martedì 15 giugno 2021

Giugno 2021 - "Del covid semo fora, della burocrazia semo drento"




Proprio cosi. Come il giorno 2 febbraio di ogni anno si intona il ritornello: “Per la Candelora dell’inverno semo fora, ma se piova o tira vento dell’inverno semo drento”, in questi giorni di giugno “sembra” che del Covid mortale siamo usciti, invece no, dalla burocrazia che in ogni occasione spande i suoi mortiferi tentacoli.

Peggio di un calamaro gigante che la letteratura ottocentesca descriveva come mostro marino in grado inghiottire intere navi, la nostra burocrazia, meglio la “loro”, ci avviluppa proprio con la “scusa” della pandemia.

I famosi DPCM del defunto governo Conte2 sono stati sostituiti da  Decreti legge del governo Draghi, ma, gira, gira, gira i provvedimenti amministrativi sostituiti vivono e sopravvivono alla grande.

Mi riferisco in particolare alle limitazioni imposte nel periodo duro del lockdown dell’anno scorso, ancora oggi in vigore presso gli uffici pubblici.

Ancora, mortificanti distanziamenti, assenza di personale che si dice essere in smart working, file interminabili fuori dagli uffici con inevitabile assembramento all’esterno, necessità doversi “prenotare” anche a 15 giorni per poter accedere anche per motivi di urgenza presso uno sportello e via dicendo.

Per non citare altri casi: vedansi uffici della motorizzazione dove i cittadini sono costretti in fila al sole per essere “invitati” a due a due in una salone ampio munito di sedie dove il distanziamento può essere assicurato. L’elenco potrebbe essere lungo.

Quindi, il mostro burocrazia che rende i cittadini sudditi un po’ per tutte le richieste e servizi che si azzardano di fare e chiedere alla pubblica amministrazione, impedisce il libero corso.

Nessuno, pare, dopo gli “allentamenti” previsti per il buon andamento del contagio in regresso e della campagna vaccinale, ha indicato che, come sia possibile prendere finalmente un caffè al bancone del bar e cenare in un ristorante anche di sera, abbia previsto la fine delle restrizioni di accesso agli uffici.

Se parli con un funzionario, la risposta è un refrain: nessuno ci ha indicato come comportarci nelle “zone bianche” e tutto resta come prima.


Burocrazia al sublime.

Per un burocrate, specialmente di un ufficio pubblico, dove il cittadino che vi si reca è un “fastidio” perché crea occasione di lavoro, perpetuare le restrizioni è una pacchia.

Molti cittadini, infatti, per non essere mortificati dal comportamento ostile ed ingiustificato ormai a pandemia in fase finale, preferiscono non andare presso gli uffici.

Vi sembra sia corretto un comportamento dei burocrati pubblici di impedire e difficoltizzare un servizio all’utenza?
Non credo proprio.

Certo i burocrati, se non avessero certezza che il 23 di ogni mese (ormai l’ex S.Paganino del 27) nel loro conto in banca si presentasse puntuale lo stipendio, non si comporterebbero così.

Ma, dalla parte loro c’è la burocrazia che li protegge. Verrà un giorno che tutti saranno pagati per il lavoro svolto e non già per sedere in ufficio e neppure, perché anche a casa in smart working!

Andrea Stefano Marini Balestra




 






Fonte: http://www.lacitta.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=60961:giugno-2021-dal-covid-semo-fora-di-burocrazia-semo-drento&catid=80:cronaca

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