Hot Dog
Una differenza fondamentale tra Donald Trump e Killakikiller sembra
essere data dal fatto che il primo proviene dal mondo del lavoro e la
seconda da quello della politica.
Entrato in gara nel suo partito praticamente come outsider (non aveva
mai ricoperto incarichi politici) Trump ha prevalso sui sei avversari
interni.
Successivamente è partito con un considerevole svantaggio verso l'ex
segretario di stato e moglie dell'ex presidente democratico, ed ha
eroso il gap fino ad annullarlo, raggiungendo nei sondaggi una
sostanziale parità con l'avversario.
Questo può significare che anche negli $tates si stia sviluppando un
fenomeno di rifiuto verso i politici di professione, nei quali
l'individuo comune si riconosce sempre meno.
Inoltre il fatto che alla riapertura delle indagini Fbi contro la
candidata democratica la borsa di NY abbia registrato un crollo
fortissimo può essere indice dei forti legami della dirigenza del
partito con l'ambiente della finanza, e anche questo è un aspetto da
non trascurare, perchè molti elettori della classe media e bassa
cercano una via di uscita dalla morsa dell'economia finanziaria che
distrugge la stabilità dell'economia reale.
Strano a dirsi, negli ultimi anni le posizioni pacifiste contro la
prosecuzione delle guerre all'estero sono state diffuse molto di più
nel partito repubblicano che in quello democratico.
Naturalmente ci sarebbe la candidata verde Jill Stein, il cui
programma include il dimezzamento delle spese militari, ma secondo i
sondaggi raccoglie appena il 3% dei consensi.
Tra i repubblicani, prima i parlamentari del gruppo di Rand Paul, poi
il candidato Trump, hanno contestato le guerre contro Irak,
Afghanistan, Libia, Siria, e la politica di ostilità con la Russia,
mentre i democratici hanno seguito il folle corso bellico
presidenziale.
Ci sarebbe stata la possibilità di Bernie Sanders, ma è purtroppo
andata sprecata.
L'ultima vicenda, la riapertura delle indagini Fbi, è sorprendente:
negli U$A esistono scandali politici di vario genere, come ovunque, ma
non s'è mai visto aprire una indagine contro un candidato
presidenziale 11 giorni prima delle votazioni.
E' verosimile che Killarikiller a questo punto abbia perso del tutto
il vantaggio iniziale, e forse sia avviata ad un crollo.
Purtroppo, dubito che possa trarne vantaggio la pacifista Stein, il
cui partito fa pochissima presa tra gli elettori.
A questo punto vale la pena di chiedersi: qualora Trump sia eletto,
normalizzerà davvero le relazioni con la Russia, ponendo fine
all'attuale esasperante nuova guerra fredda, dalla quale il mondo non
ha nulla da guadagnare e molto da perdere ?
La filosofia di Trump negli affari è quella della negoziazione, non
dello scontro.
Se sarà presidente riuscirà a mantenerla anche in politica ?
E' auspicabile, ma fare gli indovini non serve: casomai non potremo
che stare a vedere.
La disaffezione di gran parte dell'elettorato americano alla politica
bellica potrebbe essere un segnale generale per il futuro di quel
paese.
Mai dire mai.
Tanto, comunque vadano le cose, il mondo dovrà sopportare un altro
presidente alla casabiancarossadisangue.
Vincenzo Zamboni
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Commento di Fabrizio Barsanti: "Io penso che gli elettori americani,
come quelli italiani, siano paragonabili alle onde del mare, credono
di guidare il mare verso la riva, scegliendo il modo(il presidente ,
nel caso americano) per avvicinarsi e lì morire, ma non capiscono che
il modo non dipende da una loro scelta, (qualunque candidato sia), ma
dalle condizioni meteo (che stanno dietro a tutto,i poteri VERAMENTE
FORTI) che le fanno agire come loro vogliono agire. Da qui l'illusione
di credere che il voto a quel candidato o all'altro, possa essere
sufficiente per dare una propria direzione e un proprio moto al mare,
ma come la storia americana insegna, NON E' COSI', tanto è vero, che
se un presidente non segue e fa seguire i binari predisposti,
semplicemente viene ucciso"
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