domenica 14 ottobre 2012

Se questi sono uomini... Drammatico reportage sul femminicidio in Italia



Quello che state per leggere è l’incredibile racconto di una tragedia nazionale, che macina lutti e sparge dolore come una vera e propria macchina da guerra. Una guerra che prima di finire sui giornali nasce nelle case, dentro le famiglie, nel posto che dovrebbe essere il più sicuro e il più protetto e invece diventa improvvisamente il più pericoloso.

Solo a metà del 2012 sono più di 80 le donne uccise in Italia dai loro compagni. 137 nel 2011. Una ogni tre giorni. Riccardo Iacona ha attraversato il paese inseguendo le storie dei tanti maltrattamenti e dei femminicidi. Finalmente la voce di chi subisce violenza possiamo ascoltarla, insieme alle parole degli uomini, quelli che sono stati denunciati: “Avevo paura di perderla. Gliele ho date così forte che è volata giù dal letto...”.

“Qual è allora l’Italia vera, quella dove l’amore è una scelta e le donne sono libere, o quella delle tante case prigione in cui siamo entrati?... Questa è una storia che ci riguarda da vicino, perché ci dice come siamo nel profondo” scrive Iacona.

È un fenomeno che non si può catalogare tra i fatti borderline. Sono migliaia i casi di violenza silenziosa e quotidiana che si consumano nelle nostre case. “La sera, appena sentivamo il rumore della macchina di lui, io e i bambini entravamo in agitazione; dicevo loro: ‘Mettetevi subito davanti alla tv’.” Così la vita diventa un inferno, se questi sono gli uomini.

PRETESTI
“È come se io fossi il fuoco e la mia compagna ci buttasse la benzina sopra: tu bruci, bruci. E dall’altra parte non arriva nessun aiuto, perché se le mi voleva veramente bene non doveva alimentare questa cosa...”

Testimonianza di un uomo di 45 anni, denunciato dalla moglie per maltrattamenti e oggi in cura presso un centro antiviolenza.

“Quanti rapporti malati, quanta inutile sofferenza. Quanta crudeltà nel sottomettere la madre dei propri figli. Che vita d’inferno in centinaia di migliaia di case italiane.”

“È un percorso tipico di questi uomini, ce lo dicono tutte le donne che ci vengono a trovare: ti isolano, così è più facile cominciare a colpirti.”

Maria Grasso, fondatrice e responsabile del Centro antiviolenza di Piazza Armerina (Enna).

“Ormai ci avevo fatto l’abitudine, per me era così, non c’erano alternative... Io non esistevo più, esisteva solo lui.”

Cristina, 24 anni, ex moglie di Francesco Lo Presti, 34 anni, l’uomo che il 24 aprile 2012 ha ucciso la nuova fidanzata Vanessa Scialfa, ventenne.

“Mi ci metto anch’io, dobbiamo fare un semplice esercizio: quanti di noi si riconoscono in questi racconti, anche solo in parte? Proviamoci veramente, con sincerità però e senza autoassoluzioni. Le liti durate ore.

Le inutili scene di gelosia. L’incapacità di parlare, di rispondere durante le discussioni. La scorciatoia delle urla e delle grida. Le offese, le ingiurie, le parolacce. Le minacce e la mano alzata. Quanti di noi hanno vissuto episodi come questi?...”

“Quando le ho messo le mani al collo, pensi che stavamo litigando per il caricabatteria di un telefonino, per questo le dico che le motivazioni non sono importanti, possono sembrare assurde.”

Testimonianza di M., 50 anni, Torino.

“Il 93 per cento delle violenze perpetrate dal coniuge o dall’ex non viene denunciato. Solo il 6,2 per cento delle violenze è opera di sconosciuti, mentre il resto dei maltrattanti sono partner o ex partner.

Sono 6,743 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni che, almeno una volta nella vita, sono state vittime di violenza, pari al 31,9 per cento della popolazione femminile.” Rapporto Istat, 2007.

Tratto da: "SE QUESTI SONO  GLI UOMINI" di Riccardo Iacona (Riccardo Iacona è giornalista Rai da più di vent’anni. Autore e conduttore di PRESADIRETTA su Rai3). 


Edia Manente e Margherita Pigliapochi


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