All’inizio del nono anno di NonCredo ho pensato di riunire tutti i miei scritti in un volume che poi regalerò a chiunque vorrà chiedermelo. Esso inizia con una dedica che mi tocca riportare per capirci: a Lucia a Virginia a Tullia / le tre anime della mia vita / a cui aggiungo anche Libertà
Libertà ? Anche essa come “anima” della mia vita assieme agli affetti più cari e irriducibili? Sì, assolutamente sì, da quando sono nato, e la sento e vivo, come per l’illuminista Stuart Mill, quale pienezza della propria volontà avente come solo limite la libertà degli altri, il che vale il suo corollario confuciano di non fare ad altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi. Noi tutti nasciamo liberi nel corpo, nella mente e nella psiche, ma, ahimè, è una libertà che dura poco: anzicchè essere poi educati alle libere scelte responsabili che formano il cittadino, veniamo incanalati dalle precettistiche delle religioni all’esercizio dell’obbedienza a norme immotivate, non allo iussum quia iustum ma allo iustum quia iussum, e da qui inizia la nostra robotizzazione per renderci sia sudditi che “fedeli” acefali ed eterodiretti.
L’etica che respira libertà è quella che ci indirizza al rispetto per gli altri, specie ai più diversi da noi, compresi gli avversari, è un’etica della cavalleria e della reciprocità, che si spende per i più deboli e non è finalizzata solo ai nostri vantaggi. Il colonialismo politico armato di spada e peggio ancora quello religioso armato di roghi hanno rappresentato e ancora rappresentano gli antipodi, l’antilibertà del vae victis, l’opposto dell’imperativo kantiano affinchè l’altro sia sempre un fine e mai solo un mezzo, nonché l’invito esistenziale al “non attaccamento” del buddhismo, quello che gli impedisce di fare proselitismi poiché ciò contraddirebbe la sua regola di vita volta al distacco dagli interessi e al trascendimento del proprio ego. Dovremmo poter vivere in una società di eguali con la stessa libertà interiore che animava il solitario Robinson Crusoe.
Le religioni purtroppo ci raccolgono già nella culla e ci separano da tutti con il loro imperativo “noi”, realizzato con i loro divisivi riti di passaggio che ci vorrebbero segregare: battesimi, circoncisioni, scritture, tatuaggi, mantra, e renderci dei miliziani comandati a distanza. No! Che ognuno possa essere una monade, un atomo, un neutrino munito di coscienza nell’incommensurabile e misterioso caos che ci avvolge. Che la bussola della nostra libertà possa sempre essere la consapevolezza che il mondo degli umani sottindende l’immanenza del dolore, della sofferenza, della delusione e dell’illusorietà della speranza rispetto a “come stanno realmente le cose”.
Un antidoto? Libertà, giustizia e amore. E a questo si ispira NonCredo.
Paolo Bancale
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