Sulla necessità di riconoscere da parte della Chiesa che non esiste un peccato originale che in tutti si trasmette.
E' infatti oggi riconosciuto che il racconto dei primi undici capitoli della Genesi non ha carattere storico ma mitologico, si tratta di antiche tradizioni popolari ebraiche.
E' infatti ovvio che Adamo non può essere il primo uomo, né Eva la prima donna, né ambedue la prima coppia; per le quali, secondo i risultati della paleoantropologia, bisognerebbe arretrare di centinaia di migliaia d'anni.
Per cui non è storico né reale Adamo, come non è storico né reale il suo peccato; e tanto meno la sua trasmissione.
Può darsi che Paolo lo pensasse, in quel passo della Lettera ai Romani. In verità, però, a Paolo premeva il raffronto tra Adamo da cui parte la storia di peccato dell'umanità; e il Cristo, da cui parte la nuova storia della redenzione e della grazia.
E' lì che si frappone il famoso errore di traduzione dal greco al latino: in quo, in Adamo tutti hanno peccato; errore che viene assunto in termini stretti e rigorosi da una Chiesa che mira a deprimere l'uomo per dominarlo meglio; la Chiesa gerarchica e imperiale, tanto lontana dal modello evangelico e apostolico della comunità fraterna.
Urge ora che all'umanità sia tolta questa falsa macchia, questo pseudo-peccato presente nell'uomo fin dalla concezione, nel bambino, nella sua mirabile innocenza.
Anche Papa Wojtyla lo ha sentito e ha creato per questo una commissione apposita; che però non ha concluso molto.
Bisogna ora fare il passo decisivo, liberare l'umanità da questo falso peccato e dalle sue conseguenze. Confidiamo che papa Francesco, nel suo amore per i suoi fratelli gli uomini, lo voglia fare.
Prof. Arrigo Colombo
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RispondiEliminaCommento di PierVittorio Formichetti:
"Adamo ed Eva non sono storici, ma non necessariamente ne deriva che non lo sia anche il peccato originale. Peccato originale come fatto (strappo del frutto proibito da un albero, etc) situato nel 3761 aC (più o meno l'anno di inizio della storia secondo il calendario biblico) ovviamente non è esistito, ma il fatto che ogni uomo inevitabilmente, nel corso della sua vita, cada "in tentazione" e compia qualcosa di ingiusto o di malvagio esiste da sempre, intrinsecamente alla natura umana. Probabilmente è questa fallibilita' intrinseca all'Uomo che è stata chiamata peccato originale, come a voler indicare una realtà ancestrale ed inestirpabile con le sole forze umane. Per cui il nome è da superare, il simbolo da spiegare, ma il contenuto esiste eccome."
Mia rispostina:
"Nella cultura cinese antica esistevano due forme pensiero contrapposte in una si riteneva che l'uomo fosse fondamentalmente malvagio nell'altra che fosse santo. Sono le situazioni socio ambientali, la qualità del tempo, le predisposizioni genetiche, le vasanas, la cultura dominante a stabilire il comportamento (P.D'A.)"
RispondiEliminaCommento di Simon Smeraldo:
"E'ormai assodato che l'intera storia dell'eden (e oltre)è una semplice testimonianza di propaganda ideologico-teologica da parte di uno dei quattro autori del Vecchio Testamento, ognuno dei quali mosso a scrivere per creare un fondamento ideologico-culturale per lo stabilimento di un'identità nazionale cutural-religiosa degli ebrei, che latitava quasi completamente fino all'epoca dell'esilio in Babilonia. In particolare la storia dell'eden prende quasi di peso innumerevoli elementi della civiltà mesopotamica che influenzò largamente i popoli dell'attuale regione palestinese. Temi quali il serpente, l'albero sacro, il giardino sacro, la creazione dell'ordine dal caos, la fondazione del santuario sull'abisso delle acque, la presenza della dea e molti altri, temi che l'autore del racconto edenico ha distorto e praticamente capovolto per favorire la sua opera ideologica Va poi da sé che il peccato originale cosiddetto non esisteva nemmeno nella mente dell'autore, semplicemente perché era un concetto che non apparteneva alle civiltà antiche..."