Ha provato la sua nobilitade con l’appassionata aderenza allo Zeitgeist (si può anche dire vernacolarmente “trend”) che caratterizza la nostra superiore civiltà non lasciandosi sfuggire nessuna delle campagne SMS che sostengono e promuovono i valori delle democrazie occidentali.
L’hanno vista alla testa e in vetta alle schiere combattenti, novella Marianna nel quadro di Delacroix, contro gli haters calunniatori delle Ong sorosiane salvavite nel Mediterraneo, contro gli uomini ontologicamente e in toto stupratori e molestatori, da Gheddafi, Mladic o Assad all’ultimo regista accusato da una vegliarda, oggi, ma infastidita nel primo dopoguerra, contro i naziskin che hanno disseppellito il corpo del Fuhrer, gli hanno insufflato nuova vita, lo hanno moltiplicato per partenogenesi e lo stanno installando nei luoghi supremi della governance occidentale ( *). E vessillifera di tante altre battaglie, proprio tutte, miranti a corazzare uno status quo costato alle nostre confraternite, legali o meno, tanta fatica costruire.
Stralcio di un articolo di Fulvio Grimaldi
(*) C’e chi azzarda una calunnia come quella secondo cui, quanto Trump gonfia a bue il ranocchio nordcoreano per dar modo agli armieri di ingrossare il budget del Pentagono oltre i 1000 miliardi attuali (più di tutti gli altri bilanci messi insieme, 15 volte quello russo), tanto i nazisti 2.0 in cravatta e risvoltino pompano i (loro) virgulti in bomber e cranio rasato (vedi la chiassata e megacontrochiassata ipocrita sul lago di Como), per dare alla loro macelleria sociale, militarista e culturale la scudo dell’antifascismo. Ovviamente pure fake news, no?
Poesia collegata:
Lodo
che si distornino gl’italiani dal cieco amore
e
imitazione delle cose straniere,
e molto più che si richiamino e s’invitino
a servirsi e a considerare le proprie;
lodo che si proccuri ridestare in loro
quello spirito nazionale,
senza cui non v’è stata mai grandezza a questo mondo,
non solo grandezza nazionale,
ma appena grandezza individuale;
ma non posso lodare che le nostre cose presenti,
e parlando di studi,
la nostra presente letteratura,
la massima parte de’ nostri scrittori, ec. ec.
si celebrino, si esaltino tutto giorno
quasi superiori a tutti i sommi stranieri,
quando sono inferiori agli ultimi:
che ci si propongano per modelli;
e che alla fine quasi ci s’inculchi di seguire
quella strada in cui ci troviamo.
Se noi dobbiamo risvegliarci una volta,
e riprendere lo spirito di nazione,
il primo nostro moto dev’essere,
non la superbia né la stima delle nostre cose presenti,
ma la vergogna. E questa ci deve spronare
a cangiare strada del tutto, e rinnovellare ogni cosa.
Senza ciò non faremo mai nulla.
Commemorare le nostre glorie passate,
è stimolo alla virtù,
ma mentire e fingere le presenti è conforto all’ignavia,
e argomento di rimanersi contenti
in questa vilissima condizione.
Oltre che questo serve ancora ad alimentare
e confermare e mantenere quella miseria di giudizio,
e mancanza d’ogni arte e critica,
di cui lagnavasi l’Alfieri (nella sua Vita)
rispetto all’Italia, e che oggidì
è così evidente per la continua esperienza
sì delle grandi scempiaggini lodate,
sì dei pregi (se qualcuno per miracolo ne occorre)
o sconosciuti, o trascurati, o negati, o biasimati.
e molto più che si richiamino e s’invitino
a servirsi e a considerare le proprie;
lodo che si proccuri ridestare in loro
quello spirito nazionale,
senza cui non v’è stata mai grandezza a questo mondo,
non solo grandezza nazionale,
ma appena grandezza individuale;
ma non posso lodare che le nostre cose presenti,
e parlando di studi,
la nostra presente letteratura,
la massima parte de’ nostri scrittori, ec. ec.
si celebrino, si esaltino tutto giorno
quasi superiori a tutti i sommi stranieri,
quando sono inferiori agli ultimi:
che ci si propongano per modelli;
e che alla fine quasi ci s’inculchi di seguire
quella strada in cui ci troviamo.
Se noi dobbiamo risvegliarci una volta,
e riprendere lo spirito di nazione,
il primo nostro moto dev’essere,
non la superbia né la stima delle nostre cose presenti,
ma la vergogna. E questa ci deve spronare
a cangiare strada del tutto, e rinnovellare ogni cosa.
Senza ciò non faremo mai nulla.
Commemorare le nostre glorie passate,
è stimolo alla virtù,
ma mentire e fingere le presenti è conforto all’ignavia,
e argomento di rimanersi contenti
in questa vilissima condizione.
Oltre che questo serve ancora ad alimentare
e confermare e mantenere quella miseria di giudizio,
e mancanza d’ogni arte e critica,
di cui lagnavasi l’Alfieri (nella sua Vita)
rispetto all’Italia, e che oggidì
è così evidente per la continua esperienza
sì delle grandi scempiaggini lodate,
sì dei pregi (se qualcuno per miracolo ne occorre)
o sconosciuti, o trascurati, o negati, o biasimati.
Giacomo Leopardi, Zibaldone (24 Marzo 1821) [pagine 865-866]
P.S. E mi perdoni l’antisovranista Boldrini, impegnata nella sacra battaglia a me e a tutti gli altri malmostosi farabutti fakenewsisti della Rete. E perdoni anche Giacomo Leopardi…
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