“CONTAGION”
Chi ha spirito di osservazione, capacità di analisi
e conoscenze storiche sa benissimo che la cinematografia, oltretutto fin dagli
anni ’20 gestita da grandi imprenditori di origine ebraica, ha avuto ed ha un
ruolo molto importante nel condizionare i fatti storici.
E questo non soltanto
dal punto di vista etico, morale e ideologico, come per esempio potevano essere
tutti quei film sull’antica Roma, il Cristianesimo, ecc., dove si cercava di
distruggere e sporcare decisamente quella che era la Romanità, anche con il
semplice presentare imperatori depravati, ufficiali sadici e cattivi, mentre
all’opposto vengono ammantati di buone parole e intenti, di amore e compassione,
gli antagonisti di Roma, per esempio gli schiavi o i
cristiani.
Per la
cinematografia quale accompagnamento della propaganda di guerra poi, inutile
sprecare parole. Basti vedere i film di guerra con il generale tedesco con
frustino e monocolo e faccia perfida, cioè uno psicopatico assassino, e lo
steso soldato tedesco spesso interpretato da buffe figure di ciccioni o mezzi
ebeti, per impersonare una soldataglia idiota, mentre quelli
alleati vengono mostrai tutti belli, puliti, leali, eroici, pieni di sentimenti
umani.
Il ruolo perverso della cinematografia arriva però
anche al punto di preparare o accompagnare grandi eventi di portata storica.Ed è
questo un ruolo ancora più importante.
Basterebbero i film della seconda metà degli anni
’60, primisimi anni ’70, dove negli USA era in atto un sorda lotta contro le
vecchie amministrazioni statunitensi e in previsione di grandi cambiamenti che
poi si concretizzarono nel “colpo di stato” del Watergate.
Tutto tornò allora
opportuno per minare la società e la cultura americana, del resto già mezzo
moribonda. Si utilizzarono allora una miriade di film antirazzisti, altri di
rivalutazione dei pellirossa (per contrapposizione ai militari), contro la
guerra, ed infine tutta una serie di film di natura “contestativa”, quali
apristrada ad una società progressista su basi neoradicali.
Raggiunti gli scopi, occupato tutto il potere nelle
amministrazioni americane, rifatti ex novo i Servizi, ecco che tutto questo, si
butta a mare e si “recupera” l’immagine del “potere” che, per raggiungere certi
scopi, si era dovuta intaccare. Con Reagan e gli anni ’80 si comincia anche, con
la serie dei Rambo, a rivalutare le forze armate.
Non indifferenti sono poi i tanti film di
fantascienza, dove si prospetta un mondo futuro distrutto nel suo equilibrio
ecologico, dominato da computer e da entità superiori, configurato in una
società tipo “grande fratello”.
Tutti input, predisposizione agli stati d’animo delle persone, messaggi subliminali, ecc., che non è azzardato definire come preparatori a quel mondo futuro, configurato in una Repubblica Universale, a cui si sta lavorando, oramai neppure più troppo dietro le quinte.
Negli anni ‘70 anche in
Italia, a fianco dei film “poliziotteschi” di genere popolare e spesso
“borgataro” o quelli genericamente di destra con esaltazione di una polizia che
ha le mani legate, vi erano anche una moltitudine di film di “contestazione” e
di denuncia di “trame nere”, ecc., tra cui famosissimo l’ottimo film francese
“Z L’orgia del potere” di Costa Gravas. Erano tutti film che dovevano
anticipare e accompagnare la trasformazione, in senso progressista e
neoradicale della nostra società, la cui cultura borghese e cattolica era oramai
al tramonto.
Gli imbecilli di destra, che pensano solo con un cervello
unisensoriale su basi anticomuniste, ritenevano che quelli erano film fatti da
registi comunisti. Ora le cose non stavano proprio così, anche perché “comunisti” non era una definizione esatta per certi registi. Semmai erano
registi che non avevano un bagaglio di cultura borghese o cattolica e molti, per
ragioni di convenienza deambulavano in ambienti di sinistra. La verità era
invece nelle Lobby finanziarie, e mondialiste impegnate nella trasformazione
culturale e sociale del nostro paese, le quali utilizzavano anche questi film di
rottura o di denuncia per raggiungere i loro scopi ed ovviamente le grandi case
di produzione, di proprietà di queste lobby, non potevano che assegnare a
registi progressisti la realizzazione di questi film.
INSOMMA, IN CAMPANA, PERCHE’
LA CINEMATOGRAFIA E’ UN ARMA SUBDOLA E POTENTISSIMA.
Maurizio Barozzi
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