Un grande polo, della resistenza alla guerra militare contro il popolo e contro la sovranità di cui il popolo è portatore costituzionale, è il movimento No Muos a Niscemi e in tutta la Sicilia. Dopo che la Procura di Caltagirone aveva imposto i sigilli al megacentro di comando Usa MUOS, perché illegalmente piazzato nel cuore di una riserva naturale nella quale qualsiasi alterazione era inibita, ecco che l’Avvocatura dello Stato, all’orecchio del Pentagono più che dello Stato, ha ottenuto dal Tribunale di Riesame di Catania il dissequestro. Ma la lotta di David contro il Golìa Usa, supportato da un governo che, come suole dal 1945 ad oggi, di tutto si preoccupa fuorché di salvaguardare quella sovranità e gli interessi che ne discendono, non finisce qui. Nemmeno di fronte ai 129 avvisi di procedimento sparati contro gli attivisti No Muos che avevano pacificamente invaso la base, nemmeno davanti alle ulteriori 50 comunicazioni aggiuntesi questo mese per un presidio nella Sughereta di Niscemi, violata nella sua sancita integrità dal carcinoma incistato nel suo mezzo e a 3 km dai 28mila abitanti di Niscemi.
La mia modesta persona vi è compresa. Il sottoscritto, in quanto giornalista, ma indubbiamente con un colpevole punto di vista affine a quello di chi si oppone a violenze e ingiustizie, aveva seguito l’irruzione di un gruppo di militanti No Muos nel perimetro della base, verso un pozzo illegalmente sottratto alla comunità locale per rifornire, invece, le strutture sanitarie degli occupanti statunitensi. Un’attività professionale, seppure condotta con spirito solidale, della quale andrebbe sostenuto il pieno e ineludibile diritto dagli organi sindacali competenti (figurarsi, quelli stanno in piazza a deontologicamente manifestare per gli ascari curdi degli Usa e per il discepolo del capo-squadroni della morte John Negroponte, Giulio Regeni). Il caso si inserisce nella graduale soppressione del diritto di cronaca, sempre più diffuso nel liberale Occidente, allorquando la cronaca cozzi contro l’immagine delle cose del mondo elaborate da embedded, presstitute, e zoccolame vario al servizio dei lenoni. Si colloca accanto non tanto a quello di un Erri De Luca, al quale non gradisco essere appaiato, quando lo scrittore si era, a m io avviso correttamente, dichiarato a favore dei sabotaggi compiuto dai No Tav, quanto all’aberrante condanna a due mesi di carcere, inflitta dalla solita Procura con le zanne, alla studentessa di Ca’Foscari, Roberta Chiroli, per aver seguito e documentato fasi della vertenza No Tav nella sua tesi di laurea. Ci vedremo al processo e, come suol dirsi, sorvolando su Torino, ho piena fiducia nella magistratura. In questo caso di Gela.
Il 2 ottobre 2016 a Niscemi si manifesta contro il Muos, sistema di comando e comunicazione satellitare che si collega a quattro stazioni analoghe in Virginia, Hawai e Australia, per comunicare, a una velocità senza precedenti, con tutte le unità Usa e Nato distribuite tra Africa, Medioriente e oltre, su tre quarti del pianeta e che, contemporaneamente, bombarda le popolazioni locali con onde elettromagnetiche al punto da far schizzare in alto il tasso di leucemie, tumori e altre patologie legate al suo uso. Un enorme, mostruoso promotore di guerre, distruzioni, morte.
Fulvio Grimaldi - fulvio.grimaldi@gmail.com
La mia modesta persona vi è compresa. Il sottoscritto, in quanto giornalista, ma indubbiamente con un colpevole punto di vista affine a quello di chi si oppone a violenze e ingiustizie, aveva seguito l’irruzione di un gruppo di militanti No Muos nel perimetro della base, verso un pozzo illegalmente sottratto alla comunità locale per rifornire, invece, le strutture sanitarie degli occupanti statunitensi. Un’attività professionale, seppure condotta con spirito solidale, della quale andrebbe sostenuto il pieno e ineludibile diritto dagli organi sindacali competenti (figurarsi, quelli stanno in piazza a deontologicamente manifestare per gli ascari curdi degli Usa e per il discepolo del capo-squadroni della morte John Negroponte, Giulio Regeni). Il caso si inserisce nella graduale soppressione del diritto di cronaca, sempre più diffuso nel liberale Occidente, allorquando la cronaca cozzi contro l’immagine delle cose del mondo elaborate da embedded, presstitute, e zoccolame vario al servizio dei lenoni. Si colloca accanto non tanto a quello di un Erri De Luca, al quale non gradisco essere appaiato, quando lo scrittore si era, a m io avviso correttamente, dichiarato a favore dei sabotaggi compiuto dai No Tav, quanto all’aberrante condanna a due mesi di carcere, inflitta dalla solita Procura con le zanne, alla studentessa di Ca’Foscari, Roberta Chiroli, per aver seguito e documentato fasi della vertenza No Tav nella sua tesi di laurea. Ci vedremo al processo e, come suol dirsi, sorvolando su Torino, ho piena fiducia nella magistratura. In questo caso di Gela.
Il 2 ottobre 2016 a Niscemi si manifesta contro il Muos, sistema di comando e comunicazione satellitare che si collega a quattro stazioni analoghe in Virginia, Hawai e Australia, per comunicare, a una velocità senza precedenti, con tutte le unità Usa e Nato distribuite tra Africa, Medioriente e oltre, su tre quarti del pianeta e che, contemporaneamente, bombarda le popolazioni locali con onde elettromagnetiche al punto da far schizzare in alto il tasso di leucemie, tumori e altre patologie legate al suo uso. Un enorme, mostruoso promotore di guerre, distruzioni, morte.
Fulvio Grimaldi - fulvio.grimaldi@gmail.com
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