venerdì 1 dicembre 2017

Boschi da bruciare... e pressioni sull'ambiente e sui mezzi di sostentamento animale


Risultati immagini per Boschi da bruciare.


Il rapporto annuale sugli incendi boschivi del Centro comune di ricerca-JRC della Commissione europea (riferito al 2016 e a 30 paesi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa) conferma una tendenza verso stagioni più lunghe e più intense, con incendi che si verificano durante tutto l'anno. Dal canto suo il 2017, con oltre 700.000 ettari di terreno già bruciati, verrà sicuramente ricordato come uno dei più devastanti per gli incendi in Europa. Gli ultimi dati del Sistema europeo di informazione sugli incendi forestali (EFFIS) suggeriscono che quasi tutti gli incendi sono causati dall'uomo e pochi sono quelli derivanti da fenomeni naturali come il fulmine. Tuttavia, le condizioni calde e asciutte causate dai cambiamenti climatici provocano incendi più gravi ed una maggiore frequenza di piccoli incendi che crescono fino a diventare incontrollabili.
Relativamente all’Italia, il rapporto riporta i dati forniti dal Corpo Forestale dello Stato relativamente al 2016: 4.793 incendi che hanno bruciato complessivamente 47.926 ettari. Il maggior numero di incendi si è verificato in Calabria, ma la più grande zona bruciata si trova in Sicilia. La Sardegna presenta un numero relativamente basso di incendi, ma di grandi dimensioni, tanto da renderla la seconda regione più colpita in termini di zone bruciate.
Oltre al pericolo immediato per la vita ed il sostentamento, il fumo provocato da questi incendi distruttivi costituisce anche un rischio sostanziale per la salute umana: in questo contesto si inserisce lo studio di un gruppo internazionale di ricercatori del Centro comune di ricerca, Università di Lund in Svezia e Centro nazionale per gli studi atmosferici degli Stati Uniti d'America. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Atmospheric Chemistry and Physics. Attualmente, leemissioni di PM2.5 provenienti dagli incendi superano quelle da fonti antropiche in grandi parti del mondo, con gravi ripercussioni sulla salute. Aumentando le stagioni degli incendi, aumentano dunque inevitabilmente anche i potenziali problemi per la salute.
Il Centro comune di ricerca sta sviluppando altresì un sistema globale di informazione sugli incendi, finalizzato a monitorare e valutare le tendenze e gli effetti degli incendi in tutto il mondo, riunendo tutte le fonti di informazione esistenti a livello regionale e nazionale.
Le attuali politiche di qualità dell'aria non si concentrano sugli incendi e finora non esiste un metodo ampiamente accettato e condiviso per la gestione degli incendi, in grado di contenerli e di ridurre le emissioni conseguenti. Alla luce di questo fatto, all’accertata tendenza all’aumento delle stagioni degli incendi e alla grave stagione vista in Europa quest'anno, si rende sempre più necessaria una costante collaborazione fra tutti i paesi, al fine di individuare il modo migliore per gestire efficacemente gli incendi.
La relazione del Centro comune di ricerca, unica fonte ufficiale di informazioni sul numero di incendi e di aree bruciate per i paesi interni ed esterni all’Unione europea, fornisce ai politici i migliori dati e strumenti disponibili per aiutarli a prevenire gli effetti distruttivi degli incendi boschivi. Attraverso la raccolta dei rapporti dei singoli paesi, la pubblicazione supporta anche la condivisione di buone pratiche nella gestione forestale. I paesi partecipanti forniscono infatti informazioni importanti su
  • rischi degli incendi,
  • cause e impatti del fuoco,
  • esperienze di prevenzione e risposta agli incendi,
  • campagne di informazione,
  • esempi in cui i paesi si sono reciprocamente aiutati per combattere gli incendi
Per approfondimenti: il rapporto 2016 sugli incendi boschivi

(Fonte: Arpat)

Gli incendi boschivi in aumento in Europa

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