La notizia
che con studiata strategia è stata fatta circolare in questi giorni, ovvero quella
che Gheddafi venne intercettato e quindi assassinato dalla Intelligence francese, su delazione del
presidente siriano Bashar Assad deve essere considerata per quello che è: un
arma psicologica sparata dai criminali d’Occidente per
sostenere la loro infame guerra in quello scacchiere mediterraneo e del medio
oriente.
Una guerra che le orde di assassini infiltrati nel territorio
siriano non riescono a vincere nonostante i larghi mezzi militari e
finanziamenti messi a loro disposizione.
Ecco che allora si ripiega sulla “propaganda di guerra” visto che il presidente siriano Assad,
nonostante tutte le false voci di una sua imminente fuga all’estero e altre
mascalzonate del genere (altre armi psicologiche), è rimasto saldamente al suo
posto.
Sconfitti quindi, almeno fino a questo
momento, sul piano militare, i criminali d’occidente, come era prevedibile, anzi
scontato, hanno fatto ancora ricorso alla “guerra psicologica”, facendo filtrare
la “rivelazione” che furono i servizi francesi a causare la cattura di Gheddafi (notizia che lascia il tempo che trova) e fu il presidente siriano Assad colui
che, praticamente vendette Gheddafy fornendo ai francesi le coordinate del
satellitare del colonnello libico (la vera “bomba” psicologica), in cambio di un
alleggerimento delle sanzioni e della
pressione politica sulla Siria.
Di fronte a queste “rivelazioni” per le
quali si è impossibilitati a poterle verificare, si può solo applicare le
considerazioni dettate dalla logica, dal ragionamento eduttivo e dall’esperienza
storica, senza dimenticare il non indifferente fattore che ogni notizia
che filtra dal “fronte bellico occidentale” (perché tale in effetti è) e viene
divulgata tramite i mass media occidentali, strumenti di proprietà di ben
identificati poteri, è falsa o artefatta:
SEMPRE!
In linea di principio, la storia ci
insegna che una eventualità del genere potrebbe anche verificarsi in quanto nei
rapporti internazionali, alla fin fine, a prevalere sono sempre gli interessi
geopolitici e la ragion di Stato. Ma questo
non significa nulla è solo una enunciazione teorica.
Concretamente e nello specifico,
invece, questa notizia la si può ritenere una infame menzogna e non solo perché è chiaramente una notizia facente parte di una “guerra psicologica” praticata in
una guerra vera, al fine di conseguire determinati risultati, ma anche perché riteniamo che Assad ben doveva intuire che dopo Gheddafi sarebbe toccato a lui
di subire l’aggressione degli occidentali che manovravano le cosiddette
“primavere arabe” e quindi era interesse del governo siriano che la crisi libica
perdurasse, che Gheddafy in qualche modo riuscisse ad organizzare una
resistenza. Questo obiettivo era sicuramente più importante di un eventuale e
teorico alleggerimento delle sanzioni e
pressioni sulla Siria da parte dell’occidente.
In caso contrario, infatti, e in
conseguenza del delicato ruolo che la Siria svolge nel medio oriente, tutto il
peso degli interessi occidentali e israeliani nel voler far piazza pulita in
quello scacchiere, sarebbe inevitabilmente ricaduto sulla Siria. Lo avrebbe
capito anche un bambino.
Del resto che questa “rivelazione” sia
una vera e propria menzogna e faccia parte della propaganda di guerra, lo si
evince dalle stesse parole che sono state usate per divulgarla, si legge nelle
parole di un tal Rami El
Obeidi, ex responsabile per i rapporti con le agenzie di informazioni straniere
per conto del Consiglio Nazionale Transitorio (ovvero l’ex organismo di
autogoverno dei mercenari “cosiddetti libici” armati dagli
occidentali): "Assad avrebbe ottenuto da
Parigi la promessa di limitare le pressioni internazionali sulla Siria per
cessare la repressione contro la popolazione in
rivolta».
Come vedesi trattasi di un enunciato precostituito,
tipicamente propagandistico, perché in Siria non c’era alcuna popolazione in
rivolta: nella sua maggioranza il popolo siriano era dalla parte di Assad e
quella che viene definita “popolazione in rivolta” erano quelle pseudo milizie
mercenarie infiltrate nel territorio siriano armate di tutto punto e in
collaborazione con agenti segreti che sul suolo della Siria da tempo preparavano
il terreno per incendiare la Siria, avevano acceso i fuochi nella prospettiva di
ottenere l’intervento Nato ripetendo il giochetto che tanto bene era riuscito in
Libia.
In
definitiva, non una riga di stampa, non una voce, non una notizia che proviene
dal “quartier generale” dell’Occidente criminale deve essere ritenuta veritiera,
ma deve considerarsi sempre e comunque propaganda di
guerra!
Maurizio Barozzi
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