lunedì 19 novembre 2012

Scenari di guerra globale e permanente - "Siamo nel 2025, una tripla rete di sorveglianza e di droni armati riempie i cieli fino all’esoatmosfera..."




Il futuro del potere globale americano


Siamo nel 2025, una tripla rete di sorveglianza e di droni armati riempie i cieli fino all’esoatmosfera. Meraviglia dei tempi, può scagliare le proprie armi in qualsiasi punto del pianeta con velocità sorprendente, mettendo fuori uso il sistema satellitare di comunicazioni del nemico, in grado di pedinare qualsiasi essere umano in base ad un’identificazione biometrica realizzabile da grandiose distanze. Oltre all’avanzatissima capacità di guerra cibernetica, troviamo un sistema militare di informazioni più sofisticato che mai ed una politica che garantisce il dominio globale USA per l’intero XXI° secolo. Questo il futuro come l’immagina il Pentagono.

I lavori sono in corso e gli americani non ne sanno niente, anzi, ragionano come fossero ancora in un’altra epoca come dimostra la lamentela del candidato presidenziale Romney: «La nostra Marina Militare è la più piccola dal 1917»; al che il Presidente Obama ha risposto duramente, con parole irridenti: «Beh, Governatore, abbiamo anche meno cavalli e baionette perché la natura della guerra è cambiata... non è più una questione di battaglia navale, dove conta la dimensione della flotta. Si tratta delle capacità di cui si dispone».

E poco dopo Obama da un assaggio di quali siano queste capacità alle quali faceva riferimento: «Quello che io ho fatto è stato lavorare insieme al Joint Chiefs Of Staff per capire di cosa avremo bisogno in futuro per la nostra sicurezza. Dovremo riflettere e parlare della sicurezza nel ciberspazio».

Purtroppo non c’è stato un solo commentatore che, nella confusione del chiacchiericcio della campagna elettorale, abbia raccolto il minimo segnale o spunto su questo tema, ovvero il profondo cambiamento strategico indicato fra le righe dal presidente.

Dunque, nei quattro anni trascorsi, lavorando il silenzio e in completa segretezza, l’Amministrazione Obama ha gestito una vera rivoluzione tecnologica nel pianificare la Difesa.

In un contesto di declino economico, questa nuova rivoluzione – nota come “guerra dell’informazione” – potrebbe risultare decisiva qualora il dominio globale USA sul mondo dovesse proseguire nel corso del XXI° secolo.

Se da una parte i cambiamenti tecnologici sono chiaramente rivoluzionari, le loro radici storiche sono profonde e fanno parte del tipico “stile americano di potere globale”. La cosa è stata fin da subito chiara, fin dai primi passi dell’America sulla scena mondiale, attraverso la conquista delle Filippine nel 1898; poi, nell’arco di un secolo, si è scagliata contro tre crocevia asiatici: Filippine, Vietnam ed Afghanistan e dove il sistema militare americano è stato regolarmente tirato fino al punto di rottura, rispondendo ripetutamente con tecnologie sempre più avanzate, all’interno di nuove strutture di informazione di una potenza senza precedenti.
Per la pacificazione delle Filippine, i militari per prima cosa misero a punto un sistema informativo manuale e successivamente un apparato computerizzato finalizzato a combattere la guerriglia comunista nel Vietnam.

Poi, durante l’ultimo decennio – in particolare in Afghanistan e in Iraq – il Pentagono ha iniziato a mettere in relazione biometria, ciberguerra ed un potenziale triplo scudo aerospaziale all’interno di un sistema robotizzato di informazione capace di costituire unabase dotata di un potere senza precedenti, volto a realizzare un dominio mondiale od un futuro disastro militare.

(Fine Prima Parte)

Alfred W. McCoy

Alfred W. McCoy,
 J.R.W. Smail Professor of History presso la University of Wisconsin-Madison

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