"Spezzato
il circolo vizioso, conquistata la libertà dal desiderio, la fiumana,
prosciugata, non fluisce più; la ruota, infranta, più non rivolve.
Questa, solo questa, è la fine del dolore." (Buddha Sakyamuni, in
Udana, VII, 2)
Questa
è davvero la massima più ostica per gli occidentali. Però, se ci si
pensa bene, quanta verità – e sempre più evidente, anche e soprattutto a
noi – nel detto lapidario…
In
effetti la società del crepuscolo borghese, dello spettacolo-degli
spettri, “produce” gli esseri umani proprio in quanto “macchine
desideranti”…
Un
continuo trapassare da un oggetto all’altro, anzi ormai da un sostituto
spettrale a uno successivo, senza tregua, all’infinito, “individui”
soggetti all’oggetto come a una chimera, consumati e annullati nel
mulinello delirante. Il “pieno appagamento” non può esistere, perché
niente e nessuno lo può pagare-comprare. E, d’altra parte, è
inconcepibile dentro la macchina-vortice, che gira e vive solo in base
all’insoddisfazione sempre rinnovata, inesausta.
A
me interessa per gli spunti di liberazione che può dare OGGI,
quell’antico sguardo cristallino. Anzi, mi sembra che essendo, prima che
“religione”, una grandiosa disciplina – atea – di disvelamento degli
errori-illusioni della mente, proprio nel regno della menzogna
universale e della servitù volontaria compiuta possa rivelarsi
particolarmente efficace. Fermandoci per un istante (eterno), almeno con
la meditazione, la natura del desiderio e la sua valenza intrinseca in
rapporto alla autodeterminazione dell’individuo ci può finalmente
apparire sotto una luce diversa. Molte certezze svaniscono, ma si è come
sgravati da un incubo. Più leggeri e più liberi”
Ciò
che occorrerebbe nel campo della ricerca interiore, secondo me, è una
completa e radicale de-”massonizzazione”, id est de-giudaizzazione (la
massoneria letteralmente si disfa e svanisce come castello di spettri al
sole se le si toglie la cabala, la Torah e tutto il cumulo di
illusioni-menzogne chimeriche all’uncino, DOC, che la informano).
E’
solo a causa del trionfo “ecumenico” del cristianesimo che la lebbra
veterotestamentaria si installò stabilmente in ogni ambito della
spiritualità, così di quella ufficiale come, ancor più, di quella
segreta. Si pensi alle “Chiese gnostiche” dell’Otto-Novecento, agli
“Eliphas Levi”, allo stesso Martinez de Pasqually e ai suoi “Eletti
Cohen”, a tutti gli ordini e gradi, appunto, della massoneria (del cui
albero le varie conventicole “esoteriche” moderne sono state quasi
sempre fronde)… Rarissimi i ricercatori spirituali che seppero
fuoriuscire da questa radice appestata, respirare aria scevra dai suoi
miasmi – non Evola, e neanche Guénon.
Eppure
esisteva, esiste, un bacino enorme e meraviglioso di conoscenze (e di
vie d’autorealizzazione) che prescindono completamente dall’ebraismo e
dalle sue emanazioni: l’Egitto immenso, il mondo politeista
greco-romano, l’oriente donde viene la luce. Questa necessità VITALE
l’aveva ben compresa il mio primo Maestro d’astrologia, scomparso
prematuramente, Angelo Angelini, che sempre ricordo con grandissima
stima…
Joe Fallisi
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.