domenica 24 dicembre 2017

Cristiani e giudei (puri e spuri)


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I primi cosiddetti cristiani dei primi secoli d.C. non erano altri che appartenenti ad una setta ebraica che rifiutava il potere romano, anzi lo considerava "nemico", anche in seguito alla distruzione di Gerusalemme completata da Vespasiano e Tito ed alla conseguente "diaspora". In verità  la "diaspora" era un fatto  avvenuto da tempi molto anteriori alla distruzione di Gerusalemme. Ebrei di varie sette già da secoli popolavano diversi paesi del mondo antico. La persecuzione dei romani contro alcuni membri di queste sette  furono semplicemente una risposta alla mancanza di riconoscimento dell'autorità imperiale da parte dei suoi appartenenti. 

Presso i romani non esisteva alcuna persecuzione religiosa nei confronti di alcun credo. Infatti i romani furono maestri di sincretismo, ogni popolo aveva il diritto di conservare i propri dei ed usanze, purché riconoscesse l'autorità politica rappresentata dall'Imperatore.

E qui sta il nodo.  Gli appartenenti ad alcune  specifiche sette ebraiche, che poi si definirono cristiane, non riconoscevano la supremazia imperiale e quindi erano condannati come "sovversivi" politici e non come "praticanti d una religione".

Le cose cambiarono allorché queste sette ebraiche, che inizialmente, mantenevano la tradizione di appartenenza etnica alle "tribù d'Israele" e quindi a tutti gli effetti facevano parte dei giudei circoncisi, ovvero "puri", decisero di "convertire" anche i Gentili al loro credo e quindi accettarono nelle loro file anche i non giudei (i cosidetti "gentili"). Ovviamente questo segnò una linea di demarcazione fra i "giudei puri" (discendenti da madri ebree) e quelli "spuri" che si mescolavano ed accettavano i Gentili come correligionari. Ad un certo punto la frattura diventò insanabile ed i cristiani,  pur avendo accettato  in toto l'antica tradizione biblica, per la loro promiscuità genetica  si distinsero dai giudei e pian piano conquistarono terreno nelle classi povere e derelitte dell'impero fino a diventare una maggioranza numerica.

A quel punto le cose avevano assunto una forma completamente diversa e gli ultimi imperatori romani trovarono più conveniente usare il "cristianesimo" come legante per l'Impero. Ovviamente i capi cristiani stessi facilitarono questo gioco,  interrompendo qualsiasi antagonismo con il potere politico, anzi pian piano con la decadenza si sostituirono ad esso. 


Ciò avvenne in seguito  al riconoscimento del cristianesimo come  "religione" ufficiale dell'Impero. Infatti i papi di Roma erano considerati  gli eredi degli imperatori.

Paolo D'Arpini


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