giovedì 22 marzo 2018

Invasione programmata e conflitti teleguidati, utili all’economia di guerra ed al controllo delle masse


Siamo stati resi schiavi del sistema, non fosse altro che tramite le pressioni esercitate ormai a livelli parossistici a livello fiscale, finanziario, lavorativo, previdenziale, sanitario, ecc., siamo cioè già ridotti in schiavitù in tutti i settori essenziali per poter vivere una vita decente e dignitosa.
L’invasione programmata ed i conflitti teleguidati  hanno probabilmente solo lo scopo di ridurre al silenzio ed all’inerzia i più recalcitranti, quella esigua minoranza ancora in grado di pensare autonomamente e dubitare delle mistificazioni propinate dai mass media a libro paga dell’establishment.
L’economia di guerra sta nuovamente trionfando e le voci pacifiste saranno messe a tacere in quanto anacronistiche e fuori luogo. Con l’alibi della difesa della civiltà occidentale potranno perpetuare i loro piani di consolidamento di potere e controllo delle fonti energetiche e del business planetario, oltre che delle popolazioni che sempre più stavano allontanandosi dalla subordinazione alle istituzioni politiche ritenute indegne ed incapaci di rappresentarle e pertanto stavano cercando soluzioni alternative. 
In questo modo quel residuo patetico di democrazia che passa sotto il nome di “elezioni”, diventeranno solo un rito per avallare un candidato o un gruppo di burattini anziché un altro.
Come se a teatro o al cinema si potessero scegliere gli attori prima che la produzione si attivi per realizzare l’opera. Ma gli autori, i registi, i produttori, i distributori, ecc., rimarranno segreti, e saranno loro ovviamente a gestire gli attori e decidere le trame scrivendo le sceneggiature. L’unica libertà di cui disporremo è rifiutare di vedere il frutto di quanto da loro programmato ma ne subiremo comunque le conseguenze.
E le ripercussioni saranno sempre più gravi, perché coloro che dirigono questo teatrino tragico e cinico hanno da tempo perso il lume della ragione, hanno oscurato la coscienza e la consapevolezza regredendo a livelli evolutivi primordiali, nonostante l’immenso potere di cui dispongono. Hanno cioè optato per una scelta distruttiva antitetica rispetto al senso della vita, alla vitalità, alla condivisione, alla cooperazione, alla convivialità, all’evoluzione, ecc., preferiscono il delirio di onnipotenza e l’isolamento dorato, come spettatori perversi di un teatro dell’assurdo nel quale l’obiettivo finale sembrerebbe il voler spegnere le “anime” delle persone addomesticandole, riducendole a gregge, sacrificabili in qualsiasi momento.
Claudio Martinotti Doria

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