"A compimento del voto del 4 marzo 2018 preteso da chi ha venduto il paese e ne ha sodomizzato e poi sventrato i rimasugli..."
Votare nel paese
venduto a papi, francesi, spagnoli, tedeschi, americani…
Che questo fosse uno Stato
in mano a briganti, ladri, corrotti, sociocidi, vendipatria, bari e
tecno-bio-fascisti lo si sapeva. Lo si sapeva, misurando a spanne,
più o meno da quando Togliatti, ministro della Giustizia, in
perfetta sintonia con la pugnalata alle spalle di Yalta, decretò
l’amnistia per tutto l’apparato amministrativo fascista. Ma lo si
sospettava fin da quando, nel 1943, l’invasore Usa si accordò con
la mafia per la risalita della penisola dalla Sicilia, garantendo in
cambio una perenne coabitazione tra criminalità organizzata e classe
dirigente al governo del paese sotto tutela USA, tramite Lucky
Luciano, Salvatore Giuliano, “Gladio”, Cia, Pentagono, Goldman
Sachs (per dire Rothschild e tutto il cucuzzaro di Wall Street) e poi
UE.
Da De Gasperi a
Berlinguer, passando per puntelli minori, liberale, repubblicano,
socialdemocratico e i radicali in funzione di mosca cocchiera, fino
all’attuale cosca renzusconiana, il maficapitalismo italiota ha
attraversato solo due crisi. Una minore, provocata dai sussulti
autonomisti del capo-ladrone Craxi, del tutto velleitaria per i
troppi scheletri nell’armadio del soggetto, e una maggiore, quando
dal 1968 al 1977 una generazione traversale e interclassista
rivoluzionaria riuscì a imporre le uniche riforme di civiltà e
progresso dal dopoguerra ad oggi. A questo tentativo fu posto fine
mediante la militarizzazione del conflitto (terrorismo, strategia
della tensione, organizzazioni armate) gestita da elementi atlantisti
interni ed esterni precedentemente citati.
“Fascisti, seminatori
di paura e odiatori”: falso scopo di chi ci odia e campa sulla
nostra paura
Da tempo la
conventicola finanzcapitalista (appunto Goldman Sachs, Rothschild,
Bilderberg e relativi domestici nostrani) del mondialismo fondato
sulla riduzione della popolazione e sulla sua deidentificazione,
alla quale rispondono quasi senza eccezioni, più o meno
consapevolmente, le forze politico-economiche italiane, sta tentando
di chiudere i giochi attraverso il taglio metaforico delle corde
vocali a qualunque cosa si manifesti fuori dall’establishment.
La
travolgente campagna trasversale per l’anestizzazione di ogni
conflitto dal basso verso l’alto, si basa sulla criminalizzazione
di critici e non conformati. A questi disturbatori è data, con
classico transfert, la qualifica prepolitica di odiatori,
seminatori di paura e fake news. In parallelo
si opera il depistaggio politico-mediatico dalla propria feroce
guerra tecno-bio-fascista a popoli e ceti subordinati o subordinandi,
allo scontro con la sloganistica e iconografia di soggetti
paramussoliniani la cui irrilevanza politica e numerica è immutata
da mezzo secolo.
Fulvio Grimaldi - fulvio.grimaldi@gmail.com
(Fonte: www.fulviogrimaldicontroblog.i
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.