Stella,
in astronomia, è «un corpo celeste che brilla di luce propria».
Nel nostro sistema c’è una sola stella, il Sole. Ci sono poi altri
corpi celesti di varia natura, tutti brillanti di luce riflessa: i
pianeti (fra cui la Terra), i satelliti, gli asteroidi, le comete e –
al fondo della gerarchia astronomica – i meteòridi.
Questi sono dei modesti oggetti celesti che, quando penetrano
nell’atmosfera della Terra (o di altro pianeta) si surriscaldano,
perdendo scorie e brandelli. Precipitando al suolo, questi detriti
bruciano e, quindi, appaiono luminosi. Sono le meteore,
note nel linguaggio comune come “stelle cadenti”. In realtà non
sono stelle, sono soltanto cadenti. E non solo, ma nella loro caduta
quasi sempre si disintegrano nell’atmosfera. I pochi frammenti che
raggiungono il suolo sono detti meteorìti,
e fanno danni, più o meno gravi a seconda delle loro dimensioni.
Sono
cose che, all’ultimo anno delle superiori, tutti noi abbiamo letto
sui testi di geografia astronomica, ma che qualche volta
dimentichiamo. Come quando, in presenza di un pur chiassoso sciame
meteorico, pensiamo di essere al cospetto di autentiche stelle,
magari in numero di cinque.
Queste
considerazioni mi sono venute alla mente con la costatazione che, nei
comuni da loro amministrati, i grillini avevano già iniziato a
perdere voti – attorno al 5% – nelle recenti elezioni nazionali
(vedi “Social” del 16 marzo). Adesso, poi, arrivano i risultati
di due intere regioni, una del sud ed una del nord: Molise e
Friuli-Venezia Giulia. E qui è una vera disfatta, anche se da quelle
parti non hanno ancora amministrato nulla. In Molise perdono dodici
punti, dal 44 al 32%. In Friuli si sciolgono come neve al sole.
Avevano il 24%: ne perdono la metà nel voto per la presidenza (12%)
e addirittura due terzi nel voto di lista (dove precipitano al 7%).
Effetto
Di Maio? Certo, O’
Guaglione
ha fatto una figura penosa: si è messo in testa di fare il
Presidente del Consiglio e, per arrivarci, si è detto disposto ad
allearsi con tutti, dall’estrema destra all’estrema sinistra.
Alla Casaleggio & Associati (vera cabina di regìa del M5S) si
spera ardentemente che – una volta archiviata la pratica
imbarazzante del “capo politico” – il movimento possa
riacquistare un minimo di credibilità. Chissà, tutto è possibile.
Ma – in fondo – Giggino O’ Guaglione non ha fatto altro che
seguire la consolidata tradizione della “cosa” grillina. Quella
tradizione – lo ricordavo qualche settimana fa – che ha dato
luogo ad una avvilente pantomima al Parlamento Europeo: il passaggio
dal gruppo parlamentare anti-europeista a quello ultra-europeista,
salvo tornare col capo cosparso di cenere sui banchi degli “anti”.
E qui Giggino O’ Guaglione non c’entrava. C’entrava soltanto il
dilettantismo, il pressappochismo, l’assoluta mancanza di senso
politico di un partito non-partito che si nutre di “anti-politica”;
e che – proprio per questo – è del tutto inadatto ad assumere la
guida di una nazione.
Immaginate
cosa significhi sedere a Strasburgo sui banchi di Nigel Farage, il
nazional-conservatore che ha inventato la Brexit; immaginate poi di
lasciare Farage per raggiungere i falchi dell’euro e
dell’europeismo più spinto; e immaginate cosa significhi essere
rifiutati perché considerati inaffidabili, e quindi tornare a
chiedere ospitalità agli uomini della Brexit.
Immaginate
adesso cosa significhi pensare di governare insieme a Salvini, il cui
principale punto programmatico è quello di fermare l’immigrazione;
e immaginate cosa potrebbe significare un governo col PD e con il LEU
di Boldrini e compagni, che i “migranti” vorrebbero andarseli a
prendere direttamente in Africa per risparmiare loro il fastidio
della traversata.
Ora,
ci rendiamo conto del grado di inaffidabilità complessiva di una
formazione – certo non del solo Giggino – che si comporta in tal
modo?
Ecco,
credo che gli italiani abbiano cominciato a capirlo, ed abbiano
cominciato ad orientarsi verso una forza politica che coniuga i
legittimi risentimenti popolari con una visione politica sanamente
populista, con la difesa degli interessi nazionali dal tentativo
europeo di toglierci risorse e sovranità, con il rifiuto di
sottostare alle regole dei “mercati” che vogliono incaprettarci.
Fino
ad oggi, il Movimento Cinque Stelle ha svolto una funzione di
disturbo riguardo a questo obiettivo, ha incapsulato voti e consensi
che – se fossero andati nella direzione giusta – avrebbero potuto
condurre veramente ad una svolta nella politica italiana.
Adesso,
le cinque stelle
cadenti
sono entrate nell’atmosfera della politica ed hanno cominciato a
rivelarsi per quello che sono: stelle no, cadenti si, delle semplici
meteore.
Hanno cominciato a sfaldarsi, ed i loro frammenti più grandi – i
meteorìti
– riusciranno tutt’al più a fare qualche danno, man mano che
arriveranno a toccare il suolo. Fin’ora ne è precipitato uno
soltanto, il frammento Giggino. Ha prodotto un “cratere”
piccolino, modesto, inoffensivo, ma sufficiente a far comprendere che
si tratta di minuscoli “oggetti celesti”, non certo di astri di
prima grandezza.
Michele Rallo - ralmiche@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.