Le
elezioni del 4 marzo 2018 hanno indicato con molta chiarezza vinti e
vincitori e gli umori prevalenti tra gli Italiani, ma non si può
prevedere quale sarà il nuovo Governo che eventualmente scaturirà
da difficilissime trattative e compromessi. Tuttavia è possibile
fare un’analisi sugli errori commessi da chi ha perso e sui
problemi da affrontare e da sottoporre all’attenzione di chi
formerà il Governo. Il
grande sconfitto, il PD, che ha visto dimezzati i suoi voti rispetto
alle elezioni precedenti, è stato il partito che ha incarnato e
difeso gli interessi del capitalismo italiano e delle multinazionali,
delle banche, dell’Europa dell’Euro a trazione tedesca,
dell’Imperialismo USA e della NATO.
Il grande bacino degli elettori
che rappresentano il mondo che lavora, quello dei pensionati e quello
dei disoccupati e dei giovani in cerca di lavoro, non ha dimenticato
le leggi contro i lavoratori come la Legge Fornero ed il Jobs Act. Né
ha convinto gli elettori la presunta alternativa di sinistra di
Liberi ed Uguali, infarcita di vecchi dirigenti PD, come quel D’Alema
già responsabile della distruzione della Jugoslavia. Non hanno
convinto ed inciso nemmeno alcune liste minoritarie come quelle
guidate da Rizzo o da Chiesa, e soprattutto come quella di “Potere
al Popolo” che pure ha avuto un certo numero di voti di giovani e
di membri di sindacati di base. Tuttavia questa lista, per cui so che
hanno votato vari miei stimabili amici (come Enzo Apicella) si è
formata a partire dai resti di partitini e gruppetti spesso su
posizioni ambigue e diversificate (Rifondazione Comunista, Rete dei
Comunisti, Eurostop, gruppi trotskisti) che non hanno saputo indicare
una strategia complessiva valida. Ad esempio, in politica estera, si
sono concentrati sui problemi europei senza considerare lo scontro
decisivo in atto nel mondo tra l’Imperialismo USA e le nazioni che
cercano di emanciparsi, assumendo spesso posizioni ambigue, ad
esempio, sull’aggressione alla Siria e l’attacco concentrico alla
Russia.
Bisogna
anche sottolineare alcuni aspetti su cui so che molti amici non
saranno d’accordo. Tutti i partiti classificati genericamente come
di “centro-sinistra” e “sinistra” (ma bisognerebbe aprire una
discussione su quello che questo significhi al giorno d’oggi) si
sono demagogicamente rifugiati negli ultimi tempi in un
“antifascismo” di maniera (sulla cui strumentalità gli elettori
non si sono fatti ingannare) e sulla difesa incondizionata dei
“migranti”. In realtà non vi è un pericolo fascista immediato
(Casa-Pound è rimasta sotto l’1% e Fratelli d’Italia si è
fermata al 4%) e non si sono volute esaminare le cause reali delle
migrazioni: se l’Occidente, tanto caro al PD, non avesse scatenato
ingiuste guerre neo-coloniali in Libia, Siria, Iraq, Afghanistan e
vari paesi dell’Africa Occidentale e centrale, e se non proseguisse
lo sfruttamento neo-coloniale di tanti paesi, tutti i potenziali
migranti preferirebbero rimanere a casa loro.
Né si può far finta
di ignorare che un flusso incontrollato di milioni di persone
disperate può minacciare i diritti e i salari di milioni di
lavoratori locali (Marx chiamava questo fenomeno: “l’esercito
industriale di riserva”), e che il fenomeno va affrontato
razionalmente e regolato nell’interesse degli stessi migranti. La
brava e intelligente responsabile della Linke, partito della sinistra
tedesca, Sarah Wagenknecht, ha sollevato in Germania il problema,
anche criticando la politica di accoglienza indiscriminata della
Merkel alla ricerca di forze fresche per il capitalismo tedesco,
ricavandone solo aggressioni verbali e fisiche “da sinistra”.
