorta di paradosso che abbiamo ritrovato in tempi recenti a proposito dei croati, un po' tipo i leghisti di oggi.

Quindi leggiamo l'annuncio dell'invasione dal Nord: “..è uscito un leone dalla sua tana e un distruttore di nazioni s'è mosso; è uscito dalla sua dimora per mettere il tuo paese a soqquadro: le tue città saranno distrutte, senza abitanti”.

Poco dopo, prendiamo nota di altre piacevolezze quali, a esempio, il biasimo verso chi batte la fiacca: "Maledetto chi esegue l'opera del Signore fiaccamente e maledetto chi trattiene la sua spada dal sangue”. Insomma "quasi" come il nostro: "chi non fa la pipì in compagnia, o è un ladro o è una spia”.

Perché rovina la festa, il rammollito: "sono prese le città, le fortezze conquistate;... sarà sterminato Moab, non vi sarà più popolo. Chi fugge lontano dal terrore e cadrà nel trabocchetto e chi esce dal trabocchetto sarà preso nel tranello”. E dai! Sembra quasi il Jovanotti dei tempi migliori, quello che non si era debosciato con Francesca e le lagne attuali.

Peraltro tale città potrebbe gemellarsi con le altre oggetto dell'impeto di tale popolo, che però viene definito “perseguitato”, come ogni giorno ci viene ricordato dai quotidiani (di parte) nazionali ed internazionali.

Quindi Ammon oppure  Edom anche se un occhio di riguardo e nei confronti di Babilonia, l'attuale capitale dell'Irak, per la quale si auspica un programma tale per il quale gli ultrà delle nostre squadre appaiono essere dei moderati: “fate sterminio”.

Finalmente però arriviamo a Gaza, grazie ad Amos, che dopo aver rendicontato riguardo i desideri del Signore: “..manderò il fuoco dentro la casa di Cazael e divorerà i palazzi di Ben-Adad. Spezzerò la sbarra della porta di Damasco, sterminerò l'abitante da Bikeat-Aven” si può quindi dedicare alla città oggi così famosa.

Tutto questo casino, quindi, al quale stiamo assistendo oggi, dipende da quanto “… ha detto il Signore”.

“ Per tre prevaricazioni di Gaza che per quattro non la farò tornare: per aver essi deportato popolazioni intere per consegnarle a Edom. Manderò fuoco dentro le mura di Gaza e divorerà i suoi palazzi. Sterminerò l’abitante di Asdòd e chi detiene lo scettro da Ascalon ecc. ecc.”.

Ora, di fronte a queste farneticanti dichiarazioni, la legge Mancino relativa all'incitamento dell'odio razziale appare essere poca cosa.

Siamo infatti assistendo allo sterminio sistematico di un popolo dopo che allo stesso gli è stato sottratto il territorio storico nel quale viveva da secoli.

In pratica, la dirigenza israeliana è ben consapevole di quello che è già successo nel Kosovo laddove l'unica bomba che ha distrutto veramente i serbi è stata quella demografica. Degli albanesi.

Per questo gli israeliani fanno quello che stanno facendo: non c'è nessun errore. C'è un preciso disegno strategico: ammazzare i bambini.

Vittorio Marinelli

1 commento:

  1. non me ne intendo di geopolitica Israeliana/Araba dove israeliani interpreto abitanti dello stato di Israele con i suoi confini e Arabi abitanti del Arabia in generale . Ma considerando la disanima sulla cultura degli ebrei ad interpretare i brani della Bibbia credo che vi sia qualche lacuna storica anche perché storicamente gli ebrei cacciati da Egitto guidati da Mosè si stabilirono in una zona dopo 40 anni di pellegrinaggio costruendo nel deserto le città che chiamarono Betlemme , Gerusalemme ecc.aperte a tutti come le altre in Arabia non essendoci limite naturale sul estensione del confine nel deserto. Comunque se oggi Israele sulla striscia di Gaza ha deciso di sterminare strategicamente i bimbi degli Arabi confinanti mussulmani commette un grave errore non ricordando che anche Erode al tempo di Roma lo commise dando ordine di uccidere i primogeniti , ma Mosè fu salvato dal Nilo e diventato alto consigliere e amministratore del Egitto preferì apprendere la cultura del suo popolo Ebreo per liberarlo dalla schiavitù portandolo su quel pezzo di deserto grande come il Piemonte assegnato e proclamato dalle grandi potenze di allora 1946 stato di Israele.
    Ma Geremia un profeta nella bibbia prima ancora disse ; Sia maledetto colui che non crede nella parola di Dio ma in quella degli umani

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