martedì 18 settembre 2018

I limiti dell'accoglienza... ed il coraggio di dire "no"


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Vorrei oggi parlare di qualcosa che sembra ampiamente frainteso nella comunità "spirituale".

Se accettiamo profondamente come siamo, e profondamente accettiamo le situazioni  come si presentano, e siamo in grado di   accettare gli altri come sono, significa dover  dire  "sì" a tutto e tutti, anche se
il "sì" porta ad altra violenza?   In verità un tale atteggiamento ci rende passivi e lasciamo che gli altri camminino su di noi.

Se diciamo "tutto è ok",  vuol dire che rinunciamo alla nostra capacità di discernere?

Certo che no. L'accettazione è così vasta in profondità che comprende sia il  "sì"  che il  "no" alle situazioni della  vita.

Per esempio, qualunque sia la profondità del tuo amore per quella persona se qualcuno ti picchia ogni sera,  ti sembrerebbe intelligente, generoso, saggio o illuminato (nel senso illuminato di queste parole) continuare ad autorizzarlo, dicendo "sì", in modo esplicito ma implicitamente  sperando che egli senta nel profondo che quel "sì" vuol dire si "no"?

Dire "no" alla violenza, abuso, o qualsiasi cosa che suoni sbagliato in voi, non è lo stesso che dire "no" alla vita. Dire "no" non è necessariamente una resistenza alla vita. E' così importante comprendere ciò.

Quante volte diciamo "sì",  mentre dentro di noi  riteniamo che sia un "no", e viceversa? Se davvero vogliamo dire "no", se quel  "no" è la nostra profonda verità,  dire "sì" è una menzogna in quel momento, perché disonora la verità vivente dell'esistenza, della vita in movimento in voi, attraverso di voi, come voi.

Quel povero piccolo "no" ha solo bisogno di un po' di attenzione amorevole ...

Spesso diciamo "sì", perché stiamo cercando di mantenere una certa immagine di noi stessi. Vogliamo essere visti come uomini di Compassione. Qualcuno che dice sempre sì, positivo, forse per voler significare che si accetta tutto ciò che accade.

Facciamo la parte di chi non vuole esser visto come "negativo" o guastafeste.

Che peso dover far finta !?

Questo insegnamento non serve a  creare  nuove immagini di te stesso. È  per liberarti da tutte le tue immagini.

Se un insetto nocivo comincia a mangiare la tua pelle o il tuo sangue, non è forse normale  adottare misure per eliminare l'insetto?  In questo caso dire "no"  non vuol dire  che siamo in guerra contro l'insetto. Non si sente odio. Non è un  nemico mortale. Questa azione rientra nella vita stessa,  per come sei tu.  In tal modo, osservando attraverso l'occhio universale anche la rimozione dell'insetto è affermare la vita, non resisterle.

Così affermi la  sua sacralità e mistero. Tu dici sì alla vita tutte le sue manifestazioni - tra cui l'evento in cui l'insetto viene rimosso dalla pelle umana, nel modo meno violento (se possibile). Non mi sembra intelligente né onesto fingere di accettare l'insetto.

Sostenere di dire "sì" alle sue punture non significa accettare la vita poiché in questo senso anche  un "no" è valido  per accettare la vita.

Naturalmente, nessuno può dire quando un "sì" o "no"  sia adatto per noi in quel momento. Questo "sì" o "no" è nel profondo "io" che tutti noi ci troviamo. Forse alcuni di noi sono più tolleranti verso gli insetti. Non lo so. Ma questo non è il problema.

La profonda accettazione di quel che sei è abbastanza grande per un "no" o "sì" del momento. Questi due movimenti sono contenuti nell'incondizionato e  sono sempre presenti. Questo è  il Sì che davvero ci vuole - senza un  altrimenti.  E tu non stai cercando di mostrarti  come una "persona di accettazione profonda",  qualcuno che non dice mai no.

Non serve artificialmente mantenere  un'immagine spirituale o etica.  Occorre ricordare che tu sei oltre l'immagine, al di là di tutte le immagini - tu sei la vita stessa. Ed è per onorare la vita che vivi. E a volte onorare la vita è espresso da un "No" forte,  amorevole e intelligente.

Quel "No" esprime  chiarezza e verità, senza odio, senza violenza, senza attaccamento a qualsiasi risultato, senza cercare di mantenere una delle seguenti foto di te è davvero un grande Sì alla vita...

E posso pure capire che tutto è al suo posto giusto ed avviene al momento giusto.

Le preferenze non sono necessariamente sentenze, e non sono "contro" la vita in alcun modo. Il "No" a una data circostanza negativa è abbracciato al grande cosmico SÌ.

Jeff Foster

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(Traduzione di Paolo D'Arpini)


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Mio commentino: "ricordo che quando viaggiavo in Africa, a piedi, quando arrivavo in un villaggio sperduto nella savana il capo del villaggio metteva a disposizione una capanna, costruita apposta per gli ospiti, ed offriva anche un pasto, l'indomani lo stesso capo villaggio salutava l'ospite e lo invitava a riprendere il viaggio... Questo significa che, ad esempio, anche nell'ospitalità, che è considerata sacra, bisogna saper riconoscere le possibilità reali dell'accoglienza..." (P.D'A.)

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