giovedì 31 dicembre 2020

Misteriosi segnali giungono da Proxima Centuari - Nel 2021 forse sapremo se non siamo soli nell'Universo



Presto a dirlo, ma dopo due anni di indagini e di “ascolti stellari” rivolti verso la stella Proxima Centauri, gli scienziati si sono decisi a togliere le riserve. Grazie al radiotelescopio Parkes in Australia, gli scienziati impegnati in un'ampia ricerca di forme di vita extraterrestri (progetto Breakthrough Listen), hanno rivelato un fascio di onde radio che sembra provenire dalla direzione di Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole, una nana rossa a 4,2 anni luce dalla Terra. La misteriosa emissione è stata rivelata a seguito di osservazioni condotte con il loro radiotelescopio nei mesi di aprile e maggio 2019. 


Da quel momento gli esperti stanno studiando laprovenienza e le caratteristiche del segnale, che ha fin da subito catturato l'attenzione degli scienziati perché occupa una banda molto ristretta dello spettro radio, intorno 982 megaheartz, uno spazio apparentemente privo di segnali trasmessi da satelliti e veicoli spaziali creati dall'uomo, né provenienti da stelle di neutroni (pulsar), quasar o da altri fenomeni naturali spaziali.

Anche gli scienziati del Seti (Search for Extraterrestrial Intelligence) hanno confermato la presenza di questi segnali anomali, ma fino ad oggi non si sono ancora espressi pubblicamente, anche se i loro radiotelescopi, guarda caso, sono stati subito rivolti verso Proxima Centauri. Dimostrazione questa che il fatto è stato preso in forte considerazione.

Ovviamente si è fatta subito strada la possibilità di emissioni radio provenienti da eventuali civiltà extragalattiche. Al momento Pete Worden, direttore esecutivo di Breakthrough Initiatives, non si sbilancia, ma ammette che questo fenomeno è molto inusuale relativamente alle emissioni radio naturali che provengono dalla spazio per cui è importante non sottovalutarlo e, anzi, studiarlo a fondo.

L’astrofisico Amedeo Balbi dell’Università di Tor Vergata di Roma si è subito interessato a questo fenomeno proveniente dallo spazio e, dopo aver sentito i colleghi in Australia, ci dice: "C’è un segnale che ha passato una serie di test preliminari e che viene quindi considerato degno di ulteriori indagini. Il segnale, osservato nel 2019, sembra essere concentrato in una singola frequenza (982 MHz), caratteristica più tipica dei fenomeni artificiali che di quelli naturali. La cosa più probabile è che sia stato prodotto da attività umana non ancora identificata. Conosco i colleghi coinvolti nello studio e sono sicuro che stanno facendo le verifiche necessarie per capire l’origine del segnale, nel modo più rigoroso possibile"- spiega l’astrofisico - "La mia previsione è che la pubblicazione degli articoli con i risultati dello studio (nei primi mesi del 2021) lascerà la questione aperta, e ci vorranno altre osservazioni e analisi per capire come stanno le cose. Ad ogni modo, è una faccenda da seguire con attenzione”. 

Com’è consuetudine nel mondo scientifico, è difficile sbilanciarsi totalmente davanti a fenomeni nuovi e questo per non finire nella gogna dei saccenti, infatti Baldi conclude così: “Quanto scommetterei sul fatto che proprio il sistema planetario più vicino al nostro ospiti una civiltà tecnologica? Al momento, nemmeno un euro. Ma sarei felice di sbagliarmi!".

Filippo Mariani - A.K. Informa N. 1 -2021




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