Tutti siamo a conoscenza di come fu conquistata e distrutta la città di Troia, con l’inganno. Draghi, che è un gran seguace della politica machiavellica a favore dei grandi signori, ci prova a proporsi come salvatore della patria prospettando meravigliose soluzioni economico-finanziarie che -secondo lui- dovrebbero salvare il Paese dalla recessione economica causata dal Covid19. Egli dice: “…il denaro non è un problema, lasciate fare alle banche che se ne intendono e non preoccupatevi del debito pubblico”. La sua ricetta è di una semplicità allarmante ed anche la conclusione è alquanto allarmante, poiché infine il cetriolo va sempre in c…. all’ortolano.
Non è semplice invece per me, mezzo sderenato e nemmeno diplomato in ragioneria, fare la parte del Laocoonte che cerca di dissuadere gli italiani dall’accogliere un governo targato “alta finanza” e sottilmente proposto da Draghi con l’avallo dei soliti ignoti. In questo cavallo di legno si sente una forte puzza di fregatura sorosiana.
“Timeo Danaos et dona ferentes“. Dove c’è lo zampino di personaggi come Monti e Draghi si può star sicuri che si sta riproponendo la truffa del campo degli zecchini d’oro di collodiana memoria: “…il denaro non è un problema,lasciate fare alle banche che se ne intendono e non preoccupatevi del debito pubblico”.
Draghi, Draghi… che furbacchione! Certo un aiutino gli viene anche dalla incapacità operativa del governo in carica che, sempre facendo paragoni letterari, definirei un governo “don abbondiano”. Bond, minibond, coronavirus bond… Sapete il significato di bond in inglese? Vuol dire “legame”, e ciò spiega tutto, trattasi di nodo scorsoio che viene dato nelle mani di chi detiene e controlla i “bond”.
“Non auro, sed ferro, recuperanda est patria” disse Marco Furio Camillo di fronte all’arroganza dei barbari che si apprestavano al saccheggio di Roma. In questo nostro caso il ferro è la moneta sovrana che la zecca dello stato può e deve emettere in questo frangente. La Germania se ne intende, già lo fa da anni, con i suoi 5 euro metallici. Infatti lo stato italiano ha la facoltà di coniare moneta senza dover ricorrere alla BCE, moneta senza debito, quindi, non soggetta all’emissione di buoni del tesoro in contropartita. E vista la situazione difficile in cui ci troviamo perché non emettere monete anche da 10 euro? Una bella massa di ferro che va ad integrare la carenza di liquido che la UE ci impone, obbligandoci a sottostare a condizioni usuraie con i suoi “prestiti”. Alla UE, controllata dalla BCE, serve un’Italia indebitata e sottomessa, da spremere.
Forse molti non sono al corrente che non è la Comunità Europea, ovvero gli stati aderenti, a creare il denaro che circola, lo crea dal nulla la BCE. Questa è un insieme di banche private (e non pubbliche come erroneamente si crede). La cartamoneta viene fatta stampare, senza alcun controvalore da codesta banca centrale e viene concessa in”prestito” agli Stati membri della UE che ripagano il denaro così ottenuto con “obbligazioni” e “titoli”, che poi vengono venduti dalle banche stesse che ne ricavano ulteriori interessi. La moneta circolante è in tal modo un “debito” che lo Stato – e di conseguenza tutti i cittadini – debbono pagare. Infatti l’emissione del denaro da parte della Banca Centrale, avviene solo in contropartita di Obbligazioni emesse dallo Stato al corrispettivo valore. E questa è la vera fonte del debito pubblico (a causa dei tassi di interesse, spread, etc.).
Negli anni passati ed anche ai giorni nostri alcuni “mattacchioni” consapevoli della realtà delle cose relative allo strozzinaggio della moneta debito (dicasi signoraggio bancario) hanno denunciato alla magistratura questi fatti ma nessuno ha mai indagato un banchiere. E Draghi, in qualità di ex capo BCE, è un banchiere, anzi un commesso banchiere, un facente funzioni, tipo Lagarde e simili, messo lì da chi, dietro le quinte, controlla l’intero teatrino bancario e finanziario. Ed ora come premio per la sua fedeltà al sistema gli viene offerto un posto d’onore nel ventre del cavallo di Troia, posto in bella vista mediatica davanti all’ingresso del Palazzo. Renzie e Salvinie ringraziano!
Paolo D’Arpini
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