Ciao Paolo! Non so se vi interessa inserirlo nella newsletter, ma un’amica, paladina dell’albero monumentale più importante della Val d’Orcia, la Quercia delle Checche (sulla quale sono stati fatti anche laboratori nelle scuole chiamati ‘Vivai diffusi’) sta cercando di difendere il vicino Monte Amiata da un forte sfruttamento geotermico, che avrebbe un impatto ambientale difficile da gestire ecologicamente, e dannoso, non sostenibile. Così cerca di alzare un po’ l’attenzione sull’argomento. Grazie mille. Un abbraccio (Elena Bussolotti)
Toscana. Lettera aperta all'assessore regionale all’Ambiente Monia Monni sulla geotermia.
Da Ecosistema Val d’Orcia un invito al dialogo e alla prudenza
Gentile assessore Monia Monni,
innanzitutto complimenti per la sua nomina nella Giunta regionale della Toscana, ed in particolare per la delega chiave all'Ambiente: la Toscana ha senz'altro bisogno di nuove energie e determinazione per le sfide che attendono il nostro territorio.
L'occasione che ci porta a scriverle questa nostra lettera, però, ci viene da una sua recente intervista rilasciata a Greenreport, la fanzine online il cui main-sponsor è il "Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche". Rispetto ai contenuti di quell'intervista, ci fa piacere iniziare con lei un dialogo, spinti dalle sue parole sul fatto che sia "centrale promuovere una partecipazione reale della cittadinanza".
Ci presentiamo: Ecosistema è un coordinamento attivo sui territori Amiata, Val d’Orcia e Valdichiana, costituito da un nutrito gruppo di associazioni (Club UNESCO Siena, Gruppo di Lavoro per la Val d’Orcia, Italia Nostra Siena, Italia nostra Toscana, Legambiente Circolo Terra e Pace, Opera Val d’Orcia, Pyramid, Rete dei Comitati per la difesa del territorio), oltreché amministratori locali, operatori economici, studiosi, professionisti, cittadini, in costante rapporto, inoltre, con altri comitati costituiti sul territorio provinciale e regionale. Siamo tutti soggetti operanti nel sud della provincia di Siena, in un’area considerata troppo spesso periferica rispetto alla sede regionale, soprattutto l’Amiata, nella quale da decenni si sfrutta intensamente la risorsa geotermica. Risorsa sulla quale da tempo ci interroghiamo, coinvolgendo persone qualificate in convegni, iniziative pubbliche, rapporti istituzionali che si occupano di un argomento tanto complesso e che richiede, per noi che lo viviamo da vicino, un approccio multiplo e attento. Significativo, a tale proposito, è stato il convegno che si è tenuto a San Quirico d’Orcia il 14 dicembre 2019: “Centrale geotermica Le Cascinelle: aspetti valutativi e propositivi del territorio Val d'Orcia”, occasione particolarmente partecipata che ha permesso un significativo momento di approfondimento grazie alla partecipazione di vulcanologi, geologi, storici, paesaggisti, amministrativisti.
Perché, se è vero che la risorsa geotermica può essere rivendicata come centrale per la Regione, coprendo, come lei ricorda, già ben il 70% dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili in Toscana, è altrettanto vero che sempre più interessi si stanno muovendo verso quelli che lei chiama "margini di sviluppo": nonostante la rilevante quota già dedicata al geotermico genericamente inteso, infatti, si prevede di poter allargare ancora la sua quota.
Ecco, questi margini noi li conosciamo bene, perché da anni seguiamo i tanti progetti di permessi di ricerca e di nuove centrali geotermiche che stanno spuntando un po' ovunque sul nostro territorio; come conosciamo, del resto, il forte e crescente malcontento sociale che questa condizione sta generando.
Il territorio, dunque. Nelle parole di chi l'ha intervistata, noi saremo probabilmente quei terribili reazionari colti da sindrome Nimby, quelli che dicono: "Fatele pure, ma non nel mio giardino"… In realtà, a ben vedere, non è proprio così: perché noi nel nostro giardino le centrali le abbiamo eccome, e da decenni… E con loro abbiamo anche i tanti problemi ad esse collegati. In fondo, ad essere proprio sinceri, lo sappiamo tutti che non c'è fonte energetica che non presenti qualche problema, no?
Ora, visto che nell'articolo i giornalisti citano anche la sindrome Nimto, perché un po' di acronimi non si risparmiano mai, ovvero quella che prenderebbe alcuni amministratori pronti ad esclamare: "Non nel mio mandato!", dobbiamo dirle che sì, in effetti nel nostro cammino siamo accompagnati anche da molte istituzioni locali. E, a dire il vero, sentiamo vicini anche enti regionali, che non mancano di condividere un certo numero di preoccupazioni sui nuovi progetti di centrali che vanno profilandosi all'orizzonte. Infine, come saprà, vista l'impugnativa del Consiglio dei Ministri alla legge regionale toscana sulle ANI (Aree Non Idonee alla geotermia), talvolta sentiamo vicine anche alcune istituzioni nazionali. Ma su quelle locali, vorremo dirle questo: evidentemente in passato ci sono stati amministratori che hanno detto: "Va bene, facciamole le centrali", magari anche a fronte di appetibili argomentazioni compensative.
Oggi le situazioni sono in buona parte cambiate, se non addirittura radicalmente cambiate. Oggi siamo di fronte a territori che hanno ben chiara la propria vocazione culturale ed economica, amministratori che non intendono tradire gli impegni assunti con i cittadini, imprenditori che hanno investito con passione in agricoltura biologica, turismo di qualità, servizi su un territorio che ha nel paesaggio una risorsa fondamentale, un’idea stessa di attenzione e cura dell’ambiente sempre più interiorizzata dalle nostre comunità locali, comunità che intendono decisamente essere protagoniste attive del proprio futuro.
Forti, dunque, di questa esperienza sul campo, siamo quindi a proporle un percorso comune: conoscerci, parlarci, confrontarci. Lei, nell'intervista, giustamente insiste sul tema della partecipazione, sostiene che "per la politica i momenti di ascolto sono fondamentali per comprendere istanze e sensibilità della popolazione", indica anche che andranno costruiti nuovi strumenti di partecipazione che rinnovino la fiducia verso le istituzioni. Bene. Sono parole importanti. E vogliamo allora dirle che noi ci siamo e che ci farebbe piacere incontrarla per iniziare un percorso condiviso.
Se una lettera pubblica le risultasse poco convenzionale, ci scusiamo, ma le nostre modalità di comunicazioni sono sempre molto 'aperte' e questa nostra vuole essere anche un contributo al dibattito in materia di geotermia in Toscana. Provvederemo comunque anche a inviare alla sua segreteria una richiesta più formale.
Intanto, cogliamo l'occasione per salutarla e augurarle buon lavoro.
ECOSISTEMA VAL D'ORCIA
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