Quanto
scritto finora spiega il successo indubbio della Lega che ha
quadruplicato i suoi voti, sotterrando l’alleato Berlusconi, che è
l’altro grande sconfitto della tornata elettorale, abbandonato
anche dagli elettori moderati come non più credibile. Sarebbe
sbagliato considerare la Lega solo come espressione di fascismo e
razzismo (caratteristiche che indubbiamente sono presenti nel suo
DNA). Ma l’istrione Salvini, impostando la sua campagna su due
punti, l’antieuropeismo e l’uscita dall’Euro, e la
regolamentazione del fenomeno “migranti”, ha dimostrato di saper
interpretare le preoccupazioni profonde di gran parte
dell’elettorato.
Questo
spiega perché anche l’altro grande vincitore di queste elezioni,
5Stelle, ha assunto sull’argomento “migranti” una posizione
molto prudente. 5Stelle ha anche espresso una posizione critica verso
l’Unione Europea, e parzialmente anche contro la NATO, e contro le
politiche sociali (o forse si dovrebbe dire “antisociali” ) del
PD. Tuttavia 5Stelle si dimostra sempre ambiguo su molti temi; e
l’elettorato ha votato per questo movimento, non tanto per la
chiarezza della sua strategia, che rimane complessivamente alquanto
oscura, ma essenzialmente per punire i vecchi protagonisti della
politica italiana come Renzi e Berlusconi.
Ai
5Stelle, sempre ammesso che riescano a formare un Governo (fatto
molto difficile perché hanno vinto, ma non stravinto), chiediamo una
serie di risposte:
-in
politica estera criticano la NATO e la politica imperialista degli
USA, ma contemporaneamente non intendono uscire dalla NATO e si
dichiarano amici degli USA; si dichiarano contro le sanzioni alla
Russia e per una politica di amicizia verso quel grande paese, ma non
chiariscono mai i particolari del percorso da seguire; si dichiarano
per una politica diversa verso la Siria sotto attacco soprattutto per
bocca del loro responsabile nella Commissione Esteri della Camera,
l’ottimo Manlio Di Stefano, che però tace ormai da troppo tempo;
si dichiarano contro l’Euro e le politiche della UE, ma poi
affidano ogni decisione ad un problematico referendum.
Riprendendo
una richiesta avanzata dell’amico Mario Albanesi nel suo blog, ci
aspettiamo che 5Stelle, se dovesse formare il Governo, imponesse
almeno nuove regole di obiettività e trasparenza ai canali della
Radio-TV nazionale, impedendo lo scandalo di come le notizie su
Siria, Russia, Libia, Ucraina, Corea Popolare Democratica, ecc.
vengono date normalmente. Albanesi ricordava come in questa opera di
confusione e depistaggio si siano distinte due signore che
trasmettono da New York e dalla Siria, la Botteri e la Goracci, in
particolare nelle loro corrispondenze dai sobborghi di Damasco
(Goutha), in cui i terroristi, che insanguinano Damasco, diventano
poveri civili indifesi e l’esercito siriano, che cerca di eliminare
il terrorismo, una masnada di carnefici.
-in
politica interna ed economica ci chiediamo se il Movimento fondato da
Grillo, oltre al promesso “reddito di cittadinanza” di cui non
sono molto chiare le reali dimensioni e finalità, se la sentirà di
porre sotto il controllo pubblico i nodi fondamentali dell’economia
nazionale, come le banche, gli enti energetici, le principali
infrastrutture indispensabili al buon funzionamento del paese, e di
cancellare le politiche anti-operaie imposte dalla UE, o si adeguerà
progressivamente ai voleri dei poteri forti del capitalismo nostrano
ed internazionale (che i 5Stelle in realtà non hanno mai apertamente
contestato).
Aspettiamo
gli eventi con gli occhi aperti, cercando di fare la nostra parte e
senza farci soverchie illusioni.
Roma
5/4/2018 - Vincenzo Brandi
Commento di G.M.: "Zingaretti nel Lazio ha mantenuto il suo elettorato, e lo ha fatto in una zona in cui il PD ha perso la capitale. Allora il problema del PD è stato Renzi, con il suo attentato alla costituzione, con la sue losche manovre sulla legge elettorale, con il suo menefreghismo nel far pagare ai poveri tutta la crisi e salvare i banchieri, con la sua arroganza malata nel gestire il partito. Ma anche con la sua cafonaggine, con la goffa e ingombrante intelligenza racchiusa in un corpo sgraziato da papero (come fece notare De Mita), con il suo ghigno da coniglietto sprezzante..."
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