Quelli
“del popolo”
Quelli
che risultano più nauseabondi sono sempre gli ipocriti. A partire
dal “manifesto” e da tutta la combriccola pseudosinistra
dell’imperialismo di complemento, che volteggia nel vuoto
dell’interesse e del consenso di un elettorato italiano che, per
quanto disinformato o male informato sulle cose del mondo, ha
dimostrato di badare più alla sostanza che alle formulette di
palingenesi sociale incise sulle lapidi della sinistra che fu. E la
sostanza ci dice che mettere tutti sullo stesso piano, 5 Stelle e
ologrammi nazifascisti, Putin e Trump, opposti imperialismi, migranti
in fuga da bombe Nato e migranti attivati dalle Ong di Soros,
jihadisti a Ghouta Est e truppe governative, a dispetto dell’immane
e unanimistica potenza di fuoco mediatica, poi produce al massimo l’1
virgola qualcosina per cento.
Brave persone, certo (esclusi i
paraculi fessi dei GuE), ma fuori dal mondo, da chi è il nemico e da
come si muove l’1% finanzcapitalista e tecno-bio-fascista nell’era
del mondialismo e dell’high-tech. E, permettetemi una risatina,
neanche bravi, ma di un narcisismo solipsista che rivela tratti
patologici per quanto è dissociato dal reale, quelli della Lista del
Popolo (Chiesa, Ingroia, bislacchi e farlocconi vari), trionfalmente
giunti allo 0,02%. Ma si può!
Di
Maio tra omaggi a San Gennaro e Mattarella e rifiuto degli F35
Sebbene
questo unanimismo di fondo in fatto di geopolitica tra gli ambiguoni
o catafratti della sinistra ausiliaria del sistema e del sistema i
militanti in divisa, possa aver confuso le idee a molti sulla partita
che si gioca in Medioriente, o nei trasferimenti via Ong di
popolazioni, o a proposito dello “Zar Putin” e dei suoi maneggi
per non far vincere Hillary, basta a volte una piccola crepa e la
luce passa e illumina quanto si voleva restasse al buio.
Possiamo
dire tutto e il contrario di tutto su Di Maio, ma credo che siano
davvero pochini gli italiani che condividono l’idea che spendere 80
milioni al giorno per muovere guerre a chi non si sogna di
disturbarci e che quindi non abbiano apprezzato il voto 5 Stelle
contro ogni missione militare e contro l’acquisto degli F35.
Questo
al netto delle promesse di “normalizzazione” profferite ora a
tutto spiano dal leader 5 Stelle e che lo fanno apparire come il
pifferaio di Hamelin le cui liete marcette si trascinano dietro tutti
i ratti della prima e seconda repubblica. Pensano di salire sul
carro del vincitore, ma nella storia il pifferaio i ratti li porta a
precipitare nell’abisso. Di Maio se lo ricorda? Non vorremmo che
si finisse come la fiaba: che poi quelli trascinati via sono i
bambini.
Fulvio Grimaldi - www.fulviogrimaldicontroblog.i
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