Agli inizi dell'avventura di Grillo e dei suoi 5 stelle, quando sembrava bastasse un computer e una connessione internet per spazzare via l'intera Casta, il principio di gratuità dell'azione politica ha svolto un ruolo fondamentale per costruire dal nulla uno straordinario bacino elettorale. Ora invece, dopo l'affermazione del 4 marzo, tutto cambia. E così la «democrazia diretta» passa, d'improvviso, da costo zero a quasi 100mila euro al mese, e la candidatura di ogni eletto da «gratis» a «18mila euro in 5 anni» direttamente nelle casse della Casaleggio & associati. Così l'azienda di famiglia, la quale è il motore immobile intorno a cui ruota l'attività del M5S, ha fatto sottoscrivere a tutti i 333 eletti un contratto che prevede il versamento di 300 euro al mese in favore della piattaforma Rousseau per cinque anni, la durata della legislatura. E con 99.900 euro mensili, cioè 5 milioni 994mila euro in cinque anni, Davide Casalaggio ha già un incasso di tutto rispetto senza dovere svolgere più nessun'altra attività. Insomma, un bel gruzzoletto per un'azienda privata che, contrariamente a quanto sempre detto in merito al finanziamento pubblico dei partiti, vivrà ora interamente col denaro fornito dai suoi parlamentari, che a loro volta l'incassano dai contribuenti. Niente male la parabola di un movimento che doveva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno!
Paolo Sensini
RispondiEliminaCommento di P.V.:
"Niente male la parabola di un movimento che doveva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno!"---------- Quando si apre una scatola di tonno lo si fa per mangiarlo: i MangiaTonno - Blues Band."