mercoledì 19 ottobre 2016

USA. Il debito pubblico americano non può essere monetizzato all'infinito...


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Gli $tati Uniti hanno attualmente circa 19.000 miliardi di dollari di debito.
E' una cifra davvero consistente, ma, si dirà, negli U$A la banca centrale, la Fed, benché emetta a debito e sia proprietà di banchieri privati, svolge ufficialmente funzione di prestatore di ultima istanza, il che consente la cosiddetta "monetizzazione del debito", cioè la sua copertura con la vendita di nuovi titoli, ogni volta che il governo lo consideri necessario, e in questo modo l'esposizione risulta teoricamente sempre solvibile col semplice perenne demandare il saldo al futuro, come fa il Giappone, tra gli altri, noto per gestire senza particolari preoccupazioni un debito sovrano doppio di quello italiano.


Tuttavia, c'è un problema: il volume del debito U$A è di gran lunga maggiore di quello delle altre nazioni, è così grande che il governo U$A, per sostenere la propria economia fondata sul debitocredito, deve continuamente emettere titoli da vendere in tutto il mondo, creando così una dipendenza politica dall'estero particolarmente forte.
Questa dipendenza viene affrontata imponendo la propria linea politica attraverso una forte potenza militare, anche se ora relativamente in declino di fronte alla continua ascesa di colossi nucleari come Russia e Cina.


In effetti, nonostante la narrazione favolistica Nato, l'impero di Washington continua a discendere la sua lenta ma inesorabile parabola discendente, come prima o dopo accade a qualunque impero di questo mondo, che, nonostante la propria retorica, non è mai né universale né eterno.


E dal punto di vista economico si profila un futuro particolare.


E' vero che la monetizzazione del debito sovrano, disponendo di un prestatore di ultima istanza, risulta solvibile, ma non illimitatamente, perché c'è il limite della saturazione per la collocazione dei titoli di debito.


Per capirci in modo semplice, quando in ipotesi tutti gli attivi del resto del mondo fossero investiti in titoli di debito statunitensi, chi avrebbe più altri soldi per comperare i nuovi successivi titoli ?


Nessun fenomeno terrestre è compatibile con una crescita infinita, inclusa la emissione di titoli U$A, per il banale ma autentico fatto che le dimensioni della Terra sono finite, non infinite, e la monetizzazione del debito sovrano prevede una sua crescita continua, fenomeno possibile prima della saturazione globale, ma impossibile a proseguire da quel momento in poi.


In breve, prima o dopo (molto prima di avere risucchiato tutte le altre risorse finanziarie del pianeta, naturalmente) i titoli di stato U$A diventeranno sempre meno vendibili, perché tutti ne avranno già troppi e nessuno li vorrà più.


A quel punto, rimarrà un enorme debito non più solvibile, gravato da interessi continuamente in accumulo, ovvero la dinamica del fallimento.


E' difficile dire a che punto una simile situazione si verificherà, anche se molti economisti sostengono che a quota 24.000 miliardi il debito U$A non avrà più possibilità di espandersi, e i nodi della sua insolvibilità verranno al pettine.


E' curioso osservare che nessuno affronti il problema, nel senso che nessuno propone una soluzione, come se niente fosse, e gli americani continuano per la loro strada facendo finta di non sapere di essere avviato allo sfacelo.


Per la verità, durante la soporifera campagna elettorale presidenziale di quest'anno Donald Trump ha enunciato il problema, ma non ha fornito soluzioni: si è limitato a dire "Io sono molto bravo a fare affari [vero] quindi sono l'uomo giuto per fermare il disastroso debito nazionale", ma non ha detto come intende farlo: gli americani dovrebbero accontentarsi di una dichiarazione di intenti.


K.hillary killer, invece, non ha detto niente, che poi è tutto quel che ci si può aspettare da una vecchia strega capace solo di inviare truppe assassine in giro per il mondo e basta.


Ma il problema esiste: chi ha trovato una soluzione , e quale, al problema di fermare la crescita endemica del debito U$A, prima che da solvibile si trasformi in impagabile ?
Sembra che finora nessuno abbia fornito una risposta razionale convincente a questa domanda.


Gli statunitensi verosimilmente farebbero bene a smettere di comportarsi come i bambini bulletti sempre intenti a giocare con i fiammiferi e la benzina, per ricominciare con i cubetti, e spiegare come pensano di far stare in equilibrio un pericoloso castello di cubi debiti che diventa sempre più pericolante, e che continuando a crescere è certamente destinato a crollare fragorosamente sulle loro teste dure.


Con tutte le conseguenze del caso per le varie economie associate, naturalmente, sicché in via indiretta il problema riguarda anche noi.


Vincenzo Zamboni

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