mercoledì 25 gennaio 2012

Porto Miggiano - Santa Cesarea Terme: come distrugger​e un ambiente unico e la memoria di un luogo per 4 soldi...

Porto Miggiano oggi


Sono arrivata a Santa Cesarea Terme nel lontano 1968, quando questapiccola stazione termale veniva considerata una villeggiatura esclusiva.

Lungo la via degli Archi -quella che porta al mare- si alternavano
alberi di tamerici a quelli di ailanto e per una breve sosta c'erano
tante panchine di legno, verdi, le cui spalliere poggiavano su una
siepe bassa e fitta.

Ma l'attrazione maggiore di questa località era il suo mare:
trasparente, azzurro, indaco, con ogni sfumatura di verde e a volte
addirittura di viola; il suo cielo perennemente blu, l'aria profumata
dei pini d'Aleppo della pineta...

Facevano il resto la luce forte, accecante di giorno e carezzevole e
dorata quando il sole cominciava a scomparire e.....il silenzio (non
esistevano discoteche e l'orchestrina di cui parlavo suonava
discretamente, sottovoce, fino alle ventitrè).

E poi c'era la sorpresa: PORTO MIGGIANO e la sua torre diroccata messa
a guardia di un pianoro straordinario, brullo d'estate e verdeggiante
in primavera.

Un sentiero tagliava il pianoro in due e camminavi costeggiando piante
di finocchietto selvatico,di Achillea e di cardo -mentre mille
minuscole cavallette saltavano incrociando le tue caviglie- fino
all'alta falesia che stapiombava a mare nell'insenatura simile a un
fiordo.

E lì rimanevi senza fiato!!!!

Un'affacciata su un mare talmente bello, talmente straordinario che non
avresti mai immaginato potesse esserci un posto così speciale alla
portata di tutti. Sulla destra, al di sotto della villetta deliziosa
dei Ciullo (un piccolo cubo bianco con le finestre blu e una pinetina
alle spalle) esisteva una piccola scala scavata nella pietra che
portava a un'altra meraviglia: la spiaggetta di Porto Miggiano, unica
spiaggia del paese, con una sabbia gialla, dorata, un'acqua
cristallina e un bagnasciuga sul quale giocavano bambini felici.

La sera il pianoro di cui parlavo era deserto. Luci non ce n'erano e si
andava a riconoscere le stelle, mentre i grilli cantavano. Nella notte
di San Lorenzo tutti con il naso all'insù alla ricerca delle stelle
cadenti.

Molto è cambiato da allora.

La costruzione del porto --un progetto ardito e sciagurato-- ha
compromesso la falesia che è crollata in più punti; la spiaggetta è
ridotta alla metà perchè una parte del costone si è abbattuto sulla
sabbia, seppellendola. La scala è stata chiusa per pericolo di crollo
e sempre per pericolo di crollo quel che rimaneva della spiaggetta è
stato ricoperto da massi per renderla inagibile.

Il pianoro è ormai occupato da un esteso e pretenzioso ristorante
(utilizzato per sfarzosi matrimoni) che ha stravolto l'unicità e la
bellezza del luogo. Tre o quattro piscine (con quel mare!!!!) hanno
occupato lo spazio rimasto, rendendolo anonimo, e hanno completato
l'opera di distruzione di quel posto magico. Per raggiungere l'uno e
le altre sono state costruite due strade illuminatissime che sembrano
piste di atterraggio. L'incantesimo si è rotto!!!!!!

Si sbanca continuamente alterando il paesaggio per edificare seconde
case che, nella migliore delle ipotesi verranno occupate per due mesi
all'anno. Non sono previsti nuovi parcheggi, né tantomeno discese a
mare. Alla fine di agosto puntualmente le fognature esplodono.
Quest'anno alla festa patronale, i fedeli che seguivano la processione
con una mano sgranavano i rosario e con l'altra si turavano il naso!!
Dopo lo scempio di Gallipoli, di Castro, di Porto Cesareo, di Otranto
---terre meravigliose toccate in dono ai Salentini--- il cemento
avanza anche qui e senza scrupoli di sottrarre ai locali, ai turisti,
ai villeggianti, ai posteri luoghi e visioni di ineguagliabile
bellezza, si continua a pensare di edificare.

E questa mancanza di rispetto per una natura così generosa, mi fa
dolore, rabbia e tristezza.

Maria Civita


Porto Miggiano ieri

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