venerdì 29 dicembre 2017

Preparedness... - Consigli per sopravvivere qualche giorno in più


PANEQUOTIDIANO, «TENETEVI PRONTI PERCHÉ, NELL'ORA CHE NON ...

... un amico ha scritto che sta cercando di creare un gruppo di persone che si preparano. Vi dico che nel momento in cui riuscirà a raggiungere questo scopo sarà arrivato al grado più alto della Preparedness...

"Se il rifugio è il cardine della mia visione, ancora più importante è creare il gruppo di persone con cui dividerò il lungo periodo di tempo all'interno del rifugio. Quanto tempo dovrò rimanerci dopo l'arrivo di una crisi conclamata ? Giorni, mesi, anni ? 

Immaginate quanto è importante la scelta delle persone a cui, di fatto , affiderete la vita vostra e della vostra famiglia.

Quante persone devo ospitare ? (There is strenght in numbers)

Le loro capacità tecniche. Chi sa cucinare, cacciare, saldare, curare, aggiustare pannelli solari...

Il loro addestramento para militare. Chi non sa sparare ?

Il loro aspetto psicologico. Chi mette tensione nel gruppo, chi è ansioso, chi è un aggregatore...

I gradi gerarchici. Chi è il capo ? Chi i suoi aiutanti ? Chi pulisce i bagni ?

La divisione familiare. Chi va a letto con chi ? Chi è parente di chi...

La loro salute. Chi sta male non lavora anzi occupa il tempo degli altri...

Questa è la cosa più difficile da fare per un fondatore del rifugio. Non è scegliere se è meglio il coltello x o quello y per lo zainetto survival.

Difficile pensare ad una gerarchia, visto che necessariamente deve essere condivisa non di tipo militare dove uno è il tuo capo e da ordini perché l'ordine costituito ha stabilito a priori così. Mi spiego meglio. 

Non è assolutamente detto che colui o coloro che emergerebbero come 'capi' sarebbero effettivamente i più indicati. Dico questo perché spesso chi diventa capo in un gruppo è per il suo carisma e per la sua capacità aggregativa, a volta per la sua simpatia, ma questo non significa assolutamente che sarebbe in grado di guidare e forse nemmeno avrebbe un equipaggiamento decente. 

Tra l'altro, se nelle forze armate il superiore va obbedito senza discutere, come la mettiamo di fronte ad uno che diventa capo perché magari è sicuro e rassicurante di fronte agli altri e gli altri lo vedono bene come guida, ma poi nei fatti non sa sparare, non ha capacità mediche, non ha neppure uno straccio di equipaggiamento? Il 'capo', dovrebbe essere il meglio armato ed equipaggiato e se non lo è in partenza lo diventa, magari abusando delle cose altrui. 

Se voi formate un gruppo e portate al suo interno tutte le vostre nozioni, le vostre attrezzature, ma finisce per emergere un capo con le pezze al culo questo poi tra i suoi ordini potrà dirvi di cedere a lui, o ad altri suoi fidati, parte delle vostre attrezzature pazientemente e costosamente raccolte. A quel punto che fate? Vi imponete con la forza sul capo riconosciuto dal gruppo, sapendo che poi un gruppo terrorizzato da voi cercherà di eliminarvi appena chiudete gli occhi, ve ne andate, sempre che vi lascino andare con tutta la vostra roba, o cedete e sperate che alla fine le cose si sistemino? 

Sono tutte domande molto complesse e che nella teoria difficilmente si possono prevedere in ogni dettaglio. Io personalmente sarei disposto a cedere parte delle mie attrezzature e dei miei oggetti, mettendoli in comune o se la cosa viene da pari a pari, nel senso do ut des, oppure se mantengo un controllo generale, visto che la roba è mia, ma a quel punto un gruppo di disperati e senza legge ti potrebbe dire, e con buone ragioni, che non è più il tempo di proprietà privata e di diritti individuali, tanto più che le circostanze necessariamente obbligherebbero voi in primis a violarla, esempio accedendo a case private abbandonate per avere un rifugio più o meno temporaneo."

Riflessione di Gabriele d'Ancona


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