giovedì 21 dicembre 2017

La geopolitica è un puzzle che va ricomposto con pazienza ed attenzione...


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Non sono un follower di Putin "a prescindere". So benissimo che Putin è il presidente della Federazione Russa e che quindi la sua missione è fare gli interessi della Russia. Ma 'sta faccenda di Putin che molla Assad sul più bello era già stata tirata in ballo nel marzo dell'anno scorso. Non è andata come si temeva. Insomma, a costo di ripetermi, quando i potenti parlano lasciamoli parlare. Con loro bisogna solo stare a vedere i fatti, che comunque già non saranno né tutti chiari né tutti portati alla conoscenza del volgo e bisognerà destreggiarsi per interpretarli.

Io cerco di partire dal quadro generale, per quanto lo riesco ad intendere. E il quadro generale mi suggerisce che la Russia segue alcune direttive strategiche: per quanto riguarda il Medio Oriente stabilizzare il "corridoio sciita" di terra (termine orrendo, ma tanto per intenderci), strategia che vede l'appoggio della Cina (nuove vie della seta). Un obiettivo più generale è l'indebolimento del Dollaro come moneta internazionale. Le due cose sono legate e fanno diventare matti gli USA e, ovviamente, Israele, oltre che i Saud.

Finisco notando che nell'area d'influenza dell'impero statunitense si è già arrivati agli intrighi interni e agli altri sintomi tipici della decadenza. 

Nel centro imperiale vediamo lo scontro Trump/Clinton, cioè una crisi istituzionale mai vista precedentemente negli USA, con contorni di scandali di ogni tipo, sesso, uranio e chissà cosa salterà ancora fuori.

Intrigo di corte in Casa Saud e ammissione esplicita che le cose devono cambiare, a partire dall'abbandono della monoeconomia del petrolio e nuovi, sebbene poco decifrabili,  rapporti con la Russia. E non mi sorprederebbe una futura grossa crisi interna in Israele.

L'Europa totalmente incartata, col suo centro, la Germania, che ha un governo che si tiene assieme coi cerotti. Comunque, per la cronaca, ero a Berlino il giorno delle elezioni e mi vidi i risultati nella sede della Linke. Quando sentii Schulz dichiarare alla televisione, mentre si trasmettevano exit poll e proiezioni, che non avrebbero mai più rifatto una Grosse Koalition ho subito pensato "Bugiardo!". Era evidente che non c'erano alternative e che le èlite europeiste e atlantiche se lo sarebbero impallinato se non rifaceva l'alleanza. Fatto sta che i due grandi partiti tedeschi hanno perso milionate di voti.

Il bel Macron in pochi mesi è crollato a minimi storici di consenso da fare concorrenza all'orrendo ex presidente socialista Hollande. A Parigi c'è uno sciopero dietro l'altro che sembra l'Italia presa in giro dai conservatori d'oltralpe negli anni Settanta ("Non funziona mai niente").

Da noi caos pre-elettorale totale, col partito di governo che crolla dal 40% delle Europee al probabile 23% (e anche meno a sentire Aldo Giannuli).

E nello sfondo una UE che non sa più che pesci pigliare per non crollare e darsi un minimo di senso. Se non derive autoritarie, ovviamente, che van sempre bene, confortate dallo spauracchio del "terrorismo islamico" (leggi dei servizi segreti, noi in Italia ben lo sappiamo, lasciando perdere il singolo fuori di testa), magari di nuovo quello dello spread e per complemento lo spauracchio del "fascismo che rialza la testa", così che un presunto antifascismo diventa ultimo rifugio della canaglia, al pari del patriottismo. 

Un antifascismo professato da un sistema strutturalmente fascista, cioè: a) dedito alle guerre imperiali: miglia (ripeto: migliaia!) di bombardamenti italiani in Libia nel 2011, sostegno ai jihadisti in Siria, sostegno ai Saud nelle loro stragi di civili nello Yemen con le bombe inviate dalla Sardegna (con conseguente propaganda delle aggressioni imperiali, ivi compresa la bugia della Pinotti - ministro difesa renziano - che l'intervento saudita nello Yemen è avvallato dall'ONU: fake news di alto livello), b) seguace (seppur riottoso) della nuova Operazione Barbarossa contro la Russia,c) dedito a una lotta di classe dall'alto che nemmeno il Fascismo storico fece (le proiezioni danno un italiano su tre sotto la soglia della povertà e il mercato del lavoro è messo peggio che all'epoca delle Corporazioni),
d) proteso verso l'abolizione della democrazia (sono anni che non abbiamo il piacere o il dispiacere di eleggere il capo del governo) e verso il controllo del Minculpop su pubblicistica, stampa e forme varie di pensiero (con l'alto patrocinio dell'onorevole Boldrini e altre amenità come il pareggio di bilancio in Costituzione, che oltre a non essere un provvedimento obbligato dall'orrendo Fiscal Compact - era una fake news di Monti - mette fuori legge ipso facto premi Nobel dell'Economia come Lord Keynes).
e) Infine va ricordato il razzismo e la xenofobia col cuore in mano, cioè la deportazione "per motivi umanitari" (come le guerre) di masse sradicate da violenza e fame dai loro Paesi per ghettizzarle nei nostri come esercito industriale di riserva "etnico", onde spingere ancor più verso il basso i salari, smantellare i residui diritti del lavoro, e destabilizzare la società con tensioni barbariche tra i dominati (che comunque per definizione sono "deplorables" - credit Hillary Clinton). 


Risultati immagini per "Fuga da New York".

Insomma, il concretizzarsi della distopia di "Fuga da New York".

Ovviamente i Paesi d'origine vampirizzati di "risorse umane" saranno poi vampirizzati di ogni risorsa.

La Rosa dei Venti, il golpe Borghese, il Piano Gelli? Bambinate di dilettanti. Tutto attuato invece dalla post-sinistra, ad abundantiam. Attuato alla virgola nello spirito anche se non nell'estetica dei fasci littori. Ma al "popolo di sinistra" l'estetica basta, identitarista e nostalgico com'è, che vota con lo stesso spirito con cui guarda le foto di gioventù. Un gruppo socio-politico-antropologico "atroce" (come avrebbe detto Pasolini).

Nel Bengala Occidentale, in India, al contrario, quando il Fronte delle Sinistre al governo, capeggiato dal potente Partito Comunista Marxista bengalese, si mise a sparare dietro a bandiere con falce e martello sui contadini che non volevano lasciare le loro terre alle multinazionali, gli intellettuali di sinistra e le masse lasciarono perdere l'estetica e arrivarono subito al sodo: il Fronte delle Sinistre era un pericolo per la democrazia. 

Oggi il Partito Comunista Marxista fa fatica a vincere un seggio nemmeno alleandosi con l'ex odiato Congress. Finito nella merda e nel dimenticatoio della storia. Oggi a Calcutta siede al governo il Trinamul Congress Party. Non è Disneyland, il Trinamul non è il partito dei sogni degli intellettuali di sinistra e delle masse, ma è più attento ai bisogni di base (la sua leader, Mamata Banarjee, è nata in uno slum) e la dialettica politica, da soffocata com'era, si è riaperta, ivi compresa la possibilità di criticare e contrapporsi al Trinamul stesso.

Marx diceva che l'India è un'Italia di dimensioni asiatiche. Speriamolo!

Piotr


